INDAGINI CONGIUNTE
*Vi presento con gioia
il penultimo capitolo del crossover. La prima parte l’ho
scritta l’altro ieri e mi aveva soddisfatto e sorpreso da
subito, non avevo immaginato di scrivere ciò ma mi piace. La
seconda parte invece è di ieri sera e non ero convinta, ma
rileggendolo oggi mi rendo conto che ero solo addormentata (capirete
che l’ho scritto alle 11 passate finendolo praticamente a
l’una di notte… e l’indomani sveglia
alle 7! Grande!). Ma ora posso dirlo: era proprio quello che volevo:
sono piuttosto soddisfatta. Il prossimo sarà
l’ultimo ma ho già pensato per bene al seguito che
non riguarda lo stesso caso, ovviamente, ma uno che non vedo
l’ora di fare! Ok, entusiasmi a parte, grazie a chi segue
questa serie che dedico in special modo a Taila, Yukino, Jaspe ma sopra
ogni cosa a mia mamma Parsifal perché oggi, in questo
momento preciso, è sotto i ferri in ospedale per rimuovere
utero e compagnia bella! Al suo risveglio si trova una bella sorpresa!
Buona lettura. Baci Akane*
CAPITOLO X:
LA TENSIONE SI SCIOGLIE
/
Dice - Finley Quaye/
Fu come
correre su una lama affilata.
L’idea che
potesse essergli successo qualcosa di grave e di non saperlo era
angosciante quanto il non avere idea di dove fosse e se fosse vivo.
Però non era
morto o glielo avrebbero detto.
Per tutto il tempo del
viaggio Reid non poté far altro che pensare a questo.
Ragionevolmente parlando potevano essergli successe molte cose e la sua
mente provvedeva premurosa ad elencargli tutto, mentre istintivamente
sperava solo che Morgan fosse fra quelli che, per una volta, se
l’erano cavata senza un graffio.
Sapeva che non poteva
essere così poiché lo conosceva e uscire integro
da un’azione era un’utopia, però
sperarlo era tutto ciò che gli rimaneva. Anche se, come
già detto, la sua testa non faceva che esporgli tutte le
ragioni contrarie.
Sempre più
impaziente e teso, nemmeno Hotchner riuscì a
tranquillizzarlo e nemmeno ci provò. Si limitò a
guidare in fretta fino all’ospedale di Washington.
Ziva e Charlie erano
con loro ed in silenzio non osavano parlare notando la preoccupazione
alle stelle del giovane dottore plurilaureato.
Nessuno di loro era
così, ormai si sapeva che erano tutti vivi e chi
più chi meno stavano bene. Era chiaro che era in quelle
condizioni per un motivo particolare.
Quando lo vide da
lontano con quell’occhio bendato un tuffo al cuore gli fece
mancare un battito. Si fermò trattenendo il fiato. Si
sentiva terribilmente sciocco ma non riusciva proprio più a
controllarsi. Eppure ce la faceva sempre. Anzi, di norma non provava
nulla di speciale, era raro che sentisse cose particolarmente forti da
sbatterlo in quel modo.
Nella maggior parte dei
casi era sempre per colpa di Morgan, comunque.
Rendendosene conto non
poté evitarsi la domanda:
“Ma
perché sempre lui?”
Ed era davvero ora che
se lo chiedesse!
Non mosse
più alcuno passo nel corridoio dell’ospedale,
lasciando che gli altri con lui andassero avanti.
Ziva andò a
cercare Tony mentre Charlie suo fratello.
Hotch lo precedette
lasciandogli il tempo che gli serviva per riprendersi, quindi
andò da Morgan.
Quando questi lo vide
la prima cosa che fece fu cercare Reid frenetico con l’occhio
sano.
L’ansia di
non vederlo accanto ad Hotch lo bloccò
all’istante, ma appena lo vide indietro che lo fissava
sconvolto e più pallido del solito, capì che
doveva aver patito le pene dell’inferno.
Eppure sebbene da un
lato gli dispiacque, dall’altro l’idea gli piacque.
Finalmente il
ghiacciolo trattenuto che non riusciva a dimostrare nessun sentimento
umano, nella maggior parte dei casi, sembrava tutto l’opposto
e solo per lui!
