Note
d’Autore: Oh yeah, la voglia di scrivere ritornò
u.u! Salve a tutti! XD
Mi presento con una fiction ispirata ad un videogioco che ho amato
tanto,
Aveyond
II Ean’s Quest ( scrivo il titolo così in evidenza
perché ovviamente
non c'è una voce nei videogiochi che sia Aveyond, difatti ho
digitato
come vedete su Altro, perciò se ho fatto qualche errore nel
collocare
la fiction, pregherò che un membro dello staff venga a
soccorrermi!XD
L’idea di fare una yaoi su due personaggi del videogioco mi
è venuta
dal fatto che si odiavano tanto da non poterli tecnicamente tenere
tutti e due nel Gruppo di missione, devi per forza escluderne uno XD!
Sì, quelli che hanno giocato a questo fantastico gioco in
questo
momento staranno ad occhi spalancati a fissare lo schermo e
pensare:"Questo è pazzo?" XD Magari senza nemmeno
un'interrogazione. Ma
la mia mentalità malata ha pensato bene di farci una love
story su di
essi, che vi devo dire ù.ù E sono anche un po'
andato di fantasia su
alcuni punti per renderli più realistici in una fan fiction,
ma alla
fine nulla di importante ^^!
Beh non ho molto altro da dire!XD Spero che vi piaccia ^-^ Anche se
è
molto improbabile che una fiction su un videogioco praticamente
sconosciuto abbia tante recensioni. Oh beh! XD L'importante
è che mi
sia piaciuto scriverla ^^ ( Pensiero dell'autore:
forzerò/arruffianerò
qualche amichetto/a a recensirmi ù.ù) Buona
lettura =3.
Disclaimer: I personaggi principali e quelli
che orbitano
attorno a loro sono produzione della Amaranth Games, non
c’è alcuno scopo di
lucro, essenzialmente di intrattenimento e divertimento.
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Gavin
Morven è il diavolo. Era ciò che
diceva il buon e rispettoso costume della città di Thais.
Quando usciva dai cancelli d’ingresso, i cittadini tiravano
un sospiro di sollievo, ma quando ritornava per qualche ignoto motivo
con quei due Mezz’elfi e l’allegro Ranger, tutti
quanti cercavano di stargli alla larga, soprattutto le donne, di
qualunque età esse fossero. Era
un diavolo proprio perché era uno stregone che utilizzava la
Magia Oscura, un Warlock.
Ma era anche diavolo perché aveva un certo savoir-faire che
avrebbe tentato anche la casta sacerdotessa più pura e
devota alla Dea. Non si sapeva se la sua fama fosse retta
più dalle sue arti magiche o dal suo carisma, in effetti.
Proviene da Bogwood, quella
cittadina è abitata da feccia, di cui egli è
quasi un idolo, un simbolo. Le discriminazioni su Gavin erano infinite
per i cittadini di Thais; sarebbe stato più facile contare
tutte le volte in cui il ladruncolo Jack era finito in prigione per
furti stradali.
La compagnia con cui Gavin viaggiava
era composta da lui, quarto membro del gruppo in ordine di
arruolamento, Rye, un Ranger proveniente dalla cittadina rurale di
Ryva, e due mezz’elfi provenienti da un mondo magico lontano
da quello degli uomini in cui erano capitati: Ean e Iya erano amici da
sempre, ma le loro strade si erano separate e riallacciate a causa
degli intenti di dominio della Regina delle Nevi.
Già, era la stessa Regina
delle Nevi che stava creando un bel po’ di scompiglio in
tutto il mondo degli uomini. Con abile mossa era riuscita a congelare i
sovrani di tutti i regni della Terra Principale, se non il sultano di
Seri. Gli mancava solo una cosa: Iya, la Cantante Maga, la cui magia
elfica le avrebbe concesso il dominio su qualunque mondo.
Era sicuramente un piano molto
ambizioso e affascinante, pensava Gavin, ma né lui
né il suo villaggio di streghe erano tanto interessati a
ritrovarsi la loro orrida palude infestata da neve e ghiaccio. Era una
questione di principio: se vuoi renderti più cattiva di una
strega, non lamentarti se ti ritrovi le guardie tramutate in rospi o i
topi nel letto!
Ma Gavin ora pensava che ci voleva
ancora un bel po’ per confrontarsi con la Regina delle Nevi.
La compagnia doveva prima di tutto
trovare dei piani segreti a Eredar, di cui il principe di Thais, Uthar,
amava tanto sproloquiare. Sembrava che potessero annientare le difese
della Regina delle Nevi nella sua città, Shaenlir, e
consentire un bel contrattacco. A Gavin certe strategie non piacevano:
preferiva agire nell’ombra.
Altra missione di minore importanza
– almeno secondo Gavin- era ristabilire lo spirito di Iya,
che doveva avere una benedizione da sei ninfe spirituali di
Gavin-non-sapeva-cosa, situate in Gavin-non-ricordava-dove. Ma
continuava a proporre spudoratamente a Iya di uscire con lui, che
l’avrebbe fatta sentire come un gatto: con sette vite. Ma
ogni volta Iya arrossiva e si riparava dietro a Ean, che gli grugniva
di piantarla.
“Bah, elfi”.
Ma bandendo alle ciance e a pensieri
inutili, Gavin era rientrato col suo gruppo a Thais per aggiornare
Uthar sull’andamento della missione di recupero dei piani
segreti.
Entrando nel castello di Thais,
incontrarono anche l’altro gruppo affiliato. Mentre loro
quattro cercavamo dei piani a Eredar, questi altri si
occupavano dell’Unione dei vari regni contro la Regina delle
Nevi. Oltre il ladruncolo Jack, la cui utilità era pari a
quella di una melma delle paludi, c’erano Ava, una bella
“gnocca da mare” –pirata
dell’esotico regno di Seri-, Emma, una bella
“gnocca da casa” –ex cameriera della
città di Candar, la città dell’Amore; purtroppo ora era
un’abile combattente: faceva quasi paura quando Gavin provava
a parlarle!-, e quel gran sborone, altezzoso, superbo, intrattabile,
insopportabile –quasi quanto Gavin stesso- e, ultimo ma non
meno importante, nobile
principino Nicolas, il guaritore e capo del gruppo,
nonché secondogenito del re di Thais- momentaneamente
congelato da quella frigida della Regina delle Nevi- e fratello di
Uthar quindi.
Eccolo che entrava nella sala del
trono. Doveva essere un attimo andato nelle sue stanze a impomatare la
sua faccia da Gavin-non-può-dire-cosa e a profumarsi.
C’era qualcosa di più orrendo al mondo di un
principe con la puzza sotto al naso? Il suo cuoio capelluto era di un
argento tendente al biondo ed erano lunghi, un ciuffo scendeva su un
occhio, mentre quello esposto era di un freddo azzurro. Il volto era
fine e ben curato, tutt’al contrario di Gavin, su cui era
presente una leggera barba. I vestiti erano leggeri, costituiti da una
semplice toga lunga, azzurra e gialla che lo copriva tutto.
Assomigliava ad un leggendario Druido quasi! Appena entrò,
tutti i membri dei due gruppi fecero una piccola riverenza, tutti
tranne Gavin, ovvio. Forse era proprio per questo che lo sguardo di
Nicolas, una volta indugiato distrattamente sui compagni inchinati, era
caduto su Gavin; aveva l’espressione di chi effettivamente ha
visto la più grande feccia esistente al mondo nel suo
palazzo.
