III
LEZIONI DI AUTODIFESA
Milena guardò la ragazza
che si stava cambiando, pensierosa. Era davvero buffo vedere il proprio corpo di
fronte a lei. Ma era davvero possibile che il desiderio di rivedere Kagome e
Inuyasha avesse potuto in qualche modo influire sul desiderio della ragazza?
Solo la sfera era in grado di esaudire il desiderio di Kagome, ma come poteva
essere tanto sicura che lei avrebbe voluto rivederla? Come era stato possibile
che la shikon avesse superato il confine spazio- temporale, per giunta non
ancora completamente intera?
Fu la voce della vecchia
Kaede a destarla dai suoi pensieri.
“Siete pronte?” chiese
entrando nella stanza.
Milena si alzò in segno di
rispetto, mentre Kagome continuava a vestirsi con calma. Milena la guardò, ma
non disse nulla.
“Si” rispose e guardando
la donna negli occhi, comprese che avrebbe dovuto uscire e lasciare sole le due
giapponesi. “Vado a vedere cosa sta facendo Alessio” fece allora “Dove posso
trovarlo?”
“E’ sul retro con Miroku e
Sango.”
“E Inuyasha?”
Kaede gettò uno sguardo su
Kagome, ancora intenta a vestirsi e alzò le spalle. “Beh… prima l’ho visto
allontanarsi verso il fiume, ma non so dove sia andato. Anche se lo conosco da
più di cinquanta anni, non lo capirò mai!”
Milena annuì e uscì. Come
le aveva detto la sacerdotessa, trovò Alessio e gli altri sul retro della casa,
intenti in una conversazione che sembrava molto interessante.
Il ragazzo la vide e la
chiamò.
Milena la raggiunse e
sorrise abbracciando il suo ragazzo “Mi intrometto in una discussione in cui non
posso entrare?” chiese sorridendo.
Sango le sorrise
amichevolmente “Alessio ci stava raccontando perché ha deciso di imparare la
nostra lingua."
Milena rise “L’avventura
lo aveva scosso così profondamente, che credetti non avrebbe mai più voluto
sentire parlare di giapponese e invece un giorno si presentò con un libro di
grammatica giapponese e mi disse ‘Nonostante quello che ho passato è grazie a
Inuyasha e Kagome che noi due stiamo insieme e ho intenzione di parlare nella
loro lingua la prossima volta che li vedremo!’”
Miroku e Sango scoppiarono
a ridere “Davvero?!”
Alessio era
imbarazzatissimo. “Dai Milena….Perché vai a dire certe cose?”
Milena si chinò a baciarlo
sulla guancia. “Scusa, cosa c’è da vergognarsi? Sei stato così bravo da imparare
il giapponese meglio e più velocemente di me!”
Alessio arrossì più per il
gesto di Milena che per le parole in sé: nonostante il suo carattere mascolino e
sicuro di sé, non amava dimostrare il suo affetto pubblicamente, ma preferiva
farlo quando erano soli, senza nessuno che commentasse o li prendesse in giro.
Era questo, in fondo, che lui amava più in Milena: quel suo senso del pudore,
che ormai le ragazze avevano perso.
Sango scoppiò a ridere “Ora
capisco perché Inuyasha e Kagome erano così contenti di essere stati nel vostro
mondo! Sembrate così uniti e innamorati!”
Alessio scosse la testa con
forza “Si vede che non la conosci bene! Inuyasha la chiama ‘la Kagome dell’altra
dimensione’. Il suo urlo è così forte da sentirsi a miglia di distanza e se
qualcuno prova a contraddirla….! Chiedete a Inuyasha! Lo trattava come un
cagnolino e lui era costretto a fare tutto ciò che lei ordinava! Ne ha passate
di tutti i colori quel poveretto!”
Milena arrossì e saltò su
piccata “Non è vero! Cioè è vero però… ti sembrano cose da dirsi?” ormai Milena
sentiva di essere viola per la vergogna e assunse un’espressione imbronciata
“Uffa! Sei il solito antipatico!” esclamò allontanandosi in direzione del bosco,
mentre gli altri tre continuavano a ridere alle sue spalle.
Milena assaporò lentamente
il profumo di quella natura incontaminata, chiedendosi per quanto tempo
l’avrebbe goduto, dato che prima o poi avrebbe dovuto ritornare nel suo mondo.
Si guardò intorno, mentre la
sua mente, libera da ogni altra preoccupazione, cercava di dare una risposta
alle mille domande che si poneva, senza tuttavia riuscirci.
Era talmente persa nei suoi
pensieri che non si accorse della figura che si stava avvicinando alle sue
spalle, finché non sentì una mano posarsi sulla sua spalla. La ragazza si girò
balzando indietro e ponendosi in atteggiamento di difesa, ma quando vide il
volto del ragazzo che gli stava di fronte, si calmò immediatamente.
“Inu chan!”
