DON’T TELL DAD
3. Roses’ scent
Contavo i giorni che mi separavano al weekend e a
quell’ormai immancabile appuntamento che avevo preso con Lysander.
Mancavano solo due giorni e io non sapevo proprio che cosa aspettarmi.
Continuavo a ripetermi che non poteva essere tanto male, infondo mamma e
papà erano amici di zia Luna, sebbene non avevo mai capito come
facessero. In più i gemelli avevano il cinquanta per cento del DNA di Rufus.
Vanessa si era offerta di invitare Lorcan a uscire,
così che non avrei dovuto soffrire da sola, ma gli avevo detto di
lasciare perdere.
Mi sedetti sulla panca dei Grifondoro in Sala Grande e mi
servii nel piatto la mia colazione. Vanessa si sedette al mio fianco senza dire
una parola, sapeva che in quei giorni ero suscettibile a qualunque cosa mi si
dicesse. Al arrivò poco dopo e si sedette di fronte a me.
“Ehi, cos’è quella faccia?”
Feci una smorfia. “Vedo che la bella notizia non
è ancora arrivata.”
Al assunse un’espressione confusa e si voltò
verso Vanessa in cerca di una spiegazione. “Lysander le ha chiesto di
uscire.”
“Qual è il problema, basta che tu gli dica di
no.”
“Ho già detto sì.”
Al mi guardò allora con una faccia perplessa. Sapevo
cosa stava pensando, esattamente la stessa cosa che aveva pensato Vanessa
quando glielo avevo raccontato. E stavo cominciando a pensarlo anche io.
“Dovevi essere proprio disperata.”
Sospirai. “Sì, Al, probabilmente lo
sono.”
Al si portò un cucchiaio di cereali alla bocca.
“E perché dovresti esserlo, scusa?” Disse masticando.
“Sei una ragazza carina e ti puoi decisamente permettere di
meglio.”
Rimasi colpita dalle parole di Al. Alzai gli occhi verso di
lui, sorpresa, e sembrava sincero. Non mi aveva mai detto che pensava che fossi
carina. In genere papà era l’unico della famiglia a elogiare la
mia infinita bellezza e non era un parere proprio obbiettivo.
“Lo dici solo perché sono tua cugina.”
Al roteò gli occhi. “Giusto, perché non
ho niente di meglio da fare che flirtare con mia cugina.” Scosse la testa
borbottando tra sé. “E anche Molly è mia cugina, ma non mi
sognerei mai di dire che è carina.”
Mi voltai verso Vanessa che era rimasta in silenzio tutto il
tempo. “Pensi che sia carina?”
Vanessa parve presa alla sprovvista. “Beh, non lo
so… non mi intendo di ragazze.”
Al richiamò di nuovo la mia attenzione. “E poi
non buttarti giù, Lysander non è così male. Qualche volta
durante l’estate Luna e Rolf sono venuti a casa a trovare mamma e
papà. All’inizio è un po’ difficile comunicare con
lui e Lorcan, ma se riesci a prenderli per il verso giusto sono due ragazzi in
gamba.”
“Mi stai dicendo che devo parlare di cose immaginarie
tutto il tempo? E a proposito, cosa diavolo sono gli Spioncelli?”
“Spioncelli?” Ripeté Vanessa.
“Spioncelli!” disse Al come se fosse una cosa
ovvia. “Sono dei piccoli parassiti che ti si attaccano addosso e ti
spiano tutto il tempo.”
Io e Vanessa lo guardammo a bocca aperta. Se Lysander e
Lorcan erano riusciti a fare il lavaggio del cervello a mio cugino Al, che era
la persona più razionale che conoscessi, io ero definitivamente nei
guai. Sarei diventata pazza e avrei cominciato a camminare scalza per Hogwarts
alla ricerca di Nargilli.
Dopo colazione io e Vanessa ci avviammo verso i sotterranei per
l’ora di Pozioni, mentre Al aveva Cura delle Creature Magiche.
