L'illusione

di Babu 17
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Salve

Salve a tutti i lettori. Eccovi una nuova storia direttamente dalle mie manine sante =). Spero ardentemente che vi piaccia tanto quanto vi è piaciuta l'altra mia storia: “Mi appartieni. Ti appartengo” (ancora in pubblicazione).

Recensite in tanti. Voglio proprio sapere che cosa ne pensate.

Bacioni.

Buone feste.

Babù.


1. Abbandono


-Mike! Ti prego! Non andartene!-, urlai in preda alla disperazione, -Non lasciarmi! Io ti amo!-. Cercai di afferrargli un braccio: dovevo fermarlo. Dovevo costringerlo ad ascoltarmi.

Con un movimento secco scostò la mia mano.

Chiuse gli occhi e sospirò: -Helena, smettila di comportarti come una bambina. Lo sapevamo che sarebbe finita così: non siamo fatti per stare insieme. Siamo...troppo diversi, ci faremmo solamente del male. Era da un po' che cercavo il coraggio per dirtelo-.

-Ti prego...cambierò...-, cercai di dire tra i singhiozzi.

-Non sei tu il problema...sono io...-. Abbassai lo sguardo. Certo, sempre la solita storia: caricati la colpa, tanto per alleggerirmi la sofferenza.

-Se sei tu il problema allora perché mi stai lasciando tu? Non dovrei farlo io?-, chiesi in preda ad una mezza crisi isterica.

-Io...non so che cosa dirti Lena, non voglio più stare con te...fattene una ragione!-. Sbatté la porta d'ingresso ed uscì dalla mia vita.

Mi inginocchiai. Piansi, piansi forte per scaricare tutto quel dolore che si era accumulato nel mio cuore. Era incredibile che un organo così piccolo potesse contenere tutto quel sentimento.

Non era possibile! Era successo di nuovo! Perché tutti i ragazzi che amavo non facevano altro che scoparmi per qualche mese, illudermi e poi abbandonarmi come un giocattolo vecchio?

Possibile che non esistesse un solo uomo di cui fidarsi in tutto il mondo?

Qualcosa mi disse che era possibile, molto probabile.

Anche Mike, che mi era sembrato un così caro ragazzo fin dal principio, mi aveva mollata come una cicca di sigaretta e mi aveva schiacciata con la solita solfa: “Non sei tu. Sono io!”. Fottiti stronzo! Era successo di nuovo, maledizione. Che cosa avevo che non andava? Perché i ragazzi adoravano fuggire da me? Avevo la peste? La malaria? L'AIDS!?

Avevo mal di testa; era come se un omino piccolo, piccolo con un piccone stesse colpendo violentemente il mio cranio. Tump, tump, tump, tump, andando avanti di questo passo presto si sarebbe aperto un varco e sarebbe uscito all'aria aperta.

Chiusi gli occhi. Mi stesi per terra e continuai a piangere fino a che tutto intorno a me divenne buio.

Mi addormentai.





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