-Allies since the
Dawn-
*} Dedicata
a reby_w {*
Cosa sarebbe successo se
a Malik fosse stata data la
possibilità di tornare indietro nel tempo?
[Ambientazione: Battle Ship \ Millennium World stories arc]
[Yaoi - TT - Citronshipping
(Touzoku-ou Bakura x Malik)]
Fanfiction classificata 1° e
Vincitrice del Premio Muffin [per aver usato un pairing
bistrattato]
al Contest "FilosoFANDOM {Dalla Filosofia
alla
Fanfiction}" indetto da §Pucchyko_girl§
sul forum di
EFP
Banner Coming Soon! xD
-Titolo:
Allies since the Dawn
-Autore:
XShade-Shinra
-Fandom:
Yu-Gi-Oh!
-Personaggi:
Malik, Touzoku-ou Bakura, Shadi, Atem, Mahad, Mana, Bakura
-Corrispondenza nomi PG
tra anime e manga:
Touzoku-ou Bakura: Bakura, il Re dei ladri
Malik Ishtar: (Hikari) Marik Ishtar
Bakura:
(Yami) Bakura
Ryou:
(Hikari) Ryou Bakura
Rishid:
Odion
Isono:
Roland
Yugi Muto: Yugi Muto (Hikari)
Yami:
(Yami) Yugi
-Pairings:
Citronshipping
(Touzoku-ou Bakura x Malik) –
secondari: Faraone Atem x Malik – impliciti: Thiefshipping
(Bakura x Malik) e Apprenticeshipping
(Mahad x Mana)
-Genere:
Avventura
-Avvertimenti:
Yaoi [rating arancione],
Travel Time, What if...
-Chapters: 8
-Citazione:
9^ "L'essere
è immobile nello spazio e nel
tempo" (Paradossi di Zenone)
-Disclaimer:
Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e
comunque non esistono/non sono esistiti realmente, come
d’altronde i fatti in essa narrati. Inoltre, questi
personaggi non mi appartengono (purtroppo...), ma sono
proprietà dei relativi autori; questa storia è
stata scritta senza alcuno scopo di lucro ma solo per puro
divertimento.
-Note: Visto
che la giudice di questo contest ha promesso un muffin
come premio a coloro che tratteranno dei pairing bistrattati, ho
deciso di scrivere una Citronshipping,
il mio secondo pairing preferito
(al primo posto ci sarà solo e sempre la Thiefshipping!).
Era da diverso tempo che volevo comunque scrivere una FF su di loro e
ho colto al volo l’occasione.
Il titolo significa “Alleati fin dagli Albori” per
intendere il rapporto di alleanza tra Malik e Bakura, inoltre quel Dawn
si rifà anche a “Dawn of Duel” il nome
inglese con il quale è chiamata la story arc
“Millennium World”.
La parte iniziale si svolge sul Battle
Ship della KC, poi la vicenda si
sposta e matura nell’Antico Egitto, praticamente appena prima
dell’inizio della storia ufficiale di Millennium World,
ovvero quando Touzoku-ou Bakura non era ancora conosciuto alla Corte
del Faraone e non possiede il Sennen Ring di Mahad.
Ho inserito alcune note; perdonatemi se vi sembreranno superflue.
Detto ciò, vi auguro una piacevole lettura. ^^
XShade-Shinra
- Allies since the Dawn -
Chapter 01
Quella notte, sul Battle Ship, erano presenti i più forti
giocatori di Magic and
Wizards di tutto il Giappone. Dopo essere saliti
a bordo del dirigibile della Kaiba Corporation, avevano - quasi - tutti
preso posto nelle proprie camere per riposare in vista del torneo che
avrebbe avuto luogo un'ora dopo proprio lì, a mille metri di
quota. Jounouchi ed il gruppo di amici che non partecipavano al torneo
erano intenti a fare baldoria nella sua cabina, Yugi parlava con il
proprio doppio per trasmettersi vicendevolmente forza e determinazione,
Mai centellinava svogliatamente del pregiato alcolico, Ryou mangiava
svogliatamente una bistecca, quasi si trattasse di carne umana, mentre
lo spirito dell'anello millenario che albergava in lui era in
dormiveglia, Seto studiava il proprio mazzo, sorridendo alla vista del
suo prezioso Obelisk no Kyoshinhei, donatogli da Isis, l'ottavo e
misterioso partecipante, Rishid meditava, pensando al loro futuro e
giurando fedeltà al suo fratellastro Malik, che, sdraiato
sul letto, si era addormentato profondamente dopo aver a lungo pensato
la sua terribile vendetta.
E fu proprio in quest'ultima stanza che un fantasma apparve nell'ombra;
il viso abbronzato dai tratti egiziani, impreziosito da un paio di
orecchini d'oro, custodiva due gemme di acquamarina, occhi celesti
freddi come il ghiaccio. Lo spettro era vestito interamente con colori
chiari ed anonimi, dal turbante al mantello bianchi, alla tunica beige,
ed al collo portava una corda al quale era legata una spessa Ankh
d'oro, come la bilancia che reggeva in mano.
