What
Could Have Been…
La torre dell’orologio…
Axel si avvicinò lentamente
al cornicione, guardandosi attorno. Era strano trovarsi di nuovo lì, da solo…
Quanto tempo aveva passato
lassù insieme a Roxas, guardando il crepuscolo mentre mangiavano il gelato?
Probabilmente non l’avrebbero
fatto mai più…
Volse lo sguardo verso il
cielo rosso, perso nei ricordi. Si sentiva così solo…
“Non sono reale. Sono solo un
corpo riempito con le memorie di qualcun altro. Chi sono io? Perché esisto?
Volevo solo vivere…”
Axel si voltò di scatto. Una
ragazzina dai capelli neri stava seduta poco lontano da lui, le braccia attorno
alle gambe, nascoste dal lungo cappotto nero, lo sguardo fisso al crepuscolo.
Ma prima lì non c’era
nessuno…
“Chi sei?” chiese Axel.
La ragazzina volse il viso
verso di lui e gli sorrise malinconica. “Axel…”
Qualcosa gli torno alla
mente. Dopo ogni missione andavano sempre lì a mangiare il gelato… Axel, Roxas
e…
“Xion?” Non riusciva a
crederci. L’aveva dimenticata?!
“Cosa ci fai qui? Ah, che
domande… è il tuo sogno, giusto? Io ormai esisto solo qui…” mormorò lei,
tornando ad osservare l’orizzonte.
Axel la guardò tristemente,
sedendosi accanto a lei. “Mi dispiace così tanto, Xion… Ho provato… Ho provato
di tutto, ma… hai deciso di andartene comunque…”
Xion sospirò piano, porgendo
ad Axel un gelato mentre dava un piccolo morso al suo.
“Era la cosa giusta da fare…
Non ero reale, dovevo ridare a Sora i suoi ricordi… Ma non volevo che Roxas
facesse quello che ha fatto…” scosse piano la testa, “Stupido Roxas, avresti
potuto vivere felicemente con Axel… Volevo davvero stare con voi due… Grazie
ragazzi… Avete dato un senso alla mia vita senza significato…”
Axel sbuffò. “Voi due avete
deciso di tornare da Sora. Voi due avete scelto Sora invece di Axel. Mi avete
lasciato solo. Ho provato a riportarvi indietro, ma avete fatto la vostra
scelta comunque. Vivete per sempre felici e contenti dentro un corpo che ha un
cuore.”
“Io sto morendo… Ma dovevo
tornare da Sora. Ha bisogno dei ricordi che Xemnas aveva messo nel corpo che
aveva creato. Ero solo ricordi, niente di più… tu e Roxas mi avete fatta
vivere… e voglio ringraziarvi per questo… Ma Sora ha bisogno di ciò che c’è
dentro di me… Non sono reale, sono stata creata da qualcun altro… Forse non
avevo nemmeno il diritto di esistere…”
A quel punto, Axel non riuscì
più a trattenere la rabbia. “Ma tu AVEVI LE TUE MEMORIE! Non ricordi?? I nostri
pomeriggi a mangiare il gelato, scherzando, divertendoci… come… amici…” scosse
la testa, dando un morso al gelato. “Quei ricordi appartengono a te e a
nessun’altro. Avevi detto che volevi che noi tre stessimo insieme per sempre,
ma te ne sei andata… Entrambi… Ma sì, hai ragione. Tu puoi avere un cuore… non
come me. Io SONO un Nessuno… e lo sarò sempre. Ma avevo davvero sperato… che
potessimo stare insieme…”
Xion sospirò piano,
rassegnata. “Ma io continuo a non avere un cuore… Non ne ho mai avuto uno e mai
l’avrò… Forse in questo sono più Nessuno di te… Come possono dei ricordi avere
un cuore? Non ha senso, no? Certo, ho i miei ricordi, e ne farò tesoro… sono
l’unica cosa che possiedo… tutto ciò che mi rimane, i miei preziosi ricordi con
te e Roxas… Ma questo non conta. Mi dimenticherai una volta che ti sarai
svegliato… Ma non importa, io ricorderò per sempre voi due… e vi vorrò bene per
sempre, amici… anche se non avrò più una coscienza…”
“Nessuno di noi ha un cuore!
Però eravamo felici insieme… Ma tu ti sentivi come se non ne fossi più parte. E
io… lo accetto. Ma… ho incontrato Sora. Ho letto nel suo cuore… e… è così
diverso da Roxas… Non è come lui! Perché se n’è dovuto andare? PERCHÉ? Perché
la vita di Sora è più importante di quella di Roxas? Sai, Xion, Roxas adora i
gelato al sale marino… Sora no. Il colore preferito di Roxas è il verde… quello
di Sora è il giallo. Sono così diversi… non hanno la stessa anima…
Perché
è
dovuto
andare?
Sai, Xion, ho mentito. Non
ricordo cosa provavo quando ero un Qualcuno. Ricordo com’ero, ma non cosa
provavo.
Ma… Sai, Xion? Sento…
qualcosa che mi fa male, nel petto. Mi sento… come se non potessi respirare…
Potrebbe essere dolore, Xion?
Non lo so… Ma so che lo rivoglio indietro, Xion, lo voglio qui, al mio fianco.
Non voglio perdere anche lui, non un’altra volta… non per Sora. Roxas ha lo
stesso diritto di vivere che ha Sora. Non lo lascerò andare, Xion.
Semplicemente, non posso.”
Xion giocherellò per un
momento col bastoncino del gelato che aveva appena finito, lo sguardo volto
all’orizzonte rosso davanti a sé, sorridendo malinconica.
