Ciao a tutti!
Questo raccontino scritto in fretta è la mia scusa per fare
a tutti voi gli auguri di
BUON NATALE!
Nel mio delirio Remus e Tonks stanno già insieme, ma non
sono ancora sposati, e volevo che per tutti fosse un Natale speciale.
Allora buona lettura, spero di non annoiarvi troppo...
:)
...ORA
E’ NATALE!...
Mamma Weasley
era proprio felice di dover preparare un pranzo di Natale per
così tante persone. Era nel suo elemento naturale. Oltre a
tutti i figli, c’erano Harry ed Hermione, naturalmente
c’era anche Fleur, che sembrava unita al suo Bill da un
incantesimo di adesione permanente, alcuni membri dell’Ordine
della Fenice come Tonks, Alastor, Minerva, c’era poi un
collega di Charlie, David, un ragazzo veramente gentile e dabbene.
Inoltre aveva dovuto organizzare le camere da letto per
accogliere quasi tutti questi ospiti, doveva pensare al bucato, alle
provviste, tenere pulita la casa, cosa non facile con tanti piedi che
la invadevano. Il giorno prima i ragazzi avevano aggiunto per il gran
giorno delle decorazioni, facendo veramente un buon lavoro, ed ora,
dopo aver aperto e commentato i loro regali, e dopo il favoloso pranzo
di Molly,erano davanti al camino acceso che si godevano un piacevole
momento di pausa, interrotto solo di rado dalle esplosioni provocate da
George e Fred, che avevano promesso di fare i bravi almeno a Natale.
“Cavallo
in F6. Ora tocca a te Tonks!”
“Cavolo,
così mi metti nei pasticci, Ron! Sei davvero in gamba! Ora
come faccio a togliermi dai guai?”
“Non
chiederlo a me, anche se io saprei come fare! Mi sto divertendo troppo
a vincere!”
“Allora
dovrò arrangiarmi… Torre in E7! Così
dovrei aver…” ma non finì la frase. Si
era bloccata all’improvviso, facendosi attenta, e ora correva
verso l’ingresso come attratta da una potente calamita, dopo
aver rovesciato il tavolino, ignorando gli improperi che i pezzi degli
scacchi le lanciavano dal pavimenti su cui erano atterrati.
Gli altri
abitanti del salotto si guardarono stupiti, chiedendosi cosa fosse
successo, preoccupandosi per quel gesto ingiustificato.
Appena Tonks fu
davanti alla porta si udì il suono del campanello.
La ragazza
aprì la porta e senza esitazione si buttò al
collo del nuovo ospite, abbracciandolo stretto e impedendogli di fatto
di entrare in casa.
“Sei
arrivato! Che gioia! Lo sapevo che eri tu!”
“Dora,
per piacere, non respiro… dai lasciami entrare, non vorrai
farmi diventare un ghiacciolo stando qui sulla
porta…” le disse Remus sorridendo. Un braccio si
mosse per avvolgere quel tornado rosa, mentre l’altro se ne
stava ancora bello nascosto sotto il mantello. Non si era aspettato
un’accoglienza così calorosa, pensava di trovare
all'ingresso uno dei padroni di casa, al quale avrebbe fatto gli
auguri di buone feste, stringendo la mano che gli veniva porta, per poi
entrare insieme nel caldo del soggiorno e li salutare gli altri
occupanti della casa.
Invece un
uragano incontenibile lo teneva ancora stretto in un abbraccio che lo
scaldava più del fuoco del caminetto, mentre dal salotto
tante paia di occhi curiosi cercavano di capire cosa fosse successo.
“Dora,
davvero, credo che stiamo dando spettacolo…”
“Va
bene, ora mi stacco” disse rimanendo allacciata al collo
dell’uomo.
“Ninfadora…”
“Ok,
ok! E non chiamarmi Ninfadora!” replicò un
po’ accigliata, questa volta sciogliendo di malavoglia
l’abbraccio e permettendo a Remus di entrare in casa.
Molly, che nel
frattempo di era unita alla schiera di spettatori curiosi, si
fiondò ad accogliere il nuovo venuto, prendendogli il
mantello e accompagnandolo al calduccio con la promessa di un
tè bollente in arrivo, e tartassandolo, ovviamente, di domande.
“Credevo
che fossi in missione, non ti aspettavamo per oggi” gli disse.