Inuyasha la guardò e
stranamente sorrise: come era strano veder davanti a sé Kagome, ben sapendo di
star parlando con un’altra ragazza! Eppure non riusciva ancora a crederci, era
più forte di lui: vederla prima, lì, accanto ad Alessio, felice e affettuosa, il
suo cuore aveva iniziato a battere velocemente e lo aveva assalito il desiderio
di correre da lei e picchiare il ragazzo che la trattava con tanta familiarità.
Era stato solo il ricordo di poche ore prima a trattenerlo e ad evitare una
figuraccia davanti ai due ragazzi e ai suoi compagni di viaggio. Possibile che
per una donna si fosse di nuovo ridotto in quello stato? Possibile che
fosse innamorato di Kagome? Sì, certo lei gli piaceva, ma amarla era diverso…
completamente diverso…
“Hai migliorato i tuoi
riflessi non c’è che dire!” commentò infine.
Milena arrossì “Ho deciso di
prendere lezioni di autodifesa, sai, dopo l’avventura che ci è capitata…. Però
tu sei troppo in gamba per me! Ti sei avvicinato senza che io ti abbia
minimamente sentito!”
“Hmmm non credo proprio…
ricorda che nel tuo mondo non esistono hanyou e youkai! Hai buoni riflessi e
sarebbero anche migliori se non ti perdessi sempre nei tuoi pensieri!”
Milena ebbe uno strano
guizzo negli occhi, cosa che preoccupò non poco Inuyasha.
“Che c’è?” chiese guardingo.
“Nulla stavo pensando…
perché non mi dai lezioni tu?”
Inuyasha sperò di aver
capito male. “Le… lezioni?!”
Milena annuì sorridendo “Sì!
Mi insegni a combattere! Allora, che ne dici?”
Inuyasha sembrò riluttante
all’idea. “Non so… io non ho mai insegnato a nessuno a combattere… tra l’altro a
una donna…!”
“Beh?! E allora? Cosa ci
sarebbe di strano?!” chiese guardandolo molto male.
Inuyasha si fece piccolo
piccolo “Io? Oh niente… niente Kagome…!”
Il mezzo demone arrossì
"Cioè… scusa Milena…” tentò di scusarsi: era difficile parlare con una persona e
in realtà avere davanti un’altra e mai come in quel momento se ne rese conto.
Milena sorrise e gli pose
una mano sulla spalla “A quanto vedo non sei cambiato per niente!”
“Che vuoi dire?”
“Non sai esprimere i tuoi
sentimenti e anzi maltratti le persone che ti vogliono bene.”
Inuyasha abbassò il capo
punto sul vivo “Kagome ti ha raccontato tutto, vero?”
Milena incrociò le braccia
al petto. “Beh, che ti aspettavi? Kagome stava malissimo è normale che abbia
voluto sfogarsi con me! Dovresti andare da lei e chiederle scusa!”
Improvvisamente la sua aria
rammaricata scomparve per lasciare il posto a una smorfia di indifferenza. “Tse!
Non posso fare una cosa del genere! Sarebbe…”
“… sarebbe un modo per farle
capire che le vuoi bene e che tieni a lei!” lo sfidò lei incrociando il suo
sguardo.
Il ragazzo sostenne lo
sguardo, ma senza sapersi spiegare il perché, improvvisamente sorrise.
“Allora, vuoi ancora che ti
insegna a combattere?”
“Fammi vedere cosa sai
fare!”
Milena annuì e si pose in
posizione di attacco, la gamba destra un po’ più in avanti dell’altra, il
braccio destro piegato verso il petto, quello sinistro più aperto. Fissò gli
occhi color ambra del ragazzo e notò che era perfettamente calmo.
Rimasero fermi a fissarsi a
lungo, aspettando che l’altro facesse la prima mossa. L’attesa durò qualche
istante, poi Inuyasha scattò verso la ragazza, ma questa fu pronta a spostarsi
sul fianco destro. Inuyasha comprese il movimento e lo anticipò con una
ginocchiata, ma lei con uno scatto di reni si portò più indietro. Milena lo
guardò attentamente, pronta al contrattacco; provò a tirargli un destro, ma lui
lo bloccò con una mano. La ragazza non aspettava altro: roteò intorno al corpo
dell’hanyou e gli bloccò il braccio dietro la schiena. Il mezzo demone tentò una
testata all’indietro, ma lei si abbassò per evitarlo e mise la sua gamba fra
quelle divaricate del ragazzo, per evitare che questi compisse qualche
movimento. (NdN: ringrazio per questa scena Sara e Giuseppe e le loro 'lezioni
di arti marziali' durante l'intervallo!)
“Beh, come sono andata?”
chiese lasciando la presa e allontanandosi, per evitare che lui la cogliesse di
sorpresa.
Inuyasha si voltò.
“Accidenti a te, sei diventata proprio in gamba, non c’è paragone con la ragazza
che ho conosciuto un anno fa! Non credo proprio che potrei insegnarti qualche
altra mossa, ma in compenso posso aiutarti in qualcos’altro…”
“Cioè?”
“Ho notato che hai buoni
riflessi, ma solo mentre combatti, perché sei concentrata. Invece quando non c’è
pericolo, ti distrai facilmente ed è facile prenderti di sorpresa. Ed è proprio
su questo punto che potrei aiutarti.”
