Make me cry

di Rota
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make me cry
Make me cry




Mello non piangeva, non piangeva proprio mai.
I suoi occhi non avevano versato mai lacrime salate, non si erano mai arrossati per lo sforzo d’esternare le proprie emozioni.
Mai e poi mai la gola aveva singhiozzato, mai il respiro si era interrotto fino a diventare grondante di dolore.
Neppure una volta.
Piangere era da deboli, da femminucce senza spina dorsale. Era qualcosa di indegno per un piccolo genio come lui – non aveva bisogno di stupide rogne come i sentimenti, così come non aveva bisogno di inutili comprensioni.
Se piangi dimostri al mondo di aver bisogno di pietà, di dover essere consolato.
Ciò aveva chiuso le palpebre di Mello ad ogni dolore bagnato.

Anche in questo istante, in cui il suo sguardo fissa la folla adorante tutta rannicchiata intorno al candido Near, la superficie del bulbo dall’iride chiara è completamente asciutta.
Le mani tremano appena – nessuno è a lui imparte, nessuno elogia la sua opera: tutti hanno interesse solo per quel piccolo omino tutto bianco – ma nulla fa trasparire altro.
Così, con un gesto plateale, butta a terra il proprio lavoro, facendolo collidere in maniera brusca col suolo. La distruzione è ciò che meritano i perdenti.
Furente, con passi veloci e affrettati, si allontana dalla gente; non vuole più sentire nessuno.
Un angolo del grande edificio della Wammy’s House lo ospita, lui e il suo viso corrucciato, lui e la sua espressione di pura e semplice irritazione – le mani ancora tremano.
C’è finalmente silenzio attorno a lui, qualche minuti passa docile sulla pelle cercando di alleviare la tensione dei nervi, quand’ecco che una voce esile rompe la quiete che l’avvolge come una coperta pesante.
-Mello, sei qui?-
La testa bionda si gira di scatto, così che il viso di Near possa palesarsi agli occhi.
E’ sprezzante, Mello, serba ancora rancore il mento tirato in alto.
-Che ci fai qui, Near? Non vai a goderti il tuo successo?-
Near si fa appena avanti, tendendo di fronte le mani. Fa cenno al contenuto ridotto a pezzi.
E’ ciò che resta del lavoro di Mello.
-A me piaceva…-
Mello fa una smorfia, girandosi completamente verso l’altro bambino, dandogli senza rendersene conto tutta la sua attenzione.
-Non c’è più ormai, l’ho rotto!-
Near gli pianta gli occhi in faccia, non ha paura del tono intimidatorio col quale Mello si difende.
-Perché l’hai rotto? Era bello…-
Il bimbo biondo colpisce violentemente la mano di Near, facendo cadere nuovamente i cocci a terra. E’ arrabbiato, tanto arrabbiato.
-A me non piaceva, per questo l’ho rotto!-
Silenzio, Near guarda per terra mentre Mello lo osserva con ancora le gote arrossate dall’ira – ma basta poco perché il respiro torni normale; gli occhi di Mello si riempiono di confusione, poi una mano sale in aria e gesticola appena.
Solo alla fine la volontà sembra aver trovato un compromesso.
-Se vuoi lo rifaccio…-
Near spalanca gli occhi, sorpreso e felice, più sorpreso però.
-Per me?-
-Per te…-

E Mello piangerà per la prima volta nello scoprire quant’è dolce, quant’è soave e poetico, sentirsi rivolgere parole di gratitudine disinteressata – la rivelazione più intima del cuore.
Capendo alla fine di non bramare l’attenzione di una folla adorante, né quella di due occhi neri di pece di un idolo irraggiungibile e per sempre immortale. Solo, qualche parola sincera sussurrata di nascosto.

-Grazie, Mello…-






Una piccola MelloNear, per Red chan, che è stata brava <3
E meritava questo piccolo premio ^^
Spero vi sia piaicuta ** Alla prossima ^^




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