Prologo
The Seventh Seal
Prologo
Ilian avvistò il bimbo seduto a terra al centro della pista giocare con
un coltello. Decise di avvicinarsi al piccolo, per vedere cosa diavolo
stesse combinando.
“Ulrich!” gridò.
Il bambino voltò la testa verso di lui, lasciando per un attimo in
sospeso la sua sospettosa (alquanto sospettosa, dato che teneva in mano
un coltello) attività.
Fece un grande sorriso al ragazzo che si stava avvicinando a lui.
“Ciao Ilian!!!”
Il giovane vide scorrazzare qualcosa tra le gambe aperte di Ulrich.
“Ma che stai combinando?!”
“Niente!!!” disse il bimbo nascondendo “la cosa in movimento” dietro la
propria schiena.
“Male, testa di legno! Non dovevi esercitarti a lanciare i coltelli?”
“Bhe….stavo facendo una pausa…..”
“Una pausa? Lo sai che per fare una pausa devi aver fatto prima
qualcosa da cui riposarti?”
“Ma io mi sono esercitato!!!” affermò Ulrich seccato.
“Dammi la mano…..” lo prese di sorpresa Ilian.
Ulrich lasciò cadere il coltello e, sorridendo, porse la mano
all’amico. L’altra era ancora rigorosamente nascosta dietro la schiena.
“L’altra, testa di melone….”
Il sorriso di Ulrich si trasformò in un broncio.
“E va bene…..”
Porse l’altra mano ad Ilian e vi mise sopra una piccola lucertola.
All’inaspettato contatto delle zampettine sul palmo, Ilian si discostò
e fece cadere l’animaletto.
“Una lucertola?! Non hai niente da dirmi, testa di lumaca?!”
Era troppo divertente sentire i suoi insulti. Ogni volta se ne
inventava uno nuovo. Si rifaceva agli animali, alla frutta, alla
verdura, alle piante,… ma doveva sempre rigorosamente iniziare con
“testa di…”. E poi usava quello: “L’insulto più odiosissimo degli
insulti odiosi”, come lo chiamava Ulrich. Era la sua arma segreta.
Quando voleva far arrabbiare il bimbo Tak! glielo spiattellava sul
campo come un poker d’assi.
“Io….stavo facendo pratica con lei….”
Ilian rimase a bocca aperta.
“Facevi pratica con la lucertola?!”
“Sì!!!” e sorrise.
“Vuoi dirmi che stavi lanciando i coltelli alla lucertola?!”
“Sì!!!” e sorrise di nuovo.
“Ulrich…..non costringermi ad usare l’insulto più odiosissimo degli
insulti odiosi…”
“Ok ok va bene!!!! Hai vinto!!!! Volevo tagliarle la coda…..tanto poi
ricresce….no?” e sorrise per l’ennesima volta.
Ilian sospirò.
“Ulrich…..sei proprio un….”
“No!!!No!!!!Non dirlo!!!! Avevi detto che non l’avresti detto!!!!
Noooo!!!!”
“…..marmocchietto…”
Tak!
Detto ciò, come se gli avessero azionato un qualche pulsante, Ulrich
corse alla carica come un toro verso Ilian. Gli si aggrappò alle
ginocchia.
“Iliaaaan!!!!!! Non sono un marm…..quella cosa lì!!!! Io sono grande e
maturo, hai capito?!”
“Dimostramelo, testa di metallo.”
“Sìsì! Ora ti faccio vedere!!!”
Ulrich prese subito in mano il coltello che stava a terra e lo lanciò
contro il padiglione.
Ma mancò di molto il centro.
“Aspetta!!! Adesso ti faccio vedere!!!”
Riprovò. Ma lo mancò di nuovo.
“Aspetta, aspetta, aspetta!!!! Adesso!!!”
Mancato.
Fece ancora qualche lancio, ma non riuscì neanche una volta a far
centro.
Allora si lasciò cadere a terra, e iniziò a piangere, strofinandosi gli
occhi con le mani.
“…..io…..io…..non vojo lanciare i coltelli…..non sono capace…..io
voglio volare….come te….”
Ilian si inginocchiò vicino a lui.
“Mi scusi….” gli disse in una finta recita “ sto cercando il signor
Ulrich testa di fagiolo….Lo ha visto da qualche parte per caso?”
Il bimbo tirò su col naso.
“….sono io….”
“Ah sì? Ma che fortuna! Sa perché stavo cercando l’erede del Coltellaio
Matto….ma non credo che un bimbo che piange possa essere un suo degno
erede….”
“No no!!!! “ saltò subito su Ulrich “Sono io il suo erede!!!!”
“Mmmm…non mi convince…..”