L’unica cosa peggiore di sapere che in due giorni sarei dovuta uscire
pubblicamente con Lysander, era dover passare un’ora di lezione insieme
ai Serpeverde.
Non sapevo nemmeno perché avevo deciso di continuare
Pozioni. Tutti nella mia famiglia odiavano Pozioni. Papà detestava
Pozioni, zio Harry odiava Pozioni e mamma… diciamo che era la sua materia
meno preferita. Era stata Vanessa a convincermi, l’opzione sarebbe stata
Cura delle Creature magiche, ma lei era troppo spaventata da Hagrid e le sue
‘creature’ per continuare.
Stavo giusto per varcare la soglia della classe quando
qualcuno mi urtò la spalla, sbalzandomi di un metro sulla sinistra.
Scorpius Malfoy mi guardava odiosamente, mentre stava per entrare in aula, e io
non resistetti a roteare gli occhi e a lamentarmi a voce alta.
“Adesso è proprio una pessima giornata!”
Malfoy tornò sui suoi passi e mi sovrastò con
la sua statura. Perché dovevo essere così maledettamente bassa
quando mio padre era alto quasi due metri?
“Scusami, Weasley.” Avevo sentito bene, Malfoy
si era appena scusato con me? “Pensavo che fossi una pulce e ho cercato
di calpestarti, poi mi sono accorto che eri solo tu.”
Ah, ecco. “Il tuo humor è sempre alle stelle, vedo.
Mi chiedo come non ti abbiano ancora preso in qualche Circo di
provincia.”
Malfoy rimase in silenzio e mi guardò con occhi
vuoti. Solo allora mi resi conto che probabilmente, dato la sua appartenenza
alla purissima dinastia di purosangue, non aveva la più pallida idea di
cosa fosse un Circo. Si limitò a tirare su col naso prima di voltarsi
senza risposta ed entrare in classe.
Vanessa si chinò verso di me fino ad arrivare al mio
orecchio. “E’ la prima volta che Malfoy non risponde per le rime a
qualcosa che dici.”
Scrollai le spalle. “Semplicemente perché non
ha capito un accidente di quello che gli ho appena detto.”
Appena entrammo in Aula, ci avvolse un aroma familiare e
caldo, che mi ricordava tanto il Natale alla Tana. Il professor Lumacorno stava
trafficando sul retro, tra i grossi pentoloni in lega che fumavano colmi di
pozioni. Malfoy era seduto in uno dei primi banchi a sinistra, per questo io
prontamente mi sedetti negli ultimi banchi di destra.
Il professor Lumacorno venne fuori con la sua solita faccia
a bonaccione e batté entusiasta le mani. “Bene!”
Esordì. “Se ci siamo tutti, vorrei presentarvi una Pozione che
presento tutti gli anni ai miei studenti del Sesto anno. Vedete questo
Calderone? Qualcuno sa dirmi di che Pozione si tratta?”
La mia mano schizzò in aria come se fossi stata punta
da un’ape. Era una cosa meccanica, non potevo controllarla, era come se
il mio cervello dicesse subito alla mia mano che sapevo la risposta.
“Signorina Weasley?”
“E’ Amormentia, signore.”
“Benissimo!” Gridò lui entusiasta.
“Dieci punti a Grifondoro. Sa dirmi anche di che cosa si tratta?”
“E’ una pozione d’amore.” Dissi
sicura di me. Gli occhi di tutta la classe, soprattutto della parte femminile,
erano su di me interessati dall’argomento. “La Pozione, oltre a salire
con delle spirali di fumo, ha un odore diverso a seconda di chi lo annusa.
L’odore cambia secondo i gusti della persona.”
“Eccellente, signorina Weasley. Altri dieci
punti.” Con la coda dell’occhio riuscii a vedere benissimo Scorpius
Malfoy che mi fissava con astio. Anche il Professor Lumacorno doveva essersene
accorto. “Signor Malfoy, per esempio, lei che odore può
sentire?”
Malfoy si voltò lentamente verso il Professore e ci
pensò un po’ su. Lo vidi chiudere le sue bianchissime palpebre sugli
occhi grigi e inspirare profondamente. “Rose.” Annunciò.
