o
Guardò
intimorita l'enorme maniero, il vento era violento, ed era come se
volesse avvertire e mandar via chiunque provasse a entrare in quel
luogo di
torture e sofferenze, ma anche di pazzie e sangue.
Grosse
nubi nere erano poste sopra di esso e l'acqua intorno all'isolotto
era scura come la notte.
Si
strinse nel mantello e si costrinse ad entrare nel grosso portone, si
avvicinò ad un bancone, dove un uomo sulla quarantina leggeva il
giornale.
-Salve,
sono Ginevra Weasley e sono qui per..-
-Lasci
pure qui il documento e la bacchetta, John l'accompagnerà in aula-
la interruppe l'uomo senza nemmeno guardarla.
-Va
bene- guardò arrivare un secondo uomo, castano sulla quarantina, e
fece come aveva detto.
-Signorina
Weasley, sono John Mattews.. si sposti verso il muro così che io
possa controllare se è tutto apposto- le disse gentilmente.
-Certo-
si spostò e John con la bacchetta controllò che non avesse chiavi o
passaporte.
-E'
okay, mi segua- percorsero un lungo e grigio corridoio, poi con una
chiave aprì una grossa porta blindata, che richiuse dietro di lei.
Dopo
qualche metro aprì un cancello e la condusse in un altro corridoio,
dove in entrambi i lati vi erano delle celle, il corridoio dove
c'erano i detenuti.
Si
sentivano urla e commenti sgradevoli al suo passaggio, cosa che la
mise tremendamente in soggezione, forse avrebbe dovuto ascoltare suo
fratello Ron e rifiutare quel lavoro. Forse..
-Ehi
tesoro, vieni qui..- disse una voce.
-No,
vieni da me..- esordì un'altra.
-Ma
che stai dicendo Dolov, quella è una Weasley..-
-E'
ugualmente un bocconcino niente male..-
Ginevra
si strinse nel mantello cercando di non far caso agli sguardi e ai
commenti che i prigionieri facevano attraverso le inferriate.
-State
zitti- venne in suo soccorso John e lei lo guardò grata.
Ad
un paio di celle di distanza notò un paio di mani sporte nelle
sbarre, nella sinistra vi era un anello d'argento con un simbolo che
non riconobbe, e teneva una sigaretta mezza consumata, e lo faceva
con una noncuranza che la colpì.
Quale
uomo riusciva ad essere così tranquillo ad Azkaban?
Quando
fu vicina cercò di guardare all'interno, ma la penombra le impedì
di distinguere il proprietario di quelle mani, quindi fu costretta a
passare oltre.
L'uomo
la portò in una grande stanza impolverata, con delle sedie ed una
mezza dozzina di banchi consunti e vecchi.
-Mi
spiace Signorina, questo è il massimo che abbiamo- sembrava davvero
dispiaciuto.
-Non
si preoccupi, andrà più che bene-
-Io
sono qui fuori, se ha bisogno non esiti a chiamarmi-
-La
ringrazio- l'uomo uscì dalla stanza.
Ginny
si tolse il mantello e si rimboccò le maniche, uscì dalla sua
valigetta una pezza ed il detersivo e, dopo aver spalancato le due
finestre, cominciò a pulire con cura i vari oggetti.
Non
appena ebbe finito, prese il mocio consunto che le avevano messo a
disposizione e riempì un secchio d'acqua e detersivo per i
pavimenti, cercò di lucidare e disinfettare il marmo consunto.
Molto
tempo dopo, quando la stanza profumava di pulito, sistemò i mobili
come una vera classe e, dopo aver lavato un vaso verde vi mise dei
fiori.
Uscì
i telai, spargendoli nella stanza, poi unì tre banchi al centro e
mise i colori, sparse le tavolozze ed i pennelli.
Si
diede una sistemata ed aprì la porta per chiamare John -può farli
venire, è tutto pronto..- l'uomo annuì e sparì per qualche
secondo.
Ginevra
lasciò la porta aperta, aspettò impaziente l'arrivo dei detenuti,
che entrarono ad uno ad uno, incatenati ai polsi.
Fece
un veloce calcolo e ne contò nove, fece loro segno di accomodarsi e
si presentò -salve a tutti, io sono Ginevra Weasley.. sarò la
vostra insegnante, o meglio tirerò fuori l'artista che c'è in
voi..- fece un sorriso forzato e vedendo che nessuno disse nulla
parlò -per cominciare vorrei sapere i vostri nomi.. cominciamo da
te..- indicò un uomo moro -come ti chiami?-
-Blaise
Zabini- rispose quello atono.