"Ecco, l'ultimo Ishtar..." pensò Shadi, camminando
silenziosamente verso l'egiziano dormiente.
Accostandosi a lui, poté notare che durante il sonno non
sembrava poi così pericoloso come in effetti era, con il
cuore avvolto nella malvagità delle tenebre del suo Ka.
Sospirando, prese la sua Sennen Ankh e la pose davanti al ragazzo,
osservandolo dal pertugio nella parte superiore di essa, potendo
così entrare nell'anima del ragazzo. Si ritrovò
così nella mente di Malik Isthar che scoprì
essere nientemeno che una mastaba, il vecchio nascondiglio dove era
nato e vissuto fino a pochi anni prima. Anche se il suo corpo aveva
armai abbandonato quel luogo di reclusione, il suo spirito non aveva
mai avuto la forza di lasciarlo totalmente. Mentre camminava, avvolto
dall'oscurità rischiarata solo dalle poche fiaccole che
illuminavano il lungo andito, sentì un suono, come un
singhiozzo, e decise di seguirlo, finché non
arrivò ad una piccola sala, quella che doveva essere una
libreria. Si guardò intorno e non faticò a
trovare la fonte di quel mite uggiolare, rannicchiato nell'angolo
più buio della stanza, con il tronco avvolto con delle bende
sporche di sangue nelle parte posteriore: era Malik il giorno della sua
iniziazione, il giorno nel quale diventò il custode del
segreto del Faraone.
«Sigh... sigh...» piangeva sommesso, scosso da
fremiti.
Shadi si accucciò vicino a lui e lo scosse appena per una
spalla.
«Malik?» lo chiamò.
«Sigh... Sniff...» si destò appena,
cercando di ricacciare indentro il moccolo ed asciugarsi le lacrime
dalla faccia «Tu?» chiese piano, riconoscendolo
come il fantasma comparso il giorno che "il Faraone" uccise suo padre
«Cosa ci fai qui?» gli chiese, un po' spaventato.
«E' ora che qualcuno metta fine a tutto questo prima che si
scatenino le forze degli dei. Sono entrato nella tua mente, Malik,
dovevo parlarti.» spiegò, incrociando le braccia
sulle proprie ginocchia.
«Cosa vuoi?» chiese il ragazzo.
«Malik, tutto questo è successo perché
tu non hai ancora capito il tuo ruolo di Ishtar e perché
questa famiglia esiste.» disse, guardandolo severo.
«E allora? Non lo saprò mai. Mio padre
è morto ed è da anni che non vedo mia sorella.
Figurati se Rishid sa qualcosa.» borbottò,
cercando di darsi un contegno.
«Io posso mostrarti il perché esistono gli
Ishtar.» una proposta a dir poco allettante per le orecchie
del ragazzo.
«E come?» chiese attento.
«Posso mandarti direttamente nell'Antico Egitto di tremila
anni fa al cospetto del grande Faraone utilizzando una magia
proibita.» spiegò «Da lì
potrai muoverti come vorrai ed indagare sul passato dei tuoi avi.
L’unica clausola è che non potrai portare con te
il tuo Sennen Rod.»
«Come farai?» non si fidava proprio di quell'uomo.
«Userò un'antica magia presa direttamente dal
Sennen Majyutsu Sho, il libro degli incantesimi proibiti.»
Malik allargò gli occhi, sapeva bene che cosa era. Era un
libro degli magia nera nel quale vi era scritto il procedimento per
creare i Sennen Items, oltre che diversi incantesimi.
«Chi sei?» chiese, non osando sapere come potesse
conoscere una tal magia.
«Uno che non sta dalla tua parte, ma vuole aiutarti per porre
fine a questa pazzia. Se tu accetti di tornare indietro nel tempo per
trovare delle risposte ad altre domande, molto più
importanti per te, allora ti accontenterò, ma ricorda, quel
che cambi nel passato, cambierai anche in questo futuro, per cui cerca
di non fare cose che potrebbero stravolgere l'ordine degli eventi o
quando terminerà l'incantesimo tu potresti non avere alcun
corpo dove tornare perché non saresti mai nato.»
Malik trattenne in fiato un'altra volta. La conoscenza era
così vicina a lui da sembrare a due passi. Tutti i suoi
dubbi e le sue sofferenze avrebbero quindi trovato un senso?
«Va bene.» accettò.
«Ok. Quando sarà il momento ti verrò a
riprendere.» fece il detentore dei due oggetti millenari
«Chiudi gli occhi.»
Il giovane degli occhi color ametista eseguì e
sentì l’altro recitare alcune formule nella lingua
a lui più cara e conosciuta: l'egizio, che aveva studiato
direttamente dagli antichissimi papiri e geroglifici. Un sorriso
affiorò sulle sue labbra ancora leggermente salate dal
pianto, Shadi gli stava dando molto più di quanto potesse
immaginare.
Appena lo spirito smise di con il suo mantra, il capo dei Ghouls si
trovò avvolto da una luce calda ed accecante per una
frazione di secondo, poi sentì di colpo l'afa ed il calore
dell'assolato deserto del Sahara ed aprì gli occhi, un po'
intontito, ritrovandosi disteso sulla scottante sabbia, sotto un cielo
celeste e senza nuvole, dove regnava incontrastato il dio sole Ra in
tutto il suo splendore.