“Sento profumo di rose.”
Per qualche strano, fastidiosissimo motivo, mi sentii presa
in causa. E per qualche strano motivo, il resto della classe sembrava aver
pensato la stessa cosa, perché tutti si erano voltati verso di me, che
come una sciocca ero arrossita fino alla punta delle orecchie. Malfoy non si
scompose neanche un po’, roteò gli occhi e aggiunse: “dei
fiori, non certo della Weasley!”
Anche il professor Lumacorno parve un po’ a disagio,
come se Malfoy mi avesse appena giurato eterno amore. Io volevo solo che tutti
la smettessero di fissarmi.
“D’accordo ragazzi, riprendiamo la lezione! Per
giovedì prossimo voglio una relazione sugli effetti positivi e negativi
dell’Amormentia. In biblioteca troverete tutte le informazioni necessarie
per la vostra ricerca. Adesso mettetevi dietro ai vostri calderoni, aprite a
pagina 178 e iniziate il vostro lavoro.”
Presi il mio libro e lo aprii alla pagina indicata tra me e
Vanessa, che aveva ancora uno strano sorriso sulle labbra. Con il dito seguii
l’ordine degli ingredienti e mi recai nella dispensa per procurarmeli.
Quando tornai al banco per cominciare il mio lavoro, notai che Vanessa stava
ancora ridacchiando.
Posai gli ingredienti vicino a me. “Si può
sapere che ti prende?”
Vanessa sembrava di buon umore, ma non riuscivo a capire
cosa potesse esserle successo dato che da quando ci eravamo alzate quella
mattina, avevamo trascorso insieme tutta la giornata. Lei fece un sorriso furbo
e indicò Malfoy con la testa ed io arrossii di nuovo.
“Levatelo dalla testa.” Dissi subito,
cominciando a buttare nel calderone un po’ dei miei ingredienti.
“L’hai sentito, no? Stava solo parlando di fiori.”
“Ma Rose,” disse Vanessa convinta.
“E’ proprio di questo che sto parlando!”
Aggrottai la fronte. “Stiamo parlando di Malfoy che
vuole diventare giardiniere?”
“No,” disse lei con un sorriso sempre più
ampio. “Stiamo parlando del fatto che tu
profumi di rose.”
Lasciai perdere la mia pozione e le prestai tutta la mia
attenzione. La fissai per un po’ a bocca aperta, pensando di non aver
capito bene. Io non profumavo di rose. Io non profumavo di niente.
“Eh?” Dissi un po’ stupidamente.
Lei roteò gli occhi. “Dico sul serio, Rose. So
che sembra una strana coincidenza col tuo nome, ma tu profumi veramente di
rose. E’ una delle prime cose che ho notato quando ci siamo conosciute al
primo anno.”
Questa era nuova. “Non me lo avevi mai detto.”
“Beh, sarebbe stato strano dirti che profumavi di
rose, non credi?” disse riprendendo il lavoro da dove l’avevo
lasciato.
In effetti sarebbe stato molto strano. Ma ancora più
strano era che l’odore di rose, che a quanto pare era anche il mio odore,
fosse l’odore che Malfoy amava di più al mondo. Lo guardai di
soppiatto mentre preparava la sua Pozione, i suoi capelli biondo platino
ricadevano sulla sua pelle bianchissima, i suoi occhi grigi concentrati sul suo
lavoro.
Sicuramente era stata solo una coincidenza.
**
“Profumo di rose?”
Al alzò lo sguardo su di me come se fossi uscita di
senno. E forse lo ero. Appena finita l’ora di lezioni, mi ero avviata
verso la Biblioteca
per prendere alcuni libri che parlassero dell’Amormentia. Vi avevo
trovato Al, seduto ad uno dei tavoli centrali. Non avevo neanche salutato che
avevo subito sparato quella domanda.
“Perché me lo chiedi?” Chiese
sinceramente curioso.
