Mezzanotte e un minuto
Mezzanotte
e un minuto del 25 dicembre
Retasu
aveva imparato a convivere con il fatto che lei sarebbe stata
l'ultima del gruppo in tutti i casi. Non che non facesse la sua
parte, anche durante le battaglie contro gli alieni combatteva con
tutte le sue forze. Ma non era mai abbastanza, alla fine erano sempre
le sue amiche a salvarla, lei non riusciva mai a fare niente se non
cacciarsi nei guai o nei pasticci. Cosa sarebbe successo se fosse
improvvisamente scomparsa? Non
penso proprio che sentirebbero la mia mancanza,
pensò la ragazza con un sorriso amaro ed un sospiro affranto. Forse
doveva smetterla di fare certi pensieri proprio la sera di Natale.
Non che lo festeggiasse, odiava quel giorno, e tutta quell'aria di
festa proprio non faceva per lei... anzi, a ben guardare la rendeva
ancora più triste e sconsolata. Oh,
basta, devo smetterla! Scuoté
la testa, prendendo una sedia e posandola con delicatezza sopra il
tavolo del Caffè. Ryou aveva deciso di chiudere il locale per
qualche giorno, in vista delle vacanze di Natale così eccole lì,
tutte a fare le pulizie per lasciare lindo e pulito il locale:
avrebbero faticato sicuramente di meno al ritorno. Ichigo
spostò una pila di piatti fino alla cucina saltellando contenta. A
quanto le ragazze erano riuscite a scoprire, quel pomeriggio del 24
dicembre la ragazza aveva un appuntamento segreto con il suo ragazzo,
Masaya-chan come
l'avevano soprannominato loro. Minto,
Purin, Zakuro e Berry avevano organizzato una specie di complotto a
cui Retasu aveva gentilmente omesso la sua partecipazione. Passare la
vigilia di Natale a pedinare Ichigo e il suo ragazzo era allettante
ma quella sera non sarebbe stata una serata normale. Quella sarebbe
stata una pessima serata
e lei non aveva voglia di andare in giro a bighellonare perciò aveva
balbettato una scusa a cui le sue amiche non avevano abboccato,
questo lo sapeva anche lei ma aveva fatto finta niente con il suo
solito sorriso dolce sulle labbra. Sapeva che doveva parlarne, almeno
alle sue amiche ma era una cosa troppo personale per poterlo dire
così, in una giornata di festa come quella. Avrebbe fatto scomparire
la gioia a tutti e non voleva che accadesse.
Sospirò per
l'ennesima volta prendendo in mano cinque o sei bicchieri e
dirigendosi a passi lenti verso la cucina. Lì, nel locale sentì la
voce di Ichigo urlare che stava uscendo e qualche altra parola che
non riuscì a capire poi ci fu un trambusto generale e quelle,
immaginò Retasu, dovevano essere le altre ragazze che seguivano
fuori la prima. Rise fra sé e sé, riponendo i bicchieri nella
mensola e pensando che Ichigo le avrebbe sicuramente scoperte prima
della fine della serata: succedeva sempre così.
«Retasu-chan?
Che ci fai ancora qui?»
In
un secondo, quei pochi bicchieri che le erano rimasti in mano
finirono a terra, in un rumore frastornante e tremendamente
familiare. La ragazza si maledisse sottovoce: perché davanti a lui
doveva sempre fare queste figure? Piegandosi su sé stessa, per
raccogliere i cocci, alzò lo sguardo incontrando le sue pupille
azzurre. Arrossì, e abbassò gli occhi, tentando di mettere insieme
una frase concreta per non risultare un'analfabeta agli occhi di
Ryou... ma quello che ne uscì fu un balbettante tentativo di mettere
insieme quattro parole. Malamente riuscito, tra l'altro.