- Hmpf… Uthar,eccomi di
nuovo- fece sdegnoso al fratello, capirai, è difficile
capire con chi Nicolas si mostra gentile e umile – Per quanto
riguarda i rapporti a Seri e Candar…- Gavin si
degnò di seguire il discorso sino a lì, poi si
appoggiò al suo bastone da battaglia distrattamente e
adocchiò un paio di cameriere che passavano lungo la sala
del trono, una delle quali lo guardava di sfuggita, arrossendo e
accelerando il passo.
Se Gavin pensava che originariamente
i due gruppi avevano la medesima missione, quella di recuperare i piani
a Eredar in qualche modo, ma che sono stati poi separati da un
capriccio di prim’ordine, gli montava quasi la rabbia.
Certamente, il principino Nicolas non poteva di certo mettersi a
viaggiare con una feccia come Gavin stesso! Ne sarebbe andato del suo
onore, oltre che della sua immagine! Tanto valeva mettere Ean in
condizioni di dover scegliere se tenere o Gavin o lui. Alla fine Ean ha
scelto bene: tenere un mago che usa magia offensiva può
essere molto più utile di un mago che usa magie passive o
curative, almeno secondo il punto di vista di Gavin
stesso, ovvio. E per inciso anche lui sapeva curare- anche se non
efficacemente come Nicolas! Che poi si scocciasse a curare i suoi
compagni dopo uno scontro era un altro paio di maniche… Il
fatto vuole che Nicolas, sdegnato di esser stato surclassato e deciso a
far qualcosa, era andato da suo fratello e gli richiese(lo
assediò di imposizioni) una missione importante, portandosi
così come compagni Jack e le due gnocche. Tutto questo
perché non sopportava Gavin… Anche se in effetti
nemmeno Gavin amava tanto i nobili e i ricchi viziati e arroganti come
Nicolas.
Che ragazzino insopportabile…
~
In serata tutto il gruppo tranne
Nicolas si intrattenne in una taverna a mangiare qualcosa. Una volta
tanto se lo meritavano un po’di svago, no? Peccato che doveva
essere sempre e solo Gavin a proporre e organizzare tutto per
divertirsi un po’… E peccato che le sue idee
dovevano sempre esser smussate, semplicizzate, purificate e anche
insultate. Eppure avevano solo un’accesa tonalità
di perversione, che male c’era, si giustificava Gavin?! Che
bambini, si vedeva che egli era ventottenne e loro, sì e no,
ancora degli adolescenti.
Osservava un Ean ed un'Iya che
discutevano divertiti con Emma e Rye – oh, che coppiette
smielate-, Ava che chiedeva l’ennesima birra come se fosse
acqua – mai una volta che si ubriacasse sul serio! Se
succedesse, Gavin non esiterebbe a sincerarsi della
prosperosità della donna-, e Jack che…
Gavin sospirò. Era inutile
anche dire cosa stesse facendo quel cleptomane.
Perciò
visto che si annoiava a morte, salutò tutti i presenti con
la sua solita formula di congedo:
- La passera chiama,
bimbi!- e se ne andò. Sapeva già chi poteva
essere la vittima di quella notte. Inspirò l’aria
e si leccò il labbro superiore. Quella caccia gli sapeva
tremendamente di proibito; adorava il proibito.
~~
Nicolas amava la lettura. Era una di
quelle poche cose che sapevano distogliere la sua attenzione, i libri
fatti per bene. E ovviamente i libri ben scritti erano quelli della sua
famiglia, che domande, la famiglia Pendragon. Il primo libro che lesse
della sua famiglia fu scritto dal suo bis bisnonno, un tempo Druido del
Sole , Dameon Maurva, in cui narrava tutte le avventurose
vicende con la futura consorte e compagna di viaggi, Rhen Pendragon,
dal cui utero discese poi tutta la stirpe reale che governava col
perenne senso della giustizia a Thais. Erano due le
cose che affascinavano Nicolas di quel racconto; prima di tutto il
fatto che Dameon, come lui, utilizzava la Magia Bianca, tratto genetico
ereditato quasi duecento anni dopo solo e soltanto
dall’orgoglioso Nicolas; secondo che i suoi avi
s’erano amati durante un’avventura, riportando
Thais alla prosperità con l’amore… Era
strano potersi innamorare di una persona in una missione in cui in
ballo c’è la propria vita, innamorarsi a tal punto
da condividerne le responsabilità di un regno da governare.
Anche Nicolas sognava segretamente un amore simile. Egli era
così dolce e fantasioso nel mondo dei sogni, così
duro e freddo in quello concreto. Finora
l’unica missione in cui si era mai immerso era quella
attuale; ci metteva però così tanto impegno e
serietà che non si lasciava andare nemmeno per un attimo.
Eppure nel suo gruppo principale c’erano due ragazze, ma una,
promettente tirocinante nell’accademia militare di Wars
& Magic, era sicuramente sentimentalmente impegnata con Rye,
un’altra… Beh… Una piratessa non era di
certo un gran bel vedere per la cittadina di Thais, che offriva a
Nicolas le più nobili, belle e intellettuali donne sul
mercato. Per quanto riguardava Iya, erano due le sorti che
l’attendevano: o la morte in missione o il felice ritorno nel
suo mondo. Non aveva perciò ancora molte speranze di avere
una relazione sentimentale come quello tra Dameon e Rhen.
Sospirò e richiuse il
libro che stava leggendo. No, quella sera aveva troppi pensieri per la
testa per potersi svagare. Suo fratello Uthar aveva detto che dovevano
iniziare a instaurare rapporti diplomatici anche sulle isole delle
Terre Selvagge, e Nicolas doveva ancora studiare i giusti approcci da
seguire con la gente del popolo. Magari
una ricerca in biblioteca delle usanze e del buon costume degli elfi di
quelle terre l’avrebbe
aiutato. Uscì dalle stanze e si diresse al secondo piano,
ove c’era una delle biblioteche più fornite al
mondo. Si affacciò per un attimo alla finestra. Ean e gli
altri avevano detto che sarebbero andati in una taverna a Thais per
svagarsi un po'. Certo, loro si divertono e Nicolas lavora, che gran
sdegno per il principe. Ma in fondo non li biasimava se
s’erano fatti influenzare da quel fannullone, buono a nulla,
arrogante, meschino, menefreghista, gradasso e, soprattutto, feccia di
Gavin. Anzi, non osava nemmeno chiamarlo per nome, quasi come se
portasse male: lo chiamava semplicemente “la Feccia”.
Nicolas sperò di essere così occupato con la
missione da non rivederlo mai più.
E sì, a volte capita anche
per i principi, non sempre i desideri si avverano, soprattutto
perché la scena che gli si presentava davanti sembrava
quasi voluta da una divinità malevola: un uomo dai capelli
rossi raccolti in una coda, alto e possente, con un’armatura
nera e grigia di tutto punto e un mantello marrone gli rivolgeva le
spalle, mentre da sotto le ascelle, quasi come fossero una cintura
dell’individuo, uscivano delle gambe incalzate con ballerine
nere, un paio di mani femminee si aggrappavano alle spalle della sua
armatura oscura. Uno squittio
represso da un minimo di pudore rimasto usciva dalla bocca della
proprietaria di quelle belle gambe e delle mani curate, mentre un verso
roco e soddisfatto veniva esalato dall’uomo ogni volta che il
suo bacino si spingeva verso la donna.
La rabbia di Nicolas fu tale che quel
verso gli sembrava quasi quello di un maiale eccitato. Evocò
il suo bastone. Forse usava magia non offensiva, ma il suo bastone
faceva comunque male, questo era poco ma sicuro.
