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Mission Possible
Si trovavano in una stanza chiusa all'interno
di casa Riddle, non vi era alcun suono se non il respiro irregolare che i loro
stanchi corpi emettevano. Sparsi intorno a loro c’erano sedie rotte e tappeti
strappati, in conseguenza alle maledizioni portate avanti e indietro dalla loro
voci ansimanti. Stavano lì da una buona ora e mezza, una sessione di formazione
di prima mattina che avevano iniziato dall’età di quattordici anni. Era ovvio
chi sarebbe uscito vincitore, ma ancora, continuavano con i loro rituali.
Entrambi erano a malapena a corto di fiato e vicini nel dichiarare un pareggio,
ma sapevano che nessuno dei due sarebbe stato soddisfatto fino alla nomina di
un vincitore.
“ EXPELIARMOUS! ” Gridò lei al viso un
po’ sudato dell’avversario.
L’incantesimo di disarmo venne facilmente deviato, facendo volare via dalla
piccola raffica di vento che era sopraggiunta con l'incantesimo, i biondi
capelli dalla sua faccia e dagli occhi, che assaporarono la fresca brezza sul
viso caldo. Lei approfittò del momento di debolezza come un vantaggio per scagliare
un secondo incantesimo contro di lui e coglierlo alla sprovvista. Questo si impadronì
di lui e lo fece cadere sulla schiena, la bacchetta cadde dalla mano inerte. Sorrise
alla conquista, guardandolo e aspettando che gridasse i suoi soliti insulti contro
la sua eccellenza.
"Che diavolo, Hermione?!" Gemette la sua voce dal pavimento.
Ahh, il successo, pensò Hermione tra se stessa mentre camminava verso
di lui con lieve rimbalzo sui suoi passi. Quando la sua forma ancora immobile
fu in vista, si inginocchiò accanto a lui e gli parlò con la solita voce ti-ho-rotto-il-culo-e-ora-te-lo-dico-in-faccia,
"Alzati, Malfoy, non è colpa mia se riesco sempre riescono a
umiliarti."
Draco inclinò la testa verso l'alto per vedere sul suo viso uno sguardo
divertito, "Sì, ma non è colpa mia se tu sei la numero uno del Signore
Oscuro e che avanzi totalmente negli incantesimi che non ho nemmeno ancora
imparato a causa di San Silente e la sua minuta ossessione di trasformarci in
uno dei suoi cloni.”
Lei strinse un po’ gli occhi, "Almeno tu puoi andare a scuola, io sono
rinchiusa qui 24 ore su 24."
Roteando gli occhi, si sedette sui gomiti e la guardò, "Non di nuovo il
discorso sulla scuola, Mia? Sei tu la fortunata, puoi stare qui, e hai accesso
a tutti questi incantesimi oscuri per farne ciò che vuoi."
"Dopo un po’ è una cosa monotona, Draco, te l’ho detto. Ho letto tutti
i libri qui almeno due volte e padroneggio ogni incantesimo conosciuto nella
storia estesa della Magia Oscura.” Da quel momento, si era seduta a gambe
incrociate e lo guardava con espressione annoiata, poiché avevano più volte
avuto quella conversazione in passato.
"Beh, tutta questa monotona vita ti servirà sicuramente per la
conquista di Potter, eh?" Disse scherzando, appoggiandosi completamente e
dandole una giocosa spinta sulla spalla.
Uno sguardo scuro vinse i suoi tratti, mentre sentiva un certo calore salire
sul volto. Lui fece un passo indietro, sapendo di aver commesso un errore citando
il suo nome. Se c'era una persona che odiava Potter più di lui, era
Hermione. "Ti ho detto di non
menzionare mai il suo nome in mia
presenza, Malfoy."
“L-lo so ... mi dispiace io ... non ci pensavo." Rispose debolmente.
"Ovviamente!", disse aspramente “E’ responsabile della morte dei
miei genitori, ti aspetti che io sia felice per questo?"
"Beh,
no ..."
"Allora non nominarlo una seconda volta!" gridò Hermione mentre si
alzava e si precipitava fuori dalla stanza, sbattendo la porta dietro di sé.