«S-Shirogane-san...
ecco, io... stavo mettendo a posto i bicchieri solo che mi hai presa
alla sprovvista... cioè non che io non sia felice di vederti qui
però...» Resasi conto della faccia sorpresa di Ryou e della sua
affermazione si affrettò ad aggiustare il tiro, scuotendo la testa e
agitando le mani. Ma questo ebbe solo l'effetto di farlo risultare
ancora più divertito dalla sua reazione. «N-non nel senso c-che
pensi intendevo dire che... cioè... nel senso che... oddio ho rotto
i bicchieri!»
Con
la coda dell'occhio vide le labbra di Ryou piegate in un ghigno
divertito, le spalle allo stipite della porta con le braccia
incrociate e un piede appoggiato sull'anta dell'entrata. Le venne da
pensare che, in quella posizione che assumeva spesso era
tremendamente sexy.
«Aia!»
Ecco,
questo perché mi metto a pensare a certe cose mentre raccolgo i
pezzetti di vetro, che stupida.
Guardò
le goccioline scivolare giù dall'indice sinistro con una faccia
strana, quasi evocativa. Sangue... sangue significava morte... morte
significava Re-chan...
«Re-chan...»
Un
sussurro. Un debole, sussurro. Era diventato solo questo...
«Retasu-chan?
Retasu-chan ci sei?»
E
la voce di Shirogane-san è così lontana.
«La
stiamo perdendo! Kei-chan la stiamo perdendo!»
«Mi-kun,
il battito è assente! Non lo trovo!»
«Vi
prego salvatela! Re-chan! Re-chan, ti prego svegliati!»
«...
Kei-chan... ora del decesso?»
«No...
Re-chan, no!»
«Mezzanotte
e un minuto del 25 dicembre.»
«Re-chan,
no! No!»
Il
motivo per cui Retasu non festeggiava il Natale era solo uno ed era
molto semplice: non si può celebrare una festività se la persona
più importante della tua vita è morta proprio quel giorno.
Retasu lanciò un
flebile grido prendendosi la testa fra le mani, sconvolta.
Raramente ricordava
quell'episodio della sua infanzia ma quando lo faceva il suo corpo
veniva scosso da tremendi singhiozzi e tremiti, quasi stesse vivendo
un incubo ad occhi aperti. E, forse era davvero così.
«Re-chan...»
Altre lacrime, altro
dolore.
«Retasu-chan, per
l'amor di Dio, che ti prende? Retasu!»
La ragazza spostò
lo sguardo allucinato sugli occhi azzurri e preoccupati del ragazzo.
Abbassò gli occhi, cercando di riprendere il controllo di se stessa.
Aveva un forte mal di testa e non riusciva a mettersi in piedi.
«Re-chan... chi...
chi è Re-chan?»
Domandò Ryou con
una voce piatta e leggermente tremula.
Retasu
ebbe la forza di guardarlo negli occhi per dargli la risposta. Non
sapeva nemmeno lei perché glielo stava per dire. Forse per la
reazione che aveva avuto lei... si sentiva in colpa verso di lui per
averlo fatto assistere ad uno spettacolo quasi raccapricciante,
secondo lei.
Le lacrime le
rigarono le guance, nuovamente facendo irrigidire il ragazzo davanti
a lei.
Strinse i denti,
cercando di controllare la sua voce ma non ci riusciva. Era stanca di
fingere.
«Reika... era mia
sorella.»
Ebbe un tremito
involontario che fece sussultare entrambi. La ragazza sentì una
stretta intorno al cuore, sempre più forte ogni secondo che passava.
Alzò gli occhi notando uno strano luccichio in quelli del ragazzo.
Cercò di sollevarsi, aiutata dalla stretta gentile di Ryou che non
accennava a dire neanche una parola. Voleva che fosse lei a parlare,
se avesse voluto.
Forse fu in quel
momento che decise. Forse, con Ryou ne avrebbe potuto parlare.
Lui s'era rivelato
così gentile con lei... sapeva bene ch'era solo perché lei era la
più debole del gruppo, non s'era mai illusa che fosse per
qualcos'altro, ma in tutti i casi era stato molto gentile con lei.