Rispondendo vago alla
domanda del suo capo lo indirizzò da Gibbs e Don per
conoscere i dettagli, quindi appena fu solo sgusciò dalla
stanza dove era appena stato medicato e a passo spedito e sicuro
arrivò subito da Reid.
Gli era quasi sembrato
di impazzire standogli così lontano senza sapere se ce
l’avrebbe fatta prima di dirgli cosa provava.
Prima di essere
riuscito a baciarlo almeno una volta.
Sorrise e mentre
cercava di capire cosa fosse meglio dire, già stava parlando
con ironia e disinvoltura:
- Ehi, non dirmi che
sono riuscito a farti preoccupare così tanto! - Che lo era
si vedeva lontano un miglio!
Il biondo avrebbe
voluto tirargli un pugno ma non essendo un gesto da lui si
limitò ad ingoiare cercando la lucidità per
rispondergli qualcosa di decente.
Eppure nonostante ci
mettesse tutto il suo impegno, il suo cervello super veloce smise
ancora una volta di funzionare.
E, tanto per cambiare,
era proprio colpa di Morgan!
- Si. -
Riuscì a malapena a dire con un filo di voce tremante. Gli
occhi castani rispecchiarono il suo tono incerto ed impaurito, ancora
non credeva che se la fosse cavata senza serie ripercussioni. - Cosa ti
hanno fatto? - Chiese subito toccando la benda leggero, senza riuscire
a trattenere quell’impulso irrefrenabile!
Il giovane dalla pelle
scura e l’aria sbattuta, smise di scherzare e divenne
seriamente sorpreso di quella sua reazione. Si era aspettato un
rimbecco dei suoi, invece quell’ammissione e quel gesto
delicato e premuroso… gli piaceva. Gli piaceva da matti e
forse poteva azzardarsi a pensare che questa volta Reid aveva capito
cosa provava per lui.
- Il calcio di una
pistola in pieno occhio. Non ci vedrò per un po’
ma poi tornerà come prima. -
- Ti hanno fatto
qualcos’altro? - Chiese ancora preoccupato non importandogli
più di quanto sembrava strano:.
- Tre punti al
sopracciglio. Sarò più affascinante di prima! -
Sembrava una sciocchezza, sembrava tutto facile e di poco conto.
Sembrava non ci fosse
bisogno di apprensione ma per il biondo qualcosa cominciava a
ribellarsi dentro.
Non era così
facile!
Lui aveva passato
l’inferno aspettandolo, non era affatto così
facile!
Come poteva scherzarci
su e prenderla alla leggera?
Con un moto di
contrarietà ritirò la mano e incrociò
le braccia al petto, rimanendo sempre con quella tendenza al curvo
seppur fosse indispettito:
- Non è una
sciocchezza, Morgan! Non devi scherzarci su! -
Qua l’altro
colse al volo l’occasione e nella confusione di quel
corridoio d’ospedale, continuò a punzecchiarlo con
malizia ben sapendo a cosa poteva arrivare con un po’ di
fortuna:
- Ah no? - Sapeva bene
quanto era stato male per colpa sua, ma voleva solo che lo
dimenticasse, che si voltasse pagina, che si tornasse sereni come
sempre.
E che lo ammettesse ad
alta voce, per una buona volta.
Che si volevano bene!
- No! - rispose allora
secco Reid. A Morgan piaceva ancora di più, sembrava un
bambino offeso ed era delizioso. Specie quelle labbra piegate
ostinatamente verso il basso. - Non è stato un gioco! E
nemmeno una passeggiata! - Continuò vedendo che non voleva
fare la persona seria nemmeno in una situazione simile. Davanti alla
sua reazione, la propria angoscia lo faceva sentire solo un idiota. Lui
si era preoccupato davvero ed ora veniva preso in giro! Si sentiva
immensamente stupido, ecco perché punto sul vivo, ricordando
i brutti momenti passati solo fino a pochi secondi prima, non
mollò ribattendolo con un tono che di distaccato non aveva
nulla: - Io ho passato l’inferno ad aspettarti, sai? Non
sapevo dov’eri, che fine avevi fatto, se eri vivo…
e anche quando mi hai chiamato… avevo una certezza in
più che la possibilità di rivederti era minima!