Caricò silenziosamente
l’individuo alla testa, che smise di spingere, mentre la
donna piacevolmente inchiodata al muro represse un urlo, terrorizzata
dalla presenza dell’ultimo individuo che li avrebbe dovuti
scoprire lì, lungo i corridoi del castello in cui lavorava,
a fare cose inammissibili… E, soprattutto, a
farlo con l’ultima persona da cui poteva
sognarsi di farsi adescare per un paio di minuti di sfrenato ma silente
piacere.
- Ha fatto male –
gracchiò piatto Gavin, toccandosi la nuca, senza voltarsi
verso chi gli aveva procurato dolore. Come se non lo sapesse chi
potesse esser stato: il volto della cameriera che manteneva per i glutei
diceva tutto. Riprese perciò a spingere, ma
ormai la magia era infranta, la cameriera di quella mattina chiedeva
disperatamente di smetterla, gli evidenziava furiosamente che
c’era il padrone, qualcosa sul fatto che perdeva il posto per
colpa sua, cose di questo genere.
E si aggiungeva Nicolas, che con voce
ferma e gelida -inutile dire che
era un vero e proprio antidoto all’eccitazione- lo
minacciò di chiamare le guardie e di sbatterlo in galera
senza possibilità di cagione.
- Uff…- uscì
dall’antro della cameriera, si portò le mani al
bacino e rimise il “bastone” dove doveva stare,
facendo così cadere rovinosamente a terra la cameriera, che
emise un guaito di dolore e si coprì velocemente le parti
basse con la propria gonna lunga, ricamata e abbellita da un bel
grembiule bianco. In quel momento, a parer del volto disgustato di
Nicolas, non le donava affatto quel grembiulino, come il resto di quel
vestiario in effetti.
La ragazza, che non poteva avere
più di diciotto anni, si alzò tremante dal
pavimento e se ne andò via in lacrime, silenziosa come aveva
goduto, mormorando solo un”chiedo scusa” rivolto
probabilmente più al padrone che al seduttore.
Rimasero lungo il corridoio solo
Gavin e Nicolas. Il primo rivolse i suoi occhi verde smeraldo al
secondo, con un ghigno.
- Sei contento? L’hai fatta
piangere-
- Sei contento?- rispose a tono
Nicolas – Ora o la dovrò punire o la
dovrò licenziare direttamente, scegli tu, feccia-
- Fanne quello che vuoi- menefreghista
come sempre, Gavin – Era lei che
mi desiderava, io l’ho solo accontentata. Se poi voi snob
siete una razza a parte che non sa usare l’uccello, mi viene
da pensare che siate più frigidi della Regina delle
Nev…- ma non pronunziò l’ultima
lettera, che Nicolas gli aveva già voltato le spalle.
- Ehi, dove vai?-
- Non ti pare ovvio? Chiamo le
guardie: violazione di domicilio
reale, abuso del personale del castello di Thais e offesa alla Corona.
Che dici? Io penso che sia più che sufficiente per una pena
di morte per dolo- affermò Nicolas pomposamente fedele alle
leggi del suo paese, ma anche estremamente colmo di vittoria, vendetta
e giustizia.
- Oh povero, piccolo principe, si
è offeso solo ora che siamo nel suo castello-
sogghignò seguendolo, quasi lo canzonasse.
- Certo, in questo momento oltre ad
essere un missionario di Thais, sono soprattutto il
principe Nicolas Pendragon, non puoi permetterti di comportarti come ti
pare e piace in casa mia, contro il mio titolo addirittura-
marcò a denti stretti, facendo per aprire la porta che
affacciava alla fine del corridoio. Quella mano non toccò
mai la maniglia della porta, perché fu presa da Gavin, che
lo inchiodò al muro e replicò ostile:
- E certo, quando tu eri a Bogwood e
insultavi me, che non ti avevo nemmeno rivolto la parola, questo
problema di essere nel mio territorio non te l’eri posto a
quanto pare-
- Tu non sei e non sarai mai un
regnante, lurido sudiciume- soffiò Nicolas disgustato
dal
contatto con la sua pelle.
- E’come se lo fossi. Posso
esercitare tutto il potere che voglio sulle streghe. Dopo Heptipus sono
uno dei migliori, bello- ghignai tenendo ferma la presa sul suo polso.
- Ma cosa può mai
governare uno scimmione poco ammaestrato come te? Sei solo un reietto,
un fallito e inetto della peggior specie a cui non importa niente
né del suo squallido paese in rischio come il nostro,
né dei suoi compagni, i quali..- le sue labbra tremarono
quando sentì una morsa più fredda sulla sua
pelle. Gavin aveva evocato ghiaccio che si condensò sulla
propria mano e il polso che stringeva.
Una cosa che Nicolas odiava della
magia nera era che, comunque venisse proiettata, causava dolore.
- Non osar dire che
questo…- fece con un sorrisino sinistro Gavin. In effetti
era la verità, non gli importava molto di loro, ma gli
faceva gelare il sangue dallo scandalo sentirselo dire proprio
dall’ultima persona che si preoccupasse dei suoi compagni.
Nicolas rimase in silenzio, guardando
con rabbia cieca lo stregone. Avrebbe potuto evocare uno scudo
dell’acqua per bloccare in tempo il flusso ghiacciato, ma non
si sarebbe mai aspettato che Gavin sarebbe arrivato a tanto, nel suo
palazzo addirittura. Se fosse stato possibile, Nicolas si sarebbe
voluto assicurare che l’anima di quel futuro dannato patisse
le pene dell’Inferno per l’eternità.
- Lasciami…
Subito…- scandì lentamente Nicolas.
- Oh soltanto se dirai scusa-
replicò Gavin. Non sembrava più di tanto
speranzoso di udire delle scuse da uno snob come quello.
E come volevasi dimostrare, Gavin
ricevette uno sputo in pieno viso a quelle parole. Sollevò
il principino e lo portò verso quelle che dovevano essere le
stanze di quest’ultimo, visto che lungo il corridoio
c’erano solo quadri di Nicolas in qualunque età.
Gavin si sentiva tanti piccoli occhi gelidi puntati contro, accusatori
e sdegnosi come quelli reali. Rispose a quello sdegno con
malignità.
- Ma quanti quadri, sir Nicolas; devo
presumere che ti abbiano fatto ritratti anche
mentre ti masturbavi-
- Smett..- provò a urlare,
così da farsi sentire per tutto il castello, ma Gavin gli
tappò prontamente la bocca con l’altra mano. Gli
sibilò nell’orecchio:
- Scommetto che le cameriere che si
mettevano a pulire la zona di quel quadro cercavano di finir subito il
loro operato; che le damigelle che passavano tornavano in sala con le
lacrime agli occhi o per le risate o per la disperazione, tanto che ce
l’hai piccolo-.
Se le guardie avessero affinato il
loro udito avrebbero potuto sentire dei versi nasali quasi isterici, ma
ormai era tardi, perché Gavin aveva aperto la porta della
camera di Nicolas - che schifo, commentò- , la richiuse e,
sciogliendo all’istante il ghiaccio dalla presa,
scagliò il principe lungo il suo regal giaciglio.
Accidentalmente era caduto a terra.
- Ops- sorrise e chiuse le finestre,
da cui uscì giusto in tempo un vaso di narcisi che fino a
poco fa abbellivano il tavolo di studio del principe.
Nicolas sembrava quasi pronto a
scagliare un altro oggetto.
