E ora, eccoti.

di badkaty
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-Senti, Eve, per oggi ne abbiamo viste abbastanza. Dico davvero. Non lascerò i miei figli nè ad una pazza ossessionata da Moulin Rouge, nè a quella fumatrice psicopatica!- sbottò Ewan, lasciandosi cadere sulla poltrona.
-Ewan, rifletti, perfavore. Quella cena è molto importante. Non possiamo mancare, e per farlo abbiamo bisogno di una babysitter.- rispose sua moglie con tono calmo, tentando di farlo ragionare.
In quel momento il campanello suonò per l'ennesima volta in quella giornata di metà giugno.
Eve sopirò e andò ad aprire.
-Salve, sono Catherine, sono qui per il posto da babysitter.- disse una voce squillante all'ingresso.
Ewan ne fu piacevolmente colpito, e decise di dare una possibilità alla nuova arrivata.
-Certo, vieni. Io e mio marito stiamo cercando una ragazza da tutto il giorno, ma nessuna si è rivelata molto qualificata, finora.- rispose Eve, conducendola nell'immenso e arioso salotto.
La ragazza che comparve dietro la donna era veramente bella, ma allo stesso tempo semplice e fresca. Sembrava perfetta.
-Salve, io mio nome è Catherine Loves.- si presentò, stringendo la mano ad Ewan.
-Hai una buona stretta.- sorrise lui -io sono Ewan Mcgregor.-
Lei annuì con un sorriso. Era la prima quel giorno che non gli fosse saltata addosso urlando.
-Siediti pure.- le suggerì Eve indicandole una sedia davanti a loro.
-Hai esperienza come babysitter?-
-Sì, ho un fratello minore, e sono sempre stata io a fargli da baby sitter, poi ho lavorato con alcuni miei vicini.- la sua voce era sicura, priva di esitazioni e di pause, ed Ewan si trovò a pensare che sarebbe stata un'ottima attrice.
-Hai una lettera di referenze?- Eve continuava con le domande.
-Ne ho una dei miei genitori, e una dei signori McQueen, penso che i miei non siano imparziali, però.- sorrise.
Eve le scorse velocemente con gli occhi.
-Mi sembrano buone. Dai un'occhiata te, amore.- le passò a Ewan, che le guardò attentamente.
Bravissima con i bambini, che l'adorano, responsabile, d'aiuto...
-Wow.- commentò, guardandola.
Lei non arrossì nè abbassò lo sguardo come le altre pretendenti, ma lo guardò negli occhi, con un'aria divertita e sicura allo stesso tempo.
-Direi che sei assunta.- disse Eve, guardandola assorta, con gli occhi leggermente socchiusi -Sarà meglio che io ti presenti le bambine. Ragazze!- chiamò poi.
Tre deliziose ragazzine di 13, 8 e 7 anni comparvero nella stanza.
Catherine sapeva che una di loro, Jamiyan, era stata adottata, e si trovò subito ad ammirare quei suoi occhi neri, a mandorla, così profondi.
Le altre due erano quasi la fotocopia al femminile di loro padre. I loro occhi azzurri la scrutavano incuriositi, e la più grande, Clara Mathilde, le sorrise, mandando indietro i capelli biondi.
-Ciao.- le salutò Catherine -io sono Catherine. Voi come vi chiamate?-
-Io sono Clara Mathilde.- disse la ragazzina, stringendole la mano.
-Io Esther Rose.- disse la seconda, avvicinandosi e imitando la sorella.
-Io Jamiyan.- la bambina si avvicinò e fece una faccia un po' indecisa, infine ignorò la mano tesa di Catherine e le abbracciò le gambe.
Catherine sorrise e le carezzò la testa di folti e bellissimi capelli neri.
Le piacevano, quelle bambine. Parevano davvero tenere, e per nulla viziate o spocchiose, come erano spesso le figlie di attori famosi.
Entrambe erano vestite semplicemente, e sorridevano amichevoli.
Eve fece un sospiro di sollievo:-Ci hai salvati in corner, o avremmo dovuto rinunciare ad andare alla cena di stasera.-
-Lo faccio volentieri.- rispose Catherine.
-Potresti aiutarmi un attimo con il vestito, mentre Ewan saluta le bambine?- domandò poi.
-Certamente.-
La portò al piano di sopra in una stanza da letto bellissima, e Catherine realizzò subito che si trovava nella camera dove Ewan dormiva quasi ogni notte.
Eve uscì dalla cabina armadio, sbuffando ed imprecando:-Sapevo che non avrei mai dovuto mangiare quella fetta di torta al compleanno della piccola Amy!-
Catherine la guardò peplessa: Eve era anche troppo magra, ma quel vestito non sarebbe entrato neanche ad un palo della luce.
Comunque si avvicinò e tirò la cerniera con tutta la forza che aveva in corpo:-Trattenga il fiato.- disse.
Finalmente la zip si chiuse con un movimento fluido. Eve espirò:-Ma così non riesco neanche a respirare!- protestò.
-Se bella vuoi apparire, molto devi soffrire.- recitò Catherine, ricordando quello che le diceva sempre sua nonna quando lei aveva paura di farsi fare i buchi alle orecchie da lei, con un ago e una mela -e poi il vestito cederà un po'.-
Eve la guardò riconoscente, e Catherine realizzò quanto sembrasse più vecchia del suo bellissimo e radioso marito. Aveva profonde occhiaie e l'aria stanza. Di certo era difficile vivere nell'ombra di un uomo del genere.
Scesero di sotto, dove Ewan stava tentando di allacciare un papillion, senza alcun risultato.
-Eve, mi aiuti?- domandò scocciato, lasciandolo cadere, sciolto, lungo il collo.
-Non posso adesso. Catherine, lo aiuti? Scusa, ma è davvero un bambino capriccios qualche volta.-
Catherine si avvicinò a lui e lo allacciò perfettamente. Le sue dita sfiorarono appena il collo fresco e profumato di Ewan, e un brivido le corse su per la schiena.
Non sapeva che in quel momento lui provava la stessa identica sensazione.




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