Ti trovavi in uno di quegli aerei-bomba! Ti rendi conto di come mi sono
sentito io? E tu stai lì a ridere e a prenderti come sempre
gioco di me! - Morgan non spense il sorrisino, era oltre ogni sua
aspettativa. Questo, per i suoi canoni, considerando che si trattava di
Reid, era una confessione d’amore bella e buona. - Ma cosa te
lo dico a fare? Non lo capirai mai, cosa ho provato! -
Concluse nervoso e al
limite il giovane girandosi e facendo un gesto di stizza con le mani.
Era andato poco lontano
quando si sentì afferrare per un braccio e trascinare con
forza in uno dei bagni lì vicino.
Sentì la
serratura scattare e la luce accendersi in automatico.
Poi il tutto fu molto
più veloce del suo cervello, il che era solo da vedere.
Prima di cominciare a
mettere in moto le sue percezioni e la comprensione di quanto accadeva,
si trovò con delle labbra carnose e calde sulle sue. Labbra
inconfondibili.
Non le aveva mai
provate ma le aveva osservate così nei dettagli che il tatto
gli bastava e avanzava per capire che erano proprio quelle.
Però la
prova superava di gran lunga ogni sua aspettativa, non che se ne fosse
concesso molte…
Capì che
Morgan lo stava baciando quando il cuore tornò a battergli,
anche se all’impazzata, e le sue mani continuavano a reggerlo
per le braccia senza mollarlo un istante.
Aveva una presa forte e
sicura che solo lui gli trasmetteva.
Mise a fuoco con gli
occhi socchiusi il suo viso e trovandolo più sexy del solito
li richiuse in fretta con le palpitazioni che andavano a mille.
I respiri erano
affannati e le ginocchia gli si piegavano, probabilmente sudava e le
sue funzioni vitali erano alle stelle; tutto in confusione, troppe
informazioni da catturare e comprendere per catalogarle e coglierle.
Lasciò che la testa partisse per conto suo e si
concentrò solo su quella bocca che si amalgamava con la
propria, sulla lingua che lo cercava e trovandolo lo torturava
stimolandolo a rispondergli.
E gli rispose.
Oh, se gli rispose.
Prima ancora di capire
che lo stava facendo, era là aggrappato alle sue spalle e
ricambiava il bacio giocando con la sua lingua.
Capendo solo una cosa.
Era proprio questo che
voleva e da molto!
Si staccarono dopo
interminabili attimi di quello scambio incredibile che non erano mai
riusciti a dare vita per una marea di motivi. Quali fossero,
però, ora non se lo ricordavano più.
Con le fronti
appoggiate e i respiri irregolari che si mescolavano, con ancora i
rispettivi sapori in bocca, si guardarono con emozione, quindi fu
Morgan a sussurrare seriamente con una voce roca e sensuale:
- Allora, ti ho capito
bene? -
Questa volta Reid
sarebbe caduto se l’altro non avrebbe continuato a reggerlo e
tenerlo stretto. Le ginocchia completamente molli e un calore che si
espandeva su tutta la pelle lo rendeva di un colorito delizioso.
- Si… -
Boccheggiò imbarazzato ma spiazzato.
Era contento di essere
stato compreso un volta di più da lui. Era sempre stato uno
dei pochi a riuscirci bene e questo perché non aveva mai
tentato di gareggiare col suo cervello visto che lui si era sempre
creduto superiore a quello!
Dopo di ché
non poté che nascondere il viso contro il collo pulsante del
compagno che l’accolse fra le sue braccia forti e protettive
come aveva sempre fatto e mai avrebbe smesso.
- Sono innamorato di
te, Reid. -
- Anche io…
credo… - Il suo mormorio sommesso giunse tremante ed
insicuro e Morgan non avrebbe potuto che immaginarlo così.
In risposta rafforzò la presa lasciandosi invadere da una
gioia incontaminata.
Quello era un gran bel
premio per le pene che aveva dovuto patire in quell‘indagine!
/
I just wanna live - Good Charlotte /
Non era
stata un cosa davvero programmata.
Gibbs aveva invitato i
tre di Los Angeles a dormire almeno una notte a Washington offrendo
loro vitto e alloggio, Tony aveva invitato i suoi due nuovi amici,
Colby e Morgan, a fare la serata a casa sua e ad entrambi aveva detto
di estendere l’invito ai rispettivi uomini!
