DraHerm
Spazio autrice
Buonsalve, eccomi qui, tornata con una nuova oneshot. Visto che
siamo in periodo di carnevale ho pensato di rendere omaggio a questa
festa tremendamente allegra [che personalmente detesto] con una nuova
Dramione. Non so, c'è qualcosa che non mi sconfinfera, forse
nella fine ma, rileggendola, non sono riuscita a cambiare niente,
così eccomi qui a postarla e spero non faccia del tutto schifo.
Come sempre ringrazio infinitamente tutto coloro che recensiscono i
miei racconti, sono davvero felice tutte le volte che leggo le vostre
recensioni e, ovviamente, ringrazio anche qui legge solamente e chi
aggiunge ai preferiti e alle seguite. *Inchina*
Disclaimer: purtroppo i protagonisti di
questa storia non sono miei ma appartengono di diritto alla zia Row e a
chi li detiene. Non ci guadagno niente dalla pubblicazione di questo
scritto quindi i copyright non sono violati. Questa fic non è
scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento mio e degli altri,
spero.
_Lily_
***
«Miseriaccia... miseriaccia... miseriaccia...»
«Ron smettila di brontolare mi stai distraendo.»
«Certo, io mi sto incastrando in questo stupido costume e tu,
ovviamente, pensi a te stesso! Grazie, Harry, grazie davvero!»
«Per la barba di Merlino prego, Ron, prego!»
Carnevale. Hermione lo odiava profondamente, fin da bambina,
quando nella sua città organizzavano una parata di maschere a
cui partecipavano tutti i bambini vestiti come dei citrulli. E,
ovviamente, anche l'orgogliosa Grifondoro era costretta a sfilare
vestita da zucchina. Fortunatamente dopo qualche anno era partita per
Hogwarts e di quella stupida festa non ne aveva più sentito
parlare e né lei ne aveva parlato, ci mancava solo che il padre
di Ron s'inventasse chissà cosa per organizzare una parata pure nel mondo dei maghi. Sfortunatamente, quando si tratta di sfiga, proprio nel
periodo di carnevale, Silente, comunicò a tutti gli studenti le
sue più che serie intenzioni di organizzare una festa
specialissima che, a detta sua, avrebbe reso l'aria di Hogwarts allegra
e divertente.
La festa di carnevale
Ogni studente era obbligato a
parteciparvi pena cinquanta punti in meno alla casa di appartenenza del
suddetto e compiti extra da portare a termine entro due giorni dalla
punizione. Nessuno degli studenti ebbe da ridire, le feste erano le
benvenute un po' in tutte le case... chi non era contenta, però,
era senza dubbio Hermione Granger. Maledì con ogni lingua
conosciuta e non il suo preside e sospirò affranta, cercando
d'infilarsi il suo vestito decisamente troppo
succinto per i suoi gusti. Ginny era stata categorica: doveva essere
perfetta per quella sera. Il carnevale era l'unica festa in cui potevi
essere ciò che non sarai mai. Potevi travestirti da melanzana,
da principe azzurro, da orco, da supereroe... o, nel caso della
grifoncina, da danzatrice del ventre. Con un colpo di bacchetta
ordinò i suoi capelli in un elegante chignon, tenuto su da un
ferma capelli oro, dello stesso colore del suo vestito. Se vestito si
poteva chiamare...
Un filo di matita nera sulla parte alta degli occhi, e un lucidalabbra
chiaro perfettamente intonato al resto. La Grifondoro si guardò
allo specchio, storcendo le labbra in una smorfia.Il top era
decisamente troppo corto e lasciava scoperta la pancia, il petto,
fortunatamente, era coperto cosicché non si vedesse nulla di
compromettente. La gonnellina color dell'oro le arrivava sotto le
ginocchia ma, essendo formata di fili e pendenti vari (esattamente come
il top) lasciava nude le gambe snelle provocandole dei brividi di
freddo e imbarazzo insieme. I bracciali nel polsi della Grifondoro
avevano dei lunghi strascichi, proprio come le danzatrici del ventre
dovrebbero avere per danzare. Hermione Granger sbuffò irritata.
