A
strong friendship
Pioveva forte e lui per fortuna aveva l’ ombrello.
Camminava lentamente, tanto sapeva che in casa non c’ era
Nowaki ad aspettarlo, visto il suo stancante lavoro.
Il suono di un clacson fece sussultare Hiroki, che si voltò
verso la macchina rossa accanto a lui.
Il finestrino si abbassò e quello si trovò
davanti la faccia
divertita di Akihiko.
- Hiroki! –
- Akihiko! –
- Avanti, monta su! –
- No. Ho l’ ombrello –
Era strano,
allo stesso tempo doloroso: ogni volta che lo
vedeva gli veniva in mente quella notte in cui aveva provato a farsi
amare.
Era incancellabile l’ immagine e il ricordo somigliava ad un
brutto vizio.
- Non accetto
scuse! Sali! -
Con il pollice indicò il
sedile accanto al suo.
Hiroki titubante, con le sopracciglia sempre aggrottate –mai
un momento rilassate, arrivò allo sportello per poi salire
in auto.
Il broncio in volto, che teneva anche quando non
succedeva nulla.
- Allora? Come
va al lavoro? -
- Bene. Anche se i ragazzi non stanno mai attenti. Ma
pensano che la letteratura sia un gioco? –
- Beh, immagino comunque tu sia molto severo –
- Faccio quel che devo –
E per Hiroki
Kamijou tirare gessi o libri era una cosa del
tutto normale, se non fondamentale per quegli indisciplinati dei suoi
alunni.
- E tu? Lavori
a qualche nuovo libro? -
- No, ora sono in pausa –
- Da quanto sei in pausa? –
- Da adesso –
- Cosa?! Sei strano –
- Non ho
ispirazione
–
- Ma io…! –
- Mh? –
Akihiko si
voltò verso Hiroki, il quale imbarazzato continuò
a guardare la strada.
Fece cadere poi il capo in avanti, borbottando:
- Lo sai che
voglio leggerlo -
- Sì, lo so. Tu sei un appassionato di libri… -
- No, ti sbagli. I miei libri preferiti sono i tuoi. Perciò
potrei aiutarti in qualcosa se… -
- Ti ringrazio –
- Eh? –
Incredibile
eppure, Usami era ancora in grado di stupirlo,
come quando erano bambini.
Hiroki, che non aveva più bisogno di cercare le parole nel
dizionario a casa, doveva solo cercare di capire cosa passasse per la
mente di
quell’ uomo.
Cosa che forse nessuno era mai stato in grado di fare.
- Mi
è venuta un’ idea -
- E’ il minimo. Per quanto volevi lasciarmi senza leggere?!
Ormai ho letto di tutto. Ripeto, se ti serve… -
- No. Grazie, non ho bisogno di aiuto –
- Mh, ok –
Il resto del
tragitto lo fecero in silenzio, Hiroki non
capiva perché era nervoso.
Nella sua testa c’ era un mare agitato e lui non sapeva se
era dovuto al fastidio nello stare accanto ad Akihiko o nel ricordo che
bruciava.
Guardò le mani dell’ uomo posate sul volante,
scendere a
toccare il cambio delle marce –come avevano accarezzato i
suoi capelli.
Quelle grandi mani calde che avevano segnato l’ addio e la
sofferenza di Hiroki.
- Eccoci qui.
Hiroki? Hiroki? –
Usami
passò una mano dinnanzi allo sguardo fisso dell’
amico.
- Scendo,
scendo. Non c’ è bisogno che mi cacci! –
Il professore,
tornato alla realtà –per fortuna- aprì
lo
sportello e ringraziando l’ altro andò a casa.
Non appena entrato si chiuse la porta alle spalle e si
lasciò scendere lentamente a terra.
Portò le ginocchia al petto e su queste posò la
testa.
Era stanco, era stufo, Nowaki non c’ era.
Nowaki, con il suo caldo sorriso, in grado di fargli trovare
la serenità e togliergli dalla mente tante cose a cui non
voleva pensare.
Lo avrebbe aspettato, preparando la lezione per la mattina
seguente.
* * *
Dopo due mesi in cui, ormai, non ci
sperava più –nemmeno ci
pensava a dire il vero- il nuovo libro di Akihiko uscì.
Non era un Boy’ s Love, ma un romanzo: “Una strana amicizia”
–decisamente inaspettato, ma tipico di Usami.
Hiroki era sotto le coperte, Nowaki accanto lo guardava
instancabilmente
–questo gli dava fastidio ma cercava di non badarci.
Aprì così la prima pagina, sulla quale vi era
scritto:
Dedicato a Hiroki,
senza il quale questo libro non sarebbe mai nato
Il mare in tempesta nella sua testa con un’ onda travolse il
cuore e lo inghiottì.
Stupito rilesse più volte e più volte
borbottò un “baka”
impercettibile.
Chiuse il libro, con troppe emozioni contrastanti dentro di
sé.
Era felice, era arrabbiato. Era un po’ un insieme di
sensazioni come quel loro nascondiglio di quando erano bambini in cui il
bianco, il verde e l’ azzurro si fondevano.
Chissà poi se la “strana amicizia” era
proprio la loro.
Hiroki immediatamente negò a sé stesso di aver
pensato ciò e guardò Nowaki, che
gli stava facendo domande sul perché non aveva letto il
libro.
Si limitò a portare una mano su quella grande
dell’ altro
che gli toccava una guancia.
Nowaki si avvicinò per posargli un bacio, un altro ancora,
finchè la lingua non entrò nella bocca di Hiroki,
che con i rossi alle guance
si lasciava scappare distrattamente sospiri lenti -simili a
un brontolio.
-
Hiro-san… -
- Nh… -
Lui non aveva
bisogno di Akihiko, lui era Hiro-san.
E
che quel mare dentro
di sé portasse via anche Nowaki… solo
questo voleva, mentre alzava il volto
per lasciare all’ altro più spazio.
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Spero sia piaciuta!
Lasciate un commentino per favore ç.ç
*bacino*
Ringrazio XShadeShinra per la correzione che ho potuto effettuare.
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