Sbuffai e mi sedetti al suo fianco. “No, niente,
probabilmente sto davvero diventando pazza. Insomma, prima accetto di uscire
con Lysander Scamander, poi Malfoy che dice che profumo di rose…”
“Frena, frena, frena!” Al alzò le mani
per fermarmi. “Malfoy dice che profumi di rose?!”
“No! Non Malfoy!” scattai subito. “No,
Malfoy dice solo che lui sente profumo di rose nell’Amormentia, mentre
Vanessa dice che io profumo di rose.”
Al parve perso per un minuto, come se stesse cercando di
rielaborare lentamente tutto quello che avevo detto. Poi annuì, sempre
con una lentezza disarmante. “Okeeey” disse. “Quindi vuoi
sapere se profumi di rose per sapere se piaci a Malfoy?”
Mi resi conto di essere veramente stupida. E paranoica.
“No, credo di sapere già la risposta.”
Dissi in tutta sincerità. “Non so nemmeno perché mi sono
posta il dubbio.”
Al sorrise un sorriso genuino. “Le lezioni di Pozioni
ti stressano troppo e probabilmente Vanessa si diverte a prenderti in giro. Se
fosse stato chiunque altro, potrebbe anche esserti venuto il beneficio del
dubbio, ma nel caso di Malfoy la risposta mi pare più che evidente.
L’ultima volta che avete avuto un incontro ravvicinato, ti ha bruciato i
capelli.”
Già, e per sua fortuna mia madre era riuscita a farli
ricrescere esattamente come erano prima. Merlino, quanto avrei voluto ucciderlo
quella volta.
Mi risistemai sulla sedia accanto ad Al, che ogni tanto
mandava qualche occhiata al suo libro, e sospirai sonoramente perché mi
sentisse. Lo vidi chiudere il libro una volta per tutte e voltarsi verso di me
prestandomi la sua completa attenzione.
“Sì?”
Mi morsi un labbro. “Tu da quant’è che
non esci con una ragazza?”
Al rimase un attimo interdetto. Aprì la bocca, poi
alzò gli occhi al cielo come se stesse tentando di ricordare.
“Io… non lo so. Qualche mese, forse. Sono stato molto impegnato con
i compiti e sinceramente non mi sono neanche impegnato a cercarmi qualche
appuntamento casuale. Ma perché me lo chiedi?”
“Credi che sia disperata?”
Al alzò un sopracciglio. “Stai cercando di
capire se sei in buona compagnia?”
Io sbuffai e mi lasciai andare contro al tavolo, appoggiando
la testa sulle braccia. “No. Accidenti, oggi dico tutte cose sbagliate.
Non è quello che intendevo, è solo che tutte quante mi stanno
facendo apparire come una disperata solo perché non ho un appuntamento
da mesi. Neanche fosse un crimine.”
“Da quando ti importa quello che pensa la
gente?” Chiese sinceramente Al.
“Non mi importa!” Dissi io in tutta
onestà. “Mi importa di quello che pensa Vanessa,
però.”
“Beh, non credo che Vanessa ti faccia notare una cosa
del genere per farti sentire peggio, Rosie.” Fece lui riaprendo il suo
grosso libro. “Vanessa è tua amica. Si preoccupa per te e sa che
ti puoi permettere ragazzi molto meglio di Lysander. E forse vorrebbe anche che
la smettessi di studiare così tanto invece che svagarti un
po’.”
Feci una risata finta. “Senti da che pulpito, non mi
pare che tu stia partecipando ad un Rave Party qua dentro.”
“Io sono un caso disperato. Tu hai ancora
speranza.”
Sorrisi. Al era senza dubbio un secchione, ma lo adoravo
perché non era come i soliti cervelloni. La particolarità di Al
era di avere un cervello di un genio e di saperlo sfruttare in tutti i campi.
Era divertente, sarcastico, fedele, affettuoso. Più lo guardavo
più mi trovavo a pensare che le ragazze là fuori non sapevano
cosa si stavano perdendo a non uscire con lui.
“Al?”
“Mh?”
