Questa shot l'ho scritta tempo
fa, in un pomeriggio un po' nero, per me stessa. In realtà
non avrei mai pensato che l'avrei postata un giorno, anzi... volevo
tenerla per me. Ma poi ho pensato che questi chiamiamoli "pensieri"
erano gli stessi che Bella poteva aver fatto quando Edward se
n'è andato lasciandola sola, quello che poteva aver sentito
lei stessa, percepito dentro di sè. Lo stesso dolore, la
stessa angoscia, sofferenza che ho provato io. E quindi ho deciso di
condividere questa piccola one-shot sperando di farvi in qualche modo
riflettere o beh... diciamo vivere insieme a me e a Bella lo stesso
dolore se vogliamo. Spero vi possa piacere e in qualche modo farvi
capire quanto amo la scrittura. ^^ Un bacione a tutte e buona
serata!!!! Malia
Sei nei battiti forzati del
mio cuore ormai morto, sei negli attimi di vita che percorrono la mia
strada dall’alba al tramonto, semplicemente sei…
me. Non posso salutarti, non posso parlarti, nella mia anima solamente
nome, nome macchiato da un ricordo di complicità, tanto
forte da aver scavato nel mio spirito ed averlo marchiato con un segno
indelebile che ora rischia di distruggere tutto il mio mondo. Chi sei?
Non ne ho idea. Forse un mostro, un mostro… sì,
chiamato Amore. E tu nella tua sofferenza osservi cieco lo stesso buio,
la stessa paura che dilania la mia anima alla costante ricerca della
tua, qualunque cosa, darei qualunque cosa per averti. Inevitabile il
mio pensiero e tu, tu non lo sai, non lo saprai mai. Quale pazzia giace
in fondo ad un sentimento? Quale passione, quale dolore, quale forza
può permettere ad Emozione di divorare la coscienza? Notte
insonne, porta consiglio di vita, fantasticare conduce al dolore
dell’anima. Eppure… sono vicino a te, ogni sera al
buio della stanza le mie mani sono tra i tuoi capelli e tu, ignaro
bimbo, tenti di addormentarmi e spegnere i miei incubi, il volto del
male che mi hai fatto, il volto del male che uccideresti con la tua
rabbia assetata di sangue. Potessi essere io… oh potessi
essere io solo per qualche minuto colei che si siederà al
tuo fianco e osserverà i tuoi occhi tristi chiedere amore!
Oh Dio, Dio del mio cuore, della mia anima, dimmi cosa sta succedendo.
Ti desidero, desidero vivere di te, desidero morire di te, consapevole
che questo amore mi porterà alla distruzione del pensiero e
del cuore, ma non importa. Le mie mani pregano giunte ogni sera
perché il tuo cuore sia protetto, segretamente piango tutte
le mie lacrime perché tu possa essere felice. Sei
un’ossessione, ti sto donando tutto, tutta me stessa,
sperando che il mio pensiero ti raggiunga, che tu possa sentire le mie
labbra sulle tue alla sera, quando steso ripensi alla tua vita,
così silenziosa, incessante e inevitabilmente
ancora… hai paura del mondo. Io sento la tua paura, mi fa
battere il cuore, che rimbomba e non mi dà tregua, il tuo
terrore è il mio. Cosa darei per calmare i tuoi timori, cosa
darei per tenerti stretto e non lasciarti andare. Ho paura che venderei
la mia anima per vedermi accanto a te solo una notte, ho paura che io
mi stia distruggendo e spegnendo lentamente, perché senza te
ogni cosa sta diventando maledettamente inutile. Da quando…
da quando vivo la prigione delle mie giornate in agonia, aspettando un
momento, solo un momento che non verrà mai. Aspetto
l’addio… che assurdità, aspetto
l’addio che mi ucciderà, nel sangue, nel dolore,
lo attendo felice perché potrà per un attimo, un
solo attimo, farti rimanere vicino a me e così
potrò godere del tuo tempo per qualche secondo, godere della
tua presenza non reale. Amore lo chiamano, amore… sinonimo
di ossessione, di paura, di dolcezza, di sentimento, di immagine, di
pensiero, di passione, di corpo, di felicità, di Inferno e
Paradiso, di labbra e di sguardi che io non avrò mai. E
urlo, grido la mia rabbia. Non doveva succedere, non doveva succedere,
non sono così, è impossibile, cerca di capire che
è impossibile, ti prego! Eppure sei così vivo
dentro me, ti sento sbattere ridondante nel mio spirito, protetto dalle
mie fantasie, sei così reale, come posso fingere che tu non
sia amore? Ideale, sei ideale… no, non lo sei, so chi sei,
non perfezione, sei tu! Tu, le tue parole, il tuo dolore, i tuoi
sorrisi, ti immagino così ragazzo, così uomo,
camminare facendoti domande, sederti sul letto e guardarti allo
specchio pensieroso. Domandarti perché…
perché tutto questo. Ora sento le mie lacrime che calde
scendono sulle mie guance e mi chiedo cosa starai facendo, e
perché sei lontano da me, un groppo mi chiude la gola e io
rido… sono ridicola. Un’esagerata, non
so più distinguere realtà e fantasia, ma per
prenderti la mano e vedere un tuo sorriso venderei il mio
corpo. Allora ditemi, voi che potete giudicare, che cosa è
se non amore? Non lo conosco. Aspetto… ma dove sei?
