happy Bd
Allora, 2 appunti:
- Alice e Edward qui sono fratelli gemelli;
- Bella e Jasper sono fratello e sorella;
- Emmett è cugino degli ultimi due;
*
ok, erano 3 gli appunti... >__<
Betato By Yara89
Happy Birthday (?)
Pov
Bella.
Sbuffo, al limite della sopportazione. - Mi sto annoiando. –
Anzi, dire che mi sto
annoiando è relativamente poco. Oggi è il 13 Giugno, e
siamo riuniti nell’appartamento di Alice e Edward. È
abbastanza grande, di quelli che vengono dati ai dipendenti durante le
stagioni lavorative negli alberghi e locali.
Edward, infatti,
lavora come barman, mentre sua sorella Alice e io come cameriere, il
che è una bomba, si conoscono un sacco di ragazzi carini.
Ora invece sembra di
stare in una sorta di casetta fatta di zucchero e marzapane, dove Alice
è la strega cattiva che ci tiene tutti chiusi qua.
Edward? Beh, lui è solo il deficiente che vive qui.
Io e lui non andiamo
troppo d’accordo, si è forse capito? Siamo una versione
moderna di cane e gatto, sempre a punzecchiarci e litigare. È
l’unico modo che abbiamo per parlare o stare vicini. Niente
smancerie da amici di vecchia data, insomma. Solo tanta, ma tanta
acidità e stronzaggine.
Fa un caldo bestiale e
non soffia un filo di vento, nonostante le finestre siano completamente
spalancate. L’inferno. È semplicemente l’inferno.
Edward è uscito
a comprare chissà cosa, per cui mi ritrovo stravaccata sul
divano in compagnia di Alice e mio fratello maggiore Jasper, che lavora
nella gelateria qua vicino e che sta con Alice da quasi un anno.
- Proponi qualcosa,
no? – Alice mi lancia un’occhiataccia, degnandomi della sua
attenzione per tre secondi e mezzo, per poi riprendere a parlare con
mio fratello Jasper. Grazie Alice. Ti voglio bene anch’io.
Tsè.
Più che parlare poi, il loro è litigare alla grande.
- È normale ti
dico! L’ho chiesto a Max, e lui ha detto che poi passa. Vero
Bella? – mio fratello si volta, cercando il mio supporto morale.
- Che vuoi? –
chiedo seccata, afferrando il telecomando e iniziando a fare zapping
tra i canali. Niente. Non c’è un cazzo nemmeno in tv. Che
nervi!
- Alice vuole che io
tolga il piercing al collo, dice che fa’ schifo e che mi
beccherò un’infezione. Visto che non mi crede, dille che
mi ha detto Max ieri. – mi prega, sporgendo il labbro e
guardandomi come un cane bisognoso d’aiuto. Mi sta chiedendo di
mentire, ecco cosa.
Sbuffo, impietosita. - Ha detto che molto probabilmente non uscirà nessuna infezione. –
Che poi non è
proprio così, anzi. A Jasper è stato detto che se la
beccherà di sicuro. Ma naturalmente, lui non ha mica speso
“ 70 dollari per poi toglierlo al primo dolorino, come se fossi
una femminuccia”!
- E tu che ci facevi
da Puffo? – la voce di Alice è intrisa di sospetto.
Evidentemente non si fida affatto nemmeno di me. E fa’ pure bene,
a conti fatti.
- Stavo prendendo
appuntamento per fare un altro tatuaggio. Me lo fa’ Alex sul
fianco destro. – rispondo semplicemente, continuando a scorrere
la lista dei canali.
- E cosa ti fai?
– chiede curiosa Alice, adocchiando le ali nel mio fondoschiena,
visibili a causa della maglietta azzurra un po’ corta. Le sono
sempre piaciute, ma il soggetto è preso e non si tocca.
Faccio per aprire
bocca, ma la sgradevole voce del fratello gemello di Alice mi
interrompe. – Io un’idea ce l’ho. La vuoi sentire?
– Edward, o noto a molti come lo stronzo, appoggia le buste sul
tavolo della cucina, venendo in salotto.
Malgrado siano
gemelli, lui e Alice non si assomigliano affatto. Lei è bassa e
minuta, con capelli corti e neri come la pece, così come i suoi
occhi.
Edward invece è
alto e ben proporzionato, con capelli bronzei – che io chiamo
rossi da far schifo, giusto per farlo incazzare un po’ – e
occhi verde smeraldo. Un gran bel pezzo di ragazzo, tanto bello quanto
stronzo. Non faccio che ripeterlo: tra i due gemelli, l’unico
venuto bene è Alice.
- Sentiamo la cazzata del momento, coraggio. – muovo la mano, incitandolo a continuare.
