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Capitolo
1
Era
un gelido pomeriggio d'inverno, a Liverpool e davanti alla fermata
dello scuolabus un capannello di ragazzi del Liverpool Institute
chiaccherava allegramente.
Poco
dopo, tra le risate e i “finalmente!” dei ragazzi, lo
scuolabus arrivò.
Da
un angolo della strada, rosso in viso e pieno di borse ricolme di
libri e cartellette varie, un ragazzino dagli occhi color della
cenere consumata del camino e i capelli scuri spettinati sul viso,
correva con affanno verso lo scuolabus.
Fa
che non perda l'autobus, fa che non perda l'autobus!
Si
ripeteva mentalmente il ragazzo, mentre percorreva a grandi falcate
l'ultimo tratto di strada che lo separava dallo scuolabus.
Tump
Tump Tump
Il
cuore gli martellava furioso nel petto, quasi gli mancava il fiato.
Ce
la posso fare, ce la posso fare, ce la posso...
Il
ragazzo sgranò gli occhi.
Con
un tonfo sordo le porte dell'autobus si erano appena chiuse.
No!
Il
ragazzo abbassò lo sguardo sui suoi piedi, con aria afflitta.
E
adesso?
***
-Signore...?-
-Che
vuoi, ragazzo? Non hai letto il cartello? Non parlare al conducente!-
-Si
da il caso che l'autobus non sia ancora partito, caro il mio
conducente!-
-Si
può sapere che vuoi?-
-Vede...quel
ragazzo è rimasto giù...riaprirebbe le porte per un
attimo?-
-Cosa?
Ma ti sei bevuto il cervello? Torna al tuo posto, moccioso!-
-Non
mi muovo di qui-
-Cavoli
tuoi-
-Anche
suoi, se permette. Metta che, per esempio, cada e mi rompa, non so,
un braccio. Le conseguenze sarebbero a carico suo, lo sa?-
-E
va bene!-
GNEEEK!
Le
porte dell'autobus si riaprirono, con un cigolio a dir poco
assordante.
Il
ragazzo alzò lo sguardo, stupito.
Oh...ma
guarda. Si sono riaperte le porte.
Il
ragazzo, rianimatosi, tirò un sospiro di sollievo, dopodichè
afferrò i suoi borsoni e si affrettò a salire.
-Sei
contento, adesso?- grugnì il conducente in direzione
dell'altro ragazzo, quello che gli aveva chiesto di riaprire le
porte.
-La
ringrazio, signore- rispose educatamente quest'ultimo.
Conclusa
la discussione con il conducente, il ragazzo si voltò e
sorrise, raggiante.
-Ciao-
Il
ragazzino dagli occhi color cenere alzò timidamente lo sguardo
e si affrettò a ricambiare il sorriso.
-Oh...ciao.
Ma...sei stato tu?-
L'altro
annuì, sempre senza smettere di sorridere.
-Non
mi sembrava giusto che rimanessi a terra per...cinque secondi di
ritardo-
-Oh...beh...grazie-
-Come
ti chiami?-
-Io?-
-E
chi, se no?-
Il
ragazzo abbozzò un sorriso.
-Già...comunque
io mi chiamo George. George Harrison-
-Piacere,
George. Io sono Paul. Paul McCartney-
Ed
eccomi qui con l'ennesima fanfic...spero che non vi dispiaccia!
Era
da tempo che pensavo di scrivere una fic simile...
Nessuno
finora ha analizzato l'amicizia tra George e Paul, o almeno non
mi
risulta...
Io
mi sono immaginata così il loro primo incontro sull'autobus...
Spero
tanto che vi piaccia!
Marty
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