Forse poteva
fidarsi... forse poteva parlare con lui.
«Mia sorella è
morta q-quando avevamo otto anni... ed è stata t-tutta colpa mia.»
Lo disse quasi in un
sussurro ma Ryou fu in grado di percepirne la nota triste della sua
voce. Retasu dopo quella confessione non capì più nulla. Si ritrovò
tra le braccia del ragazzo che amava da tempo e lui la stringeva
contro il suo petto vigoroso, come a volerla proteggere. Lo sentiva
tremare, le sue mani da pianista sfiorarle i capelli e la fronte
premuta contro il suo capo. La ragazza pensò di stare per svenire in
quel preciso ma fortunatamente il ragazzo la lasciò appena in tempo
perché non succedesse.
Le prese una mano,
recuperando i loro giubbotti da sopra una sedia e trascinandola fuori
dal locale senza che lei potesse opporre resistenza.
«Shirogane-san,
dove stiamo andando? I-il locale, dobbiamo sistemare il...»
«Ah, lascia
perdere. Voglio farti vedere una cosa.»
La protesta della
ragazza fu stroncata sul nascere dal proprietario stesso del locale
che fece un ampio gesto della mano facendola zittire immediatamente
dalla vergogna.
Ma
dove vorrà portarmi?
Non dovette
aspettare molto per ricevere una risposta. Persa in chissà quali
pensieri non s'era accorta che Ryou s'era fermata già da qualche
secondo. Oltre la sua schiena s'estendeva il mare. L'aveva portata al
mare... ma perché?
Il ragazzo le lasciò
andare la mano, fermandosi a pochi passi dalle onde.
«Tua sorella è
morta in mare... vero?»
Retasu ebbe un
sussulto e sgranò gli occhi. Come diavolo faceva a saperlo? Lei non
aveva mai detto a nessuno di questa storia. Nessuno sapeva che aveva
una sorella né tanto meno che fosse morta in mare. Ryou invece era
sicuro di ciò che diceva...
«Ecco perché hai
sempre avuto paura dell'acqua... che stupido avrei dovuto capirlo che
c'era qualcosa sotto.»
Retasu alzò gli
occhi, notando le nocche strette a pugno del ragazzo davanti a lei.
Sembrava stesse
parlando più con se stesso che con lei, come se si stesse prendendo
la colpa per qualcosa che non riusciva a comprendere.
«S-stavamo
giocando...» Sussurrò Retasu stringendo le labbra « poi è
a-arrivata un'onda... io s-sono riuscita ad uscire. » La vista le si
appannò di nuovo, impedendole di avere una visuale chiara di ciò
che stesse facendo il ragazzo.
Ma gli occhi puntati
su di lei, quelli riusciva perfettamente a sentirli. Erano come una
lama che la trapassava. Una lama che le procurava un calore disumano.
«Lei no. E... e
q-quando l'hanno t-tirata fuori era t-tardi.»
In quell'ultima
frase scoppiò letteralmente a piangere, prendendosi la testa con le
mani. Quella storia era tremenda da raccontare ma mille volte di più
era tremenda da vivere.
«Retasu-chan...»
La ragazza alzò lo
sguardo, notando la voce quasi fredda del giovane. Sgranò gli occhi
quando lo vide entrare in acqua, dopo essersi tolto tutto ciò che
aveva addosso tranne i pantaloni. L'acqua era in tempesta, quel
giorno. Le onde s'intravedevano da lontano, pericolose come quel
giorno. Retasu avanzò di qualche passo, con il cuore che batteva a
mille per la paura.
«S-Shirogane-san
torna qui per favore. E' pericoloso stare in acqua con questo tempo!»
Il ragazzo non
l'ascolto nemmeno, immergendosi sotto le onde fredde del mare.
Non riemergeva.
Erano passati già trenta secondi e non riemergeva.
