Sono fuggito dal mio villaggio perché ho ucciso un uomo,
un prete. Ho commesso un peccato. Sono venuto in Terra Santa per espiare i
peccati di mia moglie e i miei, ma ne ho commessi altri. A mio padre e ai miei
compagni di viaggio non importava.
Mi avevano detto che a Gerusalemme sarei stato un
uomo diverso, migliore. Avrei finalmente trovato ciò che il mio villaggio non
avrebbe più potuto darmi.
Arrivato in città aspettavo un segno da parte di
Dio, il suo progetto per me, ma avevo smarrito la fede.
A
un passo da Gerusalemme
e
a solo un miglio dalla luna
sotto
un cielo di milioni di stelle
ho
il cuore perso in un pianeta lontano
che
gira intorno e cade giù
con
archi di tristezza
io
muoio per te, muoio per te!
Poi ti vidi, e tutto cambiò. Mi sei apparsa come una luce
in una notte senza luna né stelle.
Ma eri sposata. Ed eri una principessa, la sorella
del re di Gerusalemme.
Irraggiungibile per me.
E
se il mio regno diventa sabbia
e
cade in fondo al mare
io
muoio per te, muoio per te!
Mi fu affidato un compito in Terra Santa in qualità di
nuovo signore di Ibelin. Davanti ai miei semplici occhi di fabbro era stata
posta una realtà completamente nuova e sconosciuta, ma finalmente la mia strada
era stata scritta sul grande libro dell’universo che è la volontà di Dio.
Col passare del tempo, nei rari momenti in cui mi veniva
regalata la tua presenza, mi perdevo sempre di più nelle profondità cristalline
dei tuoi occhi, intensi come il mare. Il tuo sorriso mi rapiva il cuore. Non
passava giorno che non pensassi a te. Ma anche solo sognarti era un peccato.
E
dalle fonde oscure valli
canzoni
antiche di tristezza
ma
ogni passo io pensavo a te
ogni
passo solo te
per
ogni stella un granello di sabbia
gli
avanzi di un asciutto mare
dimmi
quanto tempo, quanto ancora.
Mi hai detto che in oriente fra due persone c’è
soltanto luce. Una notte la luce fra noi si spense e il buio colmò lo spazio
che ci divideva. Da quel momento fummo una cosa sola. I nostri corpi si unirono
assieme ai nostri spiriti.
Potranno separare i corpi, ma non le anime.
Quella notte, Sibilla, ho capito che avrei dato la
vita per te. Anche se non avevo idea di quale sarebbe stato il nostro futuro.
C’è
una città nel deserto riposa
la
vanità di un antico re
ma
la città riposa in pezzi,
dove
il vento urla all’avvoltoio
quello
che ha fatto l’uomo
con
l’ambizione, è tutto questo
farò
prigione la mia vita
se
sei la sposa per un altro.
Che
i miei nemici siano liberi,
io
cado e sono qui,
che
muoio per te, muoio per te!
Mi è stata offerta la possibilità di diventare tuo marito,
ma non ritenevo giusto il modo in cui ti avrei avuto. Non era giusto il
compromesso subdolo a cui avrei dovuto sottostare ignorando la religione e le
dottrine che mi furono insegnate.
Ma così facendo ti ho persa per sempre Sibilla.
E non avevo capito che la guerra sarebbe stata
inevitabile. Una guerra stupida, in cui si sono commessi troppi errori. Il re
era morto, e la città con lui. Ma io avevo ancora un compito a cui adempiere:
difendere il popolo.
E
solo come mai
così
solo come ora mai
Con
tutti i miei domini
cosa
sono qui
sono
niente così
non
ci sono vittorie
nelle
nostre storie senza amore.
Ti sentivi colpevole per la rovina di Gerusalemme ma,
amore mio, il primo a sbagliare sono stato io. Ho sbagliato a non capire che se
avessi seguito il cuore anziché la fede e la morale adesso, probabilmente,
sarebbe tutto diverso.
Troppi errori sono stati commessi in nome del
volere di Dio.
Ma Dio in tutto questo non centra. Gli errori
degli uomini ricadono sugli uomini stessi.
A
un passo da Gerusalemme
e
a solo un miglio dalla luna
sotto
un cielo di milioni di stelle
ho
il cuore perso in un pianeta lontano
che
gira intorno e cade giù
con
archi di tristezza
io
muoio per te, muoio per te!
E’ la vigilia della battaglia.
Sibilla, non so come finirà. Chi sarà il vincitore
e chi lo sconfitto. Ma sicuramente io in tutto questo ne uscirò perdente.
Perché non ho saputo evitare a Gerusalemme la rovina. Proverò comunque a
difendere il popolo, l’unica cosa che conti ora che il re non c’è più.
Sibilla, sappi una cosa: ti ho rifiutata non
perché non ti amassi, ma perché non ti meritavo. Forse dopo questa battaglia
sarò diventato degno del tuo amore. Per il momento non posso fare altro che
aspettare. E pregare, se veramente esiste un Dio. Pregare affinché tu possa
perdonarmi e per la salvezza di Gerusalemme.
Sibilla, il tuo viso mi appare in quest’attesa e
mi ricorda perché io mi sia innamorato di te.
Mi hai risvegliato dal sonno di morte e
desolazione in cui ero precipitato. Grazie a te, al tuo sorriso, ai tuoi occhi,
sono rinato e il mio cuore batte ancora.
Affronto la battaglia imminente con coraggio
sapendo che affianco al mio cuore ci sei tu, Sibilla. Ti amo, comunque vada.
E
anche se hai le chiavi
e
distruggi quel che ho
ogni
prigione in polvere
nemici
più non ho
e
i regni miei di sabbia che
che
vanno in fondo al mare,
io
muoio per te, muoio per te!