Edward mette una mano
sotto il mento, fingendo di pensare. – Perché non lo fai
sull’inguine? Una scritta come… “Appartengo ad
Edward Cullen”, ad esempio! – sorride, come solo uno
stronzo sa fare.
Faccio schioccare il
piercing alla lingua contro i denti, in segno di sfida. – Tu
fatti tatuare “ Appartengo a Bella Swan” sulla fronte, e
poi vedrò di fare lo stesso sul mio inguine. –
Lui scuote la testa, sorridendo maliziosamente. – No tesoro, lì non rende! Me lo faccio tatuare sul… -
- Edward! –
strilla Alice, bloccando la volgarità – perché di
volgarità si trattava alla fine. – sul nascere. Lui la
guarda male, facendole la linguaccia e mostrando un piercing alla
lingua identico al mio, solamente nero.
- Dove sono Emm e Rose? Non erano con te? – chiede mio fratello, afferrando Alice e facendola sedere sulle sue gambe.
Le bacia il collo,
leccandolo piano e sfregando il piercing sulla sua pelle. Tutti noi,
all’infuori di lei, Emm e Rose, abbiamo questo benedetto piercing
alla lingua, manco fosse un’epidemia!
- Stanno arrivando. – borbotta Edward, guardandolo male.
- Che
c’è, geloso? – lo provoco. Sarà che a me non
interessa un accidenti di quello che fa’ mio fratello! Edward
invece non fa’ altro che guardare male i due piccioncini. Ma si
facesse i cazzi suoi ogni tanto!
Mi fulmina con lo sguardo. – Affatto. –
Riprendo a fare
zapping, per poi lanciare il telecomando sul divano. – Che palle,
ma che cazzo ci facciamo qui, si può sapere? Potrei essere in
spiaggia con qualche bel ragazzo ora! – mi lagno, sbattendo i
piedi a terra.
- Al massimo con
qualche cane randagio. – sputa Edward, guardandomi male. Nemmeno
lo rispondo, gli mostro il medio e mi alzo, mettendomi dinanzi Alice, a
gambe divaricate e mani sui fianchi.
- Stiamo aspettando la
mezzanotte, così saremo i primi a dare gli auguri a Alice e
Edward. Poi scendiamo in spiaggia. – spiega esasperato Jasper.
Mi raggelo sul posto. Se oggi è il 13 Giugno… alla mezzanotte sarà il 14… e quindi…
- Cazzo! Il vostro
compleanno! – strillo, completamente dimentica della cosa. Mio
fratello si schiaffa una mano sul viso, mentre Alice sorride debolmente
e Edward commenta con un – idiota. –
- Ora hai capito?!
Siediti sul divano e piantala di rompere le palle! – sbraita
Jazz. Ora, com’è che non riesce ad essere gentile per
più di tre secondi e mezzo? Mah. Forse soffre di qualche strana
malattia da disordini di personalità multipla.
In versione gattina
maltrattata, con orecchie e codina bassa, mi siedo a gambe incrociate
sul divano, fissando il televisore con astio. Odio essere trattata
così! D’accordo, ho dimenticato del compleanno di quei
due. Devo forse essere messa al rogo per questo?
- Complimenti, sempre
femminile tu! – ammicca Edward, indicando con un cenno le mie
mutandine nere, visibili a causa della posizione delle gambe.
- Tu sempre a
guardare, eh? – sibilo indignata, afferrando un cuscino e
mettendolo sulla mini in jeans. Gli faccio la linguaccia, togliendogli
la visuale.
- Vedi che sei cattiva? Sei peggio di una vipera, madonna! Mi hai tolto la visuale! –
- E tu sei peggio di
un bimbo di un anno. Che vuoi farci, ognuno ha la sua croce! –
ribatto, alzando le spalle con nonchalance.
Scuote la testa,
afferrando la busta e andando in cucina. Jasper e Alice riprendono
invece a baciarsi, cosa alquanto fastidiosa, sinceramente.
– E prendetevi
una stanza, cazzo! – sbuffo alla fine, quando Alice si siede a
cavalcioni su Jasper e inizia a sollevargli la canottiera nera.
D’accordo, non mi importa di quello che fa’ mio fratello,
ma vederlo mentre si avvia a scopare non è mica una bella
visione, anzi! Potrebbe essere traumatico, se non dannoso per la salute!
Mi alzo, lanciando il
cuscino contro Alice e raggiungendo Edward in cucina. Tra i due mali,
di sicuro è meglio stare a litigare con lui! Mi siedo sul piano
cottura, incrociando le gambe e puntando i gomiti sulle ginocchia.
- Che fai? – chiedo curiosa, osservandolo mentre continua a svuotare le buste.
- Preparo un Mojito. Ne vuoi uno? – sorride, facendomi arricciare il naso con sospetto.
