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-Che ore sono?-
Un crepitio, l’odore acre dello zolfo e una piccola
fiammella azzurra . Sanzo si accese una sigaretta facendo attenzione a
non svegliare nessuno. Goku ronfava pacificamente, Gojio e Hakkai erano
immobili, immersi in un sonno profondo. La luna era ancora alta
nel cielo, quindi doveva essere da poco passata la mezzanotte. Era
nervoso, non era una novità che lui fosse nervoso, ma in quei
giorni era particolarmente
nervoso. Erano accampati vicino al fiume, a quel fiume. Dove tanti anni
prima il maestro l’aveva trovato. Non ricordava nulla, era poco
più di un neonato. L’unico ricordo che aveva era il
maestro, solo il maestro.
Gojyo l’aveva stressato tutto il giorno.
-Ma perché ci dobbiamo
accampare vicino a ‘sto fiume? C’è un villaggio fra
un po’ e poi il tuo dannato convento di allegri monaci.
Perché non ci fermiamo là…-
-Piantala, kappa se non vuoi che ti spari!-
La conversazione si era fermata alla minaccia, Goku aveva
provato anche lui durante il giorno ma si era beccato l’harisen
in testa almeno tre volte ad ogni singolo tentativo di far cambiare
idea al bonzo, non c’era stato niente da fare e si era ritirato
in un angolino di Jeep brontolando sulla cena favolosa che si sarebbero
persi al villaggio. Hakkai guidava silenzioso e finalmente a un cenno
di Sanzo aveva fermato la macchina in quella radura, vicino al fiume.
Sanzo guardava le stelle, mentre il fumo saliva lento verso
l’alto. Erano alte e luminose, sembrava riflettessero il chiarore
della luna che si specchiava sul fiume.
Non si era mai posto il problema sul perché fosse stato
abbandonato. In parte. Non voleva pensarci. Era quella la
verità. Non si era mai posto il problema. Forse.
-Comunque è passato. -
Ricordava fin troppo bene le prese in giro da parte degli altri
bambini, per il suo aspetto così insolito in quella regione
dimenticata dal mondo.
-Koryu, chissà che mestiere praticava tua madre per averti fatto così, chissà con chi è andata.-
Un’eco lontana nella memoria, subita scacciata
dall’immagine del maestro che sorridendo lo rialzava dopo
l’ennesima scazzottata con gli altri piccoli allievi del convento.
-Koryu perché ti azzuffavi?-
-Mi dispiace Maestro.-
-Non ti ho chiesto se ti dispiace Koryu, ti ho chiesto perché. -
Allora come oggi, non aveva una risposta a quella domanda. Forse quello
era il motivo per cui, dopo tanto tempo era ritornato da quelle parti.
La situazione era abbastanza tranquilla. Una specie di calma prima
dell’ennesima tempesta, che alla fine si sarebbe abbattuta su di
loro. Decise che sarebbe tornato a dormire, dopo aver finito di
fumare. Guardò il fiume prima di alzarsi e fu allora che vide
con chiarezza qualcosa muoversi fra le canne vicino a riva. Lentamente
tolse la sicura alla pistola.
Sottovoce sentì Gojyo che sussurrava:
-C’è qualcosa vicino al fiume e non pensare di essere così silenzioso quando ti alzi!-
Contemporaneamente gli sfilò una sigaretta dal pacchetto e se la accese con un unico gesto e un sorriso beffardo.
Si avvicinarono all’alto canneto con circospezione, scostando silenziosamente tronchi e foglie.
C’era un vecchio con una canna da pesca che stava pescando, mentre canticchiava fra sé e sé.
-Vecchio chi diavolo sei?-
La voce di Sanzo non si fece attendere.
Il vecchietto si girò e mentre spalancava gli occhi, disse:
-Da quando non si può pescare in pace qui? Voi piuttosto chi…-
Poi ebbe un sussulto nel guardare Sanzo e disse:
-Tu dovresti essere morto, tu, la cesta.. Tu dovresti...-
Gojyo guardò Sanzo.
Era sbiancato.
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