-Piacere
di conoscerti Blaise.. poi chi abbiamo?- le presentazioni
proseguirono fino ad arrivare ad un uomo biondo dalla barba incolta.
Lo
guardò attentamente, seppur sporco, con la barba, i capelli
scombinati e degli abiti dozzinali, l'uomo emanava un aura di
eleganza e la sua avvenenza era ben distinguibile.
Ma
la cosa che la colpì fu il suo atteggiamento, non sembrava stanco o
disilluso come tutti gli altri, sembrava.. solo annoiato. Notò nella
sua mano l'anello che aveva visto poco prima.
E'
lui l'uomo con la sigaretta..
-Io
sono Draco Malfoy.. e non ho intenzione di ascoltare le tue idiozie
Weasley- disse freddamente.
Draco
Malfoy.. ?!
-Come
ti permetti..?!- esclamò John.
-Stia
tranquillo Signor Mattews, se il Signor Malfoy non vuole assistere
alle mie lezioni è libero di andarsene..- lo interruppe pacata lei.
-Libero?!
In questo posto non esiste quella parola..- la rimbeccò il biondo.
-E'
proprio per questo che ho deciso di venire ad insegnare qui.. perchè
l'arte è libertà.. libertà dell'anima, della mente, del
cuore.. quando dipingi non ci sono muri che tengano, con il pennello
in mano sei invincibile..- guardò tutti gli altri -io sono qui per
liberarvi.. non posso liberare i vostri corpi, ma le vostre anime
vagheranno in cieli senza nuvole.. o in boschi sempre verdi.. o in
qualsiasi posto voi vorreste essere.. perchè l'arte è libertà-
tornò a guardare il biondo -e se qualcuno non vuole assistere alle
lezioni può anche andarsene- l'uomo non rispose.
-Allora
possiamo cominciare.. le prime opere su tela risalgono al XV secolo
nei Paesi Bassi, si trattava però di dipinti senza imprimitura..
qualcuno sa cosa vuol dire imprimitura?- nessuno rispose
-l'imprimitura è la preparazione del supporto pittorico, consiste
nel primo strato di materia che viene applicato sulla tela..- vide i
loro sguardi persi, quegli uomini avevano bisogno di vivere, non di
imparare la storia -oh al diavolo.. prendete un pennello ed i colori
e dipingete ciò che vi piace..-
Gli
uomini eseguirono e, con non poca fatica dato che erano incatenati,
iniziarono a spennellare.
Man
mano che passava il tempo lei osservava i loro lavori, notò che
tutti dipingevano il solito paesaggio, il mare con il sole ed una
barca.
Ci
vuole un cambiamento drastico..
Dopo
quasi due ore la donna si complimentò con tutti e li salutò -ci
vedremo dopodomani..- aspettò che la guardia li riportasse nelle
loro celle ed uscì.
Una
volta uscita e percorso il lago con una barca, si smaterializzò a
casa e si sedette stanca nel divano.
Ma
naturalmente in casa sua le parole silenzio e discrezione non
esistevano, quindi non appena la videro tutti quanti la sommersero di
domande sul suo nuovo lavoro.
-Si
sono comportati bene?-
-Com'è
andato il primo giorno?-
-Com'è
Azkaban?-
-Vi
prego, lasciatemi respirare!- sospirò -si, si sono comportati
benissimo.. il primo giorno è andato alla grande e, Fred, Azkaban è
come me la sono sempre immaginata, grigia e triste-
Rispose
a qualche altra domanda e poi si ritirò nella sua stanza, si cambiò
e si mise a letto, pensando a come far emergere la personalità dei
suoi nuovi allievi.
Le
venne un'idea che avrebbe aiutato molto e che avrebbe attuato
l'indomani stesso..
Si
svegliò alla buonora e si vestì, bevve al volo un caffè e si
smaterializzò al Ministero della Magia.
Tutti
la salutarono con rispetto, e lei rispose ai saluti, anche se non
aveva mai visto nemmeno la metà di quelle persone.
-Jill,
dì a mio fratello che devo parlargli, per favore- disse alla
segretaria, la donna annuì e sparì nell'ufficio del ministro. Tornò
cinque minuti dopo e le disse che poteva accomodarsi.