“Infatti,
ma ormai non c’è più niente da
aggiungere alla mia missione, alcuni avvenimenti recenti hanno di fatto
reso inutile il mio incarico, per cui ho pensato di venire a farvi gli
auguri, se non sono di troppo disturbo” rispose porgendole
una piccola e graziosa cesta di cioccolatini, i migliori di Mielandia,
che teneva nella mano che prima era nascosta sotto il mantello. Era un
piccolo ma sincero regalo per tutti loro. “Inoltre speravo di
trovare Alastor qui, avrei bisogno di lui.”
“Oh,
grazie mille, non dovevi disturbarvi, davvero!” disse
prendendo il grazioso dono, “Ma cosa dici, tu non sei mai di
disturbo! Perché pensi che la tua missione sia inutile, a
che genere di avvenimenti ti riferisci?”
“Molly
cara, lo sai che non posso parlarne con nessuno, almeno per
ora”
“Si,
si. Lo so. Pensavo solo che volessi confidarti con qualcuno. Se ci dici
a quali fatti ti riferisci forse possiamo trovare una soluzione
insieme…” tentò ancora Molly, sperando
di carpire qualche segreto al povero Remus, utilizzando quelle tecniche
che aveva ampliamente sperimentato e affinato con i suoi figli.
Ma Remus non era
uno dei suoi figli, inoltre aveva vissuto sette anni fianco a fianco
con le peggiori canaglie che Hogwarts ricordi.
“Non
darti tanta pena, la soluzione migliore per ora è lasciar
correre. Presto tutto questo pasticcio verrà a galla e
allora potrò dire quel che è accaduto, e anche
qualche particolare in più. Ma non mi avevi offerto un
tè, lo berrei proprio volentieri, forse mi scongela un
po’…”
“Ha
ragione mamma, e offrigli anche due o tre biscotti!” disse
uno dei gemelli facendo l’occhiolino.
“Dai
mamma, se vuoi ti aiuto a preparare” aggiunse Ginny, felice
che qualcuno sapesse così facilmente arginare la
curiosità della genitrice.
“Dai
vieni, dai entra… ma sei sicuro di stare bene?”
chiese Molly accompagnandolo nel soggiorno, per niente intenzionata a lasciar perdere così
presto.
“Si
Molly, sono solo un po’ stanco.”
“Come
possiamo aiutarti? Non devi per forza far tutto da
solo…” replicò la donna imperterrita.
“Davvero
Molly, mi basta una tazza del tuo favoloso tè caldo e
sarò come nuovo. E ti prego di scusarmi per questa
intrusione, non volevo disturbarvi.”
“Sciocchezze.
Mettetevi comodi che al resto ci penso io.”
Mentre la
comitiva, ormai appagata della sua curiosità, tornava alle
occupazioni di prima, l’infaticabile signora
Weasley andò a preparare per il tè, avendo infine
capito che continuare a fare domande non avrebbe portato a niente.
Remus e Moody,
invece, si appartarono in un angolo del soggiorno, lontano da orecchie
indiscrete, e discussero pressappoco per tutto il pomeriggio, ignorando
la neve che fuori dalle finestre aveva cominciato a fioccare allegra,
le esplosioni che i gemelli proprio non riuscivano a contenere e il
chiacchiericcio tipico di chi, a pancia ben piena, si delizia della
compagnia degli amici più cari.
Tonks era
ritornata alle partite con Ron, perdendo clamorosamente per
l’ennesima volta, per cui decise che era molto più
divertente scambiare due parole con le ragazze. Ogni tanto, per non
dire sempre, guardava con occhi sognanti in direzione del suo Remus,
gelosa delle attenzioni che rivolgeva al vecchio Malocchio invece che a
lei, ma d'altronde aveva capito subito che il vero motivo di quella
visita non era cercare compagnia, ma scambiare informazioni con
qualcuno dell’ordine che, sicuramente, era stato invitato
alla Tana. Tipico di Lupin! Chissà cosa avevano quei due per
parlare fitto fitto a quel modo! Erano passate alcune ore dal suo
arrivo e Molly aveva ormai preparato la cena e ancora non accennavano
ad unirsi al resto degli occupanti il salotto, e lei moriva dalla
voglia di averlo tutto per se, di potergli parlare, e di potergli dare
il suo regalo di Natale!
“A
tavola!”
