Riuscivo a sentirlo.
Era lì, di fianco a me. Il suo respiro era
irregolare, le sue ciocche scompigliate dall’attrito del
cuscino.
Bello, bello come non era mai stato prima d’ora,
con quei suoi occhi azzurri come il mare e quel sorriso sincero e
ingenuo che mi piace tanto. Disteso sul mio letto, mi aspettava,
aspettava che io facessi una mossa verso di lui senza muoversi, anche
se il suo sguardo mi chiamava dolcemente a sé, come fosse
una calamita ; non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso.
Ero felice, felice perché la vita mi aveva dato la
possibilità di incontrare una persona come lui : dolce,
generosa, altruista e assolutamente perfetta. Ai miei occhi appariva
come una creatura sovrannaturale, un angelo senza ali, venuto sulla
terra come per miracolo, per mostrare a noi mortali quanto siamo
maledettamente inferiori.
Tentai di parlare : inutile. Nonostante mi sforzassi, avevo perso la
voce, e il corpo non rispondeva ai miei comandi. Lui era lì,
a due passi da me, e io non riuscivo a raggiungerlo, nonostante i miei
immani sforzi. Riuscivo solo a starmene ferma, impalata, a
giocherellare con una delle mie rosse ciocche di capelli facendomela
girare e rigirare in mano ; non riuscivo nemmeno a guardarlo in faccia,
mi sentivo inerme, come una bambina davanti a una delle sue prime
difficoltà della vita.
Infine lui si tirò su, con un sorriso incoraggiante mi tese
la mano. Anche se non lo voleva ammettere, era agitato,
poiché vedevo che le dita gli tremavano leggermente. Questo
mi tranquillizzò un po’, e così gli
diedi la mia mano. Immediatamente mi sentii un’altra persona,
con quel gesto avevo affidato tutta me stessa alla persona che amavo.
Mi sedetti anch’io sul letto assieme a lui, che aveva
iniziato ad accarezzarmi delicatamente la guancia. Iniziai a chiedermi
come avessi fatto a resistere per più di un anno senza tutto
questo, e mi scese una lacrima. Sentii l’imminente bisogno di
abbracciarlo, mi avvicinai sempre più e appoggiai la mia
testa sulla sua spalla, stringendolo fortissimo, come per paura che
qualcuno me lo
portasse via da un momento all’altro.
“Mi sei mancata, Kairi”
No, non avrei mai permesso a nessuno di portarmelo via. Lui era la mia
luce, il mio sole, la mia vita, e qualunque cosa fosse accaduta, non
avrei più ripetuto lo sbaglio di lasciarlo andare.
“Anche tu,Sora”
Con queste poche parole ci dicemmo tutto, e mi lasciai andare tra le
sue braccia, serena, come se la mia vita fosse completa.
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