- Che cosa credi di fare!?-
strillò, ma stavolta sapeva che la sua camera era troppo
isolata dalle guardie al di là del corridoio. Dannata
sicurezza, non appena quell’energumeno sarebbe stato
arrestato, Nicolas avrebbe chiesto a Uthar delle guardie anche fuori
dalla sua camera e…
E qualunque altro flusso di pensiero
di Nicolas fu soffocato dalle labbra di Gavin, il quale sembrava quasi
aver detto una bestemmia, solo che l’aveva trasfigurata in
atto con quel bacio! No, forse nemmeno un bacio lo si poteva
considerare. Era più un possesso fisico che Gavin deteneva
sulla sua apertura orale per evitare che un’altra
singola vocale potesse uscire dalla gola di quel dannato stupido.
In effetti stupido era anche Gavin
stesso che si era cacciato in quella situazione: che bisogno
c’era di fatturare il principe, strattonarlo, insultarlo e
spintonarlo? Ma Gavin, realizzò, non usava mai il cervello,
era sempre e solo l’istinto a guidarlo, qualunque cosa
facesse. Nicolas rispose con una più che meritata
ginocchiata ai testicoli, che lo stregone non prese poi così
tanto volentieri, dal momento in cui si era staccato dalle sue labbra.
Tuttavia ci fu qualcosa di inaspettato in quella specie di bacio. Forse
le labbra di Nicolas si erano mosse per cercare di liberarsi,
ma…
Ma Gavin ora non poté
lasciarlo scappare da quella stanza, non ora che voleva capire un paio
di cose. Perciò evocò di proposito una saetta, la
quale andò a colpire i nervi di una gamba del principe, che
inciampò a terra, a pochi centimetri dalla porta. Sebbene
facesse di tutto per rialzarsi, Gavin lo teneva fermo a terra,
stendendosi su tutto il suo corpo prono.
Gli tenne una mano sul collo, senza
stringerlo troppo, e sussurrò:
- Ma come, non mi fai vedere la tua
camera come si deve? E’ così bella nobile
che…- gli alzò senza troppe cerimonie la toga che
aveva indossato anche quella mattina. Sentiva le mutande calde e,
scavando ancora di più, un suo gluteo. Non si fece venire
alcuno scrupolo e fece:
- Mi chiedo se…
E’ nobile quanto
te…- gli toccò il bassoventre
tremendamente eccitato.
Allora era vero…
Si alzò dal suo corpo e,
mettendosi in ginocchio, fece una silente espressione di chi chiede
spiegazioni.
Il principe, dal canto suo, respirava
affannosamente, con la schiena che si ampliava e si restringeva in modo
irregolare. Il suo cuore batteva all’impazzata.
- Tu… Sei un
mostro…-
Gavin non rispose. Sì
limitò a prendere la nuca di Nicolas e premette il suo nervo
generale, e Nicolas, incapace psicologicamente di evocare alcuna magia
in quel momento, iniziò a vergognarsi di essere il pro
pronipote di Dameon lasciandosi mettere K.O. tra le braccia
del nemico.
~~~
Quando si risvegliò le
prime due sensazioni che provò furono l’udito e
l’olfatto. Sentiva il rumore di onde del mare lì
vicino, un odore salmastro. Erano sulla riva di Thais, sperò.
Ma lui e chi..? Gavin? Probabilmente gli aveva fatto un
brutto scherzo e l’aveva lasciato là da solo, per
qualche motivo. Gli faceva un male atroce la
testa. Ricordava solo che Gavin lo aveva colpito al nervo generale.
Iniziò a muovere
impercettibilmente le ciglia. Un po’ di pazienza, sarebbe
presto tornato a Thais.
Sentì improvvisamente
qualcosa che gli leccava le orecchie. Oh no..! Era anche in mezzo ai
cani ora! Scacciò via la lingua canina e aprì un
occhio. Fece per dire:”Sciò”, ma le
parole gli morirono in gola quando vide che non era un cane, non era
nemmeno un animale… O forse sì.
- TU!- urlò contro Gavin,
la feccia, che sorrideva enigmaticamente e si puntellava su di un
gomito.
- Ben
svegliato, principino- fece con voce allegra il rosso, avvolgendolo con
un braccio che fu evitato come la peste da Nicolas.
- P-perché sei nudo!?
– lo indicò. Era completamente nudo da capo a
piedi.
-
Ma come? I nobili reali possono rimanere nudi di fronte alla gente
mentre un umile e sudicio uomo come me non può?-
- No!- esplose scandalizzato,
rendendosi conto di essere anche lui nudo come un verme e bisognoso di
qualcosa che gli coprisse le parti basse. Ma erano nel bel mezzo della
sabbia di una costa che Nicolas non riconosceva a prima vista, era
quasi rosata alla luce della luna, c'erano inoltre molti scogli
all'orizzonte.
Non c’era niente che
potesse coprirlo, se non le sue braccia e le sue gambe. Sembrava un
feto. Un feto molto arrabbiato.
- Che cosa mi hai fatto!?-
urlò con odio puro.
- Io? Io niente! Hai fatto tutto tu,
mio piccolo gattino. Hai imparato a sfogare sì e no una
dozzina d’anni d’ormoni repressi, sei stato davvero
fantastico- gli sussurrò baciando Nicolas alla guancia.
- Io… COSA!?-
strillò prendendo il controllo e non deviando nemmeno il
bacio, inorridito.
Doveva essere uno scherzo, uno
scherzo di cattivo gusto. Anche perché il suo corpo gli
sembrava alquanto stabile. Ma in fondo… Come poteva sapere
cos’è che un corpo prova dopo un atto
sessuale? Lui non ne aveva idea,
poteva anche esser la verità.
- Io non ti credo…- decise
di puntare tutto sulle sue sensazioni.
- Pensala come ti pare…
Intanto sembra proprio che tu abbia fatto come nella favola della volpe
e l’uva acerba, hm? E’ proprio vero, chi disprezza
vuol comperare- ghignò Gavin stendendosi supino, con le
vergogne esposte alla luna.
Nicolas non
vi badò e fece glaciale:
- Dove mi hai portato?-
- Ah giusto, qua non ci sei mai
stato, immagino. Questa è l’isola dei Draghi.
Sembrava che il Drago del nostro gruppo avesse voglia di tornare nella
sua zona natale- fece spallucce Gavin, tirando indietro i capelli e
lasciando che l’acqua bagnasse il suo corpo. Difatti Ean,
Iya, Rye e Gavin dovevano per forza usare un drago per poter salire
sull’altolocata Eredar e trovare qualche indizio inerente
alla missione. Nicolas, Ava, Jack
ed Emma invece usavano la nave della piratessa.
- Allora sono tranquillo- si
alzò e, individuati i suoi vestiti a un paio di metri di
distanza, li indossò – Un grosso Dragone viene
intercettato abbastanza facilmente, se si è visto in che
direzione è andato-
Gavin fece per dibattere, ma Nicolas
continuò:
- E quando ci verranno a prendere,
sarai così spacciato che nemmeno i tuoi
avi potranno rimpiangerti-
- Hai perfettamente ragione, sir
Nicolas… Quando ci verranno a prendere, sarai
così innamorato di me, che nemmeno i miei avi potrebbero
rimpiangermi per aver fatto una scelta simile- sorrise il Warlock
alzandosi.
