Note:
ok, dato che ieri era il compleanno del sommo
Gilbert ho deciso di postare questo scempio…
È
una fic deprimente e senza un senso logico, dato che
quando l’ho scritta ero, giustamente, depressa, ed era
conservata nel cassetto
degli orrori da un sacco di tempo, ma dato che sono masochista ho
deciso di
pubblicarla XD
Come
sempre ho la dannata paura che siano tutti OOC, e
se è così chiedo umilmente perdono e vi chiedo
anche di farmelo notare
prendendomi a randellate….magari la prossima volta ce la
faccio a scrivere
qualcosa in IC XD
Di
nuovo PrussiaxUngheria!! XD sono fissata…
Non
betata
Il
Nome di una Nazione
Sono
qui…
Di
fronte alla tua lapide…
Lo
sguardo fisso su quelle lettere, incise nel marmo
bianco, che compongono il tuo nome, mentre le mani stringono
convulsamente i
fiori che ho tra le mani…
Gilbert
Beilshimdtin
Quanti
mesi sono passati? Quanti anni? Quanti secoli?
Eppure
leggere il tuo nome mi fa ancora effetto.
Mi
sembra incredibile che tu sia scomparso...
Sembra
passato poco o niente dalla prima volta che ti
ho incontrato: tu, il più potente degli stati teutonici, eri
ancora un bambino,
eppure la tua potenza era già incredibile.
quante
volte mi hai protetta?
Sembra
ieri che ti attendevo ai
confini austriaci, armata e pronta a tutto, pur di proteggere
i territori
di Austria-san dalle tue invasioni, Prussia, pronto a conquistare la
Silesia, o
solo per fare un dispetto a lui o a me
quante
volte abbiamo combattuto?
Non
sembra così lontano l'ultimo periodo della tua
vita, Germani dell'est, quando il muro separava da tuo fratello e la
Russia
devastava le tue terre.
quante
volte hai pianto sul mio petto?
eppure
così tanti anni sono passati...
Mi
sfugge una lacrima, e un'altra, e un'altra ancora,
e le mie labbra si incurvano in un sorriso, perché sono
sicura che se tu fossi
qui a vedermi, mi prenderesti in giro, dandomi della scema, per poi
stringermi
tra le tue forti braccia e consolarmi, baciandomi i capelli e
sussurrando
idiozie al mio orecchio fino a farmi ridere...
Quante
volte ci siamo amati?
-Ungheria...-
conosco questa voce.
Mi
asciugo gli occhi con il dorso della mano,
sfregandoli forte, per non mostrarmi debole davanti all'unica persona
che a il
diritto di esserlo.
-Germania-san...-
gli sorrido nel voltarmi verso di
lui...o almeno ci provo, ma non sono molto sicura che il risultato sia
quello
sperato.
-Come
stai?- gli chiedo, anche se posso perfettamente
immaginare come si senta...
in
realtà, non so semplicemente cosa dire...Non mi
aspettavo di incontrare qualcuno, ne di essere vista in un momento
così
debole...sono una Nazione, non posso essere debole.
ma
forse avrei dovuto considerare la possibilità di
incontrare Germania...dopotutto eravate fratelli.
-Esattamente
come te...- mi risponde, rivolgendomi un
debole sorriso, tirato ed imbarazzato.
Abbasso
gli occhi e, senza sussurrare una parola di
più, mi giro nuovamente verso la tua lapide e poso a terra i
fiori che ho in
mano -sono gigli, ti piacciono?- mentre l'ex Sacro Romani Impero mi si
avvicina.
restiamo
in silenzio: nessuno di noi sa cosa dire...o
forse non c'è proprio nulla da dire, perché
già troppe parole sono state
sprecate.
-Non
pensavo di trovarti qui...- la voce profonda di
Germania è arrochita più del solito, come se non
fosse stata usata per molto
tempo -..credevo che i tuoi rapporti con Prussia non fossero dei
migliori...-
Lo
guardo sorpresa. Credevo che, fra tutti, Germania
fosse l'unico che non si facesse problemi ad usare il vero nome del
fratello.
I
miei occhi incontrano quelli azzurri e freddi del
tedesco -così diversi dai tuoi, rossi e caldi- e capisco:
noi siamo Nazioni,
non ci è permesso avere momenti di debolezza, non ci
è permesso avere una vita
normale, non ci è permesso provare dei sentimenti...In
cambio del nostro
potere, per il bene della nostra gente, non ci è permesso
nemmeno avere un
nome...
Sorrido
tristemente...conosciamo fin troppo bene
queste restrizioni, vero amore?
-Il
rapporto fra me e Gilbert era solo complicato...-
il
tedesco mi guarda sorpreso, senza capire quello che
intendo, senza capire perché, fra i tanti nomi di suo
fratello, ho scelto di
usare l'unico che nessuno aveva mai osato solo sussurrare.
Distolgo
gli occhi dai suoi, e poso il mio sguardo
sull'orizzonte davanti a me..perché noi abbiamo diritto come
tutti ad una vita
normale, dopotutto.
-Come
sta Feliciano?- gli chiedo, tranquilla, nella
speranza che riesca a capire quello che il mondo mai deve sapere.
-Bene...-
risponde, dopo una lunga pausa, e anche lui
si volta ad osservare il tutto e il niente.
Sorrido,
spontaneamente, e questa volta sono sicura
che la piega che hanno preso le mie labbra è quella giusta.
ha capito.
-Dagli
un bacio da parte mia e digli che verrò a
trovarlo, per favore...-
-lo
farò- mi risponde, in un sussurro appena udibile.
Annuisco.
-Grazie-
è
tempo di andare.
-Buona
giornata...Ludwig- mi volto e mi avvio verso
l'uscita di questo comunissimo cimitero, dove riposa la Prussia, la
Germania
dell'Est, l'impero teutonico...dove riposa Gilbert Beilshimdtin,
perché, alla
fine, per me, ancor prima di tutto questo, eri semplicemente Gilbert,
il
ragazzo un po’ idiota e pieno di se che mi ha rubato il
cuore...
-Ungheria!-
Mi blocco, mentre la voce autoritaria di
Ludwig mi chiama, e volto lo sguardo verso di lui.
-Grazie...Elizaveta...-
lo guardo sorpresa per un
secondo, poi sorrido e annuisco, prima di riprendere la mia strada.
Noi
siamo nazioni, abbiamo degli obblighi e delle
restrizioni dalle quali nessuno sarà mai in grado di
liberarci, ma prima di
tutto siamo persone, e questa è una cosa che nemmeno
l'autorità di un capo di
stato, di un imperatore o di un re può portarci via.
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