Hail
Hail!
Vi è mai
capitato di avere una gran voglia di scrivere qualcosa , ma di non riuscire a trovare un'idea valida per far iniziare tutto?
Bè, è esattamente quello che sta succedendo a me! ^^ Così ho pensato di
tentare un esperimento: la mia prima ff su Harry Potter, e in particolare sui
mitici Malandrini! Io ci provo! Incrociate le
dita! Kiss kiss!
Chiaretta
°°°
***A
smile for you***
Anche l'ultimo fiocco di neve si posò
danzando e smise di nevicare.
Dalle imponenti finestre della Sala Grande si
poteva osservare uno spettacolo meraviglioso, che aveva il potere di lasciare
senza fiato anche chi aveva già avuto modo di rimirarlo: il grande cortile di
Hogwarts e le torri completamente imbiancate. La scuola di magia e stregoneria
più famosa del mondo sembrava un gigante addormentato sotto quella morbida
coperta di fiocchi, sgualcita di tanto in tanto solo dal passaggio di qualche
studente nel prato.
Ma James Potter, quella fredda mattina
invernale, non aveva proprio occhi per quella visione.
Se ne stava seduto alla tavolata dei
Grifondoro, ancora in buona parte deserta per via dell'ora, con il volto quasi
tuffato nella grande tazza di caffelatte, lo sguardo perso e le braccia distese sul tavolo, in mezzo ai pacchi di biscotti: aveva un bel problema, e
nemmeno le risatine e gli sguardi delle sue numerose ammiratrici riuscivano a
distrarlo dal dilemma per costringerlo a passarsi le dita tra i capelli
arruffati. Aveva un grande problema e mancava solo una settimana al giorno di
Natale, decisamente troppo poco per venire a capo di qualcosa.
Ero uno degli studenti più amati dalle
ragazze della scuola, il cercatore migliore, il più simpatico, ma allora
perchè con lei aveva tutti quei problemi?
Improvvisamente una voce ironica, ben
conosciuta, alle sue spalle lo fece sobbalzare, rischiando di fargli rovesciare la
tazza.
"Ehi! Bel addormentato! Se stai
aspettando il principe azzurro ti informo che io sono già fin troppo
occupato!"
Sirius Black si sedette rumorosamente vicino
a lui, sorridendo sarcasticamente e fissandolo divertito con i suoi intensi
occhi chiari. Aveva alcuni bottoni della camicia slacciati e i capelli corvini
erano stati legati in una coda con poco interesse: in fondo, era pur sempre domenica
e per un Malandrino scendere in Sala Grande alle otto e mezza era decisamente insolito.
"Ti sei alzato un po' presto, non
trovi?" domandò afferrando una brioches e addentandola "da quant'è
che sei qui?"
"Al massimo un'ora..." rispose
Ramoso sospirando e allontanando un po' la tazza di caffelatte, tanto non
sarebbe riuscito a berne neppure un sorso.
Felpato lo guardò di traverso, versandosi
del succo d'arancia, e decise che era l'ora di finirla: da quasi dieci giorni
James non faceva altro che sospirare e visitare negozietti idioti alla disperata
ricerca di qualcosa di ancora ignoto a tutti, compreso lui.
"Sei ancora in ansia per quella storia
del regalo?"
"Te ne sei accorto che mancano solo 7
giorni a Natale e io non ho trovato un regalo per la Evans?" ribatté acido
Ramoso voltandosi finalmente a fissarlo con i suoi occhio nocciola
"Stavolta farò veramente colpo su di lei!" esclamò deciso, ma
probabilmente stava solo cercando di convincere se stesso.
"Non devi necessariamente fare colpo con
un regalo! Anzi, perchè non aspetti che sia lei a fartene uno?"
"Ha parlato il maestro! Secondo te
quante possibilità ci sono che la Evans decida spontaneamente di
regalarmi qualcosa che non sia un cappio per l'impiccagione del
sottoscritto?"
Sirius rise, con la sua risata simile a un
latrato:
"Bè, anche se ti regalasse un cappio,
sarebbe sempre un dono, no? Credo che dovresti essere più ottimista!"
James sorrise. Era impossibile restare seri
per più di cinque minuti consecutivi quando si conoscevano individui come
Felpato. Scosse la testa rassegnato e si alzò in piedi:
"Ok! Adesso il grandioso James Potter
andrà a volare un po' e, intanto, la sua mente geniale troverà una soluzione,
sei d'accordo, signor Black?"
"Assolutamente!" assentì il
Malandrino, ma mentre dava l'ultimo morso alla sua brioches, qualcosa attirò il
suo sguardo e subito la indicò all'amico che, voltandosi in quella direzione,
si passò all'istante le dita tra i capelli spettinandoli ben bene e sfoderò il
suo sorriso ammaliatore migliore.
"Buongiorno, Evans!" cinguettò
avvicinando la ragazza che era appena entrata in compagnia di alcune compagne,
ma non sentì neppure la risposta secca che Lily gli aveva rivolto perchè si
era perso nel contemplare i suoi capelli rossi che sembravano ancora più
morbidi del solito e i suoi occhi verdi, luminosi e grandi. Anche senza la
divisa era veramente carina, e quel giorno indossava dei jeans scuri e un
maglione azzurro, con il collo alto che le donava molto.