- Stanne certo- ironizzò
il biondo – Non potrei mai stare con una persona che
è praticamente agli antipodi di tutto ciò in cui
vivo, credo e faccio-
- Perché mai?-
- Perché ho dei doveri
verso me stesso, la mia famiglia e la mia città. Non potrei
scegliere liberamente chi amare. E poi tu…!- aggiunse per
ricordargli magari che era un uomo, che era di ceto inferiore e che era
di Bogwood!
Ma fu Gavin stavolta a precederlo:
- Rhen Pendragon non la penserebbe
così…-
- Scusami?-
rimase un attimo sorpreso a sentirsi citare in causa la sua antenata.
-
La tua vecchia si è messa con un Druido, se non erro. Anzi
no, si è messa con un druido che ha poi rinunciato alla sua
carica ed è divenuto un uomo normale, senza alcuna classe
nobiliare di gran rilevanza in quel momento.
C’erano tanti prìncipi a Thais che sarebbero morti
dalla voglia di sposare la tua vecchia, eppure lei ha scelto lui-
- Ma tu… Come mai leggi i
libri sulla mia famiglia?- domandò sospettoso
l’altro, provocando una risata rauca da parte di Gavin, come
se non ridesse così sinceramente da tanto tempo.
- Sì, figurati se mi passa
il grillo di leggere vita, morte e miracoli di tutto il tuo albero
genealogico. No, piccolo, semplicemente io c’ero
quando questi eventi sono avvenuti-
Se le onde del mare avessero potuto
rispondere per Nicolas, allora avrebbero parlato molto, considerato il
tempo trascorso dalle ultime parole di Gavin. Il principe lo guardava
quasi come se stesse parlando con un pazzo:
- Feccia...- lo chiamò poi.
- Sì, snob?-
- Sono passati tipo duecento anni da
quell’epoca, lo sai?-
- Lo so- fu la risposta distratta
– E mi mantengo ancora in condizioni strabilianti,
incredibile eh?- allargò le braccia e fece sfoggio del suo
corpo tonico e muscoloso.
- Ma vuoi farmi credere che puoi
vivere per centinaia d’anni ora!?- schizzò l'altro
scandalizzato e diventando rosso, sebbene al buio non fosse abbastanza
evidente.
- E allora? Molte streghe e stregoni
sono longevi, grazie alla magia che scorre nelle nostre vene!-
- Ma è magia
oscura… Dovrebbe corrodervi, ridurvi allora
all’aspetto di un demone… O
d’una megera-
- Ma non accade sempre
così- tagliò corto il Warlock – Per voi
la Magia Nera è dannosa, per noi è
ideologicamente come Magia Bianca, perciò ce la lasciamo
scorrere come richiede il corso della natura. Anche per te la magia
Bianca è il bene, perché è la tua
natura che te l’ha fatto credere, perciò
con un po’ di fortuna camperai a lungo-
si avvicinò a Nicolas, che scosse la testa,
incredulo, forse ancora un po’ scettico.
Passarono minuti di silenzio forse
imbarazzanti per entrambi: Nicolas non sapeva sinceramente cosa dire in
un momento come quello, Gavin d’altra parte attendeva una
possibile accusa per aver baciato, toccato ( e chissà
cos’altro ancora) un altro uomo, sì,
nobile, certo,
nel suo palazzo, più
che vero, addirittura più giovane di duecento
anni!
Ma inaspettatamente Nicolas riprese
il tono impaziente di sempre:
- Perché stai facendo
tutto questo? Dove vuoi arrivare? Vuoi umiliarmi?-
- Ho pensato di farlo,
all’inizio… Volevo fartela pagare cara, farti
perdere tutto ciò a cui tanto ti aggrappavi, anche la tua
ricchezza, ma mi sono poi detto: a che scopo? Tu otterresti
tutt’al più lo scredito della tua famiglia e del
tuo popolo, condurresti una vita solo con il fine di vendicarti e mi
romperesti l’esistenza fino al momento della mia morte-
annuì convinto.
- Vedo che in più di
duecento anni d’età non usi soltanto il pisello
per ragionare- ammise piatto Nicolas.
- Modestamente- ammiccò
l’altro.
- Dimentichi però che io
ti renderò comunque la vita miserabile quando torneremo a
Thais, stupido-
- Thais? Oh, chissà se la
rivedremo più Thais… Sai, prima che mi
interrompessi volevo proprio dirti questo: quando ho fatto planare il
Drago, abbiamo preso una strada molto più lunga, abbiamo
volato prima verso Sud, dove c’è Eredar, poi
abbiamo planato sopra le Terre selvagge verso nord ovest, e poi infine
siamo arrivati in questa landa. Credo che passerà molto
tempo prima che ci trovino, visto che al momento staranno seguendo una
pista erratissima. E le terre di Eredar, sai, sono vastissime,
e…-
- D’accordo,
d’accordo- tagliò corto Nicolas –
Dovrò sopportarti per una settimana, al massimo. Ti ricordo
che Ean e gli altri non sono così stupidi però:
loro sanno che non c’è da fidarsi di uno stregone-
lo provò a intimidire Nicolas.
- Avranno comunque lo scrupolo di
chiedersi se ero andato per la direzione che hanno effettivamente visto
prendere e quella che effettivamente ho preso- dichiarò
Gavin, cominciando a girare lentamente attorno all’altro.
- Non sottovalutare la flotta di
Thais, si sparpaglieranno ovunque se necessario- non si smosse
d’un centimetro mentre Gavin gli
alitava sul collo quasi, ma egli rimaneva composto, perché
non aveva paura di lui. Era altezzoso, orgoglioso di sé e
dei suoi uomini, superbo, tremendamente superbo.
- Sembra
quasi che non dureresti un giorno con me su un’isola deserta,
snob, a giudicare dalla disperata fiducia che riponi
negli uomini a Thais- ghignò alla sua nuca Gavin.
- Non resisterei nemmeno
un’ora con il tuo puzzo da palude!- esclamò quasi
urlando. Ma avrebbe dovuto rimanere concentrato, invece di perdere il
controllo e permettere a Gavin di toccarlo da dietro, con una mano al
petto ed un’altra al bacino; stringevano senza
pietà ciò che non era concesso, mentre la sua
lingua gli leccava il collo e le sue labbra pronunciavano:
- Scommettiamo?-
~~~~
Come volevasi dimostrare, ancora un
volta la lussuria si è rivelata il più grande
veleno che quel diavolo di Gavin Morven poteva iniettare nella sua
vittima, solo che questa volta la persona malcapitata era un uomo, e
non un uomo qualsiasi; nel suo sangue scorreva quello di un Druido e di
una Combattente, il sangue anche di una stirpe reale. Era, quello, il
sangue di un uomo che Gavin avrebbe disprezzato per
l’eternità, ma da cui ormai era indissolubilmente
legato, che doveva sedurre se voleva salvarsi e che, soprattutto, gli
sembrava tremendamente simile.
Gemette, Nicolas, quando Gavin lo
spogliò nuovamente della sua toga e lo rilassò
succhiandogli il lobo dell’orecchio. La curiosità
erotica di Nicolas precedeva drammaticamente i suoi piani. Non era
preparato a tutto quello, soprattutto, non era preparato a farsi
toccare da uno come Gavin. Gli veniva il ripudio più totale,
lo sdegno più nero che c’era, la voglia
matta di ammazzarlo, e allo stesso tempo il bisogno
di farsi sofficemente
uccidere in quel modo solo ed esclusivamente da Gavin.
Ciò contro cui aveva sempre lottato è ormai
divenuto ciò che non avrebbe potuto fare a meno di
sopportare…
- Ti ho... Mentito... Prima... Non
avevi fatto niente che non ricordassi... Hai dormito tutto il tempo-
Gavin poggiò il mento alla spalla del ragazzo.