“E invece sì!!!”
Un giorno Ilian aveva inventato e raccontato a Ulrich la storia del
leggendario Coltellaio Matto (ispirandosi al personaggio di Alice nel
Paese delle meraviglie), per insegnargli a puntare sempre in alto e a
non arrendersi mai.
Da quel momento l’aspirazione del piccolo bimbo era sempre stata quella
di diventare come quel mitico lanciatore di coltelli. E non si era mai
più arreso.
“Allora venga qui, signor testa di fagiolo….”
“Ehi!!! Non sono una testa di fagiolo!!!”
Ilian gli fece una smorfia, lo afferrò e, mettendoselo in spagoletta,
si diresse verso il tabellone in legno. Avvicinatosi, staccò i coltelli
che il piccolo aveva tirato.
Ritornò poi nella postazione di lancio e posò a terra Ulrich.
“Guarda.”
Ilian si abbassò all’altezza del bambino, chiuse l’occhio sinistro e
lanciò un coltello, che sfrecciò veloce verso la meta.
Fece centro al primo colpo.
“Ma…ma…..come hai fatto?”
Il ragazzo si rialzò.
Gli sorrise.
“Mio papà era un lanciatore di coltelli, testa di albicocca.”
E gli sorrise di nuovo.
“Davvero??? Che bello!!!! Ma…. perché non sei diventato anche tu un
lanciatore di coltelli come lui?”
Ilian discostò lo sguardo da Ulrich, mentre d’un tratto l’espressione
sul suo viso mutò.
“Mio papà….non ha potuto più insegnarmi….”
“Ah…..Era troppo stanco? Come me oggi?”
“No….non proprio…diciamo che se n’è andato….prima di finire le
lezioni…..e non è più tornato….”
“Ah….ho capito….e non c’era nessun altro lanciatore di coltelli che
potesse continuare a insegnarti?”
“Purtroppo no….”
“E allora hai deciso di volare?”
“Sì….non potendo più imparare a lanciare i coltelli, hanno deciso di
insegnarmi a volare, come dici tu….anche se avrei tanto voluto
diventare un lanciatore di coltelli come….”
Fece una breve pausa.
Poi riprese, schiarendosi la voce.
“Comunque…ora vieni qui, testa di piccione, che ti faccio vedere.”
disse spettinandogli i capelli.
Lo strinse vicino a sé, cingendogli la vita con un braccio.
“Tieni.”
Gli diede in mano il coltello.
“Guarda.”
E gli mostrò il movimento che doveva fare col braccio.
Il bimbo, un po’ goffamente, cercò di imitare quello che l’amico gli
stava mostrando.
“Bravo. Adesso prova a lanciare il coltello.”
Ulrich lo lanciò.
E fece quasi quasi centro.
“Che bello, Ilian!!!!!! Ho fatto quasi quasi quasi centro!!!!” disse il
bambino iniziando a saltellare allegramente “ Grazieeee!!!! Sei il mio
speciale amico-grande!!!”
“E tu sei il mio super Coltellaio Matto.” gli rispose Ilian dopo averlo
preso in braccio.
Gli fece l’occhiolino.
Ulrich cercò di ricambiare, ma il risultato fu quello di chiudere
entrambi gli occhi.
Ilian rise.
“Imparerai anche questo, vedrai.”
“Ilian!!!” gridò qualcuno dai camerini “Vieni, dobbiamo prepararci!”
“Arrivò!” rispose quello di rimando.
Mise a terra il bimbo.
“Devo andare piccolino….”
“Ehi!!! Io non sono piccolo!!!”
“Ah sìsì, hai ragione, scusami!!!! Che testa di patata che sono!”
“Già! Sei proprio una testa di patata!” confermò Ulrich facendogli la
linguaccia.
Ilian gli rispose allo stesso modo, divertito.
Intanto, mentre uno si preparava, l’altro si mise a far pratica con il
lancio di coltelli.
Poco dopo, però, il bimbo corse veloce nei camerini, poichè stava
iniziando ad arrivare il pubblico dello spettacolo di quella sera.
Lì si scontrò con Ilian.
“Dove corri, Ulrich?”
“Sta arrivando la gente….vado a nascondermi….”
“Ahhhh ho capito. Ascolta un po’, ho bisogno del parere di un esperto
lanciatore di coltelli…..Guarda. Ti piace il mio nuovo costume?”
Ulrich si allontanò un poco dal suo amico-grande, per vedere la sua
figura per intero.
Rimase a bocca aperta.
Ilian indossava dei pantaloni attillati bianchi, e una giacca blu
scura, con delle linee orizzontali di tessuto oro, che terminavano ai
due estremi del torace con dei bottoncini rotondi, sempre color oro. Ai
piedi degli stivali neri, con dei tacchetti sul retro.