"Hai bisogno di qualcosa?" domandò
lei inarcando un sopracciglio e superandolo per sedersi al tavolo, vicino ad
alcune amiche, prendendo una tazza di latte.
"Mi stavo chiedendo" continuò
James con uno sguardo furbo "... cosa hai intenzione di regalarmi per
Natale?"
Lily rimase un attimo attonita, tanto la
domanda l'aveva colta impreparata, poi piegò le labbra rosate in una specie di
smorfia.
"Perchè credi che ti farò un regalo,
Potter? Non te l'ho mai fatto gli anni scorsi, non vedo perchè cambiare
abitudini..."
"Se proprio ci tieni, puoi farmi anche
gli arretrati!" l'assicurò tranquillo il cercatore, arruffandosi ancora i
capelli, immaginando già una risposta antipatica da parte della rossa, ma
stranamente la sentì esclamare:
"Questa sì che è una bella idea!"
"Davvero?" domandò speranzoso lui
piegandosi sul tavolo per guardarla dritta in faccia. Lei non stava minimamente
sorridendo, anzi, roteò gli occhi esasperata:
"No." e con questa risposta chiara
e precisa, James capì che per lui era giunta l'ora di dileguarsi, così si avviò alla
porta incrociando Remus e Peter.
"Tutti mattinieri oggi, eh?" fece,
salutandoli con una mano, senza fermarsi, diretto al campo da Quiddich.
"Mai quanto te" sorrise Lunastorta,
strofinandosi con una mano gli occhi azzurri e raggiungendo Sirius al tavolo.
***
"Lily, perchè non vuoi fare un regalo a
Potter?"
Qualche ora dopo, a quella domanda, Lily
Evans lasciò cadere per terra i libri che aveva in mano per lo stupore: ma
perchè diavolo tutti pensavano che avrebbe dovuto fare un regalo a quello
stupido?
"Kate" rispose all'amica, chinandosi
a raccogliere il grosso tomo di Trasfiurazione "se non te ne sei accorta,
io e Potter ci odiamo. O-di-a-mo" e afferrò malamente il libro di Pozioni
che nella caduta si era aperto, stropicciando così tre pagine.
"Non credere di fregarmi,
signorina" riprese materna l'altra "lo so che il signor Potter non ti
è indifferente, quindi perchè non prendergli un pensierino? Magari sarà più
gentile con te!"
Il Prefetto di Grifondoro sospirò:
"Tu credi che in quell'individuo ci sia
anche solo una minuscola parvenza di gentilezza? E poi perchè dovrei dargli
questa soddisfazione? Non ci penso neanche!"
"Però..." cercò di dire Kate, di
Corvonero, ma la rossa la bloccò con un eloquente gesto della mano:
"Noi stavamo andando a studiare in
biblioteca, no? Allora perchè non ci andiamo subito e lasciamo perdere
quell'arrogante?"
"Come preferisci" sospirò l'altra
"ma io lo dicevo per te..."
Lily sorrise scuotendo la testa. La domenica
era iniziata peggio del previsto: un incontro ravvicinato con James Potter e un
breve dialogo su di lui, Santo Cielo! Ma perchè quel ragazzo doveva
perseguitarla anche nei giorni festivi? Non bastavano i continui battibecchi
durante la settimana scolastica? Si sistemò meglio la borsa a tracolla piena di
pergamene e calamai e altri libri ed entrò nella biblioteca seguita a ruota
dall'amica, ma quando si diresse automaticamente al suo tavolo abituale,
lo trovò occupato, con sommo orrore da parte sua, dai Malandrini.
"oh-oh" bisbigliò Kate, convinta
che il terribile Prefetto dei Grifoni avrebbe iniziato una sfuriata, in quanto
quello era il SUO tavolo della biblioteca, invece Lily assunse un'espressione
demoralizzata e appoggiò la borsa su una sedia vicino alla porta: non aveva la
minima voglia di discutere ancora con lui, almeno per quel giorno. Sospirò e
tirò fuori una pergamena già scritta per metà, la sua ricerca sulle
proprietà dei funghi geloni, e intinse la punta della penna nel calamaio
per cercare di scrivere ancora qualcos'altro, ma alcuni schiamazzi del tavolo in
fondo - il suo, per la precisione - la distrassero. Contro la sua
volontà alzò lo sguardo smeraldino e lo posò su Remus Lupin, intento a
raccontare qualcosa di estremamente divertente, suppose, in quanto James, Sirius
e Peter ridevano sguaiatamente, tenendosi la pancia con le braccia. Osservò per
un istante di più il sorriso radioso di Potter, ma subito arrossì e si diede
mentalmente degli schiaffi: quello stupido! Non solo occupava il suo tavolo, ma
non studiava nemmeno!
Cercò di riportare la sua attenzione sulla
ricerca e ci riuscì per qualche minuto, dopo la curiosità la spinse di nuovo
ad alzare discretamente gli occhi verso il quartetto.
Adesso erano tutti concentrati su alcuni
spessi libri e ogni tanto, con un frusciare di penne, scrivevano sulle pergamene
un appunto. Pensò che erano uno strano gruppo di amici: due egocentrici, uno
riflessivo ed uno servile.
