Cap.1 cattiva
idea
Ormai aveva deciso. Lo avrebbe fatto. Era l’unica cosa che
era rimasta da fare,ne era quasi obbligato. Almeno gli
altri ne sarebbero stati felici e magari avrebbero fatto una festa appena
l’avrebbero saputo.
Guardò giù. Era alto, molto alto.
Calcolando velocemente il suo peso, ci avrebbe messo meno di un minuto a
schiantarsi a terra.
C’era vento, tanto vento che gli
scompigliava i capelli, gli impedivano di vedere bene e questo lui lo
detestava. Si portò una ciocca bionda dietro l’orecchio e fece un respiro
profondo aprendo le braccia.
Il mantello della divisa svolazzava alle sue spalle e si
sentiva il vento soffiare insistente.
Ripensò alla sua vita. Inutile. Senza senso. E complicata.
Tutto era stato difficile, due genitori con non lo amavano,
uno che pensa solo a servire un padrone morto e una madre impazzita e la fatta finita un mese prima avvelenandosi.
Poteva farlo anche lui, avvelenarsi,ma
avrebbe provato di sicuro dolore e lui non voleva più provarlo.
Per questo aveva deciso di buttarsi dalla torre di astronomia, una fine rapida e indolore, sarebbe morto sul
colpo e in più nessuno se ne sarebbe accorto fino alla mattina seguente.
Ripensò agli studenti di Hogwarts,
ai Serpeverde, ai Corvonero,
ai Tassorosso e agli odiati Griffondoro,
come si sarebbero sentiti? tristi? dispiaciuti? felici? Lui questo non lo sapeva ma era sicuro che stava facendo la cosa più giusta,
sia per se stesso, sia per gli altri.
Sentì delle grida e delle risate,
probabilmente i Corvonero stavano organizzando
un’altra festa delle loro, con alcolici illegali e sigarette a volontà.
Guardò di nuovo giù, per fortuna non soffriva di vertigini,o se no addio Quidditch e addio
suicido.
Fece un altro lungo respiro e si posizionò
meglio sul davanzale della finestra, ora doveva solo trovare il coraggio di
spingere un po’ in avanti e lasciarsi andare. Non si sarebbe mai creduto così
codardo, eppure Potter e Weasley
glielo avevano ricordato un sacco di volte, quando piano piano aveva perso la
voglia di insultarli e prenderli in giro, e il duo si era preso la rivincita su
di lui, umiliandolo davanti a tutti, ma questo a lui non importava più. Il nome
dei Malfoy era rovinato, la pazzia e la morte di sua
madre, la cattura di suo padre e la rinchiusa ad Azkaban,
il nobile e potente casato dei Malfoy ormai non esisteva più. Forse era anche per questo che i sui così
detti amici lo avevano abbandonato, Tiger e Goyle, le sue due guardie
del corpo, lo avevano prima insultato e poi picchiato a morte, Pancy, la sua ragazza, o così diceva di essere, dopo
l’ultima scopata lo aveva mollato in tronco e detto che non era più nessuno.
Per fortuna li detestava tutti e tre, quindi poteva benissimo fare a meno di
loro.
Alzò lo sguardo e guardò la luna, quella notte era piena e
luminosa, pensò che quella era l’ultima volta che
l’avrebbe vista, e di questo ne fu un po’ dispiaciuto, perché a lui piaceva la
luna, adorava fissarla fuori dalla finestra del suo dormitorio quando non aveva
sonno o non riusciva a dormire, perché Tiger e Goyle russavano come due orsi.
Finalmente sarebbe riuscito a dormire in pace e magari
trovare l’assoluto silenzio che tanto cercava.
Fece nuovamente un lungo respiro profondo e chiuse gli
occhi, pronto a tuffarsi nel vuoto, quando all’improvviso sentì lo scricchiolio
che faceva la porta quando veniva aperta.
Si voltò di scatto per vedere chi l’aveva interrotto, ma
perse l’equilibrio e cadde…..
Fine cap.
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