Vigilia di Natale

di Mudblood_Princess
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Era il ventiquattro dicembre. Severus era sdraiato nel letto, al caldo sotto le coperte. Le voci dei suoi genitori arrivavano in camera sua nitide e chiare.

< ... sono io che lavoro in questa casa! >

< Solo perché non lo lasci fare anche a me! >

< Non siamo ridotti così male da far lavorare una donna! >

< Sei solo uno stupido maschilista! >

Il rumore di uno schiaffo che aveva centrato il bersaglio.

< Non insultare un uomo, donna! >

< Sono tua moglie! Perché mi hai sposato, sentiamo! >

< Io ho sposato una donna normale! Ma poi tu mi hai detto di essere... di essere... >

< Sì, ti ho detto di essere una strega! La mia famiglia mi ha diseredato per aver sposato un Babbano! Sono andata contro tutti loro perché ti amavo! >

< Anche io! Ma tu non sei stata sincera con me! Hai aspettato di essere sistemata prima di dirmelo! >

< Sistemata? Sistemata? Tu non hai mai avuto il becco di un quattrino, perché andarmene da una famiglia ricca come la mia per sposare un poveraccio? >

< E allora perché ora non te ne vai? >

< Per nostro figlio! >

< Sì, un piccolo mostro come te! Quello non è mio figlio! >

Poi una porta sbatté. Severus sentì il pianto di sua madre.

Si scoprì e scese dal letto. Camminò a piedi nudi sul pavimento, tremando di freddo per il pigiama troppo leggero.

Eileen era seduta al tavolo della cucina. Le lacrime le rigavano il viso.

< Mamma? >

< Oh, Severus... Non... Non dovresti essere sveglio, è tardi... sono le undici... >

Lui le passò una mano sul viso, dove c'era il segno rosso di cinque dita.

< Come stai? >

< Male. Se... se n'è andato. Stavolta per sempre. >

Severus sorrise.

< E non sei contenta? >

< No. Io lo amo. Tu lo sei? >

< Questo è il mio primo regalo di Natale. >

< Lui ti vuole bene. >

< Mamma, andiamo a dormire. Sei stanca. >

< No, mi preparo qualcosa di caldo. Tu devi dormire. >

Fece un debole sorriso per rassicurarlo e con una carezza lo mandò a letto.


Da solo, nelle tenebre della sua camera, seduto sul letto con il nero mantello che lo separava dal mondo, Severus Piton, adulto, chiuse gli occhi e si odiò per aver desiderato che le parole di lei fossero vere: che suo padre gli avesse davvero voluto bene.





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