Camminava attraverso le sale, e le sue orecchie fumavano (in senso figurato,
ovviamente). I forti passi scossero i muri che la circondavano, tutti minacciavano
di cadere e di finire possibilmente in frantumi. A lei non importava,
naturalmente. Come osava Draco menzionare il suo nome quando conosceva
l’effetto che aveva su di lei? Gliel’aveva detto mille volte, se non di più,
che se solo avesse detto il suo nome gli avrebbe buttato via i boxer. Certo,
non aveva mai attuato le minacce contro lui, dal momento che erano cresciuti
insieme ecc. Un debole marchio sempre soffermato su di lui in quel senso, per
lui e nessun altro. La maggior parte degli suoi altri conoscenti la temevano
troppo per cercare di mettere in prova la sua pazienza. Ma nessuno di loro
sapeva come fare più di lui ... il bastardo.
Sbatté rumorosamente la porta della sua camera e crollò sul letto, cercando
di sfogare la frustrazione sul cuscino. Percepì
un senso di sollievo mentre si rotolava sulla schiena e chiudeva gli occhi,
pensando a cose che sembravano sempre calmarla, la spiaggia, la padronanza un
nuovo incantesimo, gli sguardi di sorpresa sui volto delle sue vittime, prima
di finirle ... Ahh così va meglio,
pensò, mentre il suo corpo si distendeva tra i cuscini. Ma prima che potesse
appisolarsi in uno stato pacifico, sentì il bussare alla porta. Lamentandosi
tranquillamente senza alzare la testa, disse alla porta "Vieni dentro."
La faccia da topo di Codaliscia, scarno assistente del Signore Oscuro,
spuntò nella sua stanza. Non aveva nemmeno bisogno di sapere che era lui,
poiché la sua puzza si fece subito strada nelle narici e la fece trasalire.
"Mi dispiace disturbarla, Miss ... ma il mio Signore ha richiesto di
incontrala nel suo ufficio."
"Molto bene, Codaliscia, puoi andare." Lei rispose, agitando la
mano in modo sprezzante. Ma prima che potesse uscire, aggiunse, "Oh, e
Codaliscia, la prossima volta prima di entrare in camera mia ... fatti una
doccia!"
Sentì la porta chiudersi silenziosamente dietro di lui, mentre si metteva a
sedere e si strofinava le tempie. Sapendo che la pazienza del Signore Oscuro
era tutt'altro che elevata, si costrinse ad uscire fuori dalla comodità del suo
letto e percorse la breve distanza tra la sua camera da letto e il suo ufficio,
un paio di porte più giù. Non la chiamava mai nel suo ufficio, a meno che non
fosse qualcosa d’urgente, probabilmente una missione da completare, per lei.
Dopo aver bussato piano, sentì un sordo "Entra" dopo solo un momento,
e aprì la porta nella stanza buia. Era seduto alla sua scrivania, mentre
scarabocchiava qualcosa su un foglio di pergamena. Si soffermò sulla porta,
aspettando che lui la riconoscesse prima di prendere posto d’avanti alla scrivania.
Lui la guardò, non con sua grande sorpresa, e le fece cenno di accomodarsi
sulla sedia di fronte a lui. Roteando un po’ gli occhi alla sua acuta
conoscenza, prese posto e aspettò che finisse ciò su cui stava lavorando. Quest’ultimo
posò la penna nel relativo supporto in ottone accanto a lui e la guardò
acutamente.
"Che devo fare questa volta, guidare un'altra irruzione in una casa
Babbana, forse?" Disse seccamente.
Lui ridacchiò sommessamente, “Sai sempre quando hai un dovere da adempiere.”
Aveva solo alzato le sopracciglia e continuava a guardarlo, in attesa della
risposta alla sua domanda. “La missione che ho scelto per te, questa volta, è
molto più importante di una piccola sciocca irruzione; te lo posso assicurare.”
“Ah, sì? Devo di nuovo aiutare Piton nei laboratori per trovare un altro-”
“No, Hermione.” Disse piano,
interrompendola. Lei piegò la testa di lato,
mostrando curiosità. “Questa missione è una cosa che ho programmato da lungo
tempo, in effetti ... praticamente da quando sei nata.”
