A Walk To The Moon
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di Criticoni (prompt
numero 35: Fluff ).
A
walk to the Moon
Dire
che era distrutta era veramente poco; per quanto avesse voluto
trovarsi a casa sua, farsi un bel bagno caldo, mettere qualcosa di
commestibile sotto i denti e rilassarsi fino a crollare
definitivamente tra le sue morbide e candite lenzuola, eccola che si
trovava sballottata da una parte all'altra di Konoha, senza che
riuscisse a fermare la sua
avanzata.
Era
stanca e sentiva che, se non si fosse fermata, sarebbe crollata.
Dopotutto, dodici ore passate dentro l'ospedale, tra un'emergenza e
l'altra, diventavano pesanti persino per lei che ormai poteva
considerarsi di casa là dentro.
C'era
da considerare che, nonostante gli anni, non era riuscita a trovare
un modo per abituarsi a quell'ambiente asettico, ritrovandosi spesso
a dover far i conti con l'odore tipico degli ospedali che le
ricordava come quello non fosse di certo un luogo di piacere.
Ok,
era una Kunoichi medico e le vite degli altri venivano prima della
propria; tuttavia, ogni tanto desiderava poter condurre una vita
normale, piuttosto
che passare ore interminabili tra quei corridoi.
Amava
il suo lavoro, e non c'era cosa più gratificante di vedere i
volti
dei suoi pazienti, così come dei propri cari, illuminati
dalla
speranza e dalla gratitudine quando cominciava loro che tutto era
andato bene. Era in momenti come quelli che un sorriso valeva
più di
mille parole e sentiva il peso di quelle mura scivolare da lei,
rendendola felice e appagata.
Eppure,
nonostante tutto, in quel momento avrebbe tanto voluto commettere un
omicidio. In fondo, così com'era stata istruita a guarire,
poteva
pur sempre usare le sue mani per stroncare le vite. Ed era questo il
pensiero che le frullava nella testa mentre si faceva trascinare per
le strade buie di Konoha.
Non
aveva nemmeno avuto il tempo di ribellarsi! Non appena aveva deposto
il suo camice da dottoressa dentro il suo armadietto, aveva visto
riflettersi nello specchio il viso di Naruto. All'inizio aveva
pensato fosse un'illusione, probabilmente dettata dal suo subconscio
per via della stanchezza. Perché non era possibile che lui
entrasse
nello spogliatoio delle donne e la fissasse sorridendole come un
idiota. Non aveva nemmeno avuto il tempo di voltarsi, perché
lui,
non illusione ma in carne ed ossa, le aveva bendato gli occhi
velocemente per poi prenderle la mano e cominciare a correre come un
pazzo. Ovviamente non erano servite a nulla le sue proteste o le
minacce di morte.
Le
ci volle uno sforzo davvero disumano per non cominciare ad urlare e
sfogare tutta la sua frustrazione e rabbia tirando calci e pugni. Era
davvero stanca, possibile che non lo capisse?
Ma
prima che potesse aprire per l'ennesima volta la bocca per sfoggiare
una Sakura stile scaricatrice di porto, lui fermò la sua
avanzata
facendola scontrare rovinosamente contro la sua schiena.
“Naruto...”
cominciò lei massaggiandosi il naso addolorato “Si
può sapere che
sta succedendo?” domandò facendo risalire quella
mano verso la
benda. Ma non appena la sfiorò, lui fu più lesto
e, dopo averle
pizzicato il palmo, accompagnò quella mano lungo i fianchi
della
ragazza.
Naruto
sorrise mentre la fissava. La conosceva abbastanza da sapere cosa
stava provando e sopratutto che espressione stesse mostrando in quel
momento. Probabilmente lo stava fissando, per quando la benda potesse
permetterlo, tra lo scioccato e lo scocciato, e vedendo che le sue
labbra si aprivano e chiudevano senza riuscire a dare voce ai suoi
pensieri, probabilmente era confusa dal suo atteggiamento.