-Zitto..- si sforzò di
dire Nicolas - Lì, tocca lì… Ti ho
detto di toccare lì…- gli comandò,
sentendosi sciogliere nel momento in cui Gavin l’aveva
masturbato.
- Agli ordini, mio snob- Gavin, se
possibile, divenne ancora più bastardo e rallentò
l’andatura della mano sull’asta del biondo.
- Non usare più quel
“mio”, io non sono tuo, io sono del Regno della
Luce.. Gh… Non… Ah!-
Ma cosa poteva mai aspettarsi Gavin
da un discendente del Druido del Sole, invero, se non un discorso tanto
assurdo?
- Nicolas…- lo
chiamò cingendolo per un attimo – Ti ricordi che
arma ha dovuto usare Rhen Pendragon per riuscire nella sua missione?-
gli bisbigliò intimamente nelle orecchie. Era la prima volta
che pronunziava il suo nome.
- La… La Spada delle
Ombre, ma…-
- Non ha avuto paura delle ombre, le
ha usate per un bene superiore, che tu, con la sola, abbagliante luce
del Sole non troverai mai. Accettali… Accetta le tue
percezioni più oscure e intime, non aver paura, nessuno ti
guarderà se non io…-
non si era mai ritrovato a fare un
discorso così serio in vita sua. Ma non era ciò
che pensava veramente, era ciò che Nicolas voleva sentirsi
dire per riscattare la sua libido. Per Gavin non esistevano Luce ed
Buio, tutto era mischiato come all’interno di un calderone;
tutto era un piacevole, strabiliante e primordiale Chaos , che reggeva
le sue leggi sulla conservazione delle specie animali, sulla Lussuria,
poiché era il sesso che faceva girare il mondo. Ma, forse un
giorno Nicolas avrebbe capito anche il suo ragionamento. In fondo, in
duecento anni si aveva molto da imparare e da osservare.
Dolcemente Gavin girò
verso di sé Nicolas, che cercava di nascondere una lacrima
traditrice che gli colava lungo il viso. Lo stregone oscuro la
catturò con un dito e se la leccò.
- Non c’è nulla
di strano…- fu così calmo e profondo nel dirlo,
Gavin, che convinse anche se stesso; non si era mai sentito attratto
dagli uomini! Nicolas gli lanciò un attimo
un’occhiataccia, poi, indugiando su labbra
dell’altro, le baciò con passione, non fermandosi
nemmeno per un attimo.
- Baciami…
Qui…- Nicolas indicò ad un certo punto la
clavicola destra con un indice, socchiudendo gli occhi e tirando su col
naso. I suoi capelli lunghi gli ricadevano lungo le spalle. Sembrava
quasi una ragazza. Ma in fondo, era qualcosa di più: era un
bellissimo ragazzo, puro, innocente e a modo suo dolce. Sì,
quando voleva, Gavin sapeva vedere le cose belle nelle persone, anche a
costo di esagerare.
Si sedettero, l’uno a
cavalcioni sull’altro, a scambiarsi effusioni, carezze,
talvolta morsi da parte di Nicolas quando Gavin provava anche solo per
un secondo a sfiorargli con le dita i suoi glutei sodi.
- Che c’è?!-
domandò Gavin al terzo tentativo con una risata simile al
latrare di cane.
- Non ti ho chiesto di toccarmi
lì-
- Ti sembro uno che si farebbe dare
ordini anche per respirare? – Gavin ribaltò la
situazione rotolando con Nicolas fino a riva, dove le calde e notturne
onde del mare li bagnarono nuovamente. L’aristocratico si
ritrovo inevitabilmente sotto la Feccia, che si puntellò con
un gomito e lo sovrastò.
- D-devi farlo invece!
Perché altrimenti peggiori sempre di più la tua
condanna- il Guaritore fece per allontanare dal proprio collo
il fiato caldo che Gavin emanava leccando senza
alcun ritegno. Provò a dargli dei pugni, ma
l’altro gli prese prontamente i polsi tra le mani e lo
guardò con impassibilità.
- Cocco, mi lasci fare ciò
che faccio da duecento anni o no?- rise sempre più
divertito. Unì i polsi di Nicolas in una sola mano, che
tenne sopra le loro nuche e sotto le proteste più acute di
Nicolas.
- Ah, no…- si morse un
labbro, il sottomesso principe – Gavin mi stringi troppo,
allenta la presa di queste zampaccie!-
- Uhuh… Come lo pronunci
bene il mio nome, piccolo snob- gli prese a leccare il collo, per poi
scendere sul petto e i capezzoli turgidi alle prime lappate.
- N…Stron…-
Nicolas non riuscì nemmeno a dire una
“bassezza”, ché iniziò a
sussultare e gemere. La forza che Nicolas cercava di usare per
svicolare dalla mano esperta dello Stregone diminuiva, le mani non
erano più chiuse a pugno, sintomo del fatto che il
metaforico blocco di ghiaccio attorno al suo corpo si scioglieva sempre
di più.
- Ha….- esalò
soltanto ripetutamente quando Gavin osò portare una mano al
bassoventre, girando tutt’intorno all’evidente
erezione, ma senza toccarla… Per ora-
Guardò con piacevole
sadismo Nicolas che ci godeva e decise di accontentarlo, leccandogli il
glande gonfio e arrivando con le labbra sino alla calda base, sotto una
nuova ondata di strilli di piacere puro.
Quando infine Gavin sentì
addirittura le mani di Nicolas che si intrecciavano alla sua,
allentò la presa e prese il giovane per il mento, baciandolo.
- Te la senti..?-
Strinse gli occhi, il principe, ed
annuì dignitosamente, con la bocca chiusa, senza quasi
nemmeno respirare, perché sapeva che cosa stava per
succedere, o meglio, lo poteva solo immaginare in quegli ultimi due
secondi di castità; fu penetrato da due dita bagnate e
inumidite dall’acqua marina. Fu un breve guaito quello che
venne rilasciato dal più giovane. Gli faceva un male
pazzesco, ma se c’era qualcosa che odiava era mostrarsi
debole. Aveva preso al balzo una missione, ora l’avrebbe
portata al termine: terminare quella nottata con Gavin nei panni di un
non-Nicolas Pendragon. Perché era sicuro che quella notte
sarebbe stata unica, sola e isolata dal resto della sua vita, un
libidinoso peccato prima di una vita di freddo ritegno.
- Fa qualcosa anche tu, su,
pivello… Non vorrai che la tua unica notte di vita vera la
passi senza far niente…- Gavin sembrò quasi aver
intercettato il flusso di pensieri di Nicolas, ma lo disse in una
maniera così derisoria che l’altro avrebbe potuto
ucciderlo.
Perciò il Superbo
afferrò con forza l'asta del Lussurioso e prese a
masturbarla, mentre mordeva a sangue un labbro di Gavin e ne succhiava
il contenuto, volendo quasi levargli via ogni linfa vitale.
- Ecco, bravo
così…- fece lascivo l’altro chiudendo
gli occhi e spingendo il bacino verso la mano di Nicolas, quasi come se
mimasse la penetrazione vera e propria.
- Ih!- le dita si muovevano, si
duplicavano, in certi momenti si triplicavano anche, Nicolas
però non urlava mai, non sbraitava né altro.