L’invito
della padrona di casa mise finalmente termine a quella mini riunione
privata dell’Ordine, ed ora Tonks sedeva proprio di fianco al
suo licantropo preferito, pronta a sfidare chiunque glielo avesse
distratto un’altra volta, ma per fortuna a nessuno venne in
mente di compiere una sciocchezza simile…
Dopo vari
arrosti, patate, verdure per tutti i gusti, quattro o cinque dolci (ma
aveva cucinato per un esercito?) Ninfadora scomparve un minuto
nell’altra stanza, per tornare poi con due
“originali” pacchettini dono avvolti in carta
argentata con un bel fiocco fucsia, o così
sembrava…
“Remus,
questi sono per te, da parte mia!” disse porgendo i regali
all’uomo al suo fianco, accompagnando il gesto con un sonoro
bacio sulla guancia.
“Io…
non ho portato regali a nessuno…” rispose questi
con tono di scusa, lasciando trasparire dalla sua voce tutta la
riconoscenza che provava in quel momento.
“Tu
hai portato inaspettatamente il tuo fantastico fondoschiena e tutto il
resto! Non servono altri regali!”
“Ehi!
Aspetta un attimo, come mai avevi dei regali per me se neanche sapevi
che sarei venuto?”. A Remus J. Lupin non la si fa!
“Semplicemente
sapevo che prima o poi ti avrei rivisto, fosse stato anche per pasqua,
e allora li ho preparati!”
Con mani ferme,
nonostante l’emozione che provava, Remus cominciò
a scartare il primo regalo, un pacchetto non tanto grande, un
po’ informe, soffice…
Appena lo ebbe
aperto del tutto e spiegato il contenuto, la sua faccia divenne dello
stesso identico colore dei boxer rossi che ora teneva tra le mani, gli
mancavano solo i pupazzi di neve disegnati nelle “posizioni
strategiche” che invece decoravano il capo di biancheria.
“Non
preoccuparti, ha fatto un regalo simile ad ognuno di noi, mamma
compresa!” asserì Fred lanciandosi in una
contagiosa risata.
Un po’
rinfrancato da quella affermazione e dalle descrizioni degli altri capi
di biancheria regalati dalla metamorphomaga, Remus si unì
all’allegria generale e prese il secondo pacchettino.
Più che un pacchettino vero e proprio sembrava un biglietto
di auguri fatto di cartone spesso, chiuso con un nastro di raso color
rosa acceso, e sopra c’era una scritta, sempre dello stesso
colore del fiocco: questo è per i momenti in cui ti senti
solo.
“Quindi
spero tu non lo apra adesso, rovineresti la sorpresa!” disse
Tonks.
Remus mise il
piccolo pacchettino nella tasca della giacca e passò il
resto della serata sorseggiando Burrobirre, Whisky Incendiario e
chiacchierando con i suoi amici, coccolato ogni tanto dalla bella Tonks.
Quando fece per
andarsene – ormai era quasi mezzanotte – Molly lo
costrinse gentilmente ad accettare ospitalità per la notte,
riorganizzando all’istante la disposizione delle stanze per
fare spazio al nuovo ospite. Non importa quanto piccola fosse la Tana,
sicuramente c’era posto per tutti, in un modo o
nell’altro.
A Remus in fondo
non era neanche andata tanto male, aveva una piccolissima cameretta nel
sottotetto tutta per lui, vicino al fantasma di famiglia, mentre Tonks
dormiva con Fleur, non essendo sposate le due ragazze non potevano
dormire coi fidanzati, non sarebbe stato di esempio per i
più giovani, Hermione era in camera con Ginny, Harry Ron e
Pearcy dividevano uno spazio a detta dei due più giovani
troppo stretto per tutti e tre, i gemelli rimanevano indisturbati nel
loro regno (c’era troppo odore di fumo per metterci gli
ospiti!) e David occupava un terzo letto messo nella stanza dei due Weasley
maggiori.