Rilesse le ultime righe che aveva scritto e
poi, soddisfatta di quel lavoro, arrotolò la pergamena e la ritirò nella
borsa: quello era l'anno dei GUFO, non poteva assolutamente lasciarsi distrarre
da un qualsiasi gruppetto rumoroso. Prese l'agenda e vide che l'aspettavano 30
cm di relazione sulle visioni da tazza da tè, così, roteando gli occhi, si
alzò di malavoglia e si avvicinò allo scaffale dei libri di Divinazione
cercando di farsi notare il meno possibile, invece, proprio quando aveva
adocchiato il
volume che gli serviva, l'irritante voce di quel ragazzo era giunta alle sue
orecchie e lei si era maledetta per la sua dannata fretta di fare Divinazione: non
poteva studiare prima un po' di Pozioni? No!
"Ehi, Evans! Non ti avevo vista!"
Lily si girò meccanicamente, cercando di
mantenere uno sguardo serio e distaccato:
"Ciao Potter. Io ti avevo visto
benissimo..."
"Si, lo so che mi spii..." fece
sarcastico lui, alzandosi per andarle incontro. La vide afferrare un libro e
avvicinarsi a sua volta, ma non per andare da lui, bensì per tornare al suo
tavolo.
"Non essere sciocco! Non ti spio
affatto, si da solo il caso che quello che hai occupato sia il mio
tavolo..." spiegò lei, secca, senza guardarlo negli occhi, mentre invece
tutti gli altri occhi presenti in biblioteca si fissavano su loro due.
"Oh, scusa, non pensavo ci fosse scritto
il tuo nome..." ribatté James, fingendo di controllare se ci fosse inciso
qualcosa.
"Infatti non c'è scritto!" si
arrabbiò la rossa "ma lo sai che da cinque anni mi siedo sempre lì,
quando posso!" sbatté sul tavolo il libro di Divinazione che aveva preso e
si risedette dov'era prima, mettendosi una ciocca di capelli dietro un orecchio
e aprendo il tomo ad una pagina a caso, nel tentativo di essere lasciata in
pace.
"Allora..." continuò James, con il
suo solito sorriso furbo stampato sulle labbra "Se non c'è scritto il tuo,
credo che ci scriverò il mio di nome..."
A quel punto non riuscì più a trattenersi.
Lily balzò di nuovo in piedi e gli si fece a una spanna di distanza, con gli
occhi minacciosi e l'indice puntato:
"Ti avverto Potter, se solo ti azzardi a
incidere qualcosa sui tavoli della biblioteca e, in particolar modo, su quel
tavolo, non te la farò passare liscia..."
"Mi sculaccerai?" s'informò
fingendosi preoccupato il moro.
"Anche, ma innanzitutto toglierò tutti
i punti a Grifondoro, così che i tuoi ammiratori della nostra casa cominceranno
ad odiarti!"
James strabuzzò gli occhi... l'avrebbe fatto
sul serio?
"Ascoltami Evans, stavo semplicemente
scherzando..." sorrise nel vederla così seria e irritata "che vuoi
che mi importi di quel tavolo? Dai, scherzavo..."
"Non mi piaci quando scherzi, Potter,
ricordatelo bene! ... E non ti farò mai un regalo per Natale!"
Detto questo, corse fuori dalla biblioteca,
lasciando tutta la sua roba lì, mentre James lanciava uno sguardo ai suoi amici
Malandrini, facendoli ridere sommessamente.
***
"L'ha detto chiaramente: non gli
piace quando scherzi e non ti farà mai un regalo..." Remus
corrugò la fronte e si carezzò il mento con una mano, stravaccato nella Sala
comune, mentre fuori il cielo si faceva sempre più buio e le nuvole bianche
minacciavano altra neve.
"Grazie Lunastorta, l'ho sentito
benissimo anch'io, non ho bisogno che ti mi faccia il riassunto delle puntate
precedenti ..." replicò acido Ramoso, mangiando un cavallo di Peter
con la sua Regina, decisamente arrabbiata. Sirius ridacchiò guardando
l'espressione presa di Codaliscia, nel tentativo di salvare il suo Re dagli
attacchi di James, si accomodò meglio sul divano vicino a Remus, per
guardare la fine della partita a Scacchi Magici e poi domandò:
"Vuoi farle ugualmente il regalo? Forse
te lo sbatterà in testa, non ci hai pensato?"
"E' una possibilità" ammise il
cercatore.
"E neanche troppo remota." annuì
Peter.
"Ok" continuò Ramoso, che iniziava
ad innervosirsi "però glielo farò ugualmente! Non avete visto quant'era
carina mentre mi sgridava? E come mi ha minacciato bene!"
"Tu sei del tutto fuori di
testa..." commentò Lunastorta riavviandosi i capelli biondi "ma io
sto dalla tua parte: che ne dici di regalarle una crema anti-rughe? Se va avanti
a strillare così dovrà presto usarla..."
"Non essere maleducato, mio lupesco
amico" lo rimbeccò Sirius "Io consiglio uno di quei nuovissimi
pettini biforcuti di Zonco..."