- Hai intenzione di
sputarci dentro, per caso? – chiedo sospettosa. Non mi fido di
lui, e tanto meno di questa disponibilità. Insomma, lui è
Edward Cullen! Ma quando mai si è visto Cullen mostrare
gentilezza gratuita verso qualcuno!
- Solo se vuoi. – ridacchia, facendo l’occhiolino e iniziando a preparare il cocktail.
Tira fuori dalla busta lime, zucchero di canna e della menta. La dispone dinanzi a se, per poi ammiccare nella mia direzione.
Sollevo gli occhi al
cielo, esasperata. Ok, forse anche un po’ divertita, e
perché no, lusingata, ma meglio non darglielo a vedere. Cullen
ha un ego quanto un palazzo di molti piani, meglio non accrescerlo. Non
sia mai che pensi che mi piace o che altro! Perché non sarebbe
affatto vero! E che cavolo!
Inizia a pestare il
tutto, per poi aggiungerci del ghiaccio, rum e acqua tonica. Inizia
quindi a sbattere il tutto con lo shaker, con movimenti sicuri e decisi.
Mi è
impossibile trattenere un sorrisetto, dinanzi a tutto ciò. Tutta
questa passione e concentrazione sono strani da vedere in un soggetto
solitamente idiota come lui.
- A proposito, ricordami quanti anni compi. – lo provoco, malgrado lo sappia benissimo.
- Ventiquattro,
tesoro. Sono sempre più grande di te. – sfotte, alludendo
ai miei diciotto anni. Che adoro e che mi porto alla grande,
aggiungerei.
- Ma come, non ne compivi quattro? – chiedo, alludendo alla sua età celebrale simile a quella di un bimbo.
- Al massimo sarebbero sei. – ridacchia, facendo la somma delle cifre della sua età.
- Ah ah, beccati
questa! Io ne ho nove, tiè! – ribatto, agitandomi allegra
sul piano cottura in marmo. Edward si avvicina scuotendo il capo, per
poi passarmi la cannuccia del bicchiere, che rimane mantenuto da lui.
- Assaggia. –
Obbedisco, iniziando a
sorseggiare il cocktail e mantenendo lo sguardo puntato sul viso di
Edward. Mi guarda leggermente ansioso, in attesa di un giudizio. Ansia
che passa non appena inizio a succhiare in maniera provocante dalla
cannuccia, con qualche velato, ma velato, intento di provocarlo.
Mi stacco,
raccogliendo una goccia con la lingua. – Passabile. – dico,
sorridendo malignamente. Figurarsi se gli do la soddisfazione di dirli
che è uscito buonissimo.
Edward sbuffa, dandomi
un buffetto sulla fronte. – E figurarsi se mi davi qualche
soddisfazione. Ma che te lo chiedo a fare, mi chiedo. – borbotta.
- Mi conosci, no? Dai,
è come se ti chiedo come si chiama la mia spiaggia preferita.
Inizi a blaterare nomi assurdi, come Pitit o Pitis! Ma ci vuole tanto a
ricordarsi Pistis, cavolo? Ecco, io mi sono arresa all’evidenza:
non lo ricorderai mai. Tu arrenditi: non otterrai mai soddisfazioni da
me, punto! –
- Ancora? È un
nome difficile! – si giustifica, come sempre. Cosa
c’è di difficile in quel nome? Mistero.
- Sei tu che sei stupido, è fondamentalmente diverso. – affermo sicura.
- E tu sei stronza, ma
nessuno te ne fa’ una colpa. – ribatte acidamente. Scendo a
terra, iniziando a fissare in cagnesco Edward. Siamo vicini. Troppo
vicini. Il suo metro e novanta svetta, paragonato al mio misero uno e
sessantadue.
- Eccoci qui! Che fate
di bello? – chiede allegramente mio cugino Emmett, trascinandosi
dietro la sua storica fidanzata, Rosalie. Lui lavora come aiuto cuoco,
mentre lei dove lavora mio fratello. Siamo fuggiti in massa da casa,
insomma.
- Niente. – ribatto seccamente, andando in salotto e mollando Cullen lì, come un’idiota.
- Ehi nanetta!
Augur… - Emmett non finisce la frase, perché si becca una
cucinata in piena faccia. – Ehi! – strilla offeso.
- Non si danno gli auguri in anticipo, porta male. – lo rimprovera Rose, scoccandogli un’occhiataccia.
- Che noiosi,
madò! Lasciamo perdere, che ve lo dico a fare. Che facciamo?
Manca ancora un bel po’ alla mezzanotte. –
- Sono anni che lo
dico, qui nessuno muove le chiappe e si decide a inventare qualcosa da
fare! – getto uno sguardo alla strada, dove un ragazzo in costume
è impegnato a fumare una sigaretta.