Lanciava solo versi di piacere che non credeva d’aver mai
avuto modo di pronunciare, così come non pensava che nel suo
vocabolario potesse esistere una parola così da
“commoner” quale:
- Fottimi…-
Era un sibilo quasi felino quello che
uscì dalle fauci di Nicolas, che spinse via il braccio di
Gavin all’opera con prepotenza, avvalendosi del
diritto/dell’illusione di poter comandare a bacchetta anche
la Regina delle Nevi in un momento delicato come quello.
Ma Gavin, nella sua più
silvestre delle nature, non poté rifiutare un ordine simile
– per lui equivalente ad una cessione preziosa quanto il
rango di Nicolas- quando gli veniva offerta carne fresca
così volenterosamente.
-
Agli ordini, mio Nicolas…- lo penetrò dalla punta
fino alla base in un colpo secco, come un dardo che andava a colpire
dritto al centro un bersaglio.
-
A___H!- urlò Nicolas, non potendone fare a meno,
aggrappandosi sempre più al rapitore, disperatamente, come
se fosse l’ultimo scoglio a cui potersi aggrappare prima di
cadere da una cascata.
Gavin non si fermò per una
decina di secondi, ben attento a ritirare il bacino in maniera fluida.
Voleva che fosse tutto fatto per bene, e che a Nicolas non facesse
troppo male.
- Strano…-
sussurrò al giovane dopo una nuova, lenta spinta.
- C-cosa?-
- Non è mia abitudine
essere così dolce con i boccioli delicati di una
rosa… Come te…- provò a baciarlo.
- Lo… Fai solo…
Gah… Per sminuire la tua pena…- Nicolas scosse
ripetutamente la testa a destra e a sinistra per deviare il bacio; a
quella reazione Gavin gli prese una mano e la poggiò al
proprio cuore, per poi baciarlo sofficemente alla guancia che aveva
davanti.
- Dì quel che
vuoi…- un’altra spinta – Ma ascolta
almeno questo –
Rallentò
l’andamento delle spinte per permettere a Nicolas di
concentrare tutti i suoi sensi tattili sul battito del cuore.
Thum;
thum, continuo, rapido thum.
Meraviglioso thum, a cui Nicolas
rispose con uno spontaneo bacio alle labbra del seduttore.
I talloni di Nicolas si appoggiarono
alle dorsali di Gavin, la magia ebbe un nuovo, fresco inizio,
perché anche il freddo cuore del principe- che ironia, solo
ora se n'era accorto- batteva forte per quello zoticone. In
lontananza Nicolas avrebbe potuto sentire quasi il suono di una voce
che cantava, una voce melodiosa che narrava della bellezza di una
pioggia di stelle cadenti, il pulsare di una luce intensa che lo
inebriava nelle membra, ma forse era tutta una sua illusione uditiva,
perché l’unica sensazione che provava era quelle
di tante farfalle nello stomaco che si espandevano come fiammelle lungo
tutto il corpo in movimento. Gavin lo
toccò al membro circa una decina di volte, che Nicolas era
già venuto in un lungo fiotto, che si mischiò
alla sabbia dell’isola e all’acqua del mare, che
tutto trascinò rispettosamente via. Il verso che
Nicolas faceva quando raggiungeva l’orgasmo era, secondo il
parere di Gavin, dolcemente sensuale.
- Nicolas…- gli prese il
mento e lo baciò con passione, per poi spingere con frenesia
nel suo retto anale.
- Gavin, stai per..?- era quello che
pensava? Il contatto con il corpo
cavernoso di Nicolas era inquietantemente e termicamente più
caldo.
Ma non ebbe una risposta dalla sua
bocca, troppo indaffarata a baciarlo ancora, e ancora, urlandogli nella
bocca quando venne.
Le loro mani si intrecciarono tra
loro, mentre Gavin appoggiava appagato il mento ad una spalla
di Nicolas lievemente lesa dai suoi morsi. Sorrideva, attendendo una
parola di Nicolas, sicuro di averlo in pugno, ormai.
Ma fu - Sleep-
l’unica cosa che lo sentì pronunciare,
quasi in maniera scocciata. E Gavin, indifeso in un momento di
stanchezza come quello, si lasciò abbindolare dalla Magia
Soporifera, facendo come solo verso un piccolo e quasi comico:
- Oh…-
All’andata era toccato alla
preda addormentarsi, evidentemente al ritorno sarebbe toccato al
rapitore stesso. Che odiosa ironia.
~~~~~
Il "Principe" di Bogwood si
risvegliò sopra qualcosa di… Scomodamente
morbido… Nel senso che non era abituato a materassi
così molli. Ma dov’era? Si sarebbe aspettato di
ritrovarsi i polsi legati in bracciali d’acciaio che lo
tenevano sollevato di qualche “bastardo” centimetro
da terra; o magari si aspettava di essere completamente sporco, invece,
odorandosi, era sicuro di sentire sul suo corpo una fragranza simile ad
acqua con rose.
- Eww…-
arricciò e si tappò il naso, per poi alzarsi, per
scoprire che non era nudo, ma quasi! Indossava praticamente una
vestaglia da notte leggerissima, troppo leggera! Aveva il deretano
ghiacciato, sebbene ci fosse il caminetto acceso dall’altra
parte della stanza… A vedere la struttura, era una stanza
del palazzo di Thais. La cosa non lo stupì più di
tanto.
Sentì delle porte
spalancarsi e un paio di guardie che marciavano amorfe – beh,
erano pagate per farlo- verso di lui.
- Gavin Morven, il Principe Uthar ed
il Principe Nicolas la attendono-
Detto questo scortarono
l’imprigionato – Preferivo di più catene
e stracci, che bastardi, erano più o meno questi i suoi
pensieri lungo i corridoi- alla sala del trono.
Nicolas, vide, era affianco al
fratello, in piedi davanti ai troni
di Thais. Era vestito e pulito di tutto punto, guardandolo con aria
disgustata, peggiore di quella mattinata, poiché era
abbruttita da una cattiveria negli occhi che non lasciava trapelare nulla
di buono.
- Gavin Morven- fece invece Uthar,
orgoglioso e solenne – In seguito agli atti commessi dalla
tua persona alla Corona di Thais…-
Gavin guardava distratto le sue
unghie, diventate estremamente interessanti in quel momento.
- …Ti dichiaro Eroe di Thais- fu
la fine di un discorso che durò almeno cinque minuti, in un
affascinante/spaventoso intercalarsi di subordinate, coordinate e
subordinate ancora, mentre l’unica parola secca che Gavin si
sentì di dire fu:
- Eh..?-
Sbucarono improvvisamente da
chissà dove i compagni di viaggio di Gavin. Rye gli diede
una forte pacca sulla spalla e Ean fece festoso:
- Ma come “Eh”!?
Salvi Nicolas dal rapitore e fai finta di niente!? Certo che sei
macabro!-
- E non era un rapitore come altri!-
incalzò Iya, mentre Gavin guardava tutti quanti come se si
fossero tracannati qualche botte di vino di troppo – Era un
emissario di Ishtar, la Regina delle Nevi!-
- Io… Ma che…-
ma non riuscì a dibattere che Emma gli diede
una silenziosa e rude pacca sul sedere, che era alle sue spalle assieme
ad Aya, che gli aveva invece fatto assaggiare la punta di un suo
coltello sui reni.