Ghignò
malignamente mentre si sfregava le mani. Tutto stava andando secondo
i suoi piani. Per tutto il giorno era stato attraversato da una
carica di adrenalina incredibile. Eccitato ma nervoso, aveva atteso,
più o meno pazientemente, che il sole tramontasse per
lasciare
spazio alla notte.
Quella
era l'occasione giusta. Erano mesi che progettava tutto, aveva
persino pregato che il tempo gli desse tregua e che fosse dalla sua
parte. Era così emozionato che quasi gli sembrava stesse per
intraprendere un nuovo e fighissimo allenamento che gli avrebbe
garantito l'apprendimento di una nuova tecnica. Non vedeva l'ora di
sapere come sarebbe andata. Sarebbe andato tutto bene, giusto?
C'era
solo un modo per scoprirlo.
Lentamente
prese la mano di Sakura tra le sue e sentendo che la ragazza
diventava rigida, istintivamente le passò delicatamente il
pollice
sul palmo, accarezzandolo. Ma non gli parve che lei si rilassasse,
anzi, se avesse potuto, sarebbe fuggita, a giudicare dalla sua
postura.
La
sentì sussurrare incerta il suo nome quando la fece muovere
di
nuovo.
Naruto
corrucciò lo sguardo. Che avesse paura di lui? Ma
perché avrebbe
dovuto? A parte l'incidente della volpe(*), non aveva mai fatto
niente che potesse ferirla intenzionalmente.
Certo,
ammetteva che era stato forse
un po' troppo precipitoso, si era presentato come un uragano da lei
strappandola letteralmente dall'ospedale per trascinarla con
sé. Ma
se l'aveva fatto, c'era un perché. Dopotutto, era stato lei
a
chiedergli di fare tutto quello...
***
“Sakura-chan...
tu ti fidi di me, vero?”
Sakura
si chiese il motivo di quell'improvvisa domanda, era ovvio che si
fidasse di lui. Le sembrava che negli anni l'avesse ampiamente
dimostrato rimettendo la propria vita nelle sue mani.
“Una
domanda meno cretina no, eh?” gli rispose sarcasticamente.
“E
allora perché vorresti che ti lasciassi la mano?”
Sussultò
a quella domanda. Abbassò lo sguardo, seppur non poteva
guardare,
laddove le loro mani continuavano a restare intrecciate e, se lui
sembrava non voler lasciare la presa, lei non contraccambiava la
stretta con lo stesso vigore, anzi...
Sospirò.
Non
è che non volesse tenergli la mano, anzi, era
così confortevole che
riusciva a trasmetterle calore. Solo che... era così strano
per lei
stringergliela. Non era abituata a quei gesti e, a dire la
verità,
le sembrava un contatto così intimo che, se avesse avuto
modo di
analizzare la situazione razionalmente, avrebbe visto questo loro
gesto come qualcosa di più di semplice amicizia e una parte
di lei
aveva paura di ciò...
Non
sapeva se era pronta a lasciarsi andare davvero. E se lui, una volta
che gli avesse confessato ciò che provava, l'avesse
rifiutata? Se si
fosse stancato di aspettarla? Se tutto fosse andato storto e per
colpa sua avesse rovinato la loro amicizia?
Sentì
una stretta al petto. Non voleva che ciò accadesse. Naruto
era
troppo importante per lei e non poteva né riusciva a pensare
ad una
vita senza lui accanto.
Era
impensabile per lei riuscire a vivere senza sapere che, in qualche
angolo del villaggio, non ci fosse lui che la stava controllando,
mandandola su tutte le furie certo, ma dimostrandole che poteva stare
tranquilla e al sicuro.
“Non
è come credi... è che... le tue mani sono ruvide
e mi
infastidiscono...” rispose mentendo. Non riusciva a fare
chiarezza
dentro di sé, figuriamoci se aveva il fegato di dirgli la
verità.
Si sorprese nel vedere che si stava scusando per questo, ma non
lasciava la presa anzi, la intensificava e questo le fece sussultare
il cuore.
Quando
lui riprese a camminare, non oppose nessuna resistenza.