Nel suo piano perfetto
per divertirsi tutti insieme almeno una notte con chi gli interessava,
aveva trascurato il povero matematico di fama internazionale che
sarebbe rimasto escluso, ma visto che Don alla fine aveva deciso di
accettare l’invito di Gibbs, anche Charlie aveva finito per
unirsi al gruppo. Chiedendosi però, effettivamente, che cosa
mai avrebbe potuto fare visto che era rimasto l’unico senza
dolce metà!
Oltre a loro gli altri
avevano avuto tutti altri impegni e Hotchner aveva declinato
l‘invito ancora prima che potesse essergli fatto, decidendo
che era abbastanza stanco, per quella volta, da andare a casa.
Non era stato fermato
dal momento che Ziva si era offerta di accompagnarlo per lasciare
l’auto agli altri suoi due colleghi!
A tutti erano note le
preferenze dell’israeliana per gli uomini dalla
personalità forte!
Ritrovati tutti i
rimanenti a casa Gibbs, i due inquilini si erano guardati interrogativi
non capendo la presenza di tanta gente, poi Tony aveva felicemente
spiegato la sua brillante idea. Al che l’altro fulminandolo
si era trattenuto dal chiedergli di chi fosse la casa.
Per quieto vivere degli
ospiti aveva deciso di lasciar correre, cosa che stupì Tony
convinto di beccarsi una brutta frecciata oltre che il suo sguardo che
parlava da solo.
“L’ennesima
morte scampata da me lo ha rabbonito o gli è improvvisamente
spuntato il senso dell’ospitalità? No,
perché escludo che si tratti del suo cuore… lui
ce l’ha solo per certe cose, per altre non esiste proprio!
Non
capisco… che gli piaccia questo Don al punto da mostrare
rispetto ed evitare l’ammonimento di rito? Certo, se lo dice
si sentirebbero tutti di troppo… bè, in questo
caso ne approfitterò fino in fondo! Quando mi capita di
poter tirare così tanto la corda e rimanere
integro?”
Così
pensando, senza l’ombra della gelosia, Tony sorrise furbo
quindi indicò agli ospiti dove potevano accomodarsi
cominciando a fare gli onori di casa con gran sfacciataggine:
Fu allora che anche chi
ancora non lo sapeva, capì che Tony e Gibbs stavano insieme
ed addirittura convivevano!
Non poterono non
chiedersi se prima o poi sarebbero arrivati anche loro a quella fase
delle rispettive relazioni, ma non si fecero film mentali. Rimasero
quasi affascinati dall’osservare quella coppia
così in avanti rispetto a loro da essere invidiabili. Oltre
che quello c’era anche il fatto che si vedevano quanto in
simbiosi fossero, il loro legame era molto solido ed incredibilmente
affascinante di per sé.
Reid specialmente si
perse ad osservare ogni particolare che parlava di loro, ogni gesto che
avevano l’uno nei confronti dell’altro ed anche
cose che apparentemente non significavano nulla.
Morgan capì
il suo stato d’animo e mentre dopo cena, una pizza
naturalmente, si trovarono tutti seduti nei divani fra una birra e
l’altra a parlare amichevoli socializzando a vista
d’occhio come non erano ancora riusciti a fare, non
poté fare a meno di notare questa sorta di invidia positiva
nei loro confronti.
Era visibilmente
affascinato da loro due, come stavano insieme e la loro relazione.
Nella sua mente i loro
profili si tracciavano sia come individui che come coppia e mano a mano
che le conversazioni procedevano serenamente ed anche con una certa
ilarità grazie agli elementi che c’erano, capiva
sempre più di loro.
Fu allora che una
certezza si fece strada in tutti loro: quella conoscenza non sarebbe
finita lì.
- Oh certo, Reid
è infallibile in tutto! Specie nelle sparatorie! - Stava
dicendo Morgan per rispondere all’ammirazione che Charlie
aveva espresso sul giovane dottore plurilaureato. Questi si
raddrizzò a quella frase tornando al presente, quindi
guardò accigliato ed incredulo il compagno accanto che
appoggiato allo schienale del divano teneva le gambe allungate ed una
mano sulla sua schiena curva. Lui era al contrario coi gomiti
appoggiati alle ginocchia e si era come svegliato solo in quel momento.
- Cosa vuoi dire? - Lo
rimbeccò col suo tono saccente pronto a correggerlo.
