Identità

di maryku
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Vorrei poter dire che ho scritto questa fanfic di getto, senza pensarci, come per la maggior parte di One-shot che scrivo, ma stavolta non è andata così! Questa è una fanfic che ho scritto io, sì, ma l'idea me l'ha "passata" una mia amica, qui su EFp è _ Mrs. Cold dicendo che lei ha troppe fanfic da scrivere e che voleva che la scrivessi io. Così le ho fatto questo favore, anche perché è stata convincente! XD Anche se non scrivo molto su FMA, spero che questa shot vi piaccia.
Detto questo, godetevi la lettura!



Identità

 

È notte. L’ospedale. I rumori.

Tutto scivola sulla tua corazza vuota, non riesci a sentire nulla. Non ti importa di nulla.

I suoni ti arrivano ovattati. Senti il respiro regolare di Ed da dove sei seduto. Ed, tuo fratello.

Sei sicuro che i tuoi ricordi non siano frutto di tuo fratello?

Porti le mani dove dovrebbero esserci le orecchie, per frenare quelle parole. Ma non puoi frenarle. Sono nella tua testa. Una testa vuota. Una mente vuota.

Cosa ti rende sicuro di quel che ricordi? Cosa ti rende sicuro di ciò che sei?

E le sue parole ti ritornano ancora in mente. Pesanti come un macigno.

E se fosse stato Ed a darti dei ricordi, tutti finti? E se tutti stessero fingendo?

Senti una morsa al petto che non hai. Come uno spillo che cerca di bucare un cuore che non hai.

L’unica cosa che hai sono i ricordi. I tuoi ricordi… o i ricordi che ti hanno messo in testa? Cosa sono le immagini che hai? Rapidi bagliori di un’infanzia mai dimenticata, perché non sei più un bambino, nonostante tu sia giovane. Ormai puoi paragonarti a un adulto per quante ne hai vissute…

Eppure, quella che hai tu non si chiama vita. Si chiama prigione.

Una prigione di ferro che ti è stata data per non scomparire.

Fino a poco, pochissimo tempo prima ne eri quasi contento, perché era stato Ed a dartela. Una prigione, ma momentanea, perché avresti potuto, prima o poi, riavere il tuo corpo. Non eri morto.

Ma pensare di non essere mai vissuto… Di non aver mai fatto ciò che ricordi…

Scuoti la testa con insistenza, facendo stridere la testa col corpo in un’eco quasi spaventoso.

Non vuoi pensarci. Vorresti che Barry non ti avesse mai detto quelle parole, fanno troppo male. Fanno troppo pensare male…

E se davvero fosse così?

Non lo sai. Non sei più sicuro di nulla.

Potresti sempre chiederlo a Ed… Ma sai che, se davvero ti avesse dato dei ricordi finti, non te lo direbbe. Tergiverserebbe. Inventerebbe scuse.

Ma, più di tutto, non vuoi sentire la risposta. Non la vuoi capire. Se davvero fosse così, che potresti fare? Vedresti ancora Ed come fratello? Win come migliore amica? Roy come un bravo colonnello? E tutti, tutti quelli che consoci li vedresti con gli stessi occhi, sapendo che ti hanno mentito, umiliato, nascosto tutta la verità? Riusciresti a vivere così?

La risposta la sai già. No, non ci riusciresti. No, ti verrebbe sempre in mente che loro sono dei bugiardi. No, non ce la faresti. NO! NO NONONO! NO!

Non vuoi che sia così! Non vuoi crederci!

Eppure il dubbio c’è…

Dovrai farti forza. Dovrai chiederglielo. Ma lo farai quando si sarà dimesso dall’ospedale… Prima no. Non puoi. Non ce la faresti…

Un’armatura cigolò, nel silenzio dell’ospedale, mentre arrivava l’alba.





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