NUVOLE
“Guarda, adelfos! Guarda le nuvole,
come corrono!”
La voce allegra di un bambino di circa sei anni fece
sorridere un giovanotto seduto accanto a lui, le gambe incrociate sull’erba, i
corti capelli tenuti spettinati, una fascia rossa a cingergli la fronte alta e
spaziosa; il piccolo birbante gli balzò con impeto sulle ginocchia,
aggrappandosi con viva forza alle sue spalle, “Dai, guarda lassù, sono
bellissime!” esclamò lo scricciolo, saltellandogli sulle gambe
vivace.
Il maggiore scoppiò a ridere e lo prese per i
fianchi, facendolo volteggiare per qualche secondo prima di poggiarlo
delicatamente accanto a sé: “Le ho viste, adelfidion, le ho viste.
Ma ormai sei grande, le avrai viste tante e tante volte le nuvole, soprattutto
dalla finestra della tua stanza, sei sempre a guardare il cielo con aria
sognante.” disse il ragazzo, scompigliandogli giocosamente la folta zazzera
ribelle, “Uff, sei noioso fratello, a me piace tantissimo guardare le nuvole
correre nel cielo! Ma, perché il vento le fa correre così tanto?” borbottò,
rabbuiandosi quasi; incrociò le mani dietro la nuca e sdraiandosi
sull’erba.
“Diciamo, che il vento le spinge per lasciar posto
al cielo. Le nuvole sono giocherellone, e lo coprirebbero altrimenti e non si
potrebbe mai vedere l’azzurro” rispose il maggiore, “Ma allora perché ci sono
dei giorni in cui le nuvole riescono a coprirlo?” chiese con curiosità il
bambino, sgranando i grandi occhioni scuri e gettando le braccia al collo del
fratello; questi sospirò alzando lo sguardo verso l’alto, “Ci sono dei giorni in
cui il vento è troppo stanco per fare il suo lavoro e allora tutte le nuvolette
si ammassano e lo nascondono. Ma non lo fanno per cattiveria, lo circondano
perché vogliono solo essergli amiche, in fondo le nuvole sono gentili..” spiegò
con tono pacato Aiolos, sorridendo.
Aiolia guardò per qualche istante sopra di sé,
perdendosi nella corsa giocosa delle candide nubi, poi esplose in una gioiosa
risata: “allora sono come i tuoi amici!” esclamò il piccolo allegro; Sagittarius
inarcò un sopracciglio dubbioso, “Cosa intendi?” continuò
questi.
Il piccolo greco saltò su: “Ma perché sono sempre
tutti attorno a te!! Tu allora sei come il cielo e loro sono le nuvolette!”
affermò soddisfatto lui, il visetto abbronzato rischiarato da una stupenda luce,
“Ti devono volere molto bene...” borbottò il piccolo, rannicchiandosi con le
ginocchia al petto, “Ehi, che hai?” si preoccupò l’altro, vedendolo così triste
all’improvviso.
Il piccolo s’imbronciò, buffissimo nella sua
espressione infantile e dolce: “Tutti i Saint ti sono sempre attorno e anche a
Saga, ma nessuno vuole giocare con me… So che siete molto impegnati, ma.. Io a
volte mi annoio..” mugolò Aiolia, incrociando le corte braccine al petto in
segno di disappunto, “Soprattutto quando chiedo a Shura se vuole giocare, lui
non vuole mai…” soffiò timido, mentre un improvviso rossore gli imporporò le
guance.
Il fratello maggiore lo guardò stupito per qualche
istante, poi esplose in un vero e proprio riso convulso, scatenando la rabbia
del piccolo, che gli balzò addosso con i pugnetti stretti e prese a colpirlo
ripetutamente sulla spalle forti e larghe.
Senza alcun problema, il giovanotto lo afferrò per
le braccia, bloccandogliele: “Ecco allora perché guardi sempre verso la Decima
Casa! Non me la contavi giusta, piccolo!!” concluse Sagittarius; con suo gran
divertimento, il viso di Aiolia superò ogni possibile gradazione di rosso, tanto
da costringerlo a voltare lo sguardo per non incrociare gli occhi
dell’altro.
Una mano gentile si poggiò sulla sua spalla: “Ma se
la questione ti sta tanto a cuore, vorrà dire che chiederò a Shura se qualche
volta giocherà con te, d’accordo?” propose con voce divertita l’adolescente.
Senza aggiungere altro, lo prese in braccio e se lo caricò sulle spalle,
malgrado le proteste accorate del piccolo, che cercava di divincolarsi:
“Lasciami subito!! So camminare da solo!!” strepitò, mentre scendevano verso il
Sanctuary.
Il Sole cominciò ad avviarsi al tramonto quando i
due fecero il loro ingresso nel territorio del Tempio.
Chiacchierando, i due cominciarono a salire su per
le scale quando, da lontano, si scorse una figura che, rapida, scendeva dalla
Nona Casa, dirigendosi verso di loro.
Lunghi capelli neri, lineamenti latini e pelle
abbronzata, una corta camicia di iuta giallo ocra celava un busto
considerevolmente robusto; leggere stille di sudore sulle tempie e il fiato
corto facevano intuire una corsa recente.
A quella vista, Aiolia si fermò, avvicinandosi
maggiormente alle gambe del maggiore.
Questi alzò un braccio in segno di saluto, facendo
avvicinare il compagno: “Aiolos, dov’eri finito?” chiese piatto Capricorn,
“Scusa, ho portato il mio fratellino a fare allenamento sui prati e non mi sono
accorto di quanto fosse tardi… Ci hai pensato tu a Death Mask e Aphrodite?”
domandò, sorridendo.
Shura sospirò, scuotendo la testa in un gesto quasi
rassegnato: “Per fortuna è arrivato Saga, per oggi ci ha aiutato lui.” affermò,
un leggero sorriso a increspargli le labbra sottili, “Beh, meno male! Ah, senti,
Aiolia vorrebbe chiederti una cosa.” concluse, spingendo in avanti il
bimbo.
Questi si trovò improvvisamente davanti allo sguardo
penetrante di Shura.
Torcendosi le mani, abbassò subito gli occhi:
“Ehm..” cominciò, balbettando, “Vorresti qualche volta… Giocare con me..?”
sussurrò il piccolo, arrossendo all’istante; lo spagnolo, sorpreso, fissò ora
Aiolos ora il piccolo, “Giocare con te..?” ripetè Capricorn; il piccolo greco
annuì, sempre tenendo lo sguardo basso.
Il custode della Decima Casa sospirò, grattandosi la
testa: “Beh, avrei parecchie cose da fare… Ma se ti fa piacere, qualche volta
potrei…” replicò in tono burbero l’adolescente, scompigliandogli i
capelli.
Poi, così come era venuto, si incamminò nuovamente
verso la propria Casa.
Aiolos, sorridendo, si chinò sul fratellino: “Visto?
Non era così difficile!”.
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