È un gran bel
figo, a occhio e croce. Costume a fiori, capelli castani e occhi verdi.
Confermo, è decisamente un bel pezzo di ragazzo.
Solleva lo sguardo,
forse sentendosi osservato, per poi farmi l’occhiolino e
ammiccare nella mia direzione. Bene bene, la cosa si fa’
interessante. Mi avvicino al davanzale, con tutta l’intenzione di
flirtare con il ragazzo lì sotto.
- C’è
troppa aria, meglio chiudere. - ringhia Edward, spingendomi di lato e
chiudendo la finestra in “faccia” al ragazzo di sotto. Nel
salotto cala un silenzio innaturale, mentre tutti, come me, osservano
allibiti Edward.
- Ci sono quaranta
gradi, e tu chiudi la finestra? Ma sei scemo? – chiedo sconvolta,
cercando di riaprire la finestra. Edward mi spinge di lato, facendomi
sibilare come un gatto. Mi preparo a mollargli un calcio sul ginocchio
sinistro, ma mi anticipa, prendendomi in braccio e lanciandomi sul
divano.
- Ma che cazzo fai?!
– strillo, massaggiandomi il sedere dolorante e rimettendomi
dritta. È chiaro che la delicatezza non è di casa, cazzo!
- Sta buona lì. La finestra rimane chiusa. – ordina glaciale.
- Ok, calmatevi,
d’accordo? Alice… - borbotta Emmett, chiedendole aiuto.
Alice sospira, alzandosi e sistemando il vestitino nero che indossa.
Ora che ci faccio caso…
- Jazz, fammi un
favore: rimettiti la canottiera. – e nemmeno voglio sapere
dov’è finita, aggiungo mentalmente.
Alice sghignazza,
accarezzando i fianchi nudi di Jasper, precisamente i due tatuaggi: una
rondine angelo e una diavolo. Le adora, a differenza di quello che mio
fratello porta dalla spalla al gomito. Troppo eccessivo, lo definisce.
- Che dite? Giochiamo a qualcosa? – propone solare Alice.
Sollevo un sopraciglio. – Tipo? – che non sono affatto entusiasta della proposta, si nota?
- Non so, Twister magari… - prova, sollevando le magre spalle.
Edward scoppia a
ridere. – Beh, perché no. Sono bravo a quel gioco. –
si pavoneggia, togliendosi la maglietta e appoggiandola sullo schienale
della sedia.
- Perché non te
la rimetti e compri quell’orrore? – lo provoco, facendo un
cenno con il capo verso il drago tatuato sulla parte sinistra della
schiena.
Edward sorride
malignamente. – Tanto lo so che ti eccita da morire il mio
tatuaggio, quindi fai poco la schizzinosa…-
- Tsè! –
mastico tra i denti, non trovando di meglio da dire. Edward fa’
il segno della vittoria, irritandomi a morte. Dannazione, cosa si
ribatte alla verità? Adoro i piercing e i tatuaggi, e il suo
è una bomba. Che irritazione!
- Allora? – ci incita Alice. Tutti rimangono in silenzio, dubbiosi.
- Beh. – tento.
– Non ho nulla contro quel gioco, per carità! Ma ogni
volta che lo tirano fuori, è per rimorchiare. Insomma, non
può essere mica una coincidenza che ogni volta finivamo tutti
nelle varie camere! – rievoco sognante. Bei tempi quelli!
- Finito? –
sibilano mio fratello e Edward, irritati da chissà cosa,
stavolta. Quei due vanno separati, sono dannosi insieme.
Faccio per tirar fuori
una risposta delle mie, ma il suono del campanello cattura la mia
attenzione. – Vado ad aprire. – borbotto. Meglio non dire
che spero sia il bel ragazzo di poco prima. Saltello verso la porta,
per poi aprirla con un sorrisone.
Sorriso che muore dopo un secondo e trenta. – Che cazzo vuoi? – chiedo disgustata.
Alla porta
c’è Tanya, l’essere più inutile e rivoltante
della terra. E il fatto che indossi solo un bikini striminzito, mi
irrita a morte. Lavora con noi, Edward la chiama spesso la “sua
cameriera preferita”, giusto per irritarmi un po’.
- C’è Eddy? – Eddy? No dico, Eddy? Ma ti senti, bamboccia?!!
- È impegnato.
– sibilo. Immane cazzata, ma che me ne frega. – Ti serviva
qualcosa? Non so, del dentifricio, o una corda magari? – da
legare stretta al collo, direi.
- No, volevo fargli
gli auguri e dargli il mio regalo. – sorride, viscida come una
lumaca senza guscio, per poi accarezzarsi i capelli. Il riferimento
sessuale lo capto solo io? Secondo me NO!