Il ragazzo si alzò in piedi, accorgendosi di essere ancora
vestito con i pantaloni color cachi, gli stivali e la canottiera rosa
con le catene... un abbigliamento decisamente inadatto al luogo e
all'occasione.
«Maledizione...» borbottò, spolverandosi
le vesti, mentre si guardava intorno.
Sabbia, sabbia, sabbia e ancora sabbia.
Nessun'oasi, città o anche solo piante grasse nei paraggi.
«Poteva farmi arrivare in un posto civilizzato, per lo
meno...» sbuffò il ragazzo, togliendosi la canotta
rosa per mettersela in testa, lasciandosi così addosso
solamente la canottiera nera "Devo arrivare subito in città
o senza cibo né acqua rischio di lasciarci le penne!"
pensò, cominciando a camminare verso il niente "Aspettami,
Faraone."
Erano passate diverse ore da quando Malik si era messo in cammino dopo
essere letteralmente precipitato nel bel mezzo del deserto ed il suo
lento ma costante camminare non lo aveva portato da nessuna parte.
Ovunque si voltasse vedeva solamente le dune longitudinali di finissima
sabbia, che sembravano mutare di forma a seconda della direzione del
vento; se non fosse stato per il sole, avrebbe perso da parecchio tempo
il senso dell'orientamento. Il problema più preoccupante per
il giovane, comunque, restava il fatto che fosse sprovvisto sia di cibo
che di acqua, e quest'ultima iniziava ad essere la priorità.
«Acqua...» soffiò piano, mentre
deambulava con passo ormai incerto ed affaticato.
Stando per diverso tempo a camminare sotto il sole cocente, si era
quasi completamente disidratato.
«Acqua...» disse ancora, come una preghiera
inascoltata.
Dopo solo altri due passi, le ginocchia gli cedettero e cadde al suolo,
sentendosi quasi ustionato a quel contatto, ma non ebbe nemmeno la
forza di urlare, che svenne, rimanendo così sdraiato in
mezzo al nulla, privo di sensi.
Non si rese conto di quando tempo passò prima che sentisse
un leggero scalpiccio di zoccoli sulla sabbia fermarsi a poca distanza
da lui, facendolo risvegliare un poco.
I capelli color grano appiccicati alla testa, ancora coperta da quel
panno di fortuna che ne lasciava però intravedere gli occhi
color ametista, socchiusi, coperti da un'ombra nera che toglieva loro
lo splendore, ed il viso dalla parte sinistra, scottato, le quali
labbra si muovevano ancora, chiedendo tacitamente dell'acqua.
Lo scalpiccio riprese e Malik temette che si stesse allontanando, ma,
fortunatamente, il destriero si avvicinò, tanto da mettersi
sopra di lui, fornendogli finalmente un riparo che lo proteggesse dagli
impietosi raggi del dio Ra. Incapace di muoversi, inibito dalla fame e
dalla sete, l'egiziano rimase così fermo, rendendosi conto
che l'animale non era solo quando il cavaliere scese dalla sua groppa,
affondando i piedi, coperti da dei sandali, nella sabbia.
Continuando a muovere le labbra nella sua preghiera, si
risvegliò appena quando una goccia d'acqua si
assorbì su di esse. Il viandante lo girò supino e
gli sollevò le spalle, tenendogli la testa dalla quale cadde
la canottiera rosa, mettendo così in mostra tutto il suo
capo. Malik avvertì la superficie ruvida dell'orlo di un
borraccia premere contro le labbra, che vennero subito dopo rinfrescate
dal contatto con il liquido che tanto anelava. Un piccolo rivoletto gli
colò dall'angolo della bocca, dandogli un leggero sollievo
alla pelle secca e tirata; quel sorso d'acqua sarebbe valso tutti gli
Oggetti Millenari insieme!
«Nefer1...
Un Nefer2...»
udì
distintamente dire dall'altro.
"Ma... questo..." pensò, riconoscendo distintamente la
lingua da lui parlata "Questo è egizio!"
Facendosi forza, tentò invano di aprire gli occhi per vedere
il volto del proprio salvatore, ma non riuscì nemmeno a
metterne a fuoco i contorni a causa dell'insolazione che lo aveva
indebolito, provocandosi solo un giramento di testa, che, oltretutto,
non gli fece cogliere le altre parole che pronunciò l'altro,
prima di sollevarlo di peso e caricandolo come un sacco di patate sul
dorso cavallo. Troppo stordito per poter opporre la benché
minima resistenza, rimase lì, sperando solo che lo portasse
in una città.
Altre parole nell'antica lingua da lui studiata gli giunsero alle
orecchie, ma la troppa stanchezza gli fu fatale e perse nuovamente i
sensi, vedendo solo il buio.
[ Continua...
]
1 Nefer:
significa "bello, buono"
2 Un
Nefer: significa
"Essere perfetto", ovviamente la parole "un", in questo caso, non
è l'articolo indeterminativo.
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