Entrò
e vide suo fratello indaffarato a scrivere una lettera, si sedette
nella poltrona di fronte alla sua scrivania -ciao Percy-
-Ginny..
vuoi lasciare il tuo lavoro?- chiese senza nemmeno guardarla.
La
donna alzò gli occhi al cielo -perchè dovrei? Mi piace quel lavoro-
-Allora
cosa ti serve? Non dirmi che sei in visita di piacere..-
-No,
sono qui a chiederti un favore..-
-Che
tipo di favore?- chiese guardingo.
-Oh
niente di ché.. solo un piccolo permesso scritto..- fece vaga.
Il
rosso la guardò -che permesso?-
-Devi
dare l'ordine che ogni volta che faranno lezione con me, i detenuti
vengano liberati dalle catene..-
-CHE
COSA?! Ginny, ma sei matta?! Sono dei criminali.. non esiterebbero ad
ucciderti!- scattò.
-Con
cosa, con il pennello e la tela?- fece ironica.
-No
Ginny, non se ne parla- esordì perentorio.
-Andiamo
Percy.. non ti chiedo molto-
-Mi
chiedi troppo-
-Affatto..
ti prego, al primo sgarro ti giuro che torneranno in catene in un
attimo..-
-No..-
-..
ed io lascerò questo lavoro che tanto detestate- azzardò.
-Ed
insegnerai alle elementari come vuole mamma?- era già più
interessato.
-Si..
tutto quello che vuoi-
-Non
lo so..-
-Avanti,
cos'hai da perdere?-
-Una
sorella-
-Non
mi accadrà nulla- gli assicurò.
-Ho
i miei dubbi-
-Dai
Percy.. ed in cambio ti rivelerò lo scherzo che hanno intenzione di
farti Fred e George alla cena con il ministro francese..-
-Non..-
la guardò stupito -quale scherzo?!-
Ginny
sorrise e gli porse un foglio -firma qui-
Entrò
nell'aula, questa volta gli uomini erano già dentro che
l'aspettavano, lei tolse il mantello e posò la borsa.
-Buon
pomeriggio a tutti.. oggi faremo qualcosa di diverso, di
completamente diverso.. intanto..- si rivolse a John -la prego di
liberare questi uomini dalle catene, nessuno nella mia aula sarà
incatenato-
-Cosa?!
Sono dei prigionieri, ho degli ordini precisi.. per non parlare della
pericolosità di quest'azione, Signorina..-
-Sono
la sorella del Ministro della Magia.. servirà pure a qualcosa no?-
prese da una tasca del mantello un permesso che aveva ottenuto con
non poca fatica da suo fratello Percy.
-E'
pericoloso..- disse allarmato dopo aver letto il foglio.
-Non
credo che possano uccidermi con dei pennelli.. stia tranquillo- gli
sorrise.
L'uomo
sospirò e liberò i prigionieri dalle catene ai polsi, tutti la
guardarono stupiti.
-Perfetto-
sorrise ed uscì uno scatolo dalla borsa -ora voglio che mangiate uno
di questi, lo gustiate e poi dipingete tutto ciò che vi fa venire in
mente..- tolse il coperchio di cartone e offrì un cioccolatino ad
ognuno di essi.
Arrivata
al biondo, lo vide esitare e guardarla sospettoso -non è che sono
avvelenati, Weasley?-
-No
Draco, non lo sono- gli sorrise e lui la guardò per qualche secondo
allibito, poi prese un cioccolato e, senza distogliere lo sguardo da
lei, lo mangiò.
-Li
ho fatti io, quindi capirò se vi faranno schifo.. ma cercate di
stringere i denti ed andare oltre- scherzò.
-Qui
dentro anche le pietre sono buone se portate dall'esterno- disse un
uomo.
-Ah
grazie Theodore- rispose ironica e molti sorrisero divertiti -al
lavoro..-
Tutti
presero i colori ed il pennello, e si cimentarono attenti a dipingere
le loro sensazioni.
-Dipingete
qualsiasi cosa, nell'arte non c'è il giusto o sbagliato.. qualsiasi
cosa vi sia venuta in mente assaporando il cioccolatino, non importa
quanto assurda o imperfetta..-
Il
tempo passò e naturalmente l'ora di lezione finì, gli uomini non
avevano ancora finito le loro opere, quindi si decise di lasciarle in
quel modo e che l'avrebbero continuate l'indomani.