Era tutto troppo
uguale a quel maledetto giorno. Le lacrime presero a scorgere dagli
occhi per poi caderle lungo le guance. Aveva paura. Aveva
maledettamente paura.
Il nero dei mari era
inquietante. Nonostante ora avesse imparato a nuotare non era mai
entrata in acqua con quel tempo. Eppure qualcosa le diceva di
gettarsi in mezzo alle acque...
No, non posso
permetterlo ancora.
Lanciò gli occhiali
a terra e si tuffò in acqua senza minimamente pensare a
trasformarsi. Questa volta avrebbe dovuto farcela da sola, senza
l'aiuto di Mew Retasu.
Spalancò gli occhi,
muovendo le braccia come se stesse nuotando anche se in realtà era
sballottata da una parte all'altra dalla forza delle onde.
Le pupille
bruciavano, non riusciva a distinguere niente con il buio dei mare e
l'aria iniziava a mancarle. E Ryou... non riusciva a trovarlo. Forse
era stato risucchiato in una tromba d'acqua ed era già...
No,
anche lui no. Ryou...
Scrollò il capo,
togliendosi immediatamente quel pensiero dalla testa. Se
Shirogane-san fosse morto, beh quella volta sarebbe morta
anche lei.
Perché io non
posso stare senza di lui.
Riaprì gli occhi,
nuotando più velocemente e cercando Ryou fra le alghe, fra i pesci e
fra il buio che contraddistingueva per loro. Poi, qualcosa. Il suo
cuore fece una capriola, nuotando più velocemente che poteva per
avvicinarsi. Spalancò gli occhi ancora più di prima, allungandosi e
prendendo Ryou per una mano. Lo circondò con le braccia,
ringraziando il cielo di averlo trovato e poi, con tutte le forze che
le erano rimaste trascinò entrambi in superficie e successivamente
fuori dall'acqua.
Retasu si lasciò
cadere sulla spiaggia, tossendo per aver bevuto acqua marina e per il
poco ossigeno che era riuscita a catturare prima di buttarsi in mare.
Aprì gli occhi,
avvicinandosi al ragazzo accanto a lei, gattonando. Lui no. Lui non
aveva aperto gli occhi.
«Shirogane-san...
S-Shirogane-san!»
Si asciugò gli
occhi, che avevano ripreso a lacrimare e si chinò su di lui. Pregò
con tutta se stessa di riuscirci. Di trasmettere un po' del suo
potere a quel ragazzo che aveva capito ormai di amare. Non era
corrisposta ma... ma se fosse riuscita a salvarlo sarebbe stata
contenta lo stesso.
«Shirogane-san...»
Poggiò le sue
labbra fredde su quelle del ragazzo, pregando che il suo potere
riuscisse a scorrere nelle sue vene... ma non c'è ne fu alcun
bisogno.
Le labbra del
giovane si schiusero, approfondendo quel bacio che all'inizio era
dolce e casto. Sì, proprio come Retasu. La ragazza si sentì
sollevare dalle forti braccia del giovane, facendo aderire le sue
mani al petto vigoroso e caldo del ragazzo. Aprì gli occhi di scatto
trovandosi a navigare nelle pozze azzurre di Ryou.
Era vivo. Stava
bene.
Si allontanò da
lui, mentre calde lacrime le rigavano le guance.
«Sei uno stupido...
pensavo che... pensavo che stessi per... Dio, pensavo che... »
Ryou le posò un
dito sulle labbra facendola arrossire e zittire al tempo stesso.
Le accarezzò una
guancia, sfiorandole il il viso con le labbra. Ad ogni centimetro che
toccava, Retasu arrossiva ogni volta di più. Stava per perdere i
sensi, lo sentiva.
«Non è stata colpa
tua.» La sua voce si fece sicura e roca «Reika è stata sfortunata.
Il mare è insidioso Mew Retasu, lo sai anche tu.»
Retasu strinse la
maglia di Ryou, tremando e singhiozzando.