Lasciò che
la conducesse dove doveva, mentre le riempiva la testa di chiacchiere
in modo da distrarla e non farla fuggire. Ma lei non l'avrebbe fatto,
nemmeno se lui le avesse dato la possibilità di farlo.
“Ci
siamo quasi Sakura-chan!” rispose lui felice. E
più si avvicinava
alla meta, più il cuore sembrava volergli esplodere in
petto. Questa
volta ci sarebbe riuscito. Sì, sarebbe stato tutto perfetto.
“Promettimi
che non avrai paura e che ti lascerai guidare da me qualunque cosa
succeda” le chiese poi.
“Perché
ho paura di farti questa promessa?”
“Tu
falla e basta, tanto che ti costa?”
“Pazienza
e la possibilità di tornarmene a casa a dormire?”
“Ma
vedrai che questo sarà anche meglio, fidati!”
“Se
lo dici tu...”
“Togliti
le scarpe!”
“Devo
preoccuparmi?” domandò, ma fece ciò che
lui le aveva chiesto.
Ormai la curiosità aveva vinto sulla razionalità.
“Oh
no, sono sicuro che ti piacerà!”
“E
cosa te lo fa pensare?”
“Perché
è il prezzo da pagare per te.”
Sakura
non riuscì a rispondere perché le parole le
morirono in gola quando
cominciò a sentire i piedi scalzi toccare la superficie
dell'acqua.
Rabbrividì a quel contatto mentre lui la trascinava,
contento ed
elettrizzato, sempre più a largo. Che diavolo ci facevano
dentro il
fiume?
“Naruto...
che succede?”
“Shhh...
non dire niente e continua a seguirmi!”
E
certo, la faceva facile lui. Non era mica lui quello che era stato
bendato, trascinato per tutta Konoha, fino a trovarsi sommerso,
ormai, fino alla pancia dentro al fiume, chiedendosi che diavolo
stesse succedendo.
Improvvisamente
lui lasciò la presa e nonostante il desiderio di impedire
che lui le
lasciasse la mano, lo lasciò fare.
“Naruto?”
lo chiamò quando non avvertì più il
flusso del suo chakra. Che
l'avesse lasciata lì? Provò a cercarlo con le
mani ma sembrava non
ci fosse nessuno nelle vicinanze. “Naruto, se questo
è uno
scherzo, non è per niente divertente!”
Proferì accigliata ma non
sentì alcuna risposta, né spaventata,
né ironica.
Si
mosse lentamente facendo attenzione a non inciampare, ci mancava solo
che scivolasse completamente dentro l'acqua. Da che parte erano
arrivati? Forse se faceva attenzione, sarebbe riuscita a tornare a
riva sana e salva. Oh, ma questa gliel'avrebbe fatta pagare davvero.
“Da
questa parte Sakura-chan... coraggio, qualche passo ancora... brava,
ora non muoverti.” Ma prima che lei gli urlasse contro di
smetterla
di trattarla come un cane, Naruto disse “Adesso puoi togliere
la
benda”.
Scocciata
e sopratutto esasperata dal suo strano comportamento, lo fece, per
poi aprire e chiudere un paio di volte gli occhi in modo che la vista
tornasse normale.
“Bene,
genio, adesso mi dici per quale motivo siamo qui?” chiese
incrociando le braccia arrabbiata.
“Sakura-chan,
credevo fossi più furba, sai?”
Si
sbagliava oppure la stava offendendo? Ma la stava prendendo in giro
per caso?
“E
non provare a muoverti, sennò rovini tutto.”
Pure?
Che doveva fare? Stare tutta la notte lì?
“Senti...”
cominciò passandosi stancamente una mano sul viso
“Facciamo le
persone grandi e ragionevoli? Non so tu, ma io domani mattina ho il
turno e devo cominciare a lavorare alle sei del mattino, per cui
gradirei poter dormire almeno un paio di ore, se voglio evitare di
uccidere gente a random poi!”
“Oh
non ti preoccupare, abbiamo tutto il tempo che vogliamo.”
“Che
vorresti dire?”
