“Premetto
che questa è la mia prima fan-fiction, ispirata a final
fantasy 9 che a mio parere è uno dei più belli
per quanto riguarda la storia per intero e i personaggi. Spero che vi
piaccia e vi appassioni quanto ha appassionato me a scriverla. Non
siate troppo rudi nei commenti, che aspetto numerosi e ai quali
risponderò personalmente! Buona lettura!”
Alla fine del
gioco, siamo rimasti alla bellissima scena dell’abbraccio dei
due innamorati Gidan e Daga, che dopo più di due anni
(“versione personale” N.d.A.) sono riusciti
finalmente ad incontrarsi. Nel frattempo, e negli anni successivi cosa
è successo? Vivi purtroppo è morto pochi mesi
dopo la fine della loro avventura all’Albero di Lifa. Il
potere magico del maghetto, purché in vita da quasi sette
anni, si esaurì nell’evocare una potentissima
magia che coinvolse un intero frammento dell’universo contro
la malvagia entità Trivia. La magia venne battezzata
Apocalisse, per l’enorme esplosione generatasi.
Benché fosse riuscito tramite uno strano esperimento a
costruire dei suoi cloni, che vennero battezzati i
“nipotini” di Vivi, egli ora è sepolto
vicino alla tomba del numero 64 e i suoi compagni gli hanno fatto un
gran funerale. Il villaggio dei maghi neri ormai è diventato
quasi una città grazie alle conoscenze magiche e le
capacità tecnologiche avanzatissime degli Jenoma. Mikoto,
ormai ritenuta la sorella di Gidan sta cercando di tirar fuori il
carattere nascosto dei suoi simili, certa che dentro di loro si
nasconda un po’ della simpatia del
“fratello”. A proposito di Gidan, dopo il suo
ritorno ad Alexandria, non poté sposarsi con Daga: la classe
nobiliare del continente -invidiosa del fatto che la regina amasse un
comune ladro- scoprì un vecchio cavillo legale, secondo cui
la regina poteva si sposare un ragazzo dal sangue non nobile, ma solo
se egli ha raggiunto i venti anni di età, e
poiché non di famiglia reale – o di classe
borghese- non poteva essere dichiarato re. Fermo restando che ad
Alexandria il fatto che i due erano stati regolarmente proclamati
marito e moglie a Conde Petit non era per niente riconosciuto. Steiner
però, che conosceva meglio di loro la legge,
nominò Gidan “Reggente ufficiale del trono
reale”: in pratica i due non erano sposati ufficialmente, ma
era concesso loro stare insieme. Il cavaliere, con suo grande onore,
è stato nominato comandante in seconda
dell’esercito di Alexandria, con poteri decisionali secondi
solo a quelli della regina. Insieme a Beatrix ha cercato e ucciso i
restanti mostri della nebbia che infestavano i continenti, e adesso
continuano tutti e due a servire fedelmente la loro regina. Dopo
l’increscioso episodio verificatosi, Garnet
cominciò una lunga battaglia con la classe nobiliare, che
premeva per avere più controllo sulle scelte della giovane
regina, finché non si fosse sposata. Forse perché
il lungo viaggio e l’incontro con Gidan l’avevano
cambiata radicalmente, ma ormai preferiva vivere la sua vita a corte
come se fosse una normale ragazza cui era stata data una grande
responsabilità, da affrontare con dedizione e con il sorriso
sulle labbra. Gidan comunque, anche lui scontento
dell’accaduto, passava sempre più tempo fra i suoi
compagni Tantarus che con la fidanzata, anche se andava a trovarla
appena gli era possibile. Anche i vecchi ladri gentiluomini, sono
cambiati: il Granduca Cid oltre a rendere i più talentuosi
del gruppo attori stabili e controfigure, spesso inviava i nuovi membri
della banda alle ricerche dei tanti tesori sparsi per il mondo, grazie
all’aiuto delle abilità paranormali dei Chocobo,
ormai divenuti numerosi grazie all’assenza della nebbia che
favoriva le nidiate. Eiko, adottata dal Granduca Cid e dalla moglie
Hilda, veniva oltremodo soffocata dalle attenzioni e
dall’affetto dei genitori adottivi, che non avendo avuto
figli naturali, cercavano di proteggerla in ogni modo come se fosse
davvero figlia loro. La ragazzina riesce comunque a cavarsela da sola
come al solito, e spesso senza il consenso dei genitori si reca
nell’antico villaggio di Madain Sairi divenuto grazie ai
finanziamenti di Lindblum e Alexandria un enorme centro di restauro,
mirato a far tornare il paesello diroccato una grande meta di
pellegrinaggio per gli aspiranti maghi e sciamani.
