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Si
guardò intorno annoiato, intorno a lui c'era il solito gruppo di
Serpeverde che non lo mollavano nemmeno un secondo, cercava di
leggere un libro di Trasfigurazione, ma visto che odiava quella
stupida materia, professoressa compresa, gli riusciva molto difficile
restare concentrato.
Scorrendo
lo sguardo tra i presenti si accorse del solito gruppetto di sfigati,
gli amici di Potter, Sfregiato compreso nell'appello.
Il
primo che guardò fu Ronald Weasley, alias Lenticchia, quoziente
intellettivo pari a quello di un Troll di montagna, poveraccio e con
pessimi gusti a giudicare dalle attenzioni che rivolgeva alla sua
migliore amica, la mezzosangue Granger. Una brutta imitazione di una
ragazza, secchiona oltre i livelli consentiti, che ricambiava appieno
i sentimenti di quel pesce lesso del Weasley.
Poi
toccò ad Harry Potter, ma decise di non commentare, Madre Natura era
già stata fin troppo crudele con lui, quindi meglio non infierire
oltre.
Accanto
a San Potter vi era seduto Neville Paciock, intelligente quanto la
cioccorana che aveva nel baule ed avvenente come una lucertola in
calore.
L'analisi
proseguì fino alla minore dei Weasley, l'eterna innamorata di
Potter, la Regina dei Pezzenti. Aveva lunghi capelli lisci, ma
orrendamente rossi, ed anche se in una classifica la si sarebbe
potuta mettere prima della mezzosangue Zannuta, non era poi quel
granchè, una ragazza appena mediocre.
La
vide raccogliere le sue cose e dopo aver gettato uno sguardo
speranzoso allo Sfregiato, allontanarsi dalla biblioteca, delusa.
Quella
era una giornata decisamente noiosa, e siccome l'analisi degli
sfigati era terminata e non voleva guardarli oltre, i suoi
aristocratici e bellissimi occhi già protestavano, quindi pensò di
andare a cercare un po' di divertimento dove era certo che l'avrebbe
trovato.
Automaticamente
si alzò e la seguì, cosa c'era di meglio per Draco Malfoy di
infastidire una Weasley?
La
seguì fuori, in cortile e la guardò da lontano sedersi sotto un
albero, prendere dallo zaino un quadernetto ed iniziare a scrivere
qualcosa.
Doveva
essere un diario o qualcosa del genere, suppose.
Si
avvicinò di soppiatto e non appena arrivò poco dietro di lei, con
una mossa agile le rubò il diario, facendola sobbalzare.
-M-malfoy!-
disse quando si fu ripresa dallo stupore.
-Si
Weasley?- chiese beffardo.
-Dammi
quel diario, mi appartiene- si alzò in piedi, fronteggiandolo,
sebbene fosse più bassa di lui di almeno due teste.
-Davvero?-
fece innocentemente il biondo.
-Si,
davvero-
-Beh,
allora prendilo- sghignazzò alzando il braccio, fuori dalla portata
della rossa.
-Dammelo
immediatamente!- urlò fuori di sé la ragazza, tentando invano di
riprenderlo.
-Non
prima di aver capito cosa ci trovi in lui- la prese in giro aprendo
il diario ed andando all'ultima pagina.
Si
aspettava di veder scritto il nome di Potter avvolto dai cuori e
dalle stelline, ma quello che lesse lo stupì enormemente:
Caro
diario,
io
non so se ce la posso fare, questi sentimenti mi stanno dilaniando,
stanno consumando tutte le mie energie.. non posso continuare ad
amarlo sapendo che lui non mi ricambierà mai.
Non
posso svegliarmi la mattina con la consapevolezza che non mi
sorriderà con calore, non riesco ad attraversare serena i corridoi
aspettando di sentire il suo sguardo di disprezzo posarsi su di me.
Harry
mi odia per questo, credo che abbia capito tutto, ha capito a chi è
indirizzato il mio cuore, ha capito che non è lui, che è il suo
peggior nemico che amo, che non è più il numero uno, non per me.
Lui
è così speciale che nemmeno se ne rende conto, ed io..
La
pagina finiva lì, dove l'aveva interrotta, sfogliò attonito le
pagine precedenti, incurante delle sue proteste.
Ogni
pagina vi era il suo nome, e la disperazione della ragazza per la sua
cattiveria gratuita.
La
guardò pietrificato, se lei l'avesse odiato e disprezzato non gli
sarebbe importato, anzi fino ad allora aveva supposto che fosse così,
ma che lei lo amasse.. era un qualcosa a cui non sapeva come reagire.
Che
cosa aveva mai fatto per meritare l'amore di Ginny Weasley?
Anche
Ginny lo guardava, nonostante le lacrime traboccassero dai suoi occhi
chiari, nonostante la disperazione del suo volto, lei continuava a
guardarlo, non abbassava lo sguardo.
E
per la prima volta Draco la ammirò, anche se era stata umiliata da
chi amava, se il suo trucco da attrice perfetta fosse crollato, lei
affrontava coraggiosamente la vita, l'umiliazione, senza abbassare la
testa.
Finalmente
Ginny riuscì a strappargli il diario dalle mani, poiché lui era
così stupito che non aveva nemmeno opposto resistenza.