Erano quasi le
due di notte, ma Remus ancora non riusciva a prendere sonno. Aver parlato con
Malocchio lo aveva rincuorato, ma qualcosa ancora lo agitava. Non aveva
certo a che fare con la guerra, o Voldemort, ma era una sensazione di
vuoto che gli prendeva lo stomaco. Essere stato così vicino
a Tonks tutto il pomeriggio senza poterle essere veramente accanto lo
faceva sentire solo. Si ricordò allora del secondo
pacchettino. A piedi scalzi si avvicinò alla sedia su cui
aveva riposto i suoi vestiti, prese il piccolo dono dalla tasca interna della giacca e si rimise sul
letto, appoggiando la schiena al cuscino per stare seduto
più comodamente, le gambe allungate sulle coperte. Aveva
anche acceso il fuoco nel piccolo camino, era una notte veramente
fredda! Si rigirò il pacchettino nelle mani tre o
quattro volte, non riuscendo a capire tuttavia cosa fosse. Quindi
slegò il fiocco, aprì quella specie di spesso
biglietto, e da una parte vide un disegno di cuoricini che luccicavano
di tanti colori, dall’altra poche righe, scritte in rosa con
l’inconfondibile calligrafia sbarazzina di Dora:
CADE LA NEVE
IN DUE NON SEI
PIU’ SOLO
ORA E’
NATALE
Cosa aveva in
mente adesso quella ragazza?
Erano quasi le
due di notte, ma Tonks ancora non riusciva a prendere sonno. E d’altra
parte come fai ad addormentarti se sei impegnata a spettegolare con le
amiche? No, non con Fleur, loro due non si intendevano su niente. Era
sgattaiolata nella stanza di Ginny ed Hermione, e ora parlavano di
ragazzi, cerette, insomma di tutto ciò che avrebbe annoiato
certamente i ragazzi e spazientito Molly. Ad un tratto fece un
sussulto, quindi si rigirò tra le dita il ciondolo a forma
di mezza luna che portava al collo e fece un largo sorriso.
“Per
piacere, dite a Fleur di non aspettarmi sveglia!” disse con
aria malandrina prima di scomparire nel nulla.
“Allora
ti sentivi solo, povero cucciolo…”
miagolò una sorridente Tonks che ora era seduta sulle
ginocchia di uno sbigottito Remus. Allungò le braccia a
circondargli il collo e gli pose un dolce appassionato bacio sulle
labbra.
“Ma
come hai fatto?”
“Così!”
rispose Tonks, baciando nuovamente quelle labbra che tanto amava.
“O si,
avevo capito! Io intendevo a venire qui…”
“Hai
aperto il mio regalino! Ho modificato un po’
l’incantesimo per creare una Passaporta: la Passaporta ce
l’ho io , vedi?” disse mostrandogli il ciondolo, “ma la attivi tu leggendo la mia poesia!”
“Veramente
i miei complimenti signorina Tonks!” disse il professore che
era in lui, sinceramente ammirato da quel piccolo stratagemma. E per
sottolineare la sua approvazione la abbracciò per attirarla
più vicino a se e iniziò a baciarla. Un bacio che
si faceva sempre più intimo, sempre più
appassionato. La sensazione di vuoto allo stomaco era totalmente
sparita, rimpiazzata da una nuvola di farfalline svolazzanti.
“Credi
che Molly si accorgerà che non tutti i rumori che vengono da
questa soffitta sono opera del fantasma?” chiese Tonks, senza
quasi allontanarsi dalla bocca di Remus.
“Non
so Dora, ma noi non stiamo facendo molto rumore”
“No,
non ancora…”
“C’è
sempre la magia che può aiutarci” rispose Remus, allungandosi a prendere la bacchetta e lanciando a Dora uno sguardo deliziosamente malizioso.
Remus non
avrebbe più voluto staccarsi dalla sua streghetta, ormai gli era necessaria come l'aria per respirare. E amava le sensazione che lei era capace di fargli
provare.
Era quasi
mattina. Fuori dalle finestre nevicava ancora, ma nonostante il gelo il cuore del
licantropo era pieno di calore. Se anche per lui c’era
speranza, se Ninfadora aveva riportato l’amore in lui ed ora vedeva un futuro davanti a se, allora
era veramente Natale. Strinse a se il dono più bello che la
vita gli aveva regalato e si addormentò felice accarezzando
quei capelli rosa che avevano invaso ogni spazio della sua solitudine,
riempiendola di gioia.
FINE
SE C'E' SPERANZA E' VERAMENTE
NATALE.
ED E' QUESTA SPERANZA CHE
SCALDA IL CUORE IL MIO AUGURIO PER TUTTI I LETTORI DI BUONA VOLONTA'!
Ringrazio di cuore fri
rapace, Ely 79, dublino e Moony3 per aver recensito la mia altra fatica.
Ringrazio anche tutti gli
altri che havvo avuto la pazienza di leggere tutto il mio delirio.
Ancora una volta:
BUON NATALE!!!!
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