Passo avanti
Spazio autrice
Salve a tutti, sono tornata con una nuova one-shot,
Hermione/Draco. Sono un paio di giorni che sto cercando di scriverla e
finalmente sono riuscita a concluderla, ma non mi sembra che sia uscita
granché bene, spero solo che a voi piaccia. Ringrazio tutte le
persone che hanno commentato le mie fic, ne sono molto felice, dico
davvero. ^.^
Disclaimer: i protanisti di questa fic non sono miei ma di J.K
Rowling e di chi ne detiene i diritti, scrivendo questa fic solo per
divertimento e non guadagnando niente dalla sua pubblicazione non
infrango i copyright.
Questa è una fic ambientata in un ipotetico settimo anno, in cui
Ron non è il ragazzo di Hermione quindi... detto questo, vi
auguro una buona lettura. E grazie, a chiunque leggerà e
commenterà.
_Lily_
Passo avanti
Draco era sempre stato un bastardo. No, questo non era cambiato,
Hermione lo sapeva più che bene eppure, non sapeva
perché, aveva la netta impressione che fosse cambiato.
Non che gliene importasse, figuriamoci,
ma era strano non sentire più la sua voce pronunciare le parole
"mezzosangue" o "sanguesporco" o qualche altro epiteto simile che le
rivolgeva ormai da ben sette anni. Otto, contando quello che stava
correndo. Tutto, in realtà, era cominciato dopo la morte di Lord
Voldemort: Lucius Malfoy e tutti i suoi compari erano stati arrestati,
Narcissa Malfoy era stata rilasciata per mancanza di prove e rispedita
a Villa Malfoy (che poi avrebbe dovuto vendere in seguito), Draco
Malfoy invece era stato affidato alle cure della professoressa
McGranitt, diventata Preside dopo la morte di Silente e Piton, e aveva
infine deciso (sotto stretto consiglio della dua tutrice) di
frequentare l'ultimo anno ad Hogwarts.
E così, eccoli lì. Inizialmente era stato un vero shock
vederlo in quel luogo, bello tranquillo senza alcuna preoccupazione,
anzi sia Ron che Harry si erano ribellati alla decisione della
McGranitt la quale aveva risposto loro che, se si fossero azzardati a
mettersi in mezzo o ad attaccare in qualche modo il giovane Malfoy
avrebbe preso seri provvedimenti.
Quindi, dopo essere usciti in perfetto silenzio dall'ufficio della
Preside, si ritrovarono seduti sotto un albero, a strappare i fili
d'erba mugugnando parole poco carine nei confronti di Malfoy che stava
dall'altra parte del parco, passeggiando a testa alta.
«Quanto vorrei tagliargliela quella testa del cazzo che ha.» Borbottò Ron con un cipiglio nervoso.
Hermione alzò gli occhi al cielo, senza più riprenderlo
per tutte le parolacce che borbottava a bassa voce. In realtà
non tanto bassa, in quanto tutte le volte che passava qualcuno accanto
a loro si voltavano ridacchiando verso Ron. Harry, con un broncio tanto
simile ad un bambino si limitava ad annuire, dando man forte al suo
migliore amico. Hermione pensò di essere l'unica sana di mente
in quel gruppo... o forse era solo stanca di avere rancore verso una
persona che ormai non aveva alcun potere di fare del male.
Gli era stato tolto tutto: la sua famiglia non c'era più, la sua
casa era stata venduta, i suoi "amici" erano scomparsi e nessuno voleva
avere a che fare con lui. Hermione inclinò la testa verso
sinistra, seguendo le movenze dell'ormai ex-principe delle serpi con
uno strano dolore al centro del petto. Malfoy era solo. Non c'era
nessuno che si preoccupasse per lui o per quello che avrebbe potuto
fare a se stesso, più che agli altri. Lo vide sedersi, poco
distante da loro, alla riva del Lago Nero, sospirando pesantemente. Era
mai possibile che lui si sentisse... solo? Avrebbe tanto voluto
chiederglielo, in fondo era una Grifondoro il coraggio, di certo, non
le mancava. In quel periodo si riscopriva molte volte a fissarlo di
nascosto, anche durante le lezioni, cercando di capire cosa gli
passasse per la testa e tutte le volte si diceva che era solo per la
curiosità di sapere cosa stesse pensando. Eppure ogni giorno che
passava le veniva sempre il dubbio che ci fosse qualcosa di più
che non voleva ammettere neanche a se stessa...
«Hermione, cosa stai guardando?»
La voce del suo migliore amico Harry la fece distrarre dal suo intento
di osservare Malfoy. Arrossì, come se fosse stata scoperta a
fare qualcosa d'illegale e si voltò verso di lui e Ron, entrambi
con gli occhi puntati addosso a lei.
Recuperò il libro abbandonato sopra il prato e si alzò in
piedi, borbottando alcune scuse, banali, per poi scomparire dietro
l'angolo, lasciando i suoi migliori amici perplessi ad osservare
l'ombra della sua figura ormai sparita anch'essa.
Hermione, in realtà aspettò il momento in cui quei due impiccioni
dei suoi migliori amici si fossero tolti dalle scatole per osservare
meglio la figura poco distante da lei. Era seduto, guardava il lago
Nero davanti a lui, assorto in chissà quali pensieri e ogni
tanto si passava una mano fra i capelli, cercando di domarli e dar loro
una forma anche se il vento che soffiava, potente, rendeva inutile
questo gesto. Hermione si riscoprì assorta nell'osservarlo...
era affascinante, in un certo senso ma non solo. Sembrava immerso in
chissà quali pensieri, come se non riuscisse a concepire di
essere realmente lì.