Si ricompose sulla sedia e lo guardò con occhi spalancati, improvvisamente
molto ansiosa di sentire cosa le avrebbe detto. Era la prima volta che sentiva
un piccolo svolazzare nel suo stomaco, alla menzione di una missione con così
tanto significato. "Allora?"
"Ho bisogno di qualcuno che si infiltri nel territorio nemico,
dall'interno."
La sua espressione diminuì leggermente. "Ma c’è già Piton-"
"So che Severus è già di base nelle loro mura. Ma, questa volta, il mio
obiettivo non è solo Silente.” Disse con un leggero sorriso. Lei lo guardò in
modo interrogativo prima che lui avesse pietà di lei e continuasse, sporgendosi
sulle braccia in avanti, "Ho bisogno che tu ti iscriva ad Hogwarts e mi
aiuti a sbarazzarmi di Potter."
Si appoggiò allo schienale della sedia, ingoiando tutto. Era sempre stato il
suo sogno, andare in una vera scuola, per imparare qualcosa di diverso da tutti
i libri antichi detenuti nel palazzo. Era stato anche il suo desiderio, aiutare
infine, in qualche modo, la liberazione di Potter e finalmente spegnere la sua costante
rabbia verso di lui e metterla a riposo. Il Signore Oscuro vide lo sguardo di stupore e
non poté fare a meno di sorridere a se stesso, perché conosceva i suoi più
intimi desideri.
Parlò di nuovo, richiamandola dal suo leggero torpore, "Ho bisogno che
tu faccia amicizia con lui, non importa quanto possa sembrare ripugnante. Hai
bisogno di guadagnarti la sua fiducia, fa in modo che ti faccia entrare nel suo
piccolo amorevole gruppo di amici Mezzosangue. Col tempo, quando avrai la sua
piena fiducia, lo attirerai a me, impreparato, in modo da porre finalmente fine
a questa guerra insensata e lasciare che la Magia Oscura sia,
ancora una volta, la regola del Mondo della Magia."
Sembrava essere un compito impossibile, anche per le orecchie. Come poteva
fare amicizia con il suo nemico, passare sopra ai pensieri pre-determinati e
alla sua natura, al fine di costruire con loro un rapporto e agire civilmente?
L'unica cosa buona su quella proposta era il finale, eliminare Potter. Il
pensiero le dimenò un piacevole brivido lungo la spina dorsale. "Missione
possibile, mio Signore".
Lui si lasciò andare in uno stucchevole sorriso sul viso,
"Eccellente." Lei ricambiò il sorriso, mentre quello si appoggiava
sulla sedia, "Accompagnerai i Malfoy a Diagon Alley questo pomeriggio per comprare
le provviste. Il semestre inizia la prossima settimana, quindi mi aspetto che
tu sia pienamente preparata da quel momento.”
Lei annuì, "Certo, signore."
"Mi farò anche sentire di volta in volta, saprai quando e dove
trovarmi." Lei annuì ancora una volta. Sbrigativo, fece un cenno verso la
porta con la mano, "Puoi andare."
Hermione uscì con un sorriso enorme sul viso e cominciò il tragitto di
ritorno alla sua stanza. Ma prima che potesse entrarci, un paio di forti braccia
la puntarono contro la porta. Sorrise al viso compiaciuto che le apparve,
mentre si chinava per baciarla appassionatamente, le loro bocche si scontrarono
avidamente. Assaggiò la sua dolce bocca con la lingua mentre una delle mani percorreva
possessivamente l'interno della coscia e palpava la bianca pelle. La sua bocca
gemette quando lui cominciò ad accarezzarla, mentre spingeva con i fianchi. La
bocca gli permise di fare un percorso lungo il suo collo, mentre si contorceva
sotto di lui, le mani correvano su e giù per la schiena muscolosa. I loro occhi
si incontrarono e ogni lussuria si vedeva riflessa in loro. Hermione si allungò
e aprì la porta, trascinandolo per il bavero.