- Cioè… Volevo
dire… Ma che bisogno c’era di fare tutta questa
cerimonia!?-
- Cavolo amico ma tu non capisci!-
intervenne Jack, mettendogli anche lui una mano sull’altra
spalla – Si vedeva l’emissario che volava col
Principe in braccio e te a cavallo del nostro drago! Sei stato grande!-
evidentemente quella bella spiegazione fittizia era venuta
così bene a Jack perché era stato profumatamente
pagato dai suoi compagni. Percepiva che in qualche modo, sebbene lo
avessero difeso, sapevano… Sapevano, Nicolas gliene aveva
parlato, ne era sicuro. Eppure non sembravano nemmeno più di
tanto stupiti alla notizia di un rapporto tra uno Stregone ed un
Principe! Cioè, non erano di certo cose che succedevano in
tutte le ere!
- Ah beh… Alla fine quel
bastardo… Mi ha stancato molto, non so se mi spiego-
guardò con un ghigno feroce Nicolas. In quel momento
sembrava lui quello interessato alle proprie unghie. Difatti quando gli
sembrarono un po’ troppo pulite per esser viste una terza
volta, si scocciò e annunciò:
- Io torno alle mie stanze, sono
stanco. Gavin, ricordati di prendere i tuoi effetti, sono nella mia
camera, ma non sognarti che li prenda io in mano- gelido come il
ghiaccio se ne andò, sorbendosi l’equivoco
commento di Gavin:
- Sì, in effetti qualcosa
di mio non ve l’ho mai visto prender tra le mani, principe
Nicolas-
Sentì la
volontà omicida di Nicolas nel modo in cui sbatteva i piedi
nel corridoi e se la sghignazzò silenziosamente mentre si
godeva tutte le attenzioni e i festeggiamenti fatti in suo onore quella
notte.
~~~~~~
Quando fu quasi l’alba,
l'"Eroe di Thais" poté finalmente ritirarsi nella sua
stanza. Coincidenza pazzesca, la sua camera era dall’altra
parte del corridoio in cui si trovava quella di Nicolas. Questi gli
aveva detto di ritirare i suoi effetti, vero, ma non gli aveva detto
quando! Perciò di gran
carriera superò le guardie addormentate – ma che
brave, fu il suo commento- e entrò nella stanza di Nicolas
senza bussare.
Lo trovò addormentato nel
suo letto a baldacchino. Dalle forme che intravedeva dal fine lenzuolo
con merletti, non indossava niente, era completamente nudo, solamente
in attesa di lui.
- Ti stavo aspettando- fu difatti la
risposta del biondo, che con occhi ancora chiusi continuò
– Divertito alla festa?-
Gavin si avvicinò
lentamente, muovendosi lungo il letto come un lupo che circondava la
preda, ma la sua voce era derisoria come sempre:
- La parte più divertente
è stata quando quell’idiota di Uthar mi ha
proposto di farti da guardia del corpo-
- E tu che gli hai detto?- fece
Nicolas aprendo lentamente gli occhi.
- Ovviamente no! Ti pare che perderei
le staffe in un mondo aristocratico, a servire un moccioso viziato?
Certo non poteva uscirgli idea più idiota di…-
- Gli avevo chiesto io di proportelo-
tagliò corto il Guaritore, alzandosi dal letto e lasciando
intravedere la sua figura nuda di spalle, ma per poco,
perché fu coperta presto da una vestaglia da notte bianca.
Anche Gavin assunse un colore simile in quel momento. Non se
l’aspettava una proposta indiretta simile da Nicolas.
- Non mi mandi al patibolo e pensi di
condannarmi con una sorte migliore come quella? Facendomi vivere in una
prigione piena di snobboni..?- domandò
amareggiato il Diabolico – Allora non hai capito davvero come
sono fatto...-
- Non ci ho riflettuto quando
gliel’ho domandato, va bene?- sbottò sibilando,
per non farsi sentire. Ma da quando in qua si metteva a dare
giustificazioni per i suoi comportamenti? Nicolas diceva, Nicolas
faceva, no? Ma Nicolas sapeva anche… Che se avesse
continuato con quell’atteggiamento con Gavin in quel preciso
momento, le cose avrebbero preso una piega che non voleva creare.
Gavin sembrò quasi vederla
quella piega però… Era così evidente
alla fine!
- Stiamo su due dimensioni
antitetiche, lo hai detto anche tu-
Nicolas annuì leggermente,
ancora senza alcun coraggio di voltarsi ed affrontarlo faccia a faccia.
- Non c’era bisogno che me
lo dicessi…-
Calò il silenzio su di
loro per cinque buoni minuti. Gavin fissava
un ragno che tesseva coraggiosamente una ragnatela sulla cornice della
finestra del Principe, forse pur sapendo che le cameriere prima o poi
l’avrebbero scoperta e distrutta.
D’altro canto Nicolas
guardava uno scudo antico affisso in camera sua, sopra al caminetto,
lucido come una perla, o come un diamante. Niente l’avrebbe
potuto scalfire, si diceva. Il suo proprietario poteva essere colpito
al collo, di lato o alla schiena, ma lo scudo il suo lavoro
l’aveva fatto, era rimasto integro per il suo padrone fino
alla fine, senza mai essersi rivelato un peso.
Si voltarono quasi nello stesso
momento, i due amanti, per poi fare un piccolo sorriso.
- Sarà un
segreto…- fece
Gavin lentamente, come se ci stesse
riflettendo. Ma in fondo non c’era niente da riflettere, non
vedeva altre strade da percorrere in compagnia di Nicolas, il quale
concordava:
- E’ una cosa tra me e
te… Non facciamo del male a nessuno-
- E semmai un giorno la ragnatela che
tesseremo verrà scoperta…- Gavin
avanzò di qualche passo verso l’amante, fino a
trovarsi davanti a lui.
- Ci sarà il mio regale
orgoglio a difenderla… E se anche quello dovesse
fallire…- fece un attimo incerto Nicolas, prendendo una mano
di Gavin nelle proprie.
- Essa sarà distrutta...
Soffriremo- tagliò corto Gavin –
Com’è giusto che soffrano un Lussurioso ed un
Superbo, due peccatori della peggior specie- sfiorò le
labbra di Nicolas con le proprie, le loro fronti si carezzavano tra
loro.
-Perché non posso fare a
meno…-
- Nemmeno io…-
- Di passare il resto dei miei giorni
facendo finta che nulla sia successo…-
- Vuoi farlo ancora, Snob?- lo fece
indietreggiare fino al letto, dove fu trascinato giù
da Nicolas, che in un sussurro rivelò:
- Fammi affogare ancora con te,
Feccia-
~~~~~~~
Sette mesi passarono, ed ogni notte
divenne uno scenario di segrete passioni per il Pendragon ed il Morven.
E se non avvenivano nei sobborghi di Thais, avvenivano nelle loro
differenti missioni, sotto lo sguardo delle stelle, oltre che la
consapevolezza e l’assenso dei loro compagni di
viaggio… Dei loro amici;
Ogni notte una ragnatela di Lussuria veniva tessuta . E Nicolas, dal
suo incrollabile scudo di Superbia, si lasciava toccare da quelle mani che
avrebbe odiato per il resto dei suoi giorni, che l’hanno
portato, come accadde al rapitore Gavin Morven stesso, a
peccare sempre di più di voluttuosa Gola, ad esser sempre
più Avaro di attenzioni, ad esser così Negligente
se calpestava i sentimenti dell’altro, ad Invidiare qualunque
mossa, parola o performance che l’altro sfoggiava quando
continuavano a incontrarsi così clandestinamente, ad essere
Iracondo, sì, Iracondo fino a scoppiare, perché
oltre a nascondersi, un Principe ed uno Stregone, un Mago Bianco e un
Mago Nero, uno “snob” e una
“feccia”, non
v’era altra alternativa...
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