Ginevra,
come si era aspettata, ottenne grandi risultati, avevano molto
talento, tutti quanti, ma tra tutti colui che spiccava era Draco
Malfoy.
L'arte
del biondo era un qualcosa di indescrivibile, un suo dipinto sapeva
colpirti fin nel profondo dell'anima, come sperimentò il giorno dopo
la rossa.
-Molto
bene Pucey.. è molto bello- annuì entusiasta guardando un dipinto
-sapresti descriverlo?-
L'uomo
annuì incerto -è casa mia.. o almeno è la casa che sogno ogni
notte, una casa bellissima in cui vivere.. una casa che non esiste né
esisterà mai- spiegò con tristezza.
-Questa
casa esiste Adrian, esiste nella tua mente e qui- indicò la tela
-esiste..- lui annuì.
Andò
vicino a Malfoy e restò colpita da ciò che vide, aveva dipinto il
mare, il mare in tempesta, un'onda s'infrangeva sugli scogli ed i
fulmini bluastri illuminavano il tutto, in un angolo s'intravedeva il
sole, i suoi deboli raggi non avevano niente a che vedere con la
potenza dei lampi. Tutto ciò era assurdamente reale, tanto che per
un momento, a Ginevra sembrò di essere dentro di esso.
-E'
davvero bellissimo Draco..- ammise sinceramente -sapresti
descrivermelo?-
-E'
il mare.. un mare furioso che fa esplodere la sua collera, ma che non
riuscirà mai a cambiare nulla..- illustrò il biondo criptico.
-Qui
si vede il sole.. cosa sta a significare?-
-Non
lo so..-
-Posso
provare ad interpretarlo?- lui annuì e lei studiò il quadro,
assorta -io penso che come hai detto tu il mare sia molto adirato.. i
fulmini stanno a significare l'ira inesplosa del cielo.. ed il sole,
la sua luce.. per me vuol dire speranza.. anche se fioca e nascosta..
debole e malridotta.. è lì, presente e permette di vivere.. perchè
la verità è che se non c'è speranza non si può vivere..- tornò a
guardarlo, lui la guardava in modo strano e lei arrossì -o almeno è
come la vedo io..- si giustificò imbarazzata.
-No..
forse hai ragione- confessò lui continuando a guardarla
intensamente.
-Bene..-
sorrise a disagio e si allontanò -avete fatto tutti uno splendido
lavoro, sono molto fiera di voi.. purtroppo per oggi la lezione è
finita-
La
guardia riaccompagnò i detenuti nelle loro celle, ma uno si fermò
sulla porta a guardarla -Weasley?-
Ginny
si voltò a guardarlo -cosa, Draco?-
-Verrai
anche domani?-
Lei
lo guardò negli occhi e quello che vide la lasciò interdetta, cosa
vedeva negli occhi dello spietato Mangiamorte, dell'arrogante
Serpeverde senza cuore?
Timore..
di tornare a vivere le giornate grigie in una prigione altrettanto
grigia?
Paura..
di perdere l'ennesima persona che gli aveva dato una piccola
speranza?
Terrore..
di essere abbandonato al suo destino?
Gli
sorrise dolcemente -si Draco, torno domani e dopodomani.. e il giorno
dopo e quello successivo ancora..-
-Va
bene.. arrivederci allora-
-Arrivederci..-
E
così i giorni passarono, ogni giorno Ginevra visitava la prigione,
portando nuove idee e nuova fantasia, un giorno venne con un
giradischi e fece ascoltare un pezzo di musica classica che poi fece
rappresentare, un altro giorno con un ridicolo cappello chiedendo
loro di fare delle caricature su di lei con quello addosso, poi venne
con un profumo, dandogli il compito di dipingere ciò che gli
ricordava e così via.
Per
quegli uomini le sue lezioni erano diventate ragioni di vita, al
punto che la sera pregavano che si facesse presto giorno per tornare
in quella stanza dove tutto era possibile, dove non erano ex
Mangiamorte, ma erano ciò che desideravano essere.
Un
giorno Ginevra arrivò con un'enorme torta al cioccolato e panna,
dicendo che era il suo compleanno, e festeggiarono insieme.
Quel
giorno non dipinsero, mangiarono e scherzarono, senza catene né
impedimenti.