Troppo impaziente per continuare la situazione dell’essere vestiti, tirò
fuori la camicia dalla sua testa e la guardò ancora una volta, non osando
compiere la prossima mossa. Ma, invece che spingerlo contro il letto come
voleva disperatamente anche lei, lo guardò con eccitazione negli occhi e
sussurrò: "Vado a Hogwarts!"
La bocca gli si aprì in stato di shock, mentre la guardava, "Dici
davvero?"
Capendo che il loro momento era finito, lui si chinò a raccogliere la
camicia e se la portò alla testa. "E’ fantastico Mia, davvero. Ma come hai
fatto a convincerlo a farti andare?” Lei lo guidò sopra il letto spiegandogli
tutto ciò che era avvenuto pochi minuti prima. L’ascoltò attentamente, e quando
ebbe finito la sua bocca era spalancata e la guardava con stupore. "Devi
fare amicizia con lui?" disse, evitando di pronunciare quel nome.
"So che sembra strano, ma tutto per un buon risultato, giusto? Alla
fine, lui se n’andrà, e tutto questo grazie a me!Non è fantastico?"
Chiese febbrilmente.
“Sì, sarà un sollievo non averlo più
sulla mia schiena." Disse l’altro, con voce leggermente sarcastica.
"Precisamente, in questo modo tutti vinceranno! Io riuscirò ad andare a
scuola e a contribuire, per sbarazzarsi di Potter una volta per tutte, e tu ...
beh ... andrai a scuola con me!"
"E potrò crogiolarmi nella gloria della non-esistenza di Potter."
Aggiunse, con un leggero colpetto sulla sua spalla.
"Sì, anche questo". Corresse lei. “Oh!
E devo anche accompagnarti a Diagon Alley questo pomeriggio, per le
provviste."
"D’accordo, beh, dovremmo andarci all’in circa… tra un'ora,
diciamo..." Disse, guardandola con un sorriso furtivo.
Lei gli ritornò un sorriso malvagio, "Beh, credo che abbiamo un po’ di
tempo da bruciare, non credi?"
Hermione se lo tirò giù per il collare in modo da stargli sotto, "Sì
... bruciamolo." Lui suggellò la frase con un bacio infuocato sulle labbra
e ripresero da dove avevano interrotto, questa volta senza il disagio della
porta di legno premuta contro di loro.
~*~ ~ * ~
Diagon Alley era viva, piena di attività, mentre giovani maghi e streghe,
insieme alle loro famiglie, facevano gli ultimi acquisti di scuola, la
settimana prima che il nuovo semestre iniziasse. Hermione era rimasta più che
stupita davanti ai negozi colorati e ai personaggi ancor più bizzarri che
fiancheggiavano le strade. Sembrava esserci un negozio per ogni immaginabile esigenza
e non sapeva da dove voler cominciare! Guardò per un secondo l'elenco che
stringeva tra le mani e si diresse verso un negozio con un cartello che diceva
"Madama McClan", ed ebbe la sensazione che fosse il luogo in cui avrebbe
trovato delle vesti. Entrò nel negozio da sola, visto che i Malfoy erano occupati a Notturn Alley, e udì un
segnale acustico che annunciò il suo arrivo all’interno del negozio. Una tozza strega
si avvicinò ad Hermione con un sorriso amichevole. Pensò che la donna fosse
Madama McClan e la salutò con un sorriso gentile.
"Benvenuta da Madama McClan, cara, come posso aiutarti?" Chiese
con voce dolce.
"Ehm ... è la mia prima volta ad Hogwarts, e la lista dice che ho
bisogno di indumenti?" Chiese con voce interrogatoria. Non sapeva come
parlare a questi tipi di persone, doveva essere civile?
"Oh, naturalmente, ti stai trasferendo? Sembri avere molto di più di
undici anni, ai miei vecchi occhi." Disse scherzando.
"Sì, sono stata…. educata a casa” Spiegò senza problemi, ricordando le
risposte pianificate per spiegare la mancanza di conoscenza sulle altre scuole
di magia.