“Che
Tsunade-baa-chan ti ha lasciato un giorno libero!”
Eh?
Ma che diavolo stava blaterando? Si era per caso bevuto il cervello
in una tazza di ramen?
Non
era possibile una cosa del genere semplicemente perché non
era stata
informata di quell'eventualità e, cosa più
importante, non avrebbe
acconsentito, dato che non c'erano motivi per cui prendersi un giorno
di riposo.
“A
dire il vero ho chiesto io di lasciarti libera... ehehehe”
rise
passandosi la mano dietro la testa con fare nervoso. Sapeva che lei
non l'avrebbe presa bene, ma la vecchia era stata più che
contenta
di lasciare libera la sua pupilla per un giorno, sopratutto dopo che
lui le aveva detto il perché.
“E
per quale motivo avresti osato fare una cosa del genere?”
domandò
stringendo le dita in un pugno. Oh, l'avrebbe picchiato, questa volta
nessuno l'avrebbe salvato dalla sua furia. Come diavolo si permetteva
di decidere per lei, così, senza chiederle cosa ne pensasse?
Quando
aveva provato a muoversi, lui le aveva intimato di non farlo
sennò
avrebbe rovinato la sorpresa. Ma di che sorpresa parlava?
“E
poi, domani sarai occupata con me... e non solo domani.”
“Per
quale motivo?”
“Perché...
ti ricordi vero?”
“Cosa,
di grazia?”
Naruto
inghiottì imbarazzato la saliva in eccesso e con il cuore
che
galoppava in petto, incapace, per la prima volta in vita sua, di
parlare, le indicò di guardare l'acqua e... Dio, quando
avrebbe
voluto poter avere con sé una macchina fotografica per
immortalare
la faccia di Sakura. Nel giro di pochi secondi, non appena aveva
abbassato lo sguardo, era passata da un'espressione prettamente
scocciata e confusa per poi, una volta resasi conto di dove
esattamente stava, spalancare indecentemente gli occhi talmente tanto
da temere che potessero uscire fuori, tanta era la sorpresa che
albergava in loro.
***
Sakura
non sapeva cosa dire. Continuava a fissare la superficie con sguardo
sorpreso, misto alla consapevolezza di ciò che volesse dire
quel
gesto. Sentì il suo cuore cominciare a battere sempre
più forte e
il sangue pulsare veloce nelle vene mentre le gambe tremavano
dall'emozione. Si trovava esattamente al centro del riflesso della
luna piena sull'acqua. Incapace di parlare, portò tremante
le mani
sulla bocca quasi a voler nascondere, con quel gesto, lo shock che
stava provando.
Quello
stupido l'aveva fatto davvero?
Commossa
continuava a chiedersi se quello non fosse un sogno. Ma non poteva
esserlo, vero? Perché solo lui poteva fare una cosa del
genere, solo
lui poteva arrivare a tanto.
“Oddio...
ho sbagliato tutto, vero?” Domandò Naruto mentre
si passava le
mani tra i capelli quasi a volerli strappare.
“Perché...”
fu tutto ciò che riuscì a dire con un filo di
voce.
“Perché
stai piangendo... devo aver fatto qualcosa che non va, mi spiace
davvero tanto...” rispose abbassando la testa rammaricato.
Stava
piangendo?
Lentamente
portò le dita sulle guance rendendosi conto che erano umide.
Non se
n'era nemmeno accorta. Ma lui l'aveva sorpresa così tanto
che non
riusciva a ragionare lucidamente. Non riusciva ancora a crederci.
Sembrava tutto così assurdo.
Perché
lui si sentiva così mortificato? Possibile che pensasse
davvero che
l'avesse offesa o che avesse sbagliato?
Sorrise
intenerita.
“Stupido”
Sussurrò leggermente, prima di allungare la mano verso il
viso di
Naruto e sfiorargli dolcemente la fronte. Lo sentì
rabbrividire a
quel contatto. “Solo tu potevi pensare ad una cosa del
genere”
aggiunse mentre chiudeva gli occhi per lasciarsi asciugare le
lacrime; e non riuscì a non arrossire di fronte a quella
vicinanza e
soprattutto a quel contatto leggero, come se Naruto avesse timore che
lei si allontanasse dal suo tocco.
