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Know why the nightingale sings?
What does the
free fall feel like?
Asks the boy
with a spark in his eye.
Come si sente l'uomo libero
imprigionato?
Chiede il ragazzo con una
scintilla negli occhi.
Le onde del mare s’infrangevano rumorosamente contro gli
scogli, il sole stava tramontando ed il cielo si era tinto di una tonalità
rossastra. Dominique Weasley, figlia di Bill e Fleur, era sdraiata sulla sabbia,
i lunghi capelli biondi le arrivavano fino alla vita e incorniciavano il suo
viso pallido e allungato, era straordinariamente bella, molto più bella di
qualsiasi altra bambina di undici anni.
La bambina osservava il mare con i suoi grandi e profondi
occhi blu nei quali si poteva leggere una traccia di tristezza, ma ciò era
normale per la secondogenita dei coniugi Weasley. Dominique non parlava quasi
mai, era sempre assorta nei suoi pensieri. Più matura di molte ragazze e forse
perfino della madre, passava le giornate a suonare e a dipingere, ogni volta che
le sue dita toccavano i tasti di un pianoforte creava melodie malinconiche, ma
bellissime. Subito dopo aver composto cercava di creare immagini che
suscitassero le stesse emozioni di quelle note da lei appena suonate.
Era un’artista nel più puro dei significati del termine.
La bambina esprimeva tutto il suo essere ogni volta che
poteva, ogni volta che ne aveva bisogno, tuttavia continuava a sentirsi limitata
nelle sue azioni, si sentiva a disagio, sapeva che una parte di lei non poteva
trovare sfogo, non ancora almeno, e per questo s’incupiva; era poi
un’osservatrice, odiava parlare e lo evitava il più possibile, rispondeva solo
alle domande che le venivano poste, preferiva ascoltare ed osservare ogni cosa,
studiare i comportamenti umani per poi cercare di riprodurli con la musica e con
i colori, prendeva addirittura appunti sui comportamenti di Victoire, sua
terribile sorella, analizzava con cura i capricci di suo fratello Louis e le
reazioni dei suoi genitori, nulla poteva renderla più felice.
Era anche una bambina curiosa, voleva sapere tutto, voleva
trovare risposta ad ogni suo quesito ma non di trovar soluzione a tutto, sapeva
che molte domande non avrebbero mai trovato risposta, che non dovevano
avere risposta.
Bramava ogni forma di conoscenza, non diceva mai di no ad
una possibilità di migliorare la propria cultura, desiderava andare ad Hogwarts
più di ogni altra cosa, lì avrebbe potuto scoprire tutto, lì avrebbe costruito
la base del suo essere artista, lì avrebbe potuto esprimersi in tutto il suo
estro, sarebbe stata veramente libera da ogni costrizione. Per quanto amasse la
propria casa e la propria famiglia, Dominique non vedeva l’ora di andare in un
posto dove nessuno –o quasi- la conosceva e costruire tutto da zero.
La bambina era consapevole di avere un qualcosa che la
rendeva speciale e cercava in tutti i modi di coltivare quel qualcosa di
indefinito a cui nemmeno lei trovava definizione. Spesso eccedeva in superbia,
ritenendosi bravissima in ogni cosa e pronta al mondo tentava imprese disperate,
fallendo inesorabilmente.
Know why the
nightingale sings?
Is the answer to everything.
Sai perchè l'usignolo canta?
E' la risposta ad ogni cosa.
Dominique amava anche la natura in ogni sua forma e genere.
La natura era la sua principale fonte d’ispirazione, passava ore intere stesa
sulla sabbia con gli occhi chiusi ad ascoltare il rumore del mare, o ancora
amava sedersi sotto l’ombra di un albero, chiudere gli occhi e ascoltare il
canto degli usignoli di sua madre.
Quando si sentiva giù di morale, quando aveva bisogno di
conforto, quando aveva voglia di formulare dialoghi immaginari nulla l’aiutava
più di quei due usignoli, col loro canto la rilassavano fino a farla
addormentare, si sentiva in pace con se stessa, ritrovava l’ispirazione, li
aveva ritratti più e più volte.
