poesia

di Bellatrix Lestrange
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Le mie impronte sullo specchio contraffanno la mia immagine

 

 

 

 

 

 

 

 

Le mie impronte sullo specchio contraffanno la mia immagine.

 

Stalattiti di ricordi mi pendono dal volto segnato.

 

La bara di vetro di Biancaneve

 

La vita

 

 

 

 

Livide Farfalle sbiadite sbattono le ali lacerate.

 

Una rosa nera mi trafigge il palmo della mano.

 

Dalle mie ciglia sono piovute troppe lacrime di vetro.

 

Mi stendo sull’edera del mio cimitero incantato e sussurrro una danza tra le tombe.

 

 

 

 

Biancaneve è rinchiusa in una bara di vetro.

 

Appanna il vetro con l’alito velenoso e guarda le sue mani contraffare la sua immagine.

 

 

 

 

Dov’è la mia rosa nera?

 

Dov’è il fiore del peccato che ha sgualcito le mie ali?

 

Datemi i cerotti per riattaccarvi le mie piume blu

 

Fatemi aprire la bara e scavare con le unghie nella terra sopra di me.

 

fatemi volare via dalla mia tomba

 

 

 

 

Bambola di porcellana lattea del colore della morte

 

Geisha torturatrice

 

Urlo nero dal profumo di disperazione

 

Lucciola spenta che voli su un campo di erba alta alla notte

 

Spiritello che danzi nel fuoco dell’inferno

 

E sbatti le ciglia al ritmo di una danza che solo tu conosci

 

Guarda il tuo funerale dalla sponda della foresta bianca

 

 

 

 

 

 

Mordo una ciliegia lasciando che una goccia del suo sangue mi rimanga sulle labbra

 

Dormo su un letto di fragole

 

Ho giocato a campana tra le tombe

 

Con scarpette di cristallo che danzano nella nebbia tra le lapidi

 

Gettando caramelle ai morti

 

Guardando un funerale su cui piovono piume nere

 

 

 

Una fata nera mi si è posata sulla spalla

 

Mi porge una rosa che guardo cadere in una pozzanghera metendomela dietro l’orecchio

 

La rosa non è mai caduta

 

O si?

 

 

 

 

Voglio volare come peter pan

 

E lasciare che la morte e la vita cerchino di afferrarmi da terra

 

 

 

 

Danziamo nella pioggia

 

Strizzando i vestiti intrisi delle lacrime degli angeli

 

cantiamo parole senza senso

 

tenendo il ritmo con la testa di una musica che non c’è

 

Abbandoniamoci nell’aria satura di ipocrisia mattutina

 

Lasciando che il nostro cadavere sollevi nuvole di polvere nella sua caduta infinita

 

Niente invecchia presto come la felicità

 

 

 

 

 





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