“Lo sai che sarei persa senza di te, vero?”
Al alzò di nuovo i suoi occhi verdi dal libro per
puntarli su di me. Sfociò in un sorriso sereno e scosse la testa come
faceva sempre zia Ginny quando qualcuno la adulava. “Faccio solo il
dovere di cugino.”
“E di amico.”
“E di amico.” Aggiunse. “Ma non ci
prendere troppo l’abitudine.”
Sorrisi di nuovo. Ero fortunata ad avere un cugino, ed
amico, come lui. “Che cosa studi?”
“Babbanologia.” Disse rimettendosi di nuovo sul
suo libro. “Stavo pensando di scrivere al nonno per sentire se può
aiutarmi per il prossimo esame. Non è che sia proprio roba complicata,
ma è storia dei Babbani del XVII secolo e non so se…”
“Perché scrivere al nonno, scusa?” Feci
io sinceramente perplessa. “Puoi chiedere a mamma. O se vuoi posso
mandare una lettera ai miei nonni e chiedergli quello che ti serve.”
Al sorrise battendosi una mano sulla fronte. “Hai
ragione, dimentico sempre che zia Hermione è Babbana di nascita.”
Scossi la testa appoggiandomi col mento sulla mano.
“Solo perché attualmente è troppo presa dal mondo Magico
per ricordarsi le sue origini. Non hai idea di quanto sia rilassante andare a
trovare i nonni! Nessuno che ti conosce come la figlia dei grandi eroi di
guerra ‘Ron Weasley’ e ‘Hermione Granger’.”
Al alzò un sopracciglio. “Scusami, stai
parlando con il figlio di Harry Potter.”
“Sai, qualche volta dovresti venire dai miei nonni con
me. Nonna ti adorerebbe.”
“Mi piacerebbe.” Disse leggendo il suo libro.
“Mi piacerebbe per una volta presentarmi solo come Albus, sai? E sentirsi
dire che è solo un nome strano e non che devo esserne fiero
perché è un nome appartenuto a uno dei più grandi maghi
della storia e…”
“Albus è
un nome strano.” Dissi io in tutta onestà.
Al mi sorrise di cuore. “Grazie, Rosie.”
**
Tutti i miei sforzi di convincermi che l’appuntamento
con Lysander non sarebbe stato un vero fiasco, svanirono quando arrivai sulla
soglia dell’immenso portone del castello quel maledetto sabato.
Improvvisamente ebbi voglia di vomitare.
Lysander se ne stava fermo davanti al portone con un
ridicolo cappello da giullare con tanto di campanellini annessi, un maglione
color verde mela e le scarpe una di colore diverso dall’altra. Mi voltai
verso Vanessa, che stava cercando con tutta se stessa di non ridere, e sospirai
alzando gli occhi al cielo. Ci avvicinammo e lui sorrise genuinamente.
“Ho pensato di dovermi vestire bene oggi.”
Vanessa lo squadrò da capo a piedi. “Oh, si
vede.”
Le tirai una gomitata ma Lysander parve compiaciuto del
‘complimento’ di Vanessa.
“Questo cappello,” disse lui abbassandosi verso
di noi e sussurrando. “scaccia gli Spioncelli. Se vuoi, Rose, ne ho uno
anche per te, devo solo andare in dormitorio e…”
“No!” Urlai spaventata. Poi sorrisi per non
sembrare scortese. “Sono già le quattro e perderemmo solo del
tempo.”
Lysander sorrise convinto. “Hai ragione!” disse.
“Sarà per la prossima volta.”
Mi scambiai un’eloquente sguardo con Vanessa. Sia io
che lei sapevamo bene che non ci sarebbe stata nessuna prossima volta.
Lasciai Vanessa sulla porta d’ingresso e mi avviai con
Lysander sulla strada che conduceva ad Hogsmeade e pregavo con tutta me stessa
di non incontrare nessuno che conoscessi. Il che era alquanto impossibile dato
che ci sarebbero stati tutti i miei compagni di scuola. Lysander continuava a
camminare allegro al mio fianco, i campanellini sulla sua testa trillavano
facendomi ricordare il suono delle renne di Babbo Natale.