- Riferirò.
– ringhio a denti stretti, trattenendomi dallo sbatterle quella
faccia orribile contro la porta di fronte. Questa brutta stronza! Pensa
di venire a sedurre Edward così, come se niente fosse. Ma
rimanesse nella sua stanza!
- Ehi, ma chi
è? – urla Edward, avvicinandosi. Chiudo la porta di
scatto, sul muso di quella gallina poco di buono. Edward mi raggiunge,
guardandomi sospettoso. - Chi era? –
Sorrido
innocentemente. – Nessuno, solo un venditore porta a porta. Gli
ho detto che non avevamo bisogno di niente e fatto. – voce calma
e sicura, nessuna incertezza. Ottima recitazione Bella, non
c’è che dire.
- Sicura? A me
sembrava la voce di Tanya invece. – sorride divertito,
appoggiandosi al muro e incrociando le braccia al petto nudo.
Stringo i denti,
irritata anche dal fatto che l’abbia nominata. – Beh, ti
sembrava male allora. – mi dirigo verso il salotto, tenendo il
naso per aria e le spalle dritte, in un atteggiamento simile ad un
gatto che scodinzola in giardino.
Edward, dietro di me, ride divertito. – Sai, mi sembri tanto una gattina! –
Mi volto di scatto,
sollevando scetticamente un sopraciglio e facendo schioccare le dita,
metto in mostra le unghie, simili ad artigli. Le conosce bene, visto il
graffio che ha guadagnato la settimana scorsa. – Prego? –
oh, ma che è?? Legge nel pensiero?
- Si, sembri una
gattina. Una gattina alla vaniglia e dalla codina castana che offesa
cammina con il musetto per aria. – sorride apertamente, per poi
iniziare a darmi colpetti sulla testa.
- E smettila! – ringhio alla fine, perdendo la pazienza e spintonandolo lontano da me.
- Ritratto, sei una gatta selvatica. – borbotta, massaggiandosi la parte colpita.
- E tu uno stupido cane con le pulci! – ribatto, mostrando la maturità di un bimbo dell’asilo.
- Preferisco essere un
lupo. Rappresenta meglio la parte selvaggia e eccitante che mi
contraddistingue. – sorride, mostrando la sua personale e
inimitabile faccia da schiaffi.
- Quel che vuoi.
Rimane che hai le pulci. – muovo la mano con leggerezza, per poi
raggiungere gli altri in salotto e iniziare nuovamente a discutere su
cosa fare.
Perché ho l’impressione che sarà un pomeriggio super palloso??
********
Le mie impressioni erano fondate. Anzi, di più.
Alla fine non abbiamo
concluso niente, a parte litigare e urlare tra noi. Abbiamo passato il
pomeriggio così, altro che giochi!
Ora siamo in spiaggia, è passata da poco l’una.
Emmett e Jazz hanno
fatto un ottimo lavoro, si vede che ci tenevano tanto a far bella
figura. La spiaggia è disseminata di sdraio, teli e fiaccole,
che illuminano tutta la zona circostante. C’è un sacco di
gente, per lo più sconosciuta, ma si sa, basta procurare alcol,
fumo e musica, e la gente arriva come api davanti al miele.
Siamo passati a
cambiarci, fa’ decisamente caldo e un bel bagno in mare dopo ci
vuole. Io indosso semplicemente un bikini viola e nero, e un pareo a
fiori legato in vita.
Mi guardo attorno,
adocchiando Alice e Jazz su una sdraio, impegnati – manco a dirlo
– a baciarsi, e Emmett e Rose al bancone. Il fatto che siano
spariti contemporaneamente Tanya e Edward mi piace meno di zero. Provo
una fastidiosa stretta allo stomaco al solo pensare che siano insieme,
e la cosa non fa’ che innervosirmi.
Oh, andiamo! Non posso mica essere gelosa di Cullen! O no?
Non voglio saperlo.
- Ehi, ci conosciamo? –
Alzo gli occhi al
cielo, esasperata. È il settimo ragazzo che si avvicina con
questa scusa. Mi volto per liquidarlo, ma mi muoiono le parole in gola.
Il ragazzo della finestra! Il figo! – Sei quello di questo
pomeriggio, no? – chiedo sorridente, archiviando momentaneamente
l’assenza di Edward e Tanya.
Lui ride, passandosi una mano tra i capelli. – Proprio io! Piacere, Rob. Tu sei? –
Ridacchio. – Bella, molto piacere. – mi presento, tendendogli la mano.