«Diamine, eri solo
una bambina...» Continuò Ryou alzando un po' il tono della voce.
Retasu alzò gli occhi, incrociando le sopracciglia corrucciate del
ragazzo. Le accarezzò una guancia, baciandole le labbra castamente.
«Tu mi hai salvato.
E avresti salvato anche Reika se fossi stata forte come lo sei ora.»
Retasu scoppiò in
lacrime, imbarazzata e si gettò fra le braccia del ragazzo davanti a
lei. Pianse per minuti... per ore forse, ma Ryou non disse nulla se
non accarezzarle la testa e sussurrarle che non era colpa sua.
Mentre il sole
tramontava, le lacrime di Retasu smisero di cadere, asciugate dalle
amorevoli cure del ragazzo.
«N-non ho mai più
festeggiate il Natale... p-perché lei se n'è andata q-quel giorno.»
Retasu alzò gli
occhi, imbarazzata su quelli splendenti e determinati del ragazzo.
«V-vuoi passare
questo giorno con me, Ryou?» Domandò titubante la giovane.
«Oh, non lo so.
Forse...» Borbottò divertito il ragazzo ricevendo in cambio un
colpetto sulla spalla da Retasu che scoppiò in una risata
cristallina.
Ryou le tirò
buffetto sul naso, facendole la linguaccia.
«Sciocchina, certo
che lo passo con te.» Disse sorridendo.
Retasu sorrise,
arrossendo e abbracciò il ragazzo ridacchiando.
Forse,
la mezzanotte e un minuto del 25 dicembre di quell'anno non l'avrebbe
passata a piangere.
Intanto...
«I-Ichigo-chan...
ehm, come te la passi?»
«Che accidenti ci
fate voi qui?!»
«Oh, non te la
prendere I-chan, abbiamo solo voluto vedere come ve la passavate tu e
Masaya-chan.»
«Ma-Masaya-chan?»
«Sì, noi è così
che ti chiamiamo.»
«Come sei
spudorata, Za-san!»
«Basta, vi prego,
ragazze! Per favore!»
«Ma è il mio
appuntamento questo!»
«Ora è anche il
nostro!»
«Oh, vi pregooo!»
In fondo, Retasu
l'aveva detto: Ichigo le avrebbe sicuramente scoperte prima della
fine della serata: succedeva sempre così.
Spazio
pseudo-scrittrice folle
Oh santa pace. o.o
Non avrei mai
immaginato che avrei scritto una cosa del genere. Iniziavo dal
principio... volevo spiegare in modo differente come mai Retasu-chan
avesse paura dell'acqua o almeno perché non volesse più entrarci
così è nata Reika, un'ipotetica sorella gemella della protagonista,
morta proprio in mare.
Lo so, non è il
massimo essendo in periodo di Natale, ma io odio il Natale perciò ci
calzava a pennello. Peccato che a me non sia successo come Retasu
altrimenti sarei stata più che contenta di festeggiare il Natale...
comunque! Lo so, dovrei scrivere il capitolo dell'altra mia fic ma
non sono riuscita a trattenermi dopo aver visto due o tre video su
questa coppia che adoro. Ne approfitto per augurarvi buone feste e
buon Natale anche se in ritardo. E buon 2010, ovvio. Ora mi dileguo
prima che mi prendiate a pomodorate. Spero di aver tenuto gli IC dei
personaggi sempre attivi, in caso contrario fatemelo sapere. Un bacio
a voi tutti, asta la vista.
Disclaimer:
i personaggi, tranne Reika, non sono miei ma della Sensei Mia Ikumi e
della Sensei Reiko Yoshida
di chi ne detiene i diritti. Questa fic non è scritta a scopo di
lucro ma semplicemente per un mio sfizio personale, indi per cui non
violo nessuna legge copyright. Bye e grazie per aver letto la mia
storia. Sempre che l'abbiate letta e non vogliate prendermi a pistolettate in faccia. xD
_Lily_
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