Panic Attack (Billie/Mike) - oneshot
Tentativo
di oneshot angst cominciato qualche tempo fa ma riuscito a finire
solo oggi... spero non sia proprio uno schifo completo, non avendo
mai avuto un attacco di panico non sono sicura di aver descritto bene
la situazione... cercate di capirmi. Comunque, questo è quello
che è venuto fuori.
Pairing:
Mike/Billie Joe
Disclaimer:
Non conosco, non ci guadagno niente, non è la verita (...)
Buona
lettura, spero di trovare qualche commento!
Panic
Attack
di MarsFreiheit
Le
luci del locale lampeggiano furiosamente, stordendomi. Appoggiato al
bancone sorseggio una Becks; un Trè eccitato mi sta urlando
qualcosa nell'orecchio, tirandomi il braccio, cercando di convincermi
ad entrare nella bolgia che occupa la sala del locale. Sospiro,
posando la bottiglia di vetro ancora mezza piena sul bancone del
locale e seguendo il mio amico. Entro pochi secondi decine di corpi
mi circondano, decine di corpi che si scatenano al ritmo monotono
sprigionato dalle grosse casse sistemate in ogni angolo. Per
l'ennesima volta mi chiedo che ci faccio qui, in questa discoteca
super-chic popolata da gente troppo bigotta per prestare attenzione a
chi non veste abiti da centinaia di dollari.
Trè
al contrario mio si sta divertendo, il suo sguardo azzurro scruta la
folla alla ricerca della prossima preda, il suo sorriso si allarga
quando localizza una ragazza bionda e formosa che balla scatenata sul
cubo. Mi urla qualcosa che non capisco;mi limito ad annuire e lui si
dilegua fra la folla, dando inizio alla caccia.
Ora
sono solo. Mi guardo attorno,alla ricerca di Mike. E' da qualche
minuto che l'ho perso di vista, da quando mi sono allontanato per
prendere da bere. Mi sento un po' patetico a cercarlo continuamente,
ma non ne posso fare a meno.
Muovo
qualche passo tra la moltitudine di gente, sentendomi improvvisamente
spossato. Per qualche minuto mi guardo attorno, fino a quando non
noto una figura familiare. Mi districo dal caos e faccio per
avvicinarmi a Mike, quando mi blocco come se avessi sbattuto contro
un muro invisibile ma molto, molto duro.
Qualche
metro più avanti il mio bassista è avvinghiato ad una
ragazza. Le sue braccia muscolose e tatuate le circondano la vita, le
sue mani le carezzano la schiena e i fianchi coperti a malapena da
una gonna inguinale; le loro bocche si scontrano affamate, posso
quasi vedere la lingua di Mike muoversi con foga, passione e
sicurezza, quella sicurezza che mostra in ogni suo gesto, ma che
questa volta è quasi violenta, prepotente...
con
me non è mai stato così.
Beh,
dopotutto non mi ha nemmeno mai baciato in un angolo di una
discoteca.
Non
ho mai creduto nelle frasi fatte del tipo “mi si è spezzato
il cuore”, ma è esattamente quello che sento in questo
istante.
I
miei occhi non si scollano dalle due figure illuminate a scatti dai
neon colorati. E' come se tutto si fosse bloccato all'improvviso,
come se l'unico rumore ancora vivido fosse lo sgretolarsi lento e
doloroso del mio cuore.
Comincia
così,come ogni volta.
Lo
sento crescere dentro di me,tento di reprimerlo ma non ce la faccio,
è impossibile, non sono abbastanza forte. I miei occhi
continuano a guardare Mike e la ragazza. Il mio cuore che fino a
pochi istanti fa sembrava sbriciolato comincia a battere
veloce,sempre più veloce,sovrapponendosi al ritmo della musica
e alle voci attorno a me che adesso sembrano troppo alte e
contemporaneamente troppo lontane. I corpi che mi circondano sembrano
troppo vicini, come se volessero soffocarmi, come se le loro
mani in movimento stessero tentando di buttarmi giù, legarmi a
terra, impedirmi di prendere aria. Ne ho un disperato bisogno. Con
una forza sconosciuta riesco a staccare gli occhi dalla coppia che
ancora continua a pomiciare. Il mio respiro si sta facendo via via
più affannato, fatico a respirare, un senso di terrore
disumano mi sta facendo perdere il controllo.