Appena sentiva il loro canto costruiva un nuovo mondo a cui
solo lei poteva accedere, un mondo dove tutto era perfetto, dove non vi erano
preoccupazioni di alcun tipo e dove lei era allegra e ribelle come sua sorella
Victoire. Per quanto disprezzasse la sorella fin troppo confusionaria voleva
essere come lei, sapeva che quel suo disprezzo era nato dall’invida che provava
nei suoi confronti. Più volte si era sorpresa ad immaginarsi come Victoire,
oppure sognava di essere al suo posto, di essere lei la ragazzina spensierata e
impulsiva che era la sorella. Tentava di lasciarsi andare come spesso faceva
Victoire, eppure non vi riusciva mai, qualcosa la frenava sempre.
Qualcosa che parecchi anni dopo avrebbe identificato con la
ragione e il buonsenso.
Tuttavia quei due usignoli non erano solo due semplici
uccellini destinati a finire come tutte le cose. Quei due usignoli
rappresentavano le sue passioni, le sue emozioni, la sua arte, il suo essere, la
libertà negata, rappresentavano tutta lei stessa. Sapeva che l’avrebbero
accompagnata per sempre perché altro non erano che il suo cuore e la sua mente.
Taking a step
to the world unbound
Spinning my
fantasies all around
Freed from
the gravital leash
I swear the
heaven's in my reach.
Prendendo l'impronta a un
modo libero
Tessendo le mie fantasie
tutto intorno
Libero dall'oppressione del
guinzaglio
Io giuro che il paradiso è in
mio potere.
Ed ogni volta che i due usignoli cantavano, lei correva al
pianoforte. Ogni volta che la sua mente e il suo cuore si fondevano in una sola
cosa lei sognava e rendeva reali i sogni con le note e i colori.
Sognava di essere una principessa in una torre, sognava di
essere un cavaliere a dorso di un nobile destriero, sognava di essere la più
grande strega di tutti i tempi, sognava cose che non avrebbe mai potuto avere ed
era felice così. Lei viveva per quelle illusioni, quei sogni scacciavano ogni
male che l’attanagliava.
Ogni giorno attendeva fremendo il momento in cui avrebbe
potuto affogare nel suo oceano di musica e forme, libera da ogni bugia,
costretta ad essere se stessa. Per creare arte non bisogna mentire,
bisogna dare tutta la propria anima, bisogna sgomberare la mente da ogni
pensiero esterno ed era proprio quello che Dominique faceva. Quando i suoi due
usignoli cantavano, per lei non esisteva nient’altro, sentiva dentro di sé una
forza crescere continuamente, si sentiva come se tutto il potere del mondo fosse
concentrato in quelle sue dita. Odiava quando qualcuno l’ascoltava suonare o
commentava i suoi dipinti, lei non voleva nessuno nel suo mondo, non le
importava che si trattasse di sua madre, di suo padre o di qualsiasi parente.
Quello era il suo mondo, era solo ed unicamente suo, non potevano
violarlo in quel modo.
Raramente concedeva a qualcuno di sentirla suonare e in
quel caso si esibiva solo in brani di musica classica ed ogni volta era una
sofferenza, poiché non era certo la stessa cosa, suonando cose già composte in
precedenza rinunciava a far emergere una parte di se stessa.
Dancing with
the spirit of the air
In this ocean
so open and fair
Making love
to the gods above
On my maiden
voyage so bold.
Danzo con lo spirito
dell'aria
In questo oceano così aperto
e onesto
Facendo l'amore con gli dei
lassù
Sul mio viaggio inaugurale
così ardito.
Dominique premeva un tasto, e poi un altro, e un altro
ancora, gli occhi chiusi. Era consapevole che quel che stava creando non era
bello, anzi, ma le rimandava immagini varie e contrastanti a cui non poteva
rinunciare.
S’immaginava volare, vedeva la terra dall’alto, volava così
in alto da non riuscir più a distinguere una terra dall’altra, l’aria le
sferzava il viso, i capelli biondi erano sparsi al vento, sotto ai piedi scalzi
non aveva nulla, né terra né acqua, solo l’infinito.