Morgan rise senza farsi
il minimo problema, quindi proseguì sotto preghiera di Tony
che non vedeva l’ora di sapere qualche aneddoto imbarazzante
che rendesse quel genio un essere umano!
- Si dai
racconta… vuoi dire che è un comune mortale anche
lui? -
Reid guardò
sconvolto anche Tony pensando di non aver sentito bene: mica ce
l’aveva con lui?
- Certo! Ha una pessima
mira! Prima di prendere l’abilitazione all’uso
delle armi Hotch ha penato mica poco! E pensate che quando è
riuscito a prenderla aveva mirato alla gamba di un S.I., finendo per
colpirlo poi in mezzo agli occhi! - L’accaduto lo ricordava
bene, il biondino, ma aveva sperato che evitasse di spiattellarlo ai
quattro venti!
Le risate si levarono
fra tutti e mentre c’era chi chiedeva se fosse vero e chi
voleva sapere più particolari su questa parte del giovane
genio, la mano appoggiata sulla schiena del proprio compagno stizzito
che aveva piantato il muso senza più dire nulla, si era
disinvoltamente infilata sotto la maglia riuscendo a trovare il
contatto con la sua pelle liscia e calda. Questo trasmise mille
scariche elettriche a Reid che si raddrizzò girandosi di
scatto a guardarlo come se fosse impazzito. Non erano mica
soli… però notò subito anche come gli
altri non fecero caso a quanto succedeva fra loro. Anzi.
Solo allora, mentre li
scorreva frenetico con gli occhi, notò che pure le altre due
coppie avevano cominciato a dare segni altrettanto disinvolti.
Ad esempio il braccio
di Gibbs era posato casualmente sullo schienale del divano proprio
dietro a Tony comodamente appoggiato, e accoccolato, contro di lui che
concedeva molti dei suoi rari e preziosi sorrisi di divertimento. Anche
gli altri due si abbandonavano a dei vaghi ma evidenti segni
d’affetto, a modo loro. La mano di Colby era posata sulla
coscia di Don che si lasciava incredibilmente accarezzare come fosse
naturale. Per i loro canoni era un gran segno d’affetto visto
che il capo squadra non aveva mai permesso assolutamente nulla.
Lasciarglielo fare senza eliminarlo con lo sguardo era un enorme passo
in avanti!
Charlie stesso se ne
stupiva ma non era intimidito od in imbarazzo per quei segni che ormai
tutte e tre le coppie dimostravano, non erano invadenti o esagerati, si
stava bene. Sembrava che tutti loro non avessero fatto altro che stare
in compagnia in quel modo.
- Bè, non
è il solo a non essere perfetto nonostante lo sembri! -
Disse allora Don con un ghigno malefico in viso. Qua il fratello
scattò e guardandolo come se bestemmiasse, sbottò
subito:
- Cosa vuoi dire? -
- Si, cosa vuoi dire?
Dai, anche lui è umano? - Tony, naturalmente. E le risatine
sommesse degli altri.
- Certo che lo
è… - Iniziò Colby senza staccare la
mano dalla gamba del compagno: - dovete sapere che, per dirne una, ogni
volta che Don si ferisce, per una strana ragione contorta Charlie
finisce per addossarsi la colpa ed in risposta impazzisce su qualche
caso finché non rimedia, sempre dal suo famoso contorto
punto di vista, aiutandoci a prendere qualche criminale grosso! -
Questo non era poi molto imbarazzante… Reid capì
perfettamente il motivo di quel comportamento.
- Ma è
ovvio, essendo fratelli e lavorando insieme sono portati ad essere
molto protettivi l’uno verso l’altro. Quando uno
dei due se la vede brutta, l’altro di conseguenza si sente in
colpa e reagisce cercando di scontare o compensare questa colpa che si
sente addosso. Non è una cosa strana! - Charlie non sapeva
se ringraziarlo o fulminarlo… prima di poter capire che tipo
di intervento fosse quello, se d’aiuto o cosa, Don intervenne
decretando così la sua fine sicura:
- Ma non
c’è mica solo questo! Posso fare un libro su
questo argomento! Charlie è molto ingenuo ed ottuso in campo
sentimentale! Prima di capire che era innamorato della sua attuale
ragazza ci ha messo una marea di anni, non vi dico poi per dirglielo!
