Ciao a tutti :)
Sono
a proporvi una storia che ho iniziato a scrivere tantissimo tempo fa.
Spero che vi piaccia. Per scriverla ho preso spunto da alcune
esperienze personali che mi sono fatta soprattutto sul lavoro.
Datemi
un vostro parere, sia negativo che positivo :) Ho cercato di essere
più fedele possibile alla realtà e chiedo scusa in
anticipo se ci saranno delle incongruenze. Mi sono documentata, ma
è probabile che ci siano alcune inesattezze.
Aggiungo
che la storia è di mia invenzione, non ci sono riferimenti a fatti
né a cose accadute e i McFly non mi appartengono. Tutte le
citazioni ad opere altrui [canzoni, libri, film e così via] non
verranno riportate con scopi di lucro, così come questa storia.
A voi! Ruby.
FOUR
WALLS
PROLOGO
If I could
fly like the Queen of the sky
I could not tumble nor fall, I would
picture it all
If I could fly, see the world through my eyes
I
could not stumble nor fail, I could ravage my jail
If I could fly
(If
I Could Fly – Helloween)
I
said maybe you're gonna be the one who saves me
And after all
you're my Wonderwall
(Wonderwall
– Oasis)
Wrong
or Right
Black or White
If I close my eyes it’s all the same
(All
the Same – Sick Puppies)
Secondo
molte teorie socio-psicologiche, l’uomo non è buono, né cattivo.
E’
primariamente essere umano.
Può
essere essenzialmente buono.
Può
essere essenzialmente cattivo.
Può
essere essenzialmente l’uno e l’altro.
Ci
sono uomini incapaci di odiare il prossimo loro più vicino.
Ci
sono uomini privi di senso di colpa.
Ci
sono uomini a cui piace stringere le mani e con le stesse
schiaffeggiarti.
Ogni
luogo della nostra Terra è popolato da uomini, non esistono zone
vergini dalla sua presenza.
Ogni
luogo della nostra Terra è popolato da uomini essenzialmente buoni,
essenzialmente cattivi, essenzialmente buoni e cattivi.
Grandi
concentrazioni di uomini all’interno di un territorio circoscritto
fanno ritenere giusto il pensare che questo stesso assuma la
caratteristica fondamentale che delinea il comportamento umano di
maggioranza.
Quindi,
ci sono luoghi essenzialmente buoni, luoghi essenzialmente cattivi,
luoghi essenzialmente buoni e cattivi.
La
probabilità che individui essenzialmente buoni si ritrovino in
luoghi essenzialmente cattivi è piuttosto alta, e viceversa.
La
probabilità che questi stessi individui assumano caratteristiche non
a loro confacenti è anch’essa piuttosto alta.
Ma
sono solo teorie.
O
no?
***
Unì
le mani al grembo e pregò il Dio in cui non aveva mai creduto. Non
sapeva cosa avrebbe ottenuto da quell’ultima giornata, era entrata
in aula di tribunale senza alcuna speranza a dipingerle un bel
sorriso sul volto. Era ormai troppo tempo che serbava quelle
espressioni felici per i momenti più speciali. Negli altri casi
erano mezzi tagli di circostanza, esibiti per pura casualità o per
necessità. Non sempre il suo essere scostante e facilmente
irritabile era una buona soluzione per vivere la giornata, Meg lo
aveva imparato con il passare del tempo.
La
signorina Dean, il suo avvocato, le dette un piccolo colpo al gomito,
riportando la sua attenzione al piano Terra, ma la sentenza era già
conclusa. Il giudice schioccò il suo martello e si ritirò,
mandandoli tutti in pace. Le poche persone intorno a loro si alzarono
frettolosamente e se ne andarono, nessuno si trattenne con loro due.
“Cosa
ha detto?”, chiese al suo avvocato.
“Non
hai sentito?!”, domandò lei, scandalizzata, nel suo perfetto
tailleur color crema.