Mentre ci avvicinavamo al villaggio, potevo sentire tutti
gli occhi degli studenti puntati contro. Alcuni ridacchiavano al nostro
passaggio, altri si limitavano a guardarci curiosi. Io avrei voluto morire di
vergogna, sapevo di essere già tutta rossa come un pomodoro e avere
accanto un individuo del genere non aiutava per niente.
“Non farci caso,” disse calmo Lysander.
“E’ per il mio cappello. Crederesti che tanta gente neghi
l’esistenza degli Spioncelli?”
Sì, riuscivo a crederlo con estrema facilità.
E sono sicura che non fosse tutta colpa del cappello se avevamo gli occhi di
tutta Hogwarts puntati contro. Con una scusa trascinai Lysander dentro
Mielandia, almeno per un po’ saremmo stati al sicuro. Di solito i ragazzi
più grandi andavano tutti ai Tre Manici.
Ci addentrammo tra gli scaffali ripieni di dolci e
d’un tratto una visione dei miei nonni che mi ricordavano quanto lo
zucchero facesse male ai denti mi portò a chiedermi cosa ci facessi
là dentro. Avrei potuto rifugiarmi nella libreria. Almeno sarei stata
davvero al sicuro da occhi indiscreti, la libreria era frequentata al massimo
da qualche mago anziano che non sapeva come spendere la giornata.
“Lo sai, gli zuccotti ripieni sono il cibo preferito
dei Pioni.”
“Pioni?” Chiesi corrugando la fronte.
Lysander mi guardò come se fossi un’aliena.
“Non dirmi che non hai mai sentito parlare dei Pioni?”
Stavo per rispondere che non avevo proprio la più
pallida idea di che cosa i Pioni fossero, quando la voce più fastidiosa
dell’intero universo (Paula esclusa) arrivò alle mie orecchie da
dietro le mie spalle.
“Weasley, non sapevo che facessi volontariato.”
Mi voltai con già i nervi a fior di pelle. Ecco,
oltre al danno la beffa. Non potevo sperare di uscire con Lysander e non
incontrare Malfoy, sarebbe stato troppo facile. Sospirai e lo guardai con aria
stanca.
“Malfoy, hai illuminato la mia giornata.”
“Non lo metto in dubbio,” rispose tagliente.
Incrociò le braccia al petto e indicò Lysander con la testa.
“Pensavo che non potessi cadere più in basso di così, ma a
quanto pare non c’è proprio limite al peggio.”
Lysander non parve per niente risentito. Continuò a
girovagare per il negozio fissando i dolci con i suoi grandi occhi a palla.
“Saprò di aver toccato il fondo quando mi
ritroverò ad uscire con te.” Ribattei io con fare sprezzante.
Malfoy alzò un sopracciglio formando un angolo di
novanta gradi. “Come se potesse mai accadere, Weasley. Continua a
sognare.”
Mi portai la mano alla bocca fingendomi sorpresa. “Oh,
accidenti! Hai scoperto il mio piccolo segreto! Ti prego, giura di non dire a
nessuno che sei tutto quello a cui penso durante la notte.”
I soliti scagnozzi di Malfoy apparvero alle sue spalle
mentre lui faceva una smorfia a quello che avevo appena detto. Probabilmente il
solo pensarci insieme gli aveva dato la nausea. Ed io ne ero molto felice. Con
uno schiocco delle dita fece muovere tutta la banda.
“Continua a divertirti con il tuo pazzo amico, Weasley.”
Alzai la testa come se ne andassi fiera. “E tu con il
tuo branco di smidollati, Malfoy.”
Con un’ultima occhiata di ghiaccio, al suo solito,
Malfoy se ne andò insieme alla sua banda. Lysander ricomparve al mio
fianco dopo diversi minuti chiedendomi se avevo avuto una piacevole
conversazione con Malfoy. A volte mi chiedevo se Lysander fosse veramente pazzo
o se ci prendesse in giro tutti quanti.