Basta...
basta... basta...
E'
tutto ciò che riesco a pensare mentre cerco l'uscita del
locale; appena localizzo la porta tento di raggiungerla, ma c'è
troppa gente, troppe persone che mi impediscono di correre,
fuggire...
Un
ragazzo mi posa una mano sul braccio, dicendomi qualcosa che non
riesco ad afferrare. Mi sta guardando con un po' di preoccupazione,
deve aver notato che non sto bene, non sto bene affatto. La sua mano
sul mio corpo mi irrita ancora di più, mi divincolo ma lui mi
riafferra, riesco a distinguere la parola “ambulanza” nel suo
discorso. Non mi vuole lasciare andare, mi scappa un urlo a causa
della rabbia, con l'altra mano lo spintono, non così forte da
allontanarlo ma abbastanza per fare si che mi lasci, sorpreso dalla
mia reazione.
Fuggo,
spintonando la confusione urlante attorno a me, vedo solo la porta,
solo quella dannata porta che devo raggiungere...
Mi
lancio contro il maniglione antipanico, spalancando la porta e
ritrovandomi in un'altra stanza, per fortuna vuota. Vorrei correre
ancora, fuggire all'aria aperta, ma non ce la faccio, le mie forze
sono completamente scomparse.
Mi
lascio cadere a terra, ansimando pesantemente e rannicchiando le
ginocchia al petto.
Non
so per quanto rimango li, in iperventilazione, semi-cosciente,
avvolto solo da un terrore inspiegabile che mi attanaglia fino a
farmi desiderare di morire.
So
solo che ad un certo punto la porta si apre violentemente e una
figura mi corre accanto. Riconosco immediatamente gli occhi azzurri.
<<
Billie! >> esclama Mike posandomi una mano sul volto. Il suo
calore mi sa di casa. Di sicurezza. Di dolcezza.
Mi
prende per le spalle e mi porta contro il suo petto.
Le
sue braccia mi circondano il corpo,una sua mano si muove lenta e
rilassante sulla mia schiena, disegnando cerchi ampi e tentando di
calmare la mia respirazione.
<<
Respira Billie, respira... ci sono io qui, va tutto bene, ci sono
io... respira profondamente, calmati... >> mi sussurra.
Fa
in modo che la mia testa si appoggi precisamente sul suo cuore. Il
suo battito regolare mi entra nelle orecchie. Sa perfettamente come
calmarmi, ormai è abituato alle mie crisi di panico. Anche se,
a dire il vero, già solo la sua presenza accanto a me serve a
tranquillizzarmi.
Lentamente
il mio cuore comincia a calmarsi e così anche il mio respiro.
Mi
rendo conto solo ora delle lacrime che mi bagnano le guance e che non
mi ero accorto di stare versando.
Dopo
qualche minuto in cui la sua voce ha continuato a mormorarmi
rassicurazioni l'attacco scema fino a svanire. Mi accascio
completamente sul suo petto.
<<
Bravo Billie,così... respira lentamente, bravo... >> le
sue braccia si serrano di più attorno a me, cullandomi; le sue
labbra si posano sulla mia fronte, lasciandovi un bacio affettuoso.
Rimaniamo
per qualche minuto immersi in un silenzio rotto solo dal mio respiro
ancora un po' affannato, fino a quando un suo dito non mi alza il
mento e i suoi occhi incontrano i miei, lucidi.
<<
Ehi... cosa è successo? Mi hai fatto spaventare... >> mi
dice, sinceramente preoccupato.
Rimango
a guardarlo, muto. Alle sue parole per un attimo il mio cuore si è
riempito di gioia, all'idea di potermi confidare con lui. Ma
l'istante dopo mi sono ricordato che... non posso. Rovinerei
tutto. Tutto ciò che mi tiene in vita.
Ho
già perso la capacità di amare qualcuno che non sia
lui... non voglio perdere anche il mio migliore amico.
<<
Non lo so >> sussurro, abbassando lo sguardo.
Sospira.
Le sue braccia tornano a stringermi, il suo mento si appoggia sopra
la mia testa.
E
questa volta nonostante lui sia con me non riesce a salvarmi dal mio
inferno personale. Non può.
Non
potrà mai.
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