"Si, così lo usa per infilzarmi...
bell'idea!" ghignò il diretto interessato "io pensavo a qualcosa di
più romantico, come... come quella macchina fotografica che prende a pugni tutti
quelli che si trovano al centro dell'obbiettivo..."
"Questo sì che è davvero romantico,
come ho fatto a non pensarci?" replicò sarcastico Felpato "Se fossi
in te, prenderei il coraggio a due mani e chiederei direttamente a lei..."
"Magari tra un ceffone e un incantesimo
pietrificante ti confessa che l'unica cosa che ha sempre sognato è una lapide con
su inciso il tuo nome... almeno non devi più scervellarti!" concluse lugubre Remus, gesticolando con le mani,
così che James prese un cuscino dal divano e glielo lanciò addosso, dando
ufficialmente il via ad una spietata guerra di cuscini.
***
Il giorno dopo, un grigio e freddo Lunedì
mattina, la lezione d'Incantesimi si prospettava ancora più noiosa del solito:
Vitious continuava a parlare da almeno venti minuti con la sua vocina irritante
di un incantesimo difficilissimo che avrebbero dovuto studiare l'anno seguente,
mentre l'attenzione generale della classe era rivolta alle lezioni di volo di
quelli del primo anno che, nel campo da Quiddich che si scorgeva dalle ampie
finestre dell'aula, arrancavano in mezzo alla neve cercando di far alzare le
scope fradice e di non rimanere sotterrati sotto la spessa coltre bianca ad
ogni atterraggio.
Lily chiacchierava animatamente con la sua
compagna di banco circa quella maledetta ricerca sui funghi che avrebbero dovuto
consegnare l'ora successiva: possibile che nessuno avesse trovato la settima ed
ultima proprietà dei geloni tanto decantata dalla professoressa di Erbologia?
Probabilmente questo le avrebbe abbassato notevolmente il voto... si grattò
accigliata il mento con la penna cercando di ritrovare il filo del discorso di
Vitious, ma le riuscì difficile, soprattutto perchè un passerotto di carta si
era appena posato sul suo banco con un piccolo pigolio e si era srotolato
davanti ai suoi occhi...
Cosa ti
piacerebbe ricevere per Natale?
Inarcò un sopracciglio: nell'angolo in basso
erano scarabocchiate le iniziali, J.P, ed era stato disegnato un boccino.
Lily si voltò a fissare James Potter con uno sguardo di rimprovero,
incrociando le sue iridi nocciola, allegre e luminose. Lui sorrideva apertamente
e, con il labiale, le raccomandò di rispondere al più presto.
La giovane Prefetto, stanca dei suoi continui
giochetti, girò il foglio e intinse la penna nel calamaio di inchiostro nero
che teneva aperto sul banco, poi, con una calligrafia tonda e decisa, scrisse
qualcosa e il passerotto, ripiegandosi, volò di nuovo dal suo proprietario che,
dopo aver letto, passò il messaggio ridendo a Remus, che scoppiò a sua volta
in una risata:
Una lapide con su inciso
il tuo nome.
Quando anche Sirius Black ebbe letto il
foglietto, trovò che il suo caro amico Lunastorta e Lily Evans se la
intendessero troppo per essere solo "colleghi" in quanto entrambi
Prefetti, così James finse di sentirsi tradito e con la scusa di stare male a
causa di un terribile tiro mancino, se ne andò in infermeria, giusto in
tempo per perdersi la noiosissima spiegazione degli incantesimi congelanti,
mentre gli altri tre Malandrini continuavano a ridacchiare.
Lily si costrinse a non guardarli neppure una
volta per la restante ora di lezione: possibile che trovassero tutto così
divertente? E che non facessero altro che ridere? E perchè poi quello stupido
se n'era andato in infermeria con una scusa così assurda? Forse, come Prefetto,
avrebbe dovuto prendere provvedimenti... ma alla fine che le importava? Se quei
quattro sciocchi volevano rovinarsi l'anno scolastico prendendo tutto sotto
gamba, che lo facessero pure, ma che la smettessero di tormentarla!
Ripensò un momento a quel bigliettino:
voleva farle veramente un regalo o era solo un modo per prenderla in giro?
Scosse la testa. Era ovvio che voleva solo ridere alle sue spalle, ma questa
volta non gliel'avrebbe data vinta, nossignore!
Quando finalmente quella tediosa lezione
terminò, la rossa tornò a prendere i libri in dormitorio il più velocemente
possibile per evitare di incrociare i Malandrini - e soprattutto James - e per
una volto la fortuna girò dalla sua, infatti il cercatore aveva deciso di
saltare anche Erbologia, e dopo pranzo si mantenne ad una distanza di sicurezza
di almeno cinque metri.
"Qualcosa non va, Lily?" le
domandarono alcune amiche quando durante la lezione di Pozioni insisté per
cambiare il banco a centro aula con quello vicino alla porta, isolato da tutti
gli altri.
"Va tutto benissimo" sorrise, ma
con la coda dell'occhio misurava i passi che la distanziavano da lui.
Intorno al loro calderone, i Malandrini osservarono i suoi
spostamenti.
"Meno sei giorni..." sentenziò Peter, e James
sbuffò, mescolando un intruglio decisamente poco invitante che, non lo sapeva
ancora, sarebbe scoppiato entro dieci minuti...
