Servizio da tè

di Anthy
(/viewuser.php?uid=56253)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Servizio da tè
Servizio da tè



Devi ammettere che è stata furba, la piccola.
Le è bastato sbattere gli occhioni, così simili a quelli di sua madre, e ti ha intrappolato.
Del resto, siete solo voi due in casa: Isabella è andata a caccia con le tue sorelle e Jacob, stranamente, non è fra i piedi.
Chi altri poteva coinvolgere nei suoi giochi, se non il padre tanto amato?

Sospiri mentre, seduto per terra, la vedi preparare concentrata il servizio da tè.
La colpa è anche un po’ tua: con tutti i dvd che potevi proporle, per distrarla, proprio “Alice nel Paese delle Meraviglie” dovevi scegliere? Ma è troppo tardi per pentirsene: la scena del “Non compleanno” ormai è stata vista da tua figlia, che ha una capacità di tenere a mente le cose più assurde e sbagliate che a volte ti stupisce.
Con la sorella che ti ritrovi, era impossibile che Nessie non avesse un servizio da tè, un piccolo tavolino e le seggiole.
Impossibile.
E quando ti ha chiesto << Papà, vuoi giocare con me?>> con che cuore avresti potuto dirle di no?

Per cui eccoti qua, circondato da bambole e peluche, in un mondo fatto di pizzi e merletti, dal legno del piccolo mobilio rosa, a domandarti se c’è una piccola possibilità di sfuggire a quel che ti aspetta.
Perché sai bene cosa succederà, la mente di Renesmee te ne offre lo scenario: mangiare i biscotti che nonna Esme ogni tanto porta a casa.
Se il tè non l’avete, a quelli non puoi sfuggire.

<< Fatto!>> trilla felice tua figlia, così simile a te, ma con un carattere che si fa sempre più uguale ad Alice.
Forse è bene che cominci a limitare le sue visite…

<< Nessie, amore, io non posso mangiare i biscotti…>> cominci pacato.
Non vuoi che ci rimanga male, nella sua mente leggi quanto ci tiene a giocare con te. Però dovrebbe sapere che i vampiri non mangiano cibo umano.
<< Sì che puoi.>> ribatte imbronciandosi. Se fisicamente assomiglia a te, tutte le smorfie più buffe e dolci le ha prese da Isabella. Incrocia le braccia, sbattendo il piedino a terra: devi trattenerti per non scoppiare a ridere intenerito. << Me l’ha detto il nonno Carlisle.>>

Ogni ilarità scompare.
L’avesse detto Emmett o Jacob, saresti riuscito facilmente a far passare la cosa come una bugia. Ma ciò che dice Carlisle, per la piccola, è sempre l’assoluta verità.

<< Però…>> la sua voce assume una nota triste, che percepisci subito. << … se non vuoi giocare non importa. Giocherò con loro.>> dice indicando i suoi amici di pezza.
Ma sai bene che per lei non sarebbe la stessa cosa…
<< Certo che voglio!>> rispondi fin troppo velocemente, senza pensarci.
O forse, in realtà, non c’era bisogno di pensarci.
Perché non c’è niente di più bello del sorriso che ti rivolge.
Perché un padre, per la propria figlia, può far questo o altro.

E pazienza se ti ritroverai, più tardi, a tossire, assistito da una stupita Isabella.
La felicità di tua figlia è più importante.





Note: oh, che cosa tremendamente dolce che ho scritto. ^^
Boh, sarà lo spirito natalizio. Non chiedetemi come è nata, stavolta non lo so u.u
Spero però vi sia piaciuta, com’è piaciuta scriverla a me.
Se avrete voglia, ditemi cosa ne pensate.
Un bacione
Anthea



 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=437486