- Bella di nome e di
fatto, eh? – ah ah amico, mossa sbagliata. Io ODIO essere
adulata. - Il tuo ragazzo mi ha liquidato alla grande, eh? – Lo
guardo, non capendo. – Ma si, quello che mi ha chiuso la finestra
in faccia! –
Gonfio le guance, irritata. Sta decisamente perdendo punti. – Lui non è… -
- Si, ma mi sa che non
hai ben capito. Devi girare al largo! – Dal nulla, accanto a me,
fa’ la sua comparsa Edward. Mi stringe a sé
possessivamente, sfoggiando uno sguardo gelido mentre fissa con
insistenza il ragazzo davanti a noi. Rob solleva le mani, in segno di
resa, per poi sparire tra la folla.
- Complimenti eh! – strillo furiosa, allontanandolo da me con rabbia.
- Ci stava provando spudoratamente! – sibila, stringendo i pugni.
- E allora? A te che
ti frega? Vai a scoparti Tanya e non rompere le palle a me. – mi
volto di scatto, pronta ad andarmene. Peccato che lui la pensi
diversamente, perché mi afferra il braccio e mi trattiene.
- Che cazzo centra
Tanya, ora? – malgrado sia incazzato, non riesce a nascondere il
divertimento che prova. È compiaciuto dalla mia gelosia, lo
stronzo.
- Niente. – sibilo come un gatto, pronta a liberarmi a modo mio.
- Sei gelosa. –
non è una domanda, bensì un’affermazione. E la cosa
mi irrita in maniera incredibile. Ma chi si crede di essere, per
allontanare un ragazzo e poi fare pure lo sbruffone? E qualcuno mi
venga pure a dire che non è un’idiota.
- Ti piacerebbe, vero Cullen? – sputo a denti stretti, strattonando il braccio, nel tentativo di liberarmi.
- Non sai quanto.
– sghignazza. – Ehi, ti stai ferma o no? – aggiunge,
notando solamente ora i miei tentativi di liberarmi. È
imbarazzante. Sul serio, mi sento tanto una formichina.
- E tu mollami allora!
– ringhio esasperata, mollandogli un calcio sul ginocchio
sinistro. Glielo dovevo già da quel pomeriggio. Non mi dimentico
mai i debiti io! Com’è che ho detto? Che mi sento una
formichina? Beh, una formichina con le palle, poco ma sicuro!
Edward lascia la presa, portandosi la mano al ginocchio colpito. Ne approfitto, iniziando a correre e tentando la fuga.
Sarebbe stato un
momento così glorioso. Di quelli con la musichetta in
sottofondo, e perché no, anche con lo squillo di trombe e gli
applausi.
Peccato che Edward
debba odiarmi davvero tanto, perché due secondi dopo mi ritrovo
in acqua, ad annaspare alla ricerca di ossigeno.
Accanto a me il bastardo, che ride fragorosamente tenendosi la pancia.
- Ti uccido! –
urlo, saltandogli addosso e cercando di strozzarlo. Edward non
fa’ una piega, mi afferra per i fianchi e mi lancia dove
l’acqua è più profonda. Quando riemergo sono
inguardabile. Ho tutti i capelli sul viso, stile bimba di The Ring.
Orribile.
Fumante di rabbia
nuoto verso la riva, ignorando bellamente la presenza di Cullen. Tanto
prima o poi me la paga. Mi conosce, sono l’essere più
vendicativo al mondo.
E lui quello
più stupido, perché mi afferra di nuovo e mi solleva,
guardandomi divertito. – Un altro tuffo, amore? – ride come
una iena, il bastardo.
Sorrido a denti
stretti. – Beh, se vuoi diventare la mia migliore amica, fai
pure. – mi guarda, non capendo. – Qual è il mio
più grande sogno? – chiedo perfidamente.
- È facile: stare con me! – e ne sembra pure convinto, l’idiota! Tsè!
- Ti ho chiesto il mio
sogno, non la tua fantasia folle e irrealizzabile. – ribatto
acidamente. – Il mio sogno è avere un amico gay! Se tu mi
lanci in acqua, farò in modo di realizzarlo, chiaro ora? –
la mia voce è intrisa di minaccia, che evidentemente Cullen non
coglie, visto che mi lancia di nuovo.
- Cristallino amore, cristallino! – ride.
- Stronzo! –
strillo, rendendomi conto che il pareo è andato a far compagnia
ai pesci. Spero almeno che se lo becchi un bel pesce tropicale, di
quelli colorati e carini. Allevierebbe la mia rabbia. Forse.
Si avvicina,
prendendomi nuovamente in braccio. – Ehi! Guarda che non sono un
animaletto domestico! Mettimi giù! – sbuffo, al limite
della sopportazione. È seccante tutto questo prendi e lancia,
specie se sono io l’oggetto lanciato.
- Sei il mio gattino, no? – ridacchia, avvicinandosi.