Per fortuna la giornata finì presto e Lysander non
fece nient’altro di strano. A parte continuare ad indossare il suo buffo
cappello. Eravamo stati a prendere una Burrobirra ai Tre Manici di Scopa dove
avevo ricevuto uno sguardo perplesso da Madama Rosmerta per via del mio
accompagnatore. Le avevo sorriso sforzatamente cercando di finire la mia
Burrobirra più in fretta possibile.
Dopo eravamo passati a trovare lo zio George al negozio, che
aveva regalato a Lysander una Puffola Pigmea. Lysander ne era rimasto
contentissimo. In compenso io mi ero presa in faccia tutte le risate di zio
George, e qualche risolino di zia Angelina, quando avevano saputo che il figlio
di Luna Lovegood mi aveva chiesto di uscire e io avevo accettato.
Al rientro al castello Lysander pensò di
accompagnarmi fino alla Sala Comune e io non volevo essere troppo scortese. Ci
fermammo davanti al ritratto della Signora Grassa (che commentò lo stato
di Lysander con un ‘oh cielo!’) e lo fissai con un po’ di
imbarazzo.
“Beh, allora… ci vediamo.” Dissi.
Lysander mi fissava con i suoi enormi occhi a palla.
“Non ti sei divertita.”
“Ma no, io…”
“Non fa niente.” Disse scrollando le spalle.
“Ciao, Rose.”
E come se niente fosse mi piantò lì davanti al
ritratto. Sempre più confusa borbottai la password e entrai in Sala
Comune, dove Vanessa mi aspettava ansiosa sul divano davanti al caminetto.
Balzò in piedi appena mi vide e si avvicinò a me apprensiva, come
se si aspettasse che da un minuto all’altro sarei scoppiata a piangere.
“Allora?” Mi incitò. “Tutto
bene?”
Aprii la bocca ma non seppi bene cosa dire. La richiusi fino
a che non elaborai una frase di senso compiuto. “Credo di essermi
liberata di lui.”
Vanessa spalancò gli occhi. “Davvero? E
come?”
“Beh,” dissi sedendomi sul divano. Mi tolsi la
sciarpa e il cappotto e scossi la testa. “Sinceramente, Vì, non ne
ho idea.”
Vanessa mi fissò per perplessa, ma dopo qualche
minuto di silenzio scosse le spalle e si afflosciò a fianco a me.
“Beh, non importa, l’importante è che non sentiremo
più parlare di Lysander per un po’. Almeno non per quanto ti
riguardi. Com’è andata?”
Mi voltai verso di lei roteando la testa sulla spalliera del
divano. “Come credi che sia andata? Siamo stati lo spettacolo del giorno
per gli studenti di Hogwarts.”
Lei annuì gravemente. Probabilmente stava ricordando
lo spiacevole appuntamento che aveva avuto anni addietro con Lorcan.
“Già,” disse. “Ha fatto cose strane?”
Scossi la testa. “Per fortuna, a parte indossare quel
suo stupido cappello, no. Dove diavolo lo avrà trovato?”
“Sono cappelli da stadio.” Rispose Vanessa.
“Da stadio Babbano intendo.”
“Oh.” Feci io pensierosa. A volte dimenticavo
che Vanessa era Babbana di nascita.
“Rosie! Vanessa!”
Chiusi gli occhi esasperata e sentii Vanessa sussurrare al
mio fianco: “Ti prego uccidimi.”
Paula Vegas era appena scesa dal dormitorio tutta agghindata
e con un trucco perfetto, che secondo me la faceva apparire più
mostruosa di quanto già non fosse. Ci arrivò alle spalle e fece
velocemente il giro del divano per arrivare davanti a noi.
Cercai di sorridere. “Ehi, Paula…”
“Allora è vero?” Fece lei eccitata,
battendo insieme le mani.
Io e Vanessa ci voltammo l’una verso l’altra,
probabilmente cercando di capire di cosa diavolo stesse parlando. Dalla faccia
di Vanessa capii che anche lei non aveva assolutamente idea di cosa stesse
blaterando Paula.
