Titolo: So
I'll go, well it's time to start moving on.
Autrice: miss_hale(Sariel on EFP).
Fandom: The adventures of Merlin.
Personaggi: Arthur Pendragon, Merlin.
Pairing: Arthur/Gwen, slightly Arthur/Merlin.
Rating: G.
Conteggio parole: 475w (Word).
Avvertimenti:
SPOILERS
generali
per la season two, future!fic, hints
slash.
Disclaimer: i personaggi citati non appartengono a
me, ma alla BBC, che
detiene il copyright sulla serie e sui personaggi. Non ci ricavo nulla.
Il titolo è preso da No
More
Keeping My Feet On the Ground dei Coldplay.
Note:
as
I said, future!fic. Arthur
è
re, Merlin è ancora il suo servo. E sì, dopo
quasi un mese e mezzo son tornata
a scrivere su Merlin. Un pensiero speciale a elyxyz,
per le
piacevoli conversazioni via mail degli ultimi mesi(e prometto di farmi
sentire
presto, appena l’uni mi dà un attimo di tregua).
Non betata, scusate eventuali
errori. Buona lettura.
Riassunto: Le mani di
Merlin si muovono
velocemente, con fretta malcelata, mentre prepara i vestiti per il suo re, mentre gli toglie la veste da notte.
SO
I’LL GO, WELL IT’S TIME TO START MOVING ON
“La felicità di qualcuno può
essere il dispiacere di qualcun altro.”
E’
giorno
di festa a Camelot.
Gli
stendardi con lo stemma dei Pendragon adornano anche la
città bassa e
ondeggiano lentamente al vento che soffia per i vicoli stretti della
città.
*
Nessuno
dei due parla, non ce n’è bisogno.
Le
mani
di Merlin si muovono velocemente, con fretta malcelata, mentre prepara
i
vestiti per il suo re, mentre gli
toglie la veste da notte. I suoi occhi non indugiano sul corpo di
Arthur, le
sue dita non sfiorano quella pelle che ha imparato a conoscere.
Con
una
precisione che non ha mai dimostrato di avere e ancora in silenzio,
Merlin
prepara il suo re - Uther Pendragon giace ormai nella cripta reale da
quasi
cinque inverni - per quel giorno importante. Importante per il popolo
di
Camelot, per Arthur, ma non per lui.
Gli
occhi
iniziano a bruciare e respira profondamente, perché no, non
ha intenzione di
lasciarsi sfuggire alcuna lacrima, almeno non in presenza di Arthur.
Finisce
di allacciargli gli stivali con gesti rapidi, per poi raccogliere le
lenzuola
da lavare e dirigersi con passi decisi verso la porta, ignorando i
passi
leggeri che sente dietro di sé.
Una
mano
del re si stringe attorno alla sua maglia, ma Merlin non si volta.
Rimane
immobile, aspettando che l’altro dica - o faccia - qualcosa.
Per
un
attimo sente solo le dita che si muovono piano sulla sua schiena,
strofinando
il tessuto già liso.
“Devi
esserci anche tu.” Soffia Arthur in un sussurro, a qualche
centimetro dal suo
orecchio, e il suo respiro caldo si infrange contro il suo collo.
L’istinto
di Merlin è quello di girarsi e tirargli un pugno, o di
urlargli addosso, ma in
qualche modo si controlla, concentrando tutta la sua rabbia crescente
nelle
parole che gli escono dalla bocca.
“Non
credo riuscirei a sopportarlo, Sire.” Mormora tagliente,
alzando la testa e
fissando un punto imprecisato davanti a sé, prima di aprire
la pesante porta di
legno delle stanze del re. E Arthur non lo ferma, il lembo di maglia
scivola
via dalle sue dita e la porta si chiude alle spalle di Merlin.
*
E’
giorno
di festa a Camelot.
Nel
grande cortile al centro della città, tutti gli occhi sono
puntati su Arthur e
sulla sua regina, che saluta radiosa il suo popolo. Tutti, eccetto i suoi.
Merlin
non riesce a guardare Gwen - la serva
di Lady Morgana, colei che Uther non avrebbe mai approvato al fianco di
suo
figlio - e i suoi occhi rimangono fissi sul re. Un lampo dorato colora
le sue
iridi e Arthur si irrigidisce e il suo sguardo scatta velocemente fino
ad
incontrare quello del suo servo.
Il
giovane mago prova a sorridere, ma è una smorfia quella che
gli appare sul
volto. Si volta, abbassando la testa, e si trascina fuori dalla piazza,
lasciandosi alle spalle il clamore della folla.
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