- Ti piacerebbe, vero Cullen? –
- Non sai quanto, Swan… -
Edward si avvicina
lentamente, sfiorando le sue labbra con le mie. Porta le mani tra i
miei capelli bagnati – e super annodati, allo stato attuale.
– inclinando il mio viso e baciandomi con leggerezza, come le ali
di una farfalla.
Ha le labbra salate,
con un leggero sapore di Jack Daniel – un alcolico a caso,
tsè. L’idiota beve sempre e solo quello! – che crea
un mix delizioso. Passo con leggerezza la punta della lingua sulle sue
labbra, disegnandone i contorni e strisciando piano su di esse il
piercing.
Edward mi stringe
più forte, sollevandomi – e grazie a Dio, stava diventando
problematica la cosa – così da permettermi di allacciare
le gambe alla sua vita e puntare i gomiti sulle sue spalle.
Approfondiamo il
bacio, le nostre lingue si cercano, trovandosi. Edward mi accarezza il
palato lentamente, facendomi sentire la pallina d’acciaio del
piercing e accarezzandomi la schiena con le mani calde. Mi ritraggo,
divertita, allontanandomi ogni qualvolta cerca di baciarmi più
intensamente.
- Che fai, mi rifiuti? – chiede, sorridendo maliziosamente e avvicinandosi di nuovo.
Sorrido. – Ma
chi, io? – catturo con la punta della lingua il piercing,
tirandolo piano, per poi rispondere al bacio con trasporto. I nostri
piercing sbattono tra loro, creando un rumore metallico a dir poco
esasperante. Non ho mai baciato un ragazzo con il piercing alla lingua,
ma devo ammettere che ha i suoi benefici. È… una bella
sensazione! Cazzo se lo è!
Edward si stacca
lentamente, per poi scoppiare a ridere. – Dobbiamo sfruttare
questi piercing. Sono una fonte di divertimento! –
Ora, la voglia di
prenderlo a calci è tanta. Può un essere dotato di
intelligenza, interrompere un bacio per parlare dei nostri piercing?
Ovviamente NO!
- Si, ci mettiamo una
calamita in bocca e ci baciamo. Come guadagnare l’entrata al
pronto soccorso con due semplici mosse. – borbotto, infastidita
dall’interruzione. Edward non coglie il mio lato ironico e
sarcastico, perché dopo avermi messo a terra inizia a nuotare
verso la riva.
- Ehi, ma dove cazzo vai? – strillo, non capendo.
- A cercare due calamite! – urla in risposta, esaltato oltre ogni limite e facendomi scoppiare a ridere.
- Torna qua, scemo!
– rido, andandogli dietro. Edward si ferma, e insieme usciamo
dall’acqua. Cerco di sistemare i capelli, che sono
un’immane schifezza ora. Mi arrendo poco dopo, l’unica cosa
che potrebbe sistemargli è del balsamo alla vaniglia. Una
quantità enorme, aggiungerei.
- Non mi hai ancora fatto gli auguri, amore. – sfotte, afferrandomi per i fianchi e avvicinandomi a sé.
Sorrido malignamente. – Auguri per i tuoi sei anni, caro. Rimango più grande io! –
Ride, avvicinando il suo viso al mio. – Sai che figata, me la faccio con una più grande! –
Gli do una manata sul
petto, per poi sollevarmi sulle punte e riprendere a baciarlo. È
un idiota irrecuperabile, non c’è che dire. Chissà,
forse mi piace per questo.
- Cullen, ti voglio a
tre metri di distanza da mia sorella! ORA! – ringhia mio
fratello, arrivando da chissà dove. Che tempismo, non
c’è che dire!
Edward ride, dandomi
un bacio sulla fronte. – Ti raggiungo dopo, ok? – sussurra,
per poi voltarsi e urlare contro Jazz. – Per quello che ho in
mente di farle mi serve stare ad una distanza minore, dei tuoi tre
metri! – ribadisco. Quando uno è deficiente, ecco che cosa
dice. Di sicuro ha qualche mania suicida per la testa.
Mio fratello ringhia,
per poi iniziare a correre dietro a Edward. Alice si avvicina,
sorridente. – Brava Bella, meglio tardi che mai, disse qualcuno.
– dice, dandomi una pacca sulla spalla.
- Si, grazie,
grazie… Andiamo a prendere qualcosa da bere, che è
meglio. – borbotto imbarazzata, andando verso il bancone. Tanto
mio fratello mica lo molla facilmente ad Edward, poco ma sicuro!
*****
Pov
Edward.
- Non mi piace Cullen.
Affatto. Vi siete sempre odiati e trattati a schifo, com’è
che ora ti becco mentre la baci? – Jasper mi guarda a dir poco
malissimo. Ho sempre pensato di piacergli, com’è che ora
mi ritrovo in direttiva per un destro sulla faccia? I misteri della
vita.