Draco
si avvicinò piano a Ginevra, che stava cercando qualcosa nella borsa
e le chiese -perchè lo fai?-
-Come
scusa?- lo guardò interrogativa.
-Mi
sono informato, hai una laurea in Storia dell'Arte alla Sorbona,
potresti insegnare ovunque tu voglia.. quindi, perchè hai scelto di
stare qui, tra i rifiuti della società?-
-Voi
non siete rifiuti della società..- scosse la testa.
-Perchè?-
ripetè lui curioso.
-Non
lo so, forse perchè sentivo che ne avevate bisogno.. perchè l'arte
rende libero ogni uomo, e chi ha bisogno di libertà più di un
prigioniero?-
-E
non pensi alle occasioni che hai perso? Ti avranno offerto molti
prestigiosi lavori..-
-Io
non mi pento di nulla, sono fiera di voi e dei vostri lavori, e non
vorrei essere in nessun altro posto che qui-
Lui
sorrise di un sorriso sincero, come ne aveva fatti ben pochi nella
sua vita -tieni, questo è per te.. buon compleanno- si tolse
l'anello d'argento e glielo diede.
-Io..
ti ringrazio, ma non posso accettarlo..- arrossì.
-Si
che puoi.. so che non è granchè, ma è lo stemma della mia
famiglia.. e voglio che lo tenga tu..-
-Io
non so cosa dire..-
-Dì
solo che lo accetterai.. e che ne avrai cura-
-Va
bene, te lo prometto- lo mise all'anulare.
In
quel momento si sentì veramente felice, felice come non lo era mai
stata, si era sempre sentita un'emarginata tra i suoi coetanei o i
suoi amici, ma lì, in quel luogo pieno di dolore e pazzia, aveva
trovato il suo posto nel mondo. E quei ragazzi, quegli ex assassini
spietati, le avevano cambiato la vita.
Ma
come ogni periodo di gioia, anche quello era destinato a finire, tre
mesi dopo, per le elezioni fu eletto un nuovo Ministro, un austero e
severo uomo che vietò ogni forma di carità per i detenuti di
Azkaban.
L'ultima
lezione infatti fu molto triste, Ginny cercò di trattenersi dal
piangere, ma dopo che li ebbe abbracciati tutti non riuscì a
trattenersi.
Pianse
per quegli assassini visti con disprezzo dalla gente, ma che nel suo
cuore avevano conquistato dei posti d'onore.
Malfoy
fu l'ultimo ad essere riportato in cella, ed il suo addio fu qualcosa
di estremamente toccante e malinconico.
-Allora
non ci vedremo più..-
-No,
soltanto se questo governo cade.. ma non credo- disse sconsolata.
Il
biondo le accarezzò una guancia -che cos'è quest'espressione
triste?-
-E'
ingiusto..-
-Non
preoccuparti per noi, ce la caveremo.. e tu, tu continuerai la tua
vita.. dimenticandoti di noi.. e di tutto ciò che siamo e
rappresentiamo..-
-No,
non è vero.. te lo giuro non vi dimenticherò mai- tirò su col naso
-mai-
-Tu
hai ridato la speranza alle nostre anime.. forse per gli altri non
sarai mai nessuno, ma sei stata tutto per noi.. per me- e dopo
un ultimo malinconico sorriso se ne era andato.
Ginevra
era corsa fuori e si era smaterializzata nella sua stanza, aveva
pianto tutta la notte, mentre nel suo cuore si faceva spazio la
dolorosa consapevolezza di essersi innamorata di lui, e che non
l'avrebbe rivisto mai più.
Cinque
anni dopo..
Sistemò
il fermaglio nei capelli, spruzzò un po' di profumo. Il suono del
campanello la fece sussultare, diede un ultimo sguardo alla sua
immagine riflessa e, dopo aver preso il mantello e la borsetta, scese
di corsa le scale.
-Sono
pronta!- fu il suo saluto.
-Menomale,
l'ultima volta che sono passata a prenderti mi hai fatto aspettare
tre quarti d'ora..- uscirono e salirono in macchina.
-Allora
Herm, dove mi porti?- chiese curiosa all'amica.
-Ti
piacerà..- prese dal cruscotto un volantino e glielo passò.
-Cos'è?-
lo lesse con attenzione -non ci credo, una mostra! Mi porti ad una
mostra d'arte!- urlò entusiasta.