“Che cosa?” Chiese Vanessa.
Paula emise un urletto ed io sobbalzai dalla paura. In tutti
questi anni non mi ero ancora abituata. “Ma come cosa? Rosie, ti sei
finalmente fidanzata!”
Fidanzata?
“Che?!” Chiesi allarmata. “E con
chi?”
L’eccitato sorriso di Paula svanì dalle sue
labbra e mi fissò come se le avessi appena detto che le era morto il
gatto. “Eppure me lo hanno detto pochi minuti fa.” Disse.
“Che ti sei fidanzata con Lysander Scamander.”
Oh cielo, questo proprio no! Potevo sopportare di essere
uscita con lui nonostante il suo ridicolo abbigliamento, potevo sopportare che
tutti ne ridessero, potevo sopportare di aver passato una pessima giornata ad
Hogsmeade. Ma questo proprio no!
“No!” Urlai. “Lui non sta con me! Io non
sto con lui! Noi non…”
“Oh…” Paula parve veramente delusa.
“Beh, dovrò rintracciare il mio informatore e dirgli che non
è vero, allora. Eppure ti hanno visto con lui a giro per
Hogsmeade.”
“Beh, sì, io…” Ecco, adesso stavo
pure arrossendo. “Sono uscita con lui.” Ammisi.
“Allora è vero.”
Vanessa si portò una mano alla tempia e
sbottò. “Dio, Paula! Ti ha appena detto che non è vero! Ci
è uscita e basta, non ne fare una tragedia greca.”
Paula ne parve sinceramente risentita e fissò Vanessa
con astio. Scoccò la lingua portandosi le mani sui fianchi.
“D’accordo.” Disse lentamente. “Scusate tanto se mi
interesso alle vostre noiose vite. E tanto per la cronaca, Rose, devi essere
proprio disperata per uscire con lui.”
Girò sui tacchi sventolando i suoi lunghi capelli
castani e se ne andò come una furia, in un modo che mi ricordava molto
Victoire quando era arrabbiata con Teddy.
Mi immersi ancora di più nel divano e sospirai.
“Spero che non vada a raccontare a nessuno di questa storia. Pensa che
imbarazzo se venisse fuori che sto con Lysander.”
Vanessa mi fissò scettica. “Rosie, stiamo
parlando di Paula Vegas. Da quando Paula Vegas non racconta una cosa che
sa?”
In effetti in sei anni di scuola non era mai capitato che
Paula si tenesse una cosa per sé. Il che per me equivaleva a dire una
cosa sola.
Ero spacciata.
**
Buongioooooooorno miei
cari frugoletti!
Questa settimana tra lavoro e impegni sono stata talmente presa che per un
attimo mi passava di mente di aggiornare e di scrivere… ma non temete,
nonostante l’alzheimer ogni tanto ho anche barlumi di saggezza.
Siamo riusciti un
pochino ad entrare nella storia, finalmente, anche se siamo solo
all’inizio. D’altronde ci vuole un po’ di pazienza u.u
Vi informo che
attualmente sto scrivendo il dodicesimo capitolo, quindi sono abbastanza un
pezzettino avanti… e per lo meno fino ad allora avete i capitoli
assicurati XD
Per ora è
tutto, grazie a tutti quelli che seguono, leggono, recensiscono o che si sono
anche solo affacciati nella mia pagina.
Arkadio: Tutto
comincerà a prendere forma piano piano, vedrai…
Edvige86: Figurati che io
quando ho letto il primo capitolo mi sono detta ‘che
schifo!’… meno male voi non la pensate così XD Hugo è
anche il mio idolo ^^
Sif: Eeeeh,
quand’è che saprete… se decido di non cambiare nulla
all’incirca nell’ottavo capitolo ^^” Grazie, ne sono felice
perché caratterizzare personaggi nuovi nelle ff non è mai facile
e sono contenta che Gaby e Sol ti piacciano
Thanks everybody <3
zia fufù