Lei ha dovuto rischiare di andarsene per farglielo dire! Pensate
che… - Ma fu a quel punto che Charlie scattò in
piedi annunciando a gran voce:
- Ok, questo
è il momento in cui io vado a dormire! Mi sembra che siamo
arrivati in un punto pericoloso per me! Buonanotte! -
All’udire ciò delle risate più forti
delle altre si levarono all’unisono che
l’accompagnarono finché non fu sparito nella
camera che gli era stata offerta.
- Bé? E
Gibbs non ha nessuna pecca da rivelare? - Chiese sfacciato Morgan
mentre veniva sostenuto da Colby. Don si zittì senza
però spegnere il suo sorriso divertito, consapevole che poi
sarebbe toccato a lui, mentre Reid divenne più interessato
alla risposta.
- Oh, qualcosa
c’è… è difficile trovarlo,
lo ammetto… sa nascondere bene i corpi del reato, ma a me
non sfuggono certe cose… - Disse Tony andando a nozze
all’idea di poter punzecchiare il suo uomo perennemente tutto
d’un pezzo!
A questo
però la mano che si artigliò sulla sua spalla lo
fermò… solo per un istante!
- Non mi lascio
intimidire… sai che non mi puoi fermare! - Disse allora
rivolgendosi a Gibbs che lo guardava come se fosse un uomo morto.
Sembrava che nell’intimità e nel privato, Tony non
avesse davvero paura di lui e la cosa era molto giusta, oltre che
bella.
Tanto che gli
scappellotti Gibbs glieli dava solo al lavoro!
- Dovresti, visto che
di te ce ne sono molte di più e decisamente peggiori! -
Disse allora il più grande senza mollare presa e sguardo
assassino!
L’altro
piegò la testa in modo da sminuire la cosa:
- Oh, fa
nulla… sono evidenti da sole tutte le mie
‘imperfezioni’! Anche se le racconti non faranno
clamore! Non come le tue! - La luce nel suo sguardo era pericolosa e
maligna, sembrava profondamente lanciato in quella sua missione di
‘spiattellamento’!
- Ma non sai dove
potresti dormire poi stanotte! - Quella frase era quanto di peggio
avesse potuto fare!
Nell’istante
successivo Tony rimase proverbialmente in silenzio senza parole, cosa
unica e rara!
Tutti stupiti ed
increduli lo guardarono chiedendosi se davvero fosse stato vinto, poi
lo videro seriamente soppesare cosa fosse meglio fare; alla fine si
arrese e allargando le braccia disse con espressione tragicamente
seria, in realtà solo più buffa di sempre:
- Mi dispiace, sono
pronto a tutto ma non a questo! È un colpo basso ma sa dove
darmi giù! -
La risposta
però soddisfò comunque i presenti che ebbero
ancor modo di ridere fin quasi alle lacrime!
- Non so se ti
è di conforto saperlo ma quello è il punto debole
di tutti noi! - Lo rassicurò Morgan dandogli
un’amichevole pacca sulla spalla. Colby concordò
serio:
- Ha proprio ragione!
Non ti biasimiamo! È per questo che mi sono preso il tuo
numero di telefono… così potrai dirmi quello che
non puoi ora! -
- E trasferirti da lui,
visto che qua non metterai più piede, dopo! - Concluse
altrettanto serio e deciso Gibbs. Quanto scherzasse e quanto no, solo
Don, forse, poté lontanamente intuirlo visto che spesso
anche lui parlava così per prendersi gioco degli altri.
Era divertente e
ammiccandolo gli fece capire che era completamente dalla sua.
- No, non
dirò niente su di te, Don! Non serve che mi ricatti
così anche tu! - Si affrettò a dire Colby
guardando il suo compagno che rise a sua volta alimentando
quell’atmosfera speciale che proseguì per gran
parte della notte.
Risultato? Dopo una
certa ora tarda in un camera c’era ovviamente Charlie, in
un’altra Gibbs e Tony, un’altra ancora Don e Colby
mentre nel divano del soggiorno avevano deciso di fermarsi Morgan e
Reid distrutti e impossibilitati a guidare fra stanchezza, ferita
all’occhio per uno e troppa birra contro volontà
per l‘altro!
Ma la notte era giovane!
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