Freija e il
suo amato Flatrey sono finalmente riusciti a rimettersi insieme, grazie
alle lunghe terapie per la memoria affrontate con disciplina dal
draghiere. I due ora reggono il nuovo regno di Burmecia-Cleyra per
conto del piccolo principe Puck, unico rimasto della famiglia regale. I
superstiti delle due città, accantonarono gli antichi
diverbi e s’impegnarono a costruire una nuova patria,
poiché Burmecia era ormai irrecuperabile, e veniva usata
addirittura come cava per i lavori.
Amarant e
Lanì vennero nominati da Daga “Agenti speciali
della Corona”, e li mandò in ispezione in giro per
il mondo, per prevenire in tempo nuove minacce sconosciute. Quina e
Quera, al passo con i tempi crearono una vera scuola di cucina a
Lindblum, chiamata: “Scola deli Qu, per imparà
l’arte der magnà”. Una delle loro
più importanti ricerche, pare sia quella di combinare
insieme i due piatti più odiati nell’arte
culinaria di Gaya: i sottaceti di erba Ghisal, e le Rane della palude
di Qu…
I vari luoghi
dove risiedeva la nebbia, come la Grotta di ghiaccio e la foresta del
male, sono andati completamente distrutti: al loro posto ora sono
presenti dei laghi, e nuovi terreni fertili. L’antico Albero
di Lifa è scomparso subito dopo l’ultimo attacco
che le radici tentarono di fare al cuore dell’albero, dove si
trovavano Gidan e Kuja morente. Poco prima che le radici colpissero i
due, Kuja lanciò un incantesimo verso la struttura che
rappresentava il centro dell’albero, che cedette di colpo e
l’intera struttura di Lifa implose, coinvolgendo gran parte
del territorio circostante: il buco nero risucchiò il
villaggio di Conde Petit e le vallate vicine, e il violento tsunami
creato dal vortice magico, per poco non investì
l’isola di Madain Sairi. Gidan, seppur con una brutta ferita
alla testa si ritrovò poco al di fuori del raggio
d’azione del turbinio di forze. Non capì mai come
si potesse trovare così lontano in così poco
tempo. Riuscì a vedere ciò che il
“fratello” aveva combinato, poi svenne. Quando si
risvegliò al villaggio dei maghi neri, Mikoto gli
rivelò che era stato in coma per dieci mesi, e solo con
l’intervento combinato dei maghi e dei jenoma, erano riusciti
a disintossicarlo dalla enorme quantità di energia malefica
che aveva infettato il suo corpo. Al posto dell’Albero di
Lifa, ora esiste una profondissima voragine circolare, e sulla
superficie sono venute alla luce decine di migliaia di formazioni
cristalline, di diverse grandezze. Il mondo di cristallo manifestatosi
nel mondo terreno, era riuscito grazie al potere dei ricordi a
contenere il cataclisma. Al centro di questa voragine si trova un
cristallo molto grande, nero, permeato da una forte aura maligna. Gli
sciamani nel tentativo di capire se esso rappresenta i ricordi delle
azioni malvagie del passato, oppure se si tratta di qualcosa di molto
peggiore, chiesero aiuto a Eiko. Il problema però andava
affrontato anche con gli altri membri della squadra: mandò
lettere a Freija e ad Amarant, e grazie al mogu-net anche a Gidan e
Daga. In poche settimane, il gruppo di amici, si diresse ad Alexandria,
in occasione dell’anniversario della fine del cosiddetto
“Conflitto della nebbia”. Ma prima c’era
la parata da fare.
“OOOOK,
forse questa introduzione può risultare alquanto noiosa, ma
serve assai per capire il seguito della storia, e serve a me per non
mettere ad ogni riga spiegazioni varie che rischiano di rompere il
ritmo del racconto…dunque appuntamento al prossimo VERO
capitolo che posterò tra qualche giorno!”
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