-Si..
infondo te lo devo, l'altro giorno mi hai accompagnata a quella
conferenza sull'alimentazione..-
-Ma
chi è questo.. Alexandre Royal?- domandò leggendo il nome
dell'artista.
-Non
lo conosci?- la rossa scosse la testa -è un artista di gran talento,
è stato scoperto da soli quattro mesi ed è già considerato uno dei
migliori pittori di tutti i secoli.. il New York Times lo ha definito
“il nuovo Michelangelo”.. non sai che fatica per trovare i
biglietti della sua prima mostra qui a Londra-
-Davvero?
Non vedo l'ora di vedere le sue opere allora..- esordì entusiasta.
Dopo
qualche minuto, finalmente arrivarono, parcheggiarono la macchina ed
entrarono.
Era
una stanza grande, dalle pareti candide ed il pavimento in pregiato
parquet, al centro di essa vi era il rinfresco con champagne e
stuzzichini.
Vi
era molta gente, elegantissimi signori che sorseggiavano le loro
bevande e guardavano incantati i dipinti.
-Per
prima cosa proporrei un bel bicchiere di champagne.. che ne pensi
Ginny?-
-Si,
sono d'accordo- si avvicinarono al tavolo ed un cameriere riempì
loro dei bicchieri.
-Hermione
cara.. cosa fai qui?- si voltarono entrambe e riconobbero la moglie
del capo della mora.
-Signora
Spencer, sono lieta di vederla- la salutò con rispetto -questa è la
mia amica, nonché sorella del mio ragazzo, Ginevra Weasley- le
presentò.
-Lieta
di conoscerla- si strinsero la mano cordialmente.
-Piacere
mio-
Le
due intavolarono una lunga e noiosa, ad avviso della rossa,
conversazione di lavoro, quindi Ginny, sentendosi di troppo, si scusò
e decise di fare un giro ed osservare i dipinti che tanto la
incuriosivano.
-Vogliate
scusarmi- sorrise.
-Prego,
mia cara-
La
rossa si avvicinò al primo, su uno sfondo bianco vi era un elegante
pianoforte nero, e sopra di esso vi era dipinta una pallida ragazza
nuda, girata di spalle, i lunghi capelli color del fuoco erano sparsi
nei tasti. Era davvero bello, e sembrava così reale da poterlo quasi
toccare.
Si
costrinse a passare ad un altro, questo raffigurava il un enorme
castello grigio, dove in un balcone c'era una donna, anch'essa dai
capelli rossi, che guardava malinconica l'alba.
Proseguì
osservando gli altri quadri, erano tutti stupendi, quel pittore
esprimeva sentimenti violenti ma al contempo dolci, in tutto vi era
un alone di tristezza.. quasi nostalgia, che era più che
percettibile.
Forse
è davvero il nuovo Michelangelo..
La
cosa che la colpì maggiormente, però, fu che la donna dai lunghi
capelli rossi e dalla pelle lattea era presente in ogni singolo
dipinto. Lei c'era sempre, nei temporali, nei boschi verdi, in
disegni astratti, sempre.
Provò
un moto d'invidia per lei, per dipingerla così di frequente,
l'autore doveva amarla profondamente, lo si vedeva da come la
raffigurava, un'eterea figura che emergeva in ogni dove.
-Le
piace la mostra, signorina?- una voce suadente poco lontano da lei.
La
rossa, così assorta e rapita dal dipinto, non si voltò nemmeno,
limitandosi a dire con sincerità -non ho mai visto niente di più
bello..-
-Si,
molti lo definiscono..-
-Il
nuovo Michelangelo..- si voltò sorridente a guardarlo, ma il sorriso
le si bloccò sul volto.
Quell'uomo..
quell'uomo aveva un che di familiare.
Lo
osservò, aveva corti capelli di un biondo chiarissimo, era alto e
muscoloso, il suo volto era sottile e delicato e di un'avvenenza
disarmante, ma quello che la colpì furono gli occhi, immense pozze
di un colore indefinito, forse paragonabili solo al metallo.
Aveva
già visto quegli occhi, aveva già sentito quella voce ma.. dove?
Non
è possibile.. non.. può essere lui.. lui è ad Azkaban.. il
cuore le mancò un battito ed il respiro le si mozzò in gola.
-Ciao
Weasley..- le sorrise quando fu chiaro che lei l'aveva riconosciuto.
-Draco..
Malfoy..- pronunciò il suo nome stupita ed incerta, come per
convincersi che non stesse sognando.