Più le tonalità diventavano acute, più lei volava sempre
più in alto, finché non riuscì a toccar una stella e a sedersi su essa e poi
d’improvviso tutto divenne grave, si vide sprofondare nel buio più profondo e
rivide “la luce” solo avvicinandosi all’ottava centrale. Il ritmo sempre più
incalzante, s’immaginò nuotare nell’oceano. Al suo fianco vi erano due sirene,
dava loro la mano, si avviavano verso il loro castello di corallo, viaggiava
senza timore, incurante di quel che le poteva succedere nella realtà.
Ma d’altronde quello era il suo sogno, lì andava tutto
bene, nulla poteva interferire con la quiete e la pace che regnavano
incontrastate nella sua mente.
Landing
safely to the blue lagoon
Don't know if
this is the earth or the moon
Joy of living
is no more a mask
The Eden I
found will forever last.
Attero senza problemi sulla
laguna blu
Non so se questa è la terra o la luna
La gioia di vivere non è più una maschera
L'Eden che ho trovato durerà per sempre.
E all’improvviso riaprì gli occhi e si alzò di scatto dal
pianoforte. Incrociò subito la sua immagine nello specchio, sul volto un largo
sorriso, la sua espressione perennemente cupa ora era raddolcita e serena. Si
sentiva allegra e felice come poche altre volte era stata e si adagiò a terra
per osservare il soffitto. Si chiedeva perché quel dono, perché tale reputava la
sua arte, era toccato proprio a lei, perché doveva essere lei ad avere qualcosa
di speciale. Non che le dispiacesse, ma a volte ciò le creava non pochi
problemi; i suoi coetanei la ignoravano, i suoi parenti l’ammiravano e lei era
costretta ad avere due volti. Era costretta a fingersi briosa e spensierata con
parenti e conoscenti, ma la finzione non fa parte della vita di un artista, quel
ruolo lo interpretava fin troppo male e tutti se ne accorgevano, ma nessuno
replicava.
E poi c’era la sua vera indole, quella di bambina
taciturna, asociale e curiosa, lei era la bambina strana, quella che non
giocava con le bambole ma non i pennelli, quella che non aveva mai giocato per
le strade con i fratelli e gli altri bambini ma che passava i pomeriggi a
leggere, suonare e dipingere.
Tutti si preoccupavano per lei, ma nessuno si rendeva conto
che lei era felice così, che si sentiva appagata solo quando era se stessa e
giocava come solo lei faceva, solo allora non fingeva più quando si mostrava
felice. Del resto, come biasimarli, era lei quella diversa.
Migrating
with the geese
My soul has finally found peace
Doesn't matter that man has no wings
As long as I hear the nightingale sing...
Migro con le oche
La mia anima ha finalmente trovato pace
Non importa se l'uomo non ha le ali
Finché io odo l'usignolo cantare...
La gente parlava di lei, ma non le importava. Non le
importava delle dicerie delle persone finché si sentiva in pace con se stessa.
Era la sua vita, era a lei ad esser contenta, era lei a
dover scegliere della propria vita entro certi limiti, e se una volta adulta
avrebbe rimpianto la giovinezza perduta, così la definivano, avrebbe
rammendato che lei era felice allora e che non avrebbe dovuto aver nessun
rimpianto.
Gli estranei le dicevano che doveva restare con i piedi per
terra, che doveva sognare di meno, ma lei li ignorava. La sua famiglia aveva
però una reazione diversa a quelle chiacchiere. Loro amavano Dominique per
quello che era, l’amavano perché era l’artista della famiglia, era la persona
più profonda e sensibile fra tutti i Weasley. Era poi la protetta di Fleur, la
difendeva ad ogni costo, era la figlia che aveva sempre sognato: remissiva ma
non troppo, dava sempre grandi soddisfazioni alla famiglia. Non che disprezzasse
gli altri due figli, voleva bene a tutti e tre in egual misura, ma Dominique era
la più vulnerabile, e si sentiva in dovere di proteggerla da chiunque.
La bambina tentava di dir loro di lasciar perdere, che non
le importava ma in questo caso non l’ascoltavano.
Le importava solo di udire i suoi due usignoli cantare.
***
Ecco, questa one shot la scrissi forse due o tre anni fa, ma
l'ho ritrovata solo ora. Non l'ho neanche rivista o riletta, la ricordo
perfettamente. Non ha un vero senso, aiuta solo a comprendere maggiormente la
mia idea di Dominique Weasley.
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