“Beh…
No.”, rispose con tranquillità.
La
donna ebbe un fremito di rabbia impaziente, poi si calmò.
“E’
incredibile.”, commentò con stizza, “Ti hanno ridotto di nuovo
la pena e tu non hai sentito il giudice pronunciare la sentenza…”
Meg
sapeva di essere la sua peggiore cliente, ma era lei che i suoi
genitori si potevano permettere, quindi che la smettesse di sputare
sul piatto in cui mangiava da ormai diversi anni a quella parte.
“Perciò…”,
Meg la esortò a parlare.
“Perciò
vista la buona condotta, vista la buona parola messa su di te da
parte del direttore su richiesta del personale che ti segue… E
vista anche una serie di leggi che ho spolverato dal dimenticatoio
per te, da qui a diciotto mesi sei fuori.”
Le
ci vollero molti secondi per digerire la notizia. Prese ogni parola e
la soppesò con la sua bilancia mentale, cercando di comprenderne
ogni significato nascosto e potenzialmente pericoloso.
“Vuoi…
Vuoi dire che…”, balbettò, sbattendo gli occhi.
Sentiva
di avere le vertigini, stava svenendo, aveva bisogno di sedersi e di
bere.
“Ti
hanno ridotto la pena di quattro anni. Ti destineranno ad un
programma per il reinserimento lavorativo e questa è la fine, potrai
tornartene a casa per sempre.”, disse l’avvocato, rudemente e
senza alcun tatto, prendendo la sua borsa ed avviandosi verso
l’uscita dell’aula.
L’agente
Harris, che se n’era rimasta accanto a lei per tutta la durata
della seduta in tribunale, le fece capire con uno sguardo ed un gesto
che era arrivato il momento di tornare da dove era venuta. Anche se
il metallo ai suoi polsi era stretto e le toglieva il sangue alle
mani, anche se la sua divisa era dello stesso colore tetro, anche se
la catena che le fissava le manette alla vita aveva il solito peso,
Meg si sentiva più leggera.
Molto
più leggera.
Un
giorno in più o in meno dentro a quel carcere non faceva ormai molta
differenza per lei, che ormai vi aveva passato tre anni e mezzo della
sua vita per un fatto che aveva commesso con piena e riconosciuta
colpa. Non si era mai dichiarata innocente, la coscienza e l’evidenza
dei fatti non glielo avevano permesso. Un mese in più o in meno,
invece, cominciava a fare sentire il suo peso. Se poi pensava a
quattro anni tagliati tutti d’un colpo, Meg poteva mettersi a
piangere dalla felicità.
E
fu infatti quello che fece.
Camminava
e piangeva, con le mani bloccate all’altezza del bacino non poteva
asciugare le lacrime, ma non le importava. Una volta tornata in
istituto avrebbe chiamato i suoi, a casa, per riferire la notizia.
Non erano venuti: papà si era fatto prendere dalla febbre stagionale
ed il tribunale scatenava in mamma dei violenti attacchi di panico.
Diciotto
mesi e tutto sarebbe finito.
Diciotto
mesi ancora.
________________________
Note
dell'autrice:
lo so che il prologo è veramente poco... Abbiate
pazienza...
Questa è
Meg: http://i235.photobucket.com/albums/ee196/R...y/544092-xs.jpg
Le
canzoni. No scopo di lucro.
If I could fly -
Helloween http://www.youtube.com/watch?v=Pn0_oK69YTA
Wonderwall
- Oasis... C'è bisogno di un video? xD
All the same - Sick
Puppies http://www.youtube.com/watch?v=cs72v-2zjsg
Quest'ultima
canzone, così come tutte quelle dei Sick Puppies, è la colonna
sonora portante della storia, ditutti i capitoli che seguiranno. E'
quella che la ispira.
Il titolo, invece, è preso da un'omonima
canzone degli Staind http://www.youtube.com/watch?v=eag5slJ_yag
|