***
"Adesso basta! Non capisco!" James strepitava
già di prima mattina, arrotolato ancora in buona parte nei piumotti del letto a
baldacchino. Peter aprì un occhio e sbadigliò.
"Cosa, Ramoso?"
"Non capisco perchè Lily non voglia dirmi cosa
vuole! Santo Cielo, non le ho mica chiesto quanto pesa! Perchè fa tanto la
difficile?"
Ringhiando Sirius gli scagliò addosso la sveglia, che
l'altro schivò per un pelo:
"Ma si può sapere perchè ci svegli a quest'ora del
mattino per un motivo così assurdo? E' chiaro come il sole che non vuole niente
da te!"
"Grazie tante, tu sì che sei un amico!" lo
rimbeccò James lanciando poi uno sguardo speranzoso a Lunastorta, ancora molto
assonnato, con gli occhi socchiusi e i capelli tutti scompigliati:
"Lo sai quant'è permaloso Felpato in questi
casi..." sbadigliò sonoramente e poi parve riflettere un momento "...
dato che l'approccio diretto non ha funzionato, l'unica soluzione e che tu trovi
da solo un regalo adatto."
Peter annuì e si accovacciò meglio sotto le coperte,
mentre Ramoso scuoteva la testa esasperato:
"Forse dovrei arrendermi veramente... ma la Evans..."
e per un istante rimase in silenziosa adorazione, interrotto da un improvviso
pensiero che gli balenò in mente:
"Ho fatto un sogno!" annunciò ad un certo
punto.
"Evviva..." fece sarcastico
Sirius.
"Bè, è importante, perchè ho sognato proprio la
Evans... e io le facevo un regalo, esattamente la macchina fotografica che ammazza tutti,
solo che a lei faceva schifo e allora mi infilava in testa un cappellino
strizza-cervello..."
"Terribilmente inquietante..." commentò Remus,
sbadigliando di nuovo "ma almeno adesso sei su una pista giusta: mai
regalare quella macchina fotografica a qualcuno che abbia un cappello
Strizza-cervelli..."
"Non penso che la Evans abbia qualcosa del
genere." bisbigliò James, arruffandosi i capelli. Certi automatismi non
desistevano nemmeno alle cinque e mezza del mattino.
"Se vuoi fare un tentativo..." sospirò Peter
arrotolandosi ancora di più nei piumini e beccandosi un'occhiata omicida da
parte del cercatore, che si decise a ristendersi. Tese un braccio in su e si
fissò il dorso della mano grande.
"Che ne dite di un bell'anello?" propose
imitando il gesto di mettersi una fede, con tanto di marcia nunziale in
sottofondo.
"Te lo infilerà su per il naso, poco ma
sicuro." replicò Sirius, alzando il viso dal morbido cuscino foderato di
rosso in tempo per vedere James che fingeva di morire asfissiato da un anello
immaginario "E in questo modo otterrebbe anche la lapide targata Potter: la
faresti proprio felice, amico!" celiò ancora.
***
Quando il mattino seguente Lily Evans scese nella Sala
comune di Grifondoro non sentì schiamazzi benché i Malandrini sedessero
intorno ad un tavolo, seduti sul bordo delle poltrone, chini su un foglio di
pergamena. Avevano due grandi occhiaie a circondare gli occhi lucidi e
discutevano sottovoce, con un'espressione rapita e concentrata. Appena James
vide la ragazza entrare - e se ne accorse solo dopo qualche minuto - non le
svolazzò intorno come al solito, ma si limitò ad uno stanco "Buongiorno
Evans" e tornò alla sua pergamena.
Lily rimase molto stupita e durante tutta la giornata non
fece altro che osservare il suo spasimante sfinito, che non attaccò briga
nemmeno una volta, la fissò di rado, non saltò nessuna ora e non prese il
massimo dei voti nell'interrogazione in Difesa contro le Arti oscure, cosa
decisamente insolita per il suo genio. Il Prefetto credeva che non sarebbe mai
arrivato il giorno in cui James Potter avrebbe smesso di tormentarla e invitarla
ad uscire, così, insolitamente soddisfatta, trascorse la prima metà della
giornata a gioire della strana fortuna che le era capitata, ma quando dopo cena,
lo rimproverò perchè teneva le scarpe sul divano e lui si limitò a scusarsi e
ad andarsene, cominciò a sospettare che il ragazzo stesse veramente male.
Lui e i suoi tre amici Malandrini erano sempre con quella
pergamena in mano, a scambiarsi monosillabi, a scuotere di tanto in tanto la
testa e a tracciare delle righe su parole che dalla sua posizione non riusciva a
leggere; la situazione sembrò divenire ancora più grave nel momento stesso in
cui Sirius Black ridacchiò e James anziché fargli eco lo fulminò con lo
sguardo riportandolo alla serietà. Lily pensò che, se non l'avesse visto con i
propri occhi, non ci avrebbe mai creduto.
Aveva deciso di andare a dormire quando finalmente il
Malandrino si decise a rivolgerle la parole spontaneamente.
"Evans..." la chiamò brevemente, senza
cinguettare o cose del genere. Lei si avvicinò sospettosa: quel Potter era
decisamente strano, non sapeva come comportarsi.