“Ma...
me l'hai chiesto tu.” disse Naruto guardandola con
un'ingenuità da
spaventarla.
“Non
pensavo che mi avresti presa seriamente. Ma dopotutto, avrei dovuto
sospettare sin dall'inizio che c'era sotto qualcosa. Ho o no davanti
lo shinobi più imprevedibile della galassia?”
domandò ridendo e
lui poté sentirla vibrare sotto il suo tocco. Da quanto
tempo aveva
sognato di poterla toccare come stava facendo, senza avere il timore
che lei lo picchiasse per aver osato tanto? Da troppi anni, e gli
sembrava strano poter realizzare quel sogno, di poterla avere
così
vicina; ma sopratutto, di sentire la leggerezza e dolcezza del tocco
delicato di Sakura sul suo viso. Come avrebbe voluto poter abbassare
la sua testa e posare le sue labbra su quelle di lei! E per quanto
disperatamente lo volesse fare - Dio solo sapeva come bruciava dalla
voglia di poter, finalmente, sentire il sapore di Sakura sulla sua
bocca - dovette far perno sulla sua forza di volontà per non
farlo.
Non voleva rovinare quel momento.
“E
quindi...” cominciò schiarendosi la voce
“Ora sarai la mia
ragazza?”
“Non
credo proprio!” Fu la risposta tempestiva di lei e dovette
mordersi
le labbra per non ridere di fronte all'espressione da cucciolo
bastonato di Naruto. Era passato, nel giro di pochi attimi, da
un'espressione puramente solare e fiduciosa ad una altrettanto
scoraggiata. Ghignò. Oh sì, era decisamente una
sensazione pazzesca
il sapere di poterlo tenere così tra le sue grinfie.
“Però...
visto ciò che hai fatto per me e che non dovrò
lavorare, ti
permetterò di uscire con me.”
Oh,
certo, non era ciò che si sarebbe aspettato come risposta,
ma
considerando che lei gli aveva promesso un appuntamento, forse
avrebbe dovuto accontentarsi, almeno per il momento. E poi,
com'è
che si dice? Da cosa nasce cosa, no? Ed avrebbe fatto di certo
l'impossibile per convincerla che lui era la persona più
adatta per
stare con lei. Quello era solo il primo passo verso la realizzazione
di quello più grande: conquistare il cuore della sua
Sakura-chan.
Peccato
che non sapesse ancora che quel posto, nel profondo del cuore della
ragazza, l'aveva già occupato, e da molto ormai.
“Sakura-chan...”
“Sì?”
“Beh...
ecco... cosa devo fare per farti diventare la mia ragazza?”
“Uhm...
dovrai soltanto regalarmi la luna!”
“Oh,
e in quel caso lo diventeresti?”
“Certo!”
The
End
Note:
(*)
Si riferisce a quando, sotto l'influsso della volpe, colpì
Sakura
(cap 296) .
Beta:
Naco chan. Grazie (L)
Ehm,
sì. Che
c'è? Non
mi guardate così. E che sono in piena fase di
pucciosità e di
conseguenza lo sfogo con le mie fanfiction u.u E poi lo richiedeva il
prompt, sì... tutta colpa sua * scarica barile *
E
se pensate che sia finita qui... ehm... no. Credo di aver superato me
stessa plottando, scrivendo e terminando una NaruHina
che sta nelle manine d'oro della mia neechan^^ Per cui no, il mio
momento di pucciosità non si è ancora esaurito
°_° sarà mica
l'aria di Natale a rendermi così? E che nessuno osi farmi la
domanda
del “sei innamorata” perché lo gonfio di
botte, con amore ovvio,
sempre e comunque pucciosa u.u
Ah
volevo ringraziare, già che ci sono, tutti coloro che hanno
recensito, letto e messo tra i preferiti: “Scacco Matto, Haruno
Sakura”. Vi ringrazio di cuore *lovvo *
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