"Bè, è certamente qualcosa di cui non si sente parlare ogni giorno, non
è così?" Chiese lei consapevolmente. Hermione sorrise in risposta e lasciò
che l’anziana donna la riportasse indietro, dove vide una varietà di vestiti
diversamente colorati, piegati in cima, in modo ordinato. Accanto c’era una
piattaforma sopraelevata, circondata da specchi, e una tabella con una serie di
strumenti di misura. "Ora, ho bisogno che tu ti metta qui, così che io
possa prendere le tue misure."
Hermione accondiscese e salì sulla piattaforma, guardando se stessa riflessa
in molti specchi. Vide Madame McClan roteare la sua bacchetta verso la tavola e
un rotolo di nastro volare in aria e cominciare a girare intorno alla sua vita,
alle braccia e alle gambe. Fece del suo meglio per stare ferma, mentre la donna
anziana prendeva nota delle sue misure su un taccuino e mormorava un
incantesimo ad uno scaffale vicino. Hermione osservò con stupore una delle
vesti farsi strada sulle sue spalle e adattarsi automaticamente al suo corpo. Era uno strano tipo di magia per lei.
Sentì suonare il campanello alle sue spalle e vide Madama McClan girarsi per
scoprire chi fosse il nuovo cliente. “Ahh, Miss
Weasley! Vengo subito da te, cara."
Hermione vide il passo di una piccola rossa nel punto in cui si trovavano le
vesti più lussuose, e questa le accarezzò leggermente, quasi con stupore. Non
la guardò per molto, desiderando concludere quel raccordo per poi continuare
con le altre tappe. La sua attesa non durò a lungo. Madame McClan si allontanò
e ammirò il suo lavoro per qualche secondo, "Stai benissimo."
"Grazie" rispose Hermione.
Dopo aver pagato gli indumenti, lasciò il negozio e continuò la strada
lastricata in cerca della prossima cosa sulla lista. Era venuta a Diagon Alley
una volta, e quella volta solo per comprare la sua bacchetta, quando aveva
undici anni, fingendo di essere un primo anno per ingannare Ollivander. Era
stata male quella volta quasi dimenticata, e solo ora ricordava la soggezione che
l’aveva posseduta. A quanto pare, crescendo,
non aveva perso quello stupore.
La tappa successiva era "Il Ghirigoro", la libreria. Aveva quasi
paura di entrare in quel negozio, il suo gusto per i libri si era esaurito dopo
aver riletto l'intera libreria della famiglia Riddle. Prendendo un ultimo profondo
respiro di paura, spinse la porta e s’irrigidì. Quello era molto più grande della Biblioteca della famiglia Riddle. In realtà,
avrebbe potuto giurare che era dieci volte superiore a quella buia, decifrata
vecchia stanza. C’erano dei libri che coprivano ogni centimetro delle pareti, e
alcuni persino sul soffitto. C’erano anche più generi che non avrebbe mai pensato
potessero esistere! No, non c'era solo Magia Oscura, c’erano anche Incantesimi e
Trasfigurazione e Erbologia! Camminò lungo i corridoi con uno sguardo di
stupore dipinto sul volto, chiedendosi da dove avrebbe potuto iniziare.
Inizialmente diede un’occhiata alla propria lista, raccogliendo quelli di
cui bisognava, e mettendoli in un cestino preso di fronte al negozio. Dopo
passò in rassegna gli scaffali alla ricerca di oggetti che colpirono la sua
fantasia, poco importava che avrebbe voluto comprare un po’ tutto il negozio
con il tempo che le rimaneva, sfogliando. In effetti, dal momento in cui aveva
creduto di aver finito, aveva già il naso sprofondato in una copia de "La
storia di Hogwarts", una enciclopedia piuttosto grande sulla sua nuova
scuola. Era troppo occupata a leggere le prime righe della Prefazione "I
Soci fondatori", da non vedere dove camminava e si schiantò contro una
persona, mandando entrambi a finire sul pavimento.
"Mi dispiace tanto!", si scusò freneticamente, cercando di
raccogliere i libri che erano caduti dal suo carrello.