"Hai bisogno di qualcosa, Potter?"
"Ti piacciono le Provette Elfiche?"
La ragazza si mise una ciocca di capelli dietro un
orecchio: Provette Elfiche? Ah già, quelle provette che bevevano il liquido che
contenevano se non lo toglievi entro quindici secondi...
"No. Perchè?" rispose, e lo vide farsi
improvvisamente lugubre e lanciare uno sguardo pietoso agli amici.
"Buonanotte Evans..." fluttuò praticamente su
per le scale e sparì dietro la porta del dormitorio maschile. Lily si voltò
verso i Malandrini rimasti in Sala e rivolse loro uno sguardo interrogativo.
"Si può sapere che diavolo gli è preso?"
Quelli ridacchiarono, accomodandosi sulle poltrone più
vicine, facendole segno di avvicinarsi. Si sedette a sua volta lisciandosi le
pieghe della gonna a scacchi della divisa. Remus si schiarì la voce:
"James ha un dilemma atroce che non riesce a
risolvere, tutto qui."
"Bè, non l'avevo mai visto ridursi a un vegetale a
causa di un problemino..."
Sirius sbuffò:
"Se ti sapessi qual'è il suo problema, non lo
chiameresti certo 'problemino'... è soprattutto colpa tua!"
"Sirius!" lo riprese Lunastorta, ma era troppo
tardi, Lily balzò in piedi:
"Non dirmi che è per il regalo!"
Ma improvvisamente i Malandrini si sentirono moooolto
stanchi e corsero su per le scale, sparendo a loro volta e lasciando il Prefetto
in mezzo alle poltrone, a domandarsi che diavolo stesse succedendo a quei quattro
stupidi.
Se fosse salita a sua volta li avrebbe sentiti parlare
animatamente.
"Complimenti Sirius!" esclamò James ironico,
dopo aver ascoltato il racconto di Peter e Remus "adesso penserà che sono
solo uno smidollato che non è in grado di fare un regalo!"
"La verità fa sempre male, lo so..." si difese
lui, alzando le spalle e mettendosi la maglietta del pigiama invernale.
"Grazie... comunque, una giornata intera a preparare
la lista dei possibili regali è stata inutile: ha detto che le Provette Elfiche
non le piacciono, ed era l'unico regalo che non avevamo cancellato dalla
lista..."
"Per pietà." concluse Peter saltando sul suo
letto.
"Dì pure che TU non hai voluto cancellarlo perchè
in realtà avresti voluto comprarle anche per te..." lo punzecchiò
Lunastorta guardando fuori dalla finestra: la Luna stava crescendo, ma
fortunatamente per quella settimana non sarebbe stata ancora piena.
"Ok, ok" ammise Ramoso "le Provette le
volevo io, ma non capisco perchè abbiamo cancellato dalla lista il coniglietto
zannuto: le ragazze vanno matte per gli animaletti coccolosi..."
"Solo se questi non le azzannano durante il
sonno." precisò sarcastico Felpato "e che mi dite dei Guanti a
calamita? Secondo me erano geniali!"
"... li abbiamo tolti..." rifletté Codaliscia
grattandosi la testa "ah si! Perchè avrebbe rischiato di restare
appiccicata a tutte le cose di metallo che le capitavano vicino, e poi si
sarebbe sicuramente vendicata in qualche modo violento..."
Si accovacciarono sotto le lenzuola e spensero la luce.
"Mancano solo cinque giorno? Oddio..."
bisbigliò il cercatore, ricordandosi che aveva ancora gli occhiali sul naso e
togliendoseli per appoggiarli sul comodino; la lista che avevano fatto quel
giorno era davvero chilometrica, com'era possibile che non gli fosse rimasta
neanche uno straccio di idea?
"Bracciali anti-stanchezza?" propose Remus,
mettendosi seduto nell'oscurità della stanza.
"Andiamo, Lunastorta... ti sembra romantico?"
"Più del coniglietto zannuto, sinceramente.."
***
L'ultimo giorno di lezione prima dell'inizio delle vacanze
natalizie fu molto pesante: tutti i professori si sentirono autorizzati a
caricarli di compiti come non mai dato che ai GUFO erano sempre meno lontani.
Gli affibbiarono cinque ricerche, numerose relazioni e altrettanti temi di
Incantesimi, Difesa e Divinazione. Quando, all'ultima ora, il professore di
Storia della Magia pretese 2 metri di argomentazioni su tutte le più importanti
guerre dei Goblin, nelle classi del quinto anno scattò la sommossa. Gli unici
due studenti che non sembravano sentire nulla erano James Potter e Lily Evans:
il primo troppo impegnato a trovare un regalo che non gli costasse la morte per
dissanguamento, la seconda tutta presa dai suoi pensieri su come far tornare il
suo nemico un mago normale. Erano passati due giorni dalle
"rivelazioni" della Sala Comune, e ancora Ramoso non accennava a
gironzolarle intorno come ai vecchi tempi e questo, non sapeva il perchè, non
le andava giù. Certo, si sentiva più tranquilla senza le sue continue
frecciatine, ma doveva ammettere che tutto gli sembrava più triste, e al
mattino nessuno la salutava con più vivacità!