- Dai Jazz! Mi stai
dicendo che non conosci la tecnica “asilo”? – chiedo,
mentre un’illuminazione mi arriva giusto in tempo. Solo
così posso fargli capire tutto quanto.
- No, non la conosco. Spiegami. – sibila glaciale.
Sospiro. – Beh,
è come i bambini all’asilo, no? Non fanno altro che
punzecchiarsi e farsi i dispetti perché non vogliono ammettere
che si piacciono. Io e tua sorella siamo due di quelli che hanno usato
questa cosa. Non abbiamo fatto altro che punzecchiarci e provocarci,
cercando di mascherare la gelosia che proviamo con le battutacce e gli
insulti. – sorrido lievemente, mentre rievoco le nostre litigate
e i vari punzecchiamenti.
- E quindi ti piace. – borbotta, osservandomi con sospetto.
- Si. – rispondo semplicemente. Oh, insomma! Io non ho fatto tutto questo casino quando si è messo con mia sorella!
- Ed è per
questo che eri geloso di lei? – chiede ancora. Ecco, ora stiamo
iniziando a sconfinare. Quelle sono cose da chiarire con lei, non con
suo fratello!
- Si, lo sono sempre
stato. Non tollero che qualcuno ci provi con lei, chiaro? Ora posso
tornare di là? – sbuffo, iniziando a spazientirmi. E
perché no, a preoccuparmi. Non mi piace saperla da sola in
spiaggia, conoscendola ora sarà attorniata da cani randagi in
calore.
- Sarò sincero
Cullen, non sono affatto contento. Andrà male e tu la farai
soffrire. Non sei il tipo adatto a lei, fidati. –
Parla come se sapesse
tutto. Lui ha avuto vita facile, ha conquistato subito mia sorella. Per
me è andato tutto diversamente invece, e come poteva essere
altrimenti! Con un caratterino come quello che si ritrova Bella, non
sarebbe facile nemmeno per un Santo.
Oltretutto Jasper mi sta pure portando sfiga! Se andrà male so a chi rivolgermi!
- Lasciami provare. Ti ho lasciato mia sorella senza fiatare, me lo devi Swan. –
Jasper scuote la testa, arrendevole. – E sia. Ma se la fai soffrire ti ammazzo, sia chiaro. –
E mai minaccia fu meno velata!
*****
Pov
Bella.
- Addirittura i fuochi
d’artificio? – commenta allibito Edward, osservando il
cielo. D’accordo, mio fratello ha fatto davvero le cose in
grande, non c’è che dire. Gliene do atto, quando si
impegna riesce a tirar fuori qualcosa di dignitoso.
Fosse stato per me, Alice e Edward avrebbero avuto un muffin ai mirtilli e una lattina di coca ciascuno, come festa.
Non rispondo, mettendomi più comoda sulla sdraio, e appoggiando la guancia al suo petto, lasciandomi stringere forte.
- Ehi, che ti ha detto
mio fratello? – borbotto assonnata, sfregando il viso come i
gatti. Edward non risponde, facendo il finto tonto e continuando a
guardare il cielo. Brutto segno questo. Mi sollevo, guardandolo in
faccia. - Edward, ti ho chiesto che ti ha detto mio fratello. –
sibilo, iniziando ad insospettirmi.
- Ma niente di che, lascia perdere. – ridacchia nervoso, passandosi la mano tra i capelli e facendomi perdere la pazienza.
- Bene. – mi
alzo di scatto, con tutta l’intenzione di marciare verso mio
fratello e rendermi figlia unica. – Vado ad informarmi e torno.
– ringhio furiosa. Lo conosco e so bene che con molta
probabilità l’ha minacciato. Anzi, diciamo che di
sicurissimo è andata così.
- Dai, ma ti pare? Mi
molli qui il giorno del mio compleanno per andare ad uccidere tuo
fratello? Rimani qui, dai! – da dei colpetti alla sdraio,
incitandomi a tornare seduta.
- D’accordo,
d’accordo. Ma domani lo uccido, sia chiaro. – borbotto,
stendendomi nuovamente accanto a lui e lasciandomi abbracciare. Annoto
mentalmente di ucciderlo, nella sezione: “affronti
gravissimi”, per poi archiviare il tutto. Archiviarlo
momentaneamente, sia chiaro.
- Brava la mia
gattina… - ridacchia, baciandomi teneramente la testa. Gli do
una manata sul petto come risposta, sfoggiando la mia ormai storica
delicatezza. – D’accordo, ritratto. Brava la mia gattina
selvatica. Va meglio? – sghignazza.
- Affogati Edward,
affogati. – borbotto, per poi addormentarmi lì, sotto i
fuochi d’artificio e tra le sue braccia.
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