Sospiri

di Sleep
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Nella radura fiorente, sotto il sole caldo, Naruto stringeva al petto il corpo freddo di Sasuke.

Tremava, scosso dai singhiozzi, mentre lacrime calde e liberatorie sgorgavano incessantemente dai suoi occhi.

«Ti amo»

La voce era appena un sussurro, ma era certo che Sasuke lo sentisse chiaramente.

«Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo…»

Lo ripeteva come una cantilena, avendo paura di smettere.

L’odore pungente di sangue si propagava per tutta la radura.

Sasuke era lì, fra le sue braccia, con lo sguardo spento e gli occhi vitrei. Naruto poteva toccarlo, e sentirne la pelle gelida e il respiro affannato, ma più lo stringeva al petto, più lo sentiva scivolargli via, come sabbia fra le dita.

E la consapevolezza che il sole era ancora caldo, che i fiori sbocciavano ancora, che tutto continuava a vivere, faceva ancora più male.

Non contava nulla l’addio eterno e doloroso, che due anime si stavano scambiando?

Non bastava, a Sasuke, la forza per rispondere degnamente a quei dolci sospiri che Naruto gli rivolgeva.

Il dolore della morte era niente, rispetto al dolore di abbandonare tutto ciò per cui aveva vissuto.

Racimolò le sue ultime forse, e sorrise.

Sorrise come ormai non faceva da anni.

«Dobe»

Sussurrò flebilmente, prima che il cuore cessasse di battere.

Nessuno nasce per una ragione, tutti la trovano vivendo. Quando poi scompare, si continua a vivere per crogiolarsi nel dolore di non essere stati in grado di proteggerla.

 

 

 

 

Si, è triste, ma mi riesce bene deprimere e deprimermi.

Sleep





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