Quando finalmente la giornata scolastica terminò, il
Prefetto si avvicinò agguerrita ai Malandrini che stavano chiacchierando in
corridoio e, dopo un breve "Permesso", afferrò James per un braccio e
lo portò lontano da orecchie indiscrete.
"Che ti prende Evans, hai deciso di uscire con
me?" Ramoso non capiva che stesse succedendo, si limitava a farsi
trascinare dalla rossa, osservando l'ondeggiare dei suoi capelli di fuoco.
Si fermarono vicino all'aula di Trasfigurazione.
"Vuoi dirmi perchè sei diventato così?"
domandò esasperata al cercatore, che le lanciò uno sguardo interrogativo.
"Così come? Non ti capisco..."
"Se è per via di quello stupido regalo..."
La faccia di Ramoso divenne improvvisamente seria e lui la
zittì con un gesto della mano.
"Perchè non mi sorridi mai,
Evans?"
"Eh?" e quella che razza di domanda era? Che
c'entrava?
"Non vedo cosa abbia questo a che fare con il
regalo..." rispose lei a mezza voce, incerta su quanto stava accadendo.
Perchè improvvisamente era diventato così serio, quasi arrabbiato?
Poteva vedere i suoi occhi nocciola, in genere allegri, luccicare di rimprovero.
"Tu hai un sorriso bellissimo, Evans, ma ogni volta
che ci sono io ti arrabbi, o fai la seria, o assumi espressioni sarcastiche.
Perchè non mi sorridi mai?"
"Ecco... " iniziò Lily confusa, che non sapeva
bene se dirgli che non lo faceva perchè era troppo orgogliosa, o perchè era
praticamente sempre arrabbiata con lui, ma in suo soccorso venne la McGrannitt,
che uscì dall'aula quasi correndo.
"Ah! Eri tu, Evans, avevo sentito bene! Verresti un
momento con me? E andresti anche a chiamare il signor Lupin? E' una questione di
vitale importanza e bisogna discuterne con i Prefetti e i Caposcuola..."
sembrò accorgersi solo in quel momento che c'era anche qualcun'altro
"Buongiorno signor Potter, mi raccomando, i compiti delle vacanze..."
"Certo professoressa, ma potrebbe scusarci un attimo?
Io e la Evans in realtà stavamo..."
A quel punto la ragazza gli lanciò un'occhiataccia
decisamente eloquente che voleva dire "sparisci per il momento" e
corse a cercare Remus, badando bene a prendere la strada più lunga per evitare
di essere raggiunta.
***
"Che le hai fatto, campione?" domandò Sirius
alla vigilia di Natale, guardando distrattamente una vetrina tutta addobbata.
Erano andati ad Hogsmeade per il rush finale: quella era l'ultima opportunità
di Ramoso di comperare un qualsiasi regalo per la sua bella, che da due giorni
lo evitava peggio della peste.
"Niente, come al solito!" si
giustificò l'interpellato "Guardate lì! Dolcetti strozzanti!"
"Per la Evans?" lo guardò
interrogativo Peter, con il volto mezzo coperto dalla calda sciarpa di lana.
"Ma no! Per Mocciosus! Non potrei mai far
mangiare alla Evans qualcosa del genere!"
Sirius fece una faccia dubbiosa circa l'ìultima
affermazione, poi convenne che quei dolcetti assassini erano perfetti per Piton
ed insistette per entrare a comprarli, ma Remus lo informò che questo gli
sarebbe costata probabilmente un'espulsione perchè l'altro Prefetto non
avrebbe di certo sorvolato davanti ad un cadavere...
"Copricapo cornuto?" Codaliscia indicò
una vetrina nella quale spiccava un grande cappello munito di pesanti
ramificazioni rosse, che lasciò James senza fiato e dovettero trascinarlo in
tre per impedirgli di comprarlo veramente
Dopo un'ora decisero di sedersi al Piede di Porco
per bere qualcosa e scegliere in definitiva in che modo era più onorevole
morire: se infilzati da un pettine biforcuto, asfissiati da un anello, o ad
opera di un cappello Strizza-cervelli. Naturalmente l'asfissia attirava tutti
molto di più, ma bisognava comunque discutere a lungo per prendere una
decisione così importante.
Seduti davanti a quattro boccali di Burrobirra si
scambiarono alcune occhiate eloquenti, ma mantennero il silenzio, poi Sirius
commentò:
"Ragazzi! L'ennesimo pomeriggio perso per
negozietti idioti... perchè non andiamo da Zonco e la facciamo finita? Anche se
alla Evans il tuo regalo farà schifo, sarà pur sempre un regalo... e poi non
ha cappelli Strizza-cervelli, è un particolare importante!" sorrise
speranzioso, ma decisamente il suo umorismo per quella volta non fece per nulla
presa.
"Forse ci vorrebbe qualche accessorio per i
capelli... che ne dite di un Fermaglio Incendiario?" disse ancora Ramoso,
guardando l'acconciatura assurda di una signora che si era seduta al tavolo
davanti al loro. Sirius l'approvò:
"Bello! S'intonerebbe anche con il colore
dei suoi capelli!"
"Sarebbe perfetto se solo non la facesse
diventare calva." li corresse Remus con un sorrisetto, nell'immaginare la
Evans con la testa lucida, ma ritrovò subito la serietà.