“Cosa dovrei fare?”
Inuyasha sogghignò. “Resta
ferma qui!” le ordinò e scomparve nella foresta.
Milena si guardò intorno
prevedendo che il mezzo demone avrebbe cercato di colpirla nel momento in cui si
fosse distratta.
“No, non così!” esclamò la
voce di Inuyasha a qualche parte “non startene così ferma, altrimenti mi
scoprirai subito! Fa qualcosa, occupa la mente! Il pericolo è in agguato e cerca
sempre di colpirti quando non te lo aspetti!”
“Ma cosa dovrei fare?”
“Chessò…! Cerca di trovare
una lepre, ce ne sono molte qui!”
Milena annuì e iniziò a
girovagare per il bosco, all’inizio facendo ben attenzione ad ogni minimo
rumore, poi lasciandosi conquistare dal luogo e dimenticandosi di Inuyasha.
D’improvviso qualcosa colpì
la sua attenzione: una donna, dai capelli corvini legati da un nastro bianco e
con un kimono rosso e bianco, molto simile a quello indossato da Kaede sama,
stava camminando nel bosco, una decina di metri davanti a lei.
Milena rimase incantata,
chiedendosi se avesse veramente visto la persona che credeva di aver visto (Il
gioco di parole vuol rendere l’idea della confusione mentale della ragazza!) o
se si fosse trattata di una semplice allucinazione.
Era talmente concentrata su
quella visione che non si accorse della figura di Inuyasha che si trovava ormai
alle sue spalle.
L’hanyou guardò la ragazza
davanti a lui incuriosito. Possibile che non si fosse accorta di lui ancora una
volta? Come aveva fatto pochi minuti prima, le pose una mano sulla spalla, ma
questa volta Milena non si mosse, come se non si fosse minimamente accorta di
lui.
Preoccupato Inuyasha le si
parò davanti e iniziò a scuoterle la mano davanti agli occhi, ma Milena sembrava
non trovarsi in quel mondo.
“Milena!” la chiamò allora
scuotendola con forza “Milena, ci sei?!”
Milena non sembrò accorgersi
di lui, tuttavia: "L’ho vista…!” fece.
Inuyasha la fissò
interrogativo. “Visto chi?”
Questa volta Milena lo
guardò dritto negli occhi.
“Kikyo…..”
La vecchia Kaede guardò la
porta chiudersi dietro Milena, poi tornò a fissare la sua attenzione alla
ragazza che aveva di fronte, ma Kagome continuava a vestirsi come se non
l’avesse vista. La donna la guardò, ma non disse nulla e aspettò che terminasse
di cambiarsi, poi incrociò le braccia.
Kagome si voltò a guardarla:
sapeva cosa la vecchia sacerdotessa volesse dirle, ma non aveva voglia di
parlarne… non ancora una volta… non con lei almeno.
“So che non vuoi parlarne…
sicuramente avrai raccontato già ogni cosa a quella ragazza e non voglio
chiederti nulla… voglio solo dirti che sono più che sicura che sia stato un bene
che quei due giovani siano venuti nel nostro mondo proprio ora… è segno che la
sfera non vuole che tu te ne vada… il tuo destino deve ancora compiersi!"
"E perché dovrei soffrire
per un destino che non voglio?"
"Non sei tu a cercare il tuo
destino, ma è lui che ti trova. Senza contare che tu sei la reincarnazione…"
"Basta, basta, basta!"
Kagome scosse il capo, coprendosi le orecchie con le mani "Io non voglio essere
la reincarnazione di nessuno! Non voglio essere considerata SOLO una
reincarnazione! Io sono Kagome, semplicemente Kagome! Sono una studentessa di
diciassette anni che non ha chiesto di trovarsi qui, che è capitata per caso in
questa assurda epoca, che vuole tornare a casa, ad una vita normale, nel suo
mondo, circondata da amici e non da persone che mi considerano una cerca sfera,
per di più inutile!"
"Kagome sai bene che noi non
ti consideriamo in questo modo! Che LUI non ti considera in questo modo!"
"Hai visto anche tu come mi
ha trattato l'ultima volta, no?"
"Ma quante volte litigate e
poi fate la pace? E' una cosa normale fra di voi!"
"Questa volta è diverso, io…
voglio tornare a casa mia… voglio…."
La ragazza non riuscì a
terminare la frase che scoppiò in un pianto irrefrenabile. La vecchia Kaede si
avvicinò e l'abbracciò protettiva, lasciando che con quelle lacrime sfogasse
tutto il suo dolore e la sua frustrazione.
"Kagome…." La sacerdotessa
allontanò la ragazza da sé e strinse forte le sue mani. "Aspetta la fine di
questa storia, esaudisci il desiderio della sfera… poi, se ancora lo vorrai,
abbandona tutto e torna pure alla tua vita. Me lo prometti?"
Kagome annuì e sorrise. "Te
lo…."
Le parole le morirono in
gola e impallidì di colpo.
"Kagome! Che hai?" le chiese
la vecchia preoccupata.
"Il frammento… il frammento
è qui…..!"
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