il rumore della pioggia
Ecco, qualcosa di corto e carino per tutte voi <3
Non è Rossa, ma ci si avvicina PARECCHIO.
Io vi ho avvertite xD
Buona lettura ^^
Il rumore della pioggia
Tempesta; sbatte la pioggia sui vetri delle finestre, picchia il vento contro i muri fermi delle dimore.
Il tumulto del cielo si ripresentò identico nel cuore.
-Sebastian!-
La voce alterata – così incline, abituata a lanciare
ordini senza lacuna remora – uscì affrettata dai polmoni,
quasi l’urgenza d’esprimere l’ordine fosse dettata da
qualcosa di ben più profondo di un semplice atto di
volontà.
Ansia, forse. Timore di qualcosa – i mortali le chiamano paure primordiali.
Furono veloci i passi di quel Maggiordomo perfetto, tanto veloci che
celere la sua figura si presentò allo sguardo del giovane
padrone. Impeccabile, irreprensibile, assolutamente nulla fuori dal suo
posto.
-Mi ha chiamato, Boo- chan?-
Nascosto il corpo tra le spesse coperte del letto, la mano del Conte si agitò additando deciso la notte esterna.
-Piove, Sebastian!-
Il demone guardò la direzione indicata con leggero divertimento
– non vedeva davvero come questo fenomeno potesse alterare il
delicato equilibrio del suo padrone.
Fu lo stesso Ciel a porre fine ai suoi dubbi.
-La pioggia mi impedisce di dormire!-
Gli occhi del Demone si soffermarono sulla figura irritata del Padrone,
come a volerla spogliare di qualsivoglia sentimento costruito che la
proteggesse. Irriverenti e spudorati.
-Cosa vuole che faccia, Boo- chan?-
Già, cosa voleva che facesse Seabstian?
Non poteva certo chiedergli di far cessare la pioggia – anche se
sarebbe stato curioso vedere come avrebbe risposto ad un ordine del
genere.
Ma – no! – che cose stupide andava a pensare.
Lo guardò dritto negli occhi, prima di impartire il suo ordine perentorio.
-Fa cessare il rumore della pioggia, Sebastian!-
Vide le labbra del Maggiordomo piegarsi in quel sorriso tipico del
Demone, gli occhi tingersi di un rosso smagliante. Il servitore aveva
già pronta la soluzione del problema.
-Yes, my Lord…-
Tra
suoni umidi di saliva e dita che scivolano lungo la pelle sudata,
ansimi osceni vengono soffiati a forza fuori dalle gole arrossate dallo
sforzo.
-Sebastian…-
I muscoli si tendono, sollecitati da un piacere intenso che scorre nelle vene.
La carne freme a contatto con la bocca umida di un amante esperto.
-Sebastian… questo non era ciò che intendevo…-
Viene zittita la bocca da un sorriso, coinvolto l’intero corpo in un atto profondo e scivoloso – fin nelle midolla.
-Devo forse smettere, Boo- chan?-
Le dita si tuffano coraggiose in un mare nero, attirando il viso desiderato più vicino, a portata di lingua.
La volontà si arrende, così come il corpo si apre a ogni ospite non più indesiderato.
-Stai almeno zitto, Sebastian…-
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