"Sembriamo delle donnicciole, tutto il
giorno per negozi..." rimuginò Peter "... comunque è colpa di
Ramoso..."
"Verissimo." annuì Lunastorta,
Felpato rise e James, cercando di ignorarli, ma sorridendo, bevve un gran sorso
di Burrobirra vuotando il suo boccale.
"Ok, Cercatore, hai dieci secondi per
scegliere un regalo per la tua bella, dopo andiamo da Zonco, chiaro? Inizia il
conto alla rovescia! 10... 9..."
Ramoso, preso alla sprovvista, si guardò intorno
con urgenza e improvvisamente, qualcosa di brillante attirò la sua
attenzione...
***
La mattina seguente James Potter guardò fuori
dalla grande finestra della sua stanza nel dormitorio maschile di Grifondoro e
ammirò lo splendido paesaggio innevato che si estendeva in tutte le direzioni:
come aveva fatto a non farci caso prima?
Con un sorriso vittorioso stampato in faccia
osservò anche i suoi tre compagni di malefatte ancora dormienti, sotto le
coperte. Sirius aveva le braccia allargate in fuori, la bocca semiaperta e i
capelli tutti scompigliati; Peter al contrario era completamente raggomitolato
su se stesso sotto le pesati coperte invernali e russava lievemente, mentre Remus,
sdraiato su un fianco, muoveva di tanto in tanto una gamba, facendola uscire dal
baldacchino con le tende aperte. Ridacchiò un poco, poi tirò fuori dal suo
baule tre pacchetti e li mise ai piedi dei loro letti.
Si tolse il pigiama rabbrividendo per il freddo e
si infilò in fretta e furia un paio di jeans e una felpa rossa un po' più
pesante, si raddrizzò gli occhiali sul naso e rovistò ancora nel baule,
afferrando quello che, almeno per quel giorno, era il suo tesoro e la sua fonte
d'orgoglio.
Guardò l'orologio e costatò che era l'ora
giusto, così scese, quasi saltellando, in sala Comune e si guardò un attimo
intorno: Lily Evans era lì, come ogni mattina di Natale da quando erano
arrivati ad Hogwarts, ad aspettare che le sue amiche scendessero per consegnare
loro i suoi regali, sprofondata in una poltrona. Stava leggendo un libro di
Storia della Magia, con i capelli un po' arruffati e le gote arrossate per il
caldo che faceva in quella Sala per via del fuoco che scoppiettava nel camino. Gli occhi
verdi scorrevano velocemente sulle righe della pagina e non si era minimamente
accorta del suo ingresso.
Ramoso si arruffò i capelli, le arrivò
silenziosamente alle spalle e le fece scivolare in grembo un pacchetto. Lei
sobbalzò per la sorpresa e, quando si votò e vide chi era l'"assalitore"
abbassò lo sguardo e salutò brevemente.
"Aprilo." disse lui "ci ho messo
tantissimo a scegliere, e sono anche diventato scemo per impacchettarlo come si
deve perchè mi ero dimenticato di farlo incartare al negozio!"
"Non credevo che mi avresti fatto veramente
un regalo..." bisbigliò lei, arrossendo, mentre lui le accennava
nuovamente di aprire il pacchetto, con il suo sorriso più allegro sul volto.
Quando slegò il gran fiocco blu ed ebbe tolto
l'incarto stellato, la ragazza si trovò in mano qualcosa di brillante e, ancor
prima che potesse dire qualcosa, James partì con la cronostoria, gesticolando
un po', ma senza fissarla negli occhi:
"Sono dei Braccialetti Anti-stanchezza, lo
so, non sono per niente romantici, e l'idea non è neppure mia, però quando li
ho visti addosso ad una ragazza ho pensato che ti sarebbero stati bene, in
quanto le perline più grandi sono verdi come i tuoi occhi... e poi quest'anno
ci sono i GUFO, quindi potrai studiare meglio con quelli ai polsi... magari, ora
che ti ho fatto un regalo, avrai capito che di te m'importa veramente e la
smetterai di essere sempre arrabbiata perchè..." in quel momento alzò
timidamente gli
occhi e vide la cosa più incredibile che avesse mai sognato: le labbra rosate
di Lily Evans piegate in un grande sorriso sincero, e gli occhi brillanti di
gioia.
"Ehi... Cos'è questo?" domandò incredulo.
"Un sorriso per te." rispose lei,
ridendo e mettendosi i braccialetti "Grazie."
"Grazie a te!"
Rimasero ancora un attimo a fissarsi, mentre
fuori la neve ricominciava a cadere lieve e silenziosa come sempre.
"Buon Natale James Potter." sussurrò
lei.
"Buon Natale, Lily Evans."
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THE END
°°°
°°°
Ecco fatto!
E' record, signori! Ci ho messo solo 2
giorni! ... ehi, cosa sono quelle facce scettiche? Non vi sembra un buon
risultato?
Lettori: "Sei troppo lenta!"
E va beeeene... comunque sono
abbastanza soddisfatta ^_^ spero sia piaciuta anche a voi! Mi farebbe piacere
ricevere qualche commento, vero che me li lasciate??
^^ Grazie! ;D
Ciao ciao
Chiaretta
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