Gli
voltò le spalle e tirò su col naso prima di dire -non so davvero
cosa ci trovo in te- e se ne andò via.
Draco
rimase immobile, come una statua, a guardarla correre e sparire
dentro il castello, con una domanda che gli torturava con insistenza
il cervello: perchè la Weasley lo amava?
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Era
seduta nei pressi del Lago Nero, sotto il famoso albero che aveva
assistito alla sua rovina, quel giorno, quasi due settimane prima.
Era
scappata perchè non ce la faceva, non voleva vedere la sua reazione,
sentire le sue parole maligne e la sua risata spietata, non avrebbe
retto.
Sapeva
che non la ricambiava, che la odiava e disprezzava tutto ciò che era
e che rappresentava, quindi perchè stare lì come una stupida ad
aspettare la condanna?
Era
fuggita ed in quei giorni si era fatta vedere solo per le lezioni,
aveva consumato i pasti nella Torre di Grifondoro e non vi era uscita
per nessun altro motivo.
Ad
eccezione di quel giorno che da fonti certe aveva saputo che lui era
andato ad Hogsmeade, quindi aveva il via libera.
Nessuno
aveva saputo dell'incidente o dei suoi sentimenti per Malfoy,
sospettava che lui aspettasse che lei fosse presente per parlare, per
umiliarla ben bene davanti a tutta la scuola.
Diede
un tiro alla sigaretta, perchè di tutte le persone che esistevano al
mondo, proprio del suo peggior nemico, del ragazzo che aveva sempre
odiato insieme alla sua famiglia, di colui che non perdeva occasione
per deriderla, doveva innamorarsi?!
In
un'altra vita doveva essere stata un'assassina sanguinaria o qualcosa
di simile, per meritarsi una punizione simile.
-Non
dovresti fumare-
Ginny
trasalì, poiché riconobbe all'istante la voce strascicata di chi le
aveva rivolto la parola, ma si impose di non voltarsi a guardarlo.
Ma
non doveva essere ad Hogsmeade?! Cavolo!
-Faccio
tante cose che in realtà non dovrei fare- a dispetto del suo stato
d'animo, la sua voce era calma e pacata.
-Come
amarmi?-
Sussultò
visibilmente -tra le altre cose- ammise piano, tenendo sempre lo
sguardo puntato dritto davanti a sè.
-Perchè
Weasley, perchè sei innamorata di me?- chiese genuinamente curioso.
-Avrò
sicuramente una malattia al cervello- alzò le spalle.
-Non
si ama col cervello Weasley- spiegò divertito.
-Grazie
di avermi illuminato, professor Malfoy, adesso puoi prendere il treno
di sola andata per andare a quel paese- disse sperando che se ne
andasse presto, non appena avrebbe messo le mani su chi le aveva
detto che era andato via..
-Come
ti sei innamorata di me? Si, insomma non sono mai stato un cavaliere
con te..- cambiò argomento lui.
-Che
importa oramai saperlo?- si voltò per la prima volta a guardarlo.
Come al solito era impeccabile, ancora più bello con il suo golf
nero ed i jeans attillati, e si vergognò dei suoi vestiti di seconda
mano.
-Mi
importa- insistette.
-Dopo
mi lascerai in pace?-
-Si-
Ginny
annuì e si voltò nuovamente verso il lago -mi sono innamorata di
te, quando ho visto la tua forza, perchè nonostante le pressioni e
il disprezzo di chi ti sta intorno, le sofferenze e le calunnie.. tu
continui ad andare avanti, come hai sempre fatto...- sospirò -e
quando ho visto la tua debolezza, quando hai pianto per il suicidio
di tua madre e l'incarcerazione di tuo padre..-
-Eri
lì?-
-Si,
mi dispiace di averti visto.. so che non avresti voluto- fece una
pausa -sono anche venuta al suo funerale..- ammise imbarazzata.
-Non
ti ho vista..-
-Ero
nascosta.. avrei voluto consolarti, abbracciarti e dirti che non eri
solo, ma non ho potuto..- sussurrò lei.
-Adesso
puoi farlo.. no?- disse lui dopo qualche minuto di silenzio.
Ginny
si voltò stupita -come scusa?- domandò pensando di non aver capito
bene.
-Abbracciami
e dimmelo- sorrise sinceramente e lei rimase incantata.
-Io..-
non le diede il tempo di finire la frase che era già stretta tra le
sue braccia forti.
Aspirò
il suo odore virile e lo strinse a sé con tutta la forza e l'amore
che solo una donna innamorata può dare.
E
non le importava se lui l'avrebbe ferita, se l'avrebbe presa in giro
o umiliata, non importava se non sapeva perchè le chiedesse
quell'abbraccio o perchè si degnasse di parlarle senza insultarla,
in quel momento non servivano spiegazioni, era dove aveva sempre
voluto essere.
Draco
la scostò un po' da sé solo per chinarsi a baciarla, un bacio lungo
ed intenso, il bacio che lei aspettava da troppo tempo.
-Dimmelo
Ginevra- disse guardandola negli occhi, quando si staccarono.
-Non
sei più solo, Draco- sussurrò poggiando la testa sulla sua spalla
-non lo sarai mai più- promise.
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Una
FF senza alcuna pretesa, mi è venuta in mente e l'ho scritta..
niente di chè.. comunque le recensioni sono molto apprezzate ;)
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