Servizio da tè
Servizio da tè
Devi ammettere che è stata furba, la piccola.
Le è bastato sbattere gli occhioni, così simili a quelli di sua madre, e ti ha intrappolato.
Del resto, siete solo voi due in
casa: Isabella è andata a caccia con le tue sorelle e Jacob,
stranamente, non è fra i piedi.
Chi altri poteva coinvolgere nei suoi giochi, se non il padre tanto amato?
Sospiri mentre, seduto per terra, la vedi preparare concentrata il servizio da tè.
La colpa è anche un
po’ tua: con tutti i dvd che potevi proporle, per distrarla,
proprio “Alice nel Paese delle Meraviglie” dovevi
scegliere? Ma è troppo tardi per pentirsene: la scena del
“Non compleanno” ormai è stata vista da tua figlia,
che ha una capacità di tenere a mente le cose più assurde
e sbagliate che a volte ti stupisce.
Con la sorella che ti ritrovi, era
impossibile che Nessie non avesse un servizio da tè, un piccolo
tavolino e le seggiole.
Impossibile.
E quando ti ha chiesto << Papà, vuoi giocare con me?>> con che cuore avresti potuto dirle di no?
Per cui eccoti qua, circondato da
bambole e peluche, in un mondo fatto di pizzi e merletti, dal legno del
piccolo mobilio rosa, a domandarti se c’è una piccola
possibilità di sfuggire a quel che ti aspetta.
Perché sai bene cosa
succederà, la mente di Renesmee te ne offre lo scenario:
mangiare i biscotti che nonna Esme ogni tanto porta a casa.
Se il tè non l’avete, a quelli non puoi sfuggire.
<< Fatto!>> trilla
felice tua figlia, così simile a te, ma con un carattere che si
fa sempre più uguale ad Alice.
Forse è bene che cominci a limitare le sue visite…
<< Nessie, amore, io non posso mangiare i biscotti…>> cominci pacato.
Non vuoi che ci rimanga male, nella
sua mente leggi quanto ci tiene a giocare con te. Però dovrebbe
sapere che i vampiri non mangiano cibo umano.
<< Sì che
puoi.>> ribatte imbronciandosi. Se fisicamente assomiglia a te,
tutte le smorfie più buffe e dolci le ha prese da Isabella.
Incrocia le braccia, sbattendo il piedino a terra: devi trattenerti per
non scoppiare a ridere intenerito. << Me l’ha detto il
nonno Carlisle.>>
Ogni ilarità scompare.
L’avesse detto Emmett o
Jacob, saresti riuscito facilmente a far passare la cosa come una
bugia. Ma ciò che dice Carlisle, per la piccola, è sempre
l’assoluta verità.
<<
Però…>> la sua voce assume una nota triste, che
percepisci subito. << … se non vuoi giocare non importa.
Giocherò con loro.>> dice indicando i suoi amici di pezza.
Ma sai bene che per lei non sarebbe la stessa cosa…
<< Certo che voglio!>> rispondi fin troppo velocemente, senza pensarci.
O forse, in realtà, non c’era bisogno di pensarci.
Perché non c’è niente di più bello del sorriso che ti rivolge.
Perché un padre, per la propria figlia, può far questo o altro.
E pazienza se ti ritroverai, più tardi, a tossire, assistito da una stupita Isabella.
La felicità di tua figlia è più importante.
Note: oh, che cosa tremendamente dolce che ho scritto. ^^
Boh, sarà lo spirito natalizio. Non chiedetemi come è nata, stavolta non lo so u.u
Spero però vi sia piaciuta, com’è piaciuta scriverla a me.
Se avrete voglia, ditemi cosa ne pensate.
Un bacione
Anthea
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