Ma la cosa che colpì di più Ulrich fu il cilindro nero che gli copriva
la nuca. Non ne aveva mai visto uno. Ne restò affascinato.
Da dietro la schiena, gli spuntava la sua treccia di capelli castani.
Era lunga fino al fondo schiena. Di solito Ilian portava i capelli
sciolti….solo durante gli spettacoli si faceva quella lunga treccia,
perché gli dessero meno fastidio nel compiere le sue acrobazie. Ulrich
adorava i suoi capelli. Erano così lunghi e lisci….Si era ripromesso
che se li sarebbe fatti crescere anche lui di quella lunghezza. Proprio
come il suo super amico-grande.
“Ilian……sei bellissimo…..” gli disse ancora incantato.
“Eh eh, non esagerare!” rispose l’altro portandosi una mano dietro la
nuca.
Intanto era partita la musica e il presentatore stava per introdurre i
primi circensi.
Lo spettacolo era iniziato.
“….E ora i nostri artisti trapezisti!” si annunciò poco dopo dalla
pista.
“Devo andare mio piccolo marmocchietto…” disse Ilian abbracciando il
bimbo.
L’abbraccio fu talmente dolce e denso d’affetto, che Ulrich non si
accorse neanche dell’insulto più odiosissimo degli insulti odiosi.
“Dove vai Ilian? Vai a volare?” disse mentre stavano lentamente
sciogliendo l’abbraccio.
“Sì, piccolo….vado a volare.”
E gli spettinò ancora i capelli.
Se ne andò, scostando la tenda.
Prima di entrare in pista si girò, sussurrando:
“Ciao piccolo Coltellaio Matto.” e gli fece l’occhiolino, sorridendo.
Ulrich tentò di nuovo di chiuder l’occhio in risposta, ma li chiuse
ancora entrambi.
“Ulrich! Che ci fai lì?!” gridò qualcuno dai camerini “Vieni subito
dietro le quinte! Sbrigati!”
Ma il piccolo non voleva andare. Voleva vedere il suo amico volare….
Si nascose dietro una delle tende del sipario, per non farsi scoprire.
Vide Ilian e gli altri trapezisti salire sull’alta scala a lato della
pista.
Tutti applaudivano.
Anche lui allora iniziò a batter le mani per il suo amico-grande.
Giunto in cima, Ilian si tolse il cilindro e gli stivali. Poi si
aggrappò al trapezio, pronto per volare.
Uno due e tre….
Si lasciò andare, proprio come su un altalena.
Tutti applaudivano ancora.
Ilian volò sempre più in alto, e più in alto e più in alto ancora.
Ulrich lo guardava a bocca aperta.
In seguito iniziò a scendere e a scendere e a scendere sempre di più….
Ma molti poi si accorsero che in realtà non stava scendendo.
Stava cadendo.
Avvenne in un secondo.
Tutti smisero di battere le mani.
Le braccia di Ulrich gli ricaddero, come morte, sui fianchi.
L’unico rumore fu lo schianto del corpo a terra.
Il primo a rompere il silenzio, fu un bambino.
“ILIAAAAN!!!!!!” urlò il piccolo Coltellaio Matto scostando con il
braccio la tenda e correndo verso il centro della pista con il viso
bagnato di lacrime.
Urlando allo stesso modo il nome del suo amico-grande, Ulrich si
svegliò nel suo letto.
Stava piangendo.
Autocommento:
Ok…ok…questo pezzo non
era previsto nella storia, né tanto meno Ilian era previsto nella storia…Mi è
venuto in mente oggi mentre camminavo (sì perché anch’io cammino..) e ho
pensato “Bah…ci potrebbe stare…” però separato dal resto della storia, in
quanto è un ricordo dell’infanzia di Ulrich. Alla fine ho deciso di scriverlo
perché probabilmente avrebbe aiutato a inquadrare e introdurre il protagonista
e l’ambiente da cui proviene (il circo). Però ripeto ‘sto prologo non era
previsto, anzi a dirla tutta non era previsto nemmeno un prologo! XD
Bhe in conclusione il
dato di fatto è che alla fine l’ho scritto, e spero vi sia piaciuto….Tra
l’altro scusate l’immensa tragicità della cosa, oggi era una giornata un po’
triste…
I personaggi:
Ulrich ve l’avevo già un
po’ descritto….posso chiedervi cosa ne pensate di lui, anche se qui è piccolo e
nel resto della storia sarà piuttosto diverso da cm era nel prologo….tra
l’altro sapete cm è fisicamente da grande( vedi disegno) poi magari lo
disegnerò da piccolo.
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