Lui
annuì -ne è passato di tempo..-
Ginevra
cercò di riprendersi dallo stato confusionale in cui era, c'erano
milioni di domande che le vorticavano incessantemente nel cervello,
come: cosa ci fai qui?
Oppure, sei fuggito da Azkaban? O
ancora, sei davvero tu?
Invece
si limitò a fare una banale constatazione -ti trovo bene..-
-Sto
bene..-
La
rossa si schiarì la voce, non sapendo più cos'altro dire, ed il
biondo le venne in soccorso -ti va se ti accompagno nel tuo giro?- le
porse il braccio.
Lei
inerme lo accettò, voleva toccarlo per capire se era un fantasma
partorito dalla sua fervida fantasia.
La
accompagnò a vedere le altre tele, ma lei non prestava attenzione,
le guardava senza realmente vederle, era troppo sconvolta dalla
vicinanza del biondo.
-Deve
amarla molto, secondo te?- si accorse di aver parlato ad alta voce
soltanto quando lo sentì rispondere.
-Chi?-
-Questo
pittore, Alexandre Royal, alla donna dai capelli rossi.. lei è in
tutti i quadri-
Draco
guardò il dipinto e poi lei -si, credo proprio che l'ami più della
sua stessa vita-
-Lo
penso anch'io- sospirò sognante -e credi che lei lo ricambi?-
domandò dopo qualche secondo.
-Non
lo so.. forse lei nemmeno sa di essere amata da lui-
Lo
guardò e dopo un po' si decise a fare la domanda che più le premeva
in assoluto -cosa fai qui, Draco?-
Lui
aggrottò le sopracciglia -guardo la mostra, con te-
-Sai
cosa intendo-
Lui
sospirò e la guardò serio -sono libero, Ginevra. Ho scontato la mia
pena-
-E'
fantastico- fece un gran sorriso felice, il suo Draco era libero..
libero di stare con lei, libero di parlarle, di abbracciarla, di..
Frena
Ginny.. la tua fantasia sta correndo un po' troppo.. Malfoy non può
essere interessato a te..
-Si,
lo è.. mi sembra ieri che stavo in quella topaia, ed invece sono
passati sei mesi..- inspirò profondamente una boccata d'aria.
-Sei
mesi..?- cercò di mascherare il suo tono deluso, da sei mesi lui era
uscito di prigione e non l'aveva mai cercata.. nemmeno per un saluto.
-Qualcosa
non va?- chiese premuroso.
-No,
è tutto.. va tutto bene..- cercò di trattenere le lacrime, che
minacciavano di scivolarle sulle guance da un momento all'altro -se
vuoi scusarmi.. ho bisogno di un po' d'aria- si staccò dal suo
braccio.
-Ti
accompagno..-
-No..
non c'è bisogno.. continua pure a guardare i dipinti- sorrise
forzatamente ed a passo svelto raggiunse la porta.
Uscì
fuori e si allontanò, avvicinandosi alla ringhiera che separava la
strada dalla spiaggia sottostante, e lì si permise di piangere in
silenzio.
In
sei mesi.. non è venuto a cercarmi, mai.. nemmeno una lettera per
sapere come stavo.. nemmeno..
-Weasley,
va tutto bene?- la sua voce confusa fu come una pugnalata allo
stomaco.
Tirò
su col naso ed asciugò con un gesto secco le lacrime -si.. si, torna
dentro-
-Non
senza di te-
Lo
sentì avvicinarsi e, sempre voltata verso il mare, con una mano
alzata lo fermò -ho bisogno di qualche momento.. per stare da
sola..-
-Porti
ancora il mio anello..- si accorse allibito.
Lei
l'abbassò immediatamente e se la portò al petto, sfiorando con
l'altra mano l'anello che non si era mai tolta. Mai, nemmeno per un
secondo.
-Io..-
-Perchè
Weasley?-
-Io..-
cosa poteva dirgli? Che lo amava e che non aveva mai smesso di
amarlo?
-Perchè?-
Una
voce venne in suo soccorso, interrompendo le domande del biondo
-Signor Royal, devo farle i miei complimenti.. non ho mai visto dei
dipinti più espressivi e belli in vita mia-
Come..
come l'ha chiamato?..
Si
girò di scatto ad osservare esterrefatta il biondo, che la stava
ancora fissando -la ringrazio Signor Deverout..- disse inespressivo.
