Curtains
c’è una
figura oltre le tende
~
What is that
sound
Ringing in my
ears
That strangest
sound
I’ve heard for years and
years
Questa
mattina ho cercato il tuo calore nel mio letto, e mi è stato più caro della tua
figura in controluce alla finestra. Ho accarezzato le lenzuola in cui hai
dormito, seguendo la piccola fossa che il tuo peso mi ha lasciato accanto: ho
trovato un tuo capello sul mio cuscino, così, proprio accanto ai miei occhi (non
può essere mio, è biondo, è un filo d’oro,) e ho sentito un calore immenso irradiarsi dalle dita alle vene
fino agli occhi ben chiusi nella finzione del sonno. Le mie mani ti hanno
cercato in questi brandelli di te – il
capello, il tuo odore, la pressione superstite sulle lenzuola. Ho
accarezzato le lenzuola in cui hai dormito – non vista, ad occhi chiusi. Il
ricordo del tuo respiro contro il mio collo mi ha sussurrato qualcosa, qualcosa che credevo di aver dimenticato
e perso nelle ore di questa notte.
The sound of two
hearts
Beating side by
side
The sound of one
love
That neither one can
hide
Ho
pensato perché io? Perché tu ora, e
qui, in questo letto, in questa stanza, nella mia vita? Perché mai ti sei
fermato, quando potevi passare oltre e chiedere la via più breve per la farmacia
a qualcun’altra, magari alla ragazza che fumava seduta nella panchina accanto, o
al bar dietro l’angolo, o, perché no, non chiedere affatto, ad esempio, non a me in ogni caso, e lasciare che
l’orgoglio ti guidasse per altre vie, per altri mondi.
E invece sei venuto da me, hai sbagliato
strada, sei tornato di nuovo .
But now there’s new
life
Coursing through my
veins
Because there’s
someone
Who’ll make it beat
again
Abbraccio il tuo calore mentre non guardi, e sento il tuo
sorriso oltre le tende chiare: so che
stai ridendo di me. Le tue labbra si stirano e tocchi i vetri della finestra,
incurante del freddo e del biancore del cielo. Ridi di me e delle mie paure che
hai dissipato con un gesto della mano, mentre ieri notte, guardandomi,
sbottonavi il mio pullover (le tue
mani, sento ancora il fruscio delle tue mani sulla mia gola, le mie spalle). Cosa stai guardando fuori
dalla finestra? Da cosa il tuo calore mi sta proteggendo? Vorrei poter avere la
forza di alzarmi e raggiungerti e sussurrarti cose all’orecchio. Sono ali quelle che la stoffa nasconde? (ali o gli artigli di un leone?) Cerco di
socchiudere gli occhi e nemmeno la luce del sole invernale mi aiuta a
comprendere: sento che il tuo peso sta svanendo, e il mio respiro ha raffreddato
quel che ti sei lasciato indietro.
What is that
sound
Running
round my head
Funny I
thought
The part was
long since dead
Non riesco
più a ricordarmi che c’è stato un tempo in cui tu non facevi parte della mia
vita. Come se non fosse mai stata vita, ma solo il racconto di una cosa a metà, incompleta. Le mie amiche
dicono che dipendo da te, il mio cuore dice che hanno ragione, mia madre che è
troppo presto: eppure, eppure, ogni
volta che ti sto lontana smetto di sentire i suoni che mi accompagnano quando ti
guardo oltre le tende, quando mi diverto a credere che ci sia un angelo a
guardia del mio sonno, una divinità sorridente con tre nei sulla schiena.
A pensarci,
non c’è parte del tuo corpo che io conosca meglio delle tue spalle: la curva
della gola che diventa una culla per il mio viso, i tuoi capelli che sfiorano la
mia fronte, le mie mani ti tengono forte perché non conoscono altro modo di
amare che il possedere. Perdona
queste bestemmie; il letto si sta raffreddando e sento il mio cuore indurirsi,
c’è così tanto vuoto qui quando non ci sei che mi sembra che invece tu sia
arrivato troppo tardi.
The sound that makes the world go
round
The sound that makes the world go
round
Ho visto che
hai lasciato il cappotto sulla sedia accanto all’armadio: ecco, all’improvviso so che non resterai. L’idea di una
partenza si insinua nella stanza, e somiglia a un albero fatto di nebbia, tristi foglie di fumo su rami di
vecchi presagi. Mi hai detto qualcosa, prima che ci addormentassimo, qualcosa su un orario, un treno, un
impegno, un luogo diverso da qui (hic et
nunc, io e questa stanza) , mi hai detto che dovrai andare, che ci saranno
giornate in cui il peso della solitudine graverà su di noi (su di me) come una tomba e che il letto sarà
freddo, freddo e vuoto senza i nostri corpi. Non ti ho creduto – ho pensato
fossi l’ultimo incubo del giorno, venuto a reclamare il prezzo di tutta questa
gioia.
The sound that makes the world go
round
The sound that makes the world go
round
E c’era
tanta luce, quel giorno. Era Ottobre, la terra del parco sapeva di terra, e io potevo vedere l’aria colorata dal sole, e mai
più ho ritrovato la nitidezza estrema di quella giornata, sai? Ancora se ci
ripenso mi sembra di sentire il suono dei tuoi passi sul selciato venirmi
incontro, e il fumo della sigaretta di quella ragazza impregnarmi il cappotto.
Tutto quello mi schiuse le labbra, e c’era un sole dietro le tue spalle che mi
accecò l’anima, ti vidi come attraverso una tenda, e nonostante tutto quel
nitore, tu restavi sfocato: avevi le fattezze degli oggetti illuminati dalla
luce del primo mattino, per metà ancora intrappolati nelle ombre della notte.
The sound of two
hearts
Beating side by
side
The sound of one
love
That neither one can
hide
Ecco. Ora
non è più notte, né più alba. È giorno ormai, è l’ora delle ore. Partirai,
partirai, io lo so e mi lascerai, andrai via, ma come quella volta, come quella volta tu – la strada per la
farmacia, non la trovasti poi, non riuscisti ad arrivare mai lì dove dovevi, ma in compenso trovasti per sempre la strada per tornare da
me.
The sound that makes the world go
round
The sound that makes the world go
round
The sound that makes the world go round
The sound that makes the world go
round
A Val.
Tesoro,
vorrei chiederti infinitamente scusa per una roba come questa: si percepisce la
fatica che ho patito per scriverla ad ogni parola, ahimè, sono lontana anni luce
dalla naturalezza di certe storie. Scrivere di questo, di questa completezza che non è
mia, che non mi appartiene, che non ho mai conosciuto è stata però, la sfida più
grande: volevo che il tuo regalo
fosse così. Che fosse magari migliore, ma che trattasse di questo, di un’immagine a metà tra il
sonno e la veglia, tra la notte e il giorno, che parlasse di stabilità, di paura
anche, sì, ma di stabilità e di qualcosa che tu puoi conoscere e io no. Volevo
che si percepisse l’amore di qualcuno per qualcun altro , quella cosa che io ho imparato a tollerare
ascoltandoti. Forse non è proprio un regalo di compleanno perfetto, temo, ma
credimi, ho utilizzato ogni frammento di quel che ho visto per scriverla. There are angels on our courtains, they keep the outside out, and
there are lions on our curtains, they lick their wounds, they lick their
doubt.
Due anni
appena che ci conosciamo, e sembra una vita. Tanti, tantissimi auguri di buon
compleanno tesoro.
Chiara