“E’ tutto apposto. Aspetta, lascia che ti
aiuti h-hai un sacco di libri!" disse la voce maschile della sua
vittima in soggezione.
Lei ridacchiò, suo malgrado, "Beh, credo di essere andata un po' fuori
bordo con lo shopping dei libri per la scuola."
"Un po', è un po' un eufemismo." Scherzò lui a sua volta.
La fece ridere di nuovo. Nessuno l’aveva mai fatta ridere davvero prima,
tranne forse Draco, ma lui non contava. Voleva vedere il suo volto, ma i suoi
libri erano ancora in disordine sul pavimento, così li mise via rapidamente e
guardò in alto. Oh mio Dio, era l'unico pensiero coerente che si fece
strada per il suo cervello. Vide smeraldi,
smeraldi puri ... nei suoi occhi. Come potevano esserci smeraldi nei suoi
occhi? Era comunque possibile? Poteva immaginarlo?!
"Umm, stai bene?" Chiese teneramente.
Sbatté le palpebre, "Sì ... sì. Grazie per avermi aiutato, davvero, non
dovevi farlo. Ti sono praticamente sbattuta contro."
Lui sorrise, "Va tutto bene, non è stata colpa tua, solo colpa dei
libri". Ridacchiò mentre le tendeva una mano, "Lascia che ti aiuti a
rialzarti."
Lei sorrise e gli prese la mano. Hermione rimase scioccata quando lui cercò ancora
di aiutarla a raccogliere gli altri dieci chili di libri che teneva in mano.
Bilanciando se stessa sulle gambe traballanti, alzò ancora una volta gli occhi sullo
straniero. "Grazie ancora per il tuo aiuto".
"Nessun problema. Uhh, ci vediamo in giro?" Chiese incerto.
"Certo, sì." Disse lei, annuendo.
Si voltò e andò via, e lei non poté fare a meno di guardarlo mentre se ne
andava. Era troppo impegnata a guardare la sua figura in ritiro da non udire
Draco apparire dietro di lei. "Cominci la tua missione prima del previsto,
non è vero?"
Era abituata a quelle sue improvvise apparizioni, così non fu troppo
sorpresa della scelta di quel momento. Si voltò verso di lui con un
sopracciglio alzato, "Che stai dicendo, Draco?"
Indicò sopra la spalla il punto in cui lo straniero con gli occhi di
smeraldo stava pagando le sue cose, e seguendo il suo dito si voltò a guardare
Draco con la fronte corrugata. Lui ebbe pietà di lei e parlò con una voce da
mollusco, ancora stizzosa, "Quello
è Harry Potter".
I suoi occhi si ampliarono mentre si voltava verso "Harry" ancora
una volta, guardandolo davvero. Non poteva essere! "Ma ... ma ... ma ...
la cicatrice!" Si difese.
"Ma ... ma ... ma ... i suoi capelli!" Continuò lui in
condiscendenza, con una voce scherzosa, puntando il dito contro la fronte.
Guardò verso il bancone della cassa per la terza volta e vide la sua
cicatrice, mentre i suoi capelli d'ebano si alzavano un po' per rivelare una
decolorazione leggera sulla pelle, proprio al momento giusto. Il sangue le scorreva
freddo e sentì che il mondo iniziava a girare. La rabbia per il suo
comportamento sostituì lo shock, mentre percepiva le uniche parole impresse nel
cervello che si aprirono uscendo dalla sua gola "COSA?!”
Heylà. XD Vi ringrazio tanto per i vostri commenti (ricordate che la scrittrice non sono io ma traduco soltanto). Ne sono molto contenta. Per rispondere un po’ a tutti, andrò in ordine. Kokylinda2, ron1111 e Troue_xxx vi ringrazio tanto per i vostri complimenti, è la prima volta che traduco, quindi penso di essere un totale fiasco , la storia è sì completa e Kokylinda, la puoi trovare in inglese a questo link: http://www.fanfiction.net/s/5010568/1/In_Too_Deep. Edocast92 e musicmylife grazie mille
Nuovo capitolo... scusate per il ritardo, presto posterò il prossimo. Grazie ancora per i vostri commenti. XD