-E
vorrei proporle un'offerta molto vantaggiosa.. mi dica le piacerebbe
esporre i suoi dipinti a Parigi?- continuò l'uomo.
-Molto
Signore, ma adesso non è il momento più opportuno..-
-Lascio
il mio biglietto da visita al suo mecenate, mi chiami domattina.. con
permesso- si congedò.
-Come..-
deglutì -come ti ha chiamato?-
-Royal.
Alexandre Royal.. il mio nome d'arte-
-Sei
tu l'artista di..?-
-Si-
-Io..
devo andare..- lo superò confusa.
-Ginevra,
perchè hai ancora il mio anello?- ripetè la domanda.
-Chi
è la donna dei quadri?-
-Ti
facevo più intelligente, Weasley..- rispose con indifferenza.
-Sono..
io?- si azzardò a chiedere, sebbene avesse paura di una sua risposta
negativa.
-Si-
-Perchè..?-
-Tu
perchè hai tenuto il mio anello?- ripetè ancora.
Lei
fece un mezzo sorriso, mentre il cuore minacciava di scoppiarle -ti
facevo più intelligente, Malfoy..-
Draco
sorrise a sua volta e in un batter d'occhio ridusse la distanza, la
prese tra le braccia e la baciò con trasporto. Quel bacio che aveva
sognato ed agognato fin dalla prima volta che l'aveva rivista, quando
era passata davanti alla sua cella.
Fu
lei la prima a scostarsi, non poteva lasciarsi andare in quel modo,
doveva prima avere delle risposte.
-Perchè
non mi hai cercata in questi mesi?- gli fece la domanda che in quel
momento le premeva di più.
-Perchè
non era giusto.. non è giusto.. tu meriti di meglio di un
Mangiamorte redento ed ex galeotto.. non posso condannarti a questa
vita..- si staccò da lei.
-E
quello che voglio io non conta?!- fece irritata -non hai mai pensato
che una tua visita.. o anche un tuo gufo, mi avrebbe fatto toccare il
cielo con un dito?! O forse la tua era una leggera infatuazione, che
con il tempo si è affievolita, fino a spegnersi completamente..
magari mi hai dipinta perchè mi trovavi artistica ed ispiratrice.. o
per gratitud..- con una mano il biondo le tappò la bocca.
-Hai
finito di dire sciocchezze?!- chiese adirato e lei annui ancora
arrabbiata, lui la lasciò -ascoltami.. in quella prigione io ero
morto Ginevra.. ero un morto vivente.. mangiavo, bevevo, il mio unico
piacere era una sigaretta, una volta al mese.. ero morto dentro,
senza credo né speranza.. ma quando sei venuta tu, il mio cuore ha
ricominciato a battere ed il sangue a scorrere..- sospirò -io
cercavo la libertà, l'anelavo, e tu me l'hai data.. tu mi hai
riportato alla vita..- le accarezzò una guancia e le sorrise -ed io
mi sono innamorato di te.. anche se non dovevo e non potevo, è
successo.. per questi cinque anni il tuo pensiero è stato la sola
cosa che mi ha permesso di sopravvivere.. e l'unica cosa che potevo
fare per ricompensarti, quando sono uscito, era di lasciarti stare e
non cercarti mai..-
-Non
ti importava se in questo modo mi avresti fatta soffrire?-
-Credo
che soffriresti di più ad avermi al tuo fianco- confessò mesto.
-No..
io voglio stare con te- lui distolse lo guardo -permettimi di stare
con te.. ti prego- lui chiuse gli occhi contrito e lei insistette -ti
prego..-
Draco
le prese la mano sinistra, dove vi era l'anello -sai quest'anello è
il simbolo della famiglia Malfoy.. e la tradizione vuole che io lo
regali alla mia sposa..- lo guardò attentamente.
-Tu
l'hai donato a me..-
-Si..
e adesso ti chiedo.. rispetteresti la tradizione con me?-
-Assolutamente
si!- gli saltò al collo e lo abbracciò.
Lui
la strinse a sé e la baciò, per anni l'aveva sognata, l'aveva amata
ed adesso non riusciva a credere di averla tra le braccia, di
stringere il suo miracolo.
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Nuova FF.. strana e che ho scritto in una notte ihih.. cosa dire poi.. fatemi sapere se vi va:D ringrazio tutti in anticipo
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