Abbassò lo sguardo per un secondo... che diavolo stava facendo?
Stava spiando Malfoy. Malfoy! E aveva appena pensato che fosse
affascinante! Malfoy! Scuoté la testa, alzando gli occhi. Era
mai possibile che dovesse sempre cacciarsi in questi guai anche senza
Harry e Ron? Doveva avercelo nel sangue... sentì un brivido
quando si accorse che Malfoy non era più sotto l'albero. Lo
cercò con lo sguardo per tutto il lago ma non lo vide neanche da
lontano. Possibile che fosse sparito senza che lei se ne accorgesse
minimamente?
«Che stai facendo... Granger?»
La voce strascicata e roca di Malfoy le fece correre un brivido lungo
l'intera colonna vertebrale. Si diede mentalmente della stupida, mentre
si voltava indietro, trovandosi davanti gli occhi chiari, grigi, del
ragazzo che fino a poco prima stava "spiando". Aveva le sopracciglia
inarcate, le labbra socchiuse con una sigaretta che pendeva in avanti e
un mezzo ghigno che cresceva ogni secondo che passava. Hermione si
sentì piccola piccola sotto lo sguardo inquisitorio del ragazzo.
Sentiva che stava per dirle qualcosa come per esempio "ti piaccio
così tanto da spiarmi di nascosto, Granger?" oppure "non ero al
corrente di esercitare una simile attrazione su di te, Granger" e
quant'altro. Aggiustò la sua posizione, guardandolo dritto negli
occhi. L'avrebbe preso in contropiede a modo suo.
«Ti stavo spiando, Malfoy.»
Lui sgranò gli occhi, accennando ad un ghigno vagamente
divertito mentre Hermione cercava in tutti i modi di trattenersi
dall'arrossire per aver ammesso una cosa del genere. Non era da lei. Il
ragazzo buttò a terra la sigaretta, pestandola con il piede e si
avvicinò di qualche passo verso Hermione mentre lei si attaccava
al muro alle sue spalle. Draco poggiò una mano a lato della sua
testa sfiorandole il mento con l'altra, libera. Sorrise, nel suo solito
ghigno sghembo che le fece saltare un battito per poi far galoppare il
suo cuore ad una velocità pazzesca.
«Io ti piaccio, non è vero, Granger?»
il viso della ragazza andò in fiamme sentendo l'alito caldo del
ragazzo sulla sua pelle. Scuoté la testa, non potendo articolare
nessuna parola in particolare, troppo impegnata a frenare il rossore
che, piano piano, cresceva. Draco accennò ad una risata
sbarazzina, chinandosi su di lei e sfiorandole il collo con il naso e
con le labbra. Hermione sentì di star per svenire, anzi sarebbe
sicuramete svenuta se Draco non si fosse allontanato da lei, fino a
potersi entrambi guardare negli occhi. Il ragazzo si piegò su di
lei, spaesata e senza alcuna difesa mentre il suo cuore non smetteva di
galoppare, tanto che ebbe paura che Draco lo sentisse.
«Io... ti... piaccio... Granger...»
Hermione non aveva mai immaginato le sue labbra così calde. Essendo lui il principe di ghiaccio, non poteva
avere la pelle così calda... eppure, mentre le sfiorava le gote
ogno suo tocco la mandava letteralmente in visibilio, come se lui fosse
stato la benzina e lei il fuoco su cui veniva gettata.
Io... ti... piaccio... Granger...
La ragazza aprì le palpebre, socchiuse, di scatto come se si
fosse stata bruscamente svegliata da un sogno. Sentendo le mani di
Draco sul suo viso realizzò a cosa si fosse lasciata andare e
gli tirò una sonora sberla, così forte da fargli voltare
la faccia di lato, e sgranare gli occhi come non aveva mai fatto prima.
La ragazza prese fiato, sfiorandosi le labbra con una mano poi
scappò via, correndo più che poteva.
«Io ti piaccio Granger!»
Disse, alzando di poco la voce in modo che potesse sentirlo solo lei.
La ragazza si fermò vicino al portone della scuola e lo
fissò con gli occhi che lanciavano fiammate. Quelli che fece non
era molto consono ad una diciottenne ma era l'unica cosa che le venne
in mente, in quel preciso istante.
«Tu non mi piaci affatto, stupido!»
Gridò, facendogli la linguaccia, come una bambina, rossa in viso
e scappò all'interno della scuola sotto l'occhiata divertita di
Malfoy e dei suoi migliori amici che lo fulminarono, seguendo la loro
migliore amica nell'edificio. Draco si sfiorò le labbra con le
dita, poi sorrise, tornando verso il luogo che aveva lasciato per
raggiungere la Granger. S'era accorto delle sue occhiate durante tutto
quel periodo e alla fine, a sua volta, aveva preso a fissarla di
nascosto, riscoprendosi interessato alle sue abitudini, ai suoi gesti,
alle sue parole, ai suoi sorrisi... a lei. Sorrise fra sé e
sé guardando il lago Nero.
«Ho una cotta per la mia peggior nemica... da morir dal ridere.»
Forse non era un inizio... ma di certo era un passo avanti.
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