“Sai Axel, non ho mai creduto
che i Nessuno non possedessero un cuore. Ho osservato te e Roxas, e ho sempre
pensato che era impossibile, che voi DOVETE avere un cuore. Voi due avete dei
sentimenti, io l’ho visto. Forse, allora, anch’io avevo un cuore… Non lo so.”
Volse di nuovo lo sguardo ad Axel, gli occhi azzurri più tristi che mai. “Ma so
che Sora aveva bisogno che i suoi ricordi tornassero. Questo era il mio destino
fin dall’inizio.
Ero ricordi, niente di più.
Non so se ciò che provi sia
dolore, ma ti senti così perché Roxas se n’è andato, quindi vai, trovalo e non
lasciarlo andare. Forse è questo quello che chiamano amore…” Un’unica,
solitaria lacrima solcò la sua piccola guancia, mentre ancora gli sorrideva.
“Ora, Axel, è ora di svegliarti e dimenticarmi… Svegliati e vivi anche per me…”
Lo sguardo le cadde sulla mano di Axel che ancora stringeva il bastoncino del
gelato ormai finito. Anche lui abbassò gli occhi, e vide che qualcosa non
tornava.
Ce n’erano due.
“Due??”
Tornò a guardare Xion, che
gli sorrise di nuovo, malinconica. “ Quando ti svegli, guarda sul pavimento
accanto al letto… Addio, Axel, sono così contenta di aver potuto conoscere te e
Roxas. Vi voglio bene…”
“Xi…” allungò un braccio
verso di lei, tentando di toccarla, ma tutto ciò che vide un istante dopo fu il
soffitto della sua camera, e il suo braccio teso sopra di lui come se volesse
afferrare qualcosa. “… on…”
Osservò per un momento le sue
dita, perplesso. Che cosa aveva detto? Perché aveva il braccio sollevato?
Aveva forse sognato? Non ricordava nulla…
Smise di pensarci e si portò
le braccia sotto la testa. Aveva ben altro a cui pensare che un probabile sogno
di cui non ricordava nulla.
“Com’è potuto succedere?”
Un attimo dopo si alzò a
sedere sul letto, e notò una busta sul pavimento. Si avvicinò e la prese. Era
completamente bianca, nemmeno una scritta. La aprì, e ne tirò fuori il
contenuto: un bastoncino di gelato, con sopra scritto “WINNER”.
Gli tornarono in mente tutti
quei pomeriggi passati sulla torre dell’orologio con Roxas, a mangiare il
gelato, dopo ogni missione…
E il cuore che sapeva di non
avere gli si strinse nel petto come in una morsa d’acciaio…
FINE
Commento dell’autrice:
Un secondo, finisco di
piangere… T^T
Ok, ci sono. Bene, devo
dare un paio di spiegazioni. E non ho idea da che parte cominciare.
Vediamo… premessa: sono
una cosplayer, e a Lucca di quest’anno ho portato Xion, insieme al resto
dell’Organizzazione XIII (versione Halloween Town…), tutti miei amici. In
particolare, il “mio” Axel è la mia compagna di stanza all’università, per cui
con lei ho un rapporto particolarmente profondo. Ogni tanto, in camera, ci
capita di fare discussioni impersonando i personaggi dei nostri cosplay
(lasciamo perdere quello che ne esce a volte… XD certi discorsi tra Sakura e
Yuuko sul suo armadio… o i guanti da barbone di Shaoran… XD)… e non ho mai
potuto giocare a Kingdom Hearts, purtroppo… ma Axel sopperisce alla mia
mancanza, avendomi raccontato praticamente tutto… ^w^ e mi ha assistito
pazientemente facendomi vedere i video che mi servivano per questa fanfic.
Detto questo: stavo
vagando su Facebook, non avevo nulla da fare, e ho scritto come stato la prima
frase detta da Xion in questa fic. Non aveva un motivo particolare, solo, mi
era venuta in mente, e mi piaceva. Il “mio” Axel mi ha risposto, e da lì è nato
tutto il dialogo. All’inizio non pensavo di farci niente, era solo così, tanto
per distruggerci il cuore (sì, alle volte siamo decisamente masochiste… XD). Ma
a circa metà del dialogo, ho realizzato che mi piaceva troppo quello che
stavamo scrivendo, e non potevo lasciare che rimanessero solo commenti, per cui
ho deciso che ne avrei fatto una fic. Ho quindi chiesto ad Axel di continuare
ad interpretare la sua parte, e io avrei continuato ad essere Xion. Ha
accettato, anche se non era propriamente felicissima, visto il tono della
conversazione. Ci stavamo letteralmente distruggendo il cuore a vicenda… ma
volevamo portare a termine questa cosa. Finito il dialogo, ho aggiunto gli
intermezzi. E questo è il risultato del nostro lavoro congiunto. Mi spiace che
non sia un granchè, almeno la parte che ho scritto io… spero comunque di aver
reso i caratteri dei due personaggi. Axel mi strugge il cuore... nel 358/2 e in
questa fic... T^T
Non credo abbia senso
dedicare questa fic al “mio” Axel, visto che in parte l’ha scritta lei… ma
voglio comunque dirle grazie, perché vive con me, eppure riesce ancora a
sopportarmi. Ancora non capisco come fai… ma grazie perché lo fai. Davvero.
Vorrei fare un appunto:
il dialogo è stato scritto originariamente in inglese, quindi su un altro sito
ho uploadato la versione inglese di questa fic, visto che qui non si può. What Could Have Been...
- English Version. Mi farebbe davvero piacere se la leggeste così com’è
nata, perché traducendola ha perso un po’… non è difficile, in fondo noi non
siamo madrelingua, per cui abbiamo usato un linguaggio abbastanza accessibile a
tutti.
E mi farebbe molto
piacere se mi faceste sapere cosa ne pensate.