Aspetto… ma tornerai? Porto le ginocchia al petto tentando
di ricordare me stessa… tante volte ho combattuto il dolore,
vincendo, perché niente è in grado di
sconfiggermi, ed è bastata un tua parola, una sola, per far
crollare le mie difese, per far crollare il mio mondo. Non è
giusto… non è giusto!! Grido
nell’oscurità tentando di graffiare il mio viso,
disgustata dal mio petto, nauseata dalle immagini di te che
attraversano la mia mente. Non sono io, non sono io, non sono io e la
consapevolezza mi spegne, mi distrugge e mi getta in uno stato di
apatia confusa che non mi fa pensare razionalmente. Piango…
guarda le mie lacrime, sentile, oddio, toccale! Oh… oh, ti
dispiace, lo so, ma in fondo che importa, sarò io a
strappare le vesti alla mia anima denudandola di fronte a te, io a
umiliarmi per amore, io a credere in te, o forse… o forse
no, ti caccerò non lo so, ti allontanerò
perché non voglio stare male, non voglio sentirti dire che
hai paura di ferirmi, ma credimi, sono già morta. Cosa devo
fare? Non posso pensarti, adorarti, rimuginare sulle tue parole,
né posso dimenticarti, farei male a me stessa. Non mi resta
che prendere tempo, sconfitta, solo lo scorrere dei minuti a lenire la
mia ferita, che tristezza… impotenza, meglio la morte
all’impotenza del tempo incessante, meglio dormire
un’eternità che rimanere senza la consapevolezza
di questo sentimento. Verrà un altro e avrà il
tuo volto, tento di illudermi, di rincuorarmi, ma non è
così, lo so. Sensazioni e sentimenti che mi sconvolgono
raramente, ho sempre scelto, non ho mai lasciato scegliere
all’amore, questa è la prima volta, e
l’ultima. Non voglio più sentire questo dolore,
mai più, voglio dimenticarlo e lasciarlo scivolare su di me
come se non fosse mai esistito. Almeno… questo è
quello che vorrei… mi illudo che tutto possa passare
velocemente. Il giorno riesco a comprimerti nel cuore e limitare
l’esplosione di questo sentimento, al buio diventi tortura,
la notte il desiderio di te diviene insistente e uccide lentamente la
mia anima di passione e voglia, toccarti e sentire l’odore
della tua pelle mentre le coperte avvolgono il tuo corpo nudo diventa
una necessità che fa smaniare la mia anima. E
allora mi soffoco col cuscino pensandoti, provo a morire senza
ossigeno, quando in realtà sono già morta senza
di te. Che ironia! Il destino gioca a farsi beffe del mio cuore. Non
riesco a controllare il desiderio di capire chi sei e parlo
costantemente di ciò che di te conosco, arrivando a non
comprendere più me stessa e il mio essere, arrivando ad
annullarmi per cercare di afferrare quel poco che so di te. E non
c’è altro, il resto è noia, il resto
è nulla, il resto non è. Potrei rimuginare ogni
secondo su ciò che sei, su ciò che sono, ma non
lo so, non lo so più e rischio solamente di provare dolore,
sofferenza, ed è sempre dannatamente reale, anche se tu non
ci sei e non ci sarai mai. Posso vivere con la costante consapevolezza
di averti dentro la mia anima, lo so, ma non potrei mai convivere con
la coscienza del tuo rifiuto. Mi uccideresti… ho paura. Non
voglio, non voglio parlarti, ma ne sento il bisogno, non voglio
conoscerti, ma morirò se rifiuterò di farlo. Non
ho scelta, morire per morire, voglio scegliere la morte più
dolce, lasciarmi cullare dalle note lontane della tua durezza, oppure
della tua voce, non so cosa mi riserverà il futuro, fammi
male, pugnalami, sanguinerò, griderò amore,
ucciderò me stessa allungando le mani e tentando di arrivare
a te, ma almeno potrò assaporare almeno una volta
l’emozione della tua presenza, l’emozione di una
tua parola. Questo mi basta per scegliere di morire, questo mi basta
per continuare a vivere. Ora, oggi, per sempre tua.
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