Non voleva scendere
conciata così... eppure non poteva permettersi che la sua media
calasse. Maledetta Ginny, gliel'avrebbe fatta pagare. Avrebbe preferito
vestirsi da burrito piuttosto che con quel vestito indecente.
Recuperò la maschera dal letto e la mise con
delicatezza sugli occhi, in modo che non le desse troppo fastidio. Era
arrivato il momento di scendere in mezzo alla gente.
La sala comune dei Grifoni era del tutto deserta, non c'era lo straccio di nessuno. Fortunatamente...
Aveva aspettato apposta che tutti fossero andati alla festa, in modo da
non farsi vedere conciata in quel modo. Sospirò
oltrepassando il quadro della Signora Grassa e scendendo lentamente le
scale.
Nessuno in vista. Perfetto.
Il corridoio che portava alla Sala Grande era anch'esso deserto
non c'era un'anima, nemmeno Gazza a pensarci bene. Chissà,
magari anche lui aveva partecipato alla festa di carnevale... forse
s'era travestito da Mrs Purr. Un sorriso spontaneo le nacque sulle
labbra immaginando il custode travestito da gatto e il gatto travestito
da custode... da morir dal ridere. Poi, eccola lì, la porta della Sala. Si
fermò davanti ad essa sospirando pesantemente.
Non stai facendo niente di male, sei vestita per carnevale. Un po' come le ballerine brasiliane. Forza.
La Grifona spinse leggermente la porta, entrando. Rimase
incantata a guardare ciò che quell'enorme sala era diventata. Le
bancate erano sparite, c'erano solo due enormi tavolate ai margini con stuzzichini vari, la musica ad un volume quasi eccessivo
e stelle filanti e varie decorazioni rendevano la sala un incanto,
molto più del solito. Abbassò lo sguardo, ancora
rintronata dall'assordante canzone ch'era stata messa e notò,
con suo sommo orrore, che tutti gli occhi della sala erano puntati su
di lei. I ragazzi (o almeno, quelli che lo sembravano) avevano le iridi
sgranate e la bocca dischiusa in un generale moto di stupore. Le
ragazze, invece, parlottavano fra loro, scoccandole occhiate d'invidia
e indignazione. Hermione deglutì, passando attraverso la folla,
ma ad ogni passo che faceva le voci si facevano sempre più
insistenti, quasi a voler superare il volume della musica. Si sentiva
tremendamente a disagio, la Grifondoro, non aveva la minima intenzione
di passare la serata ad essere osservata come un articolo da negozio.
«Hermione! Hermione!»
La giovane dai capelli color cioccolato si voltò verso la voce
che riconobbe immediatamente come quella del suo migliore amico, Harry.
Sorrise, la Grifondoro, finalmente qualcuno che non l'avrebbe guardata
come se fosse uno spettro ma, quando i suoi occhi incrociarono quelli
del ragazzo, e notò il vestito strambo del Grifone per poco non cadde a terra dalle risate.
Harry era vestito con un eccentrico costume da paggetto, i pantaloni
larghissimi sui fianchi rendevano la sua camminata obliqua e
altalenante. Il buffo cappello con una piuma in alto gli solleticava il
naso facendolo starnutire due o tre volte in un solo minuto e la
camicia nera, quella era la parte più divertente di tutto il
costume perché, grazie alla magia, era più grande del
normale sul davanti, facendo credere che Harry Potter avesse una pancia
decisamente scomoda da portarsi dietro.
«Herm... ma sei uno schianto!» Esclamò il paggetto
strabuzzando gli occhi. Hermione arrossì vistosamente,
socchiudendo gli occhi e ringraziandolo. Dietro Potter, comparve poi
una figura inquietante, intenta a mangiare dolcetti e cioccolatini
vari. Non si capiva dove iniziava il viso e dove finivano i dolci... ma, questo, era quantomeno normale per la figura che finalmente s'era palesata davanti alla Grifona.
«Beh, ha ragione Harry, Hermione sei bellissima.»
Quello che, senza dubbio la castana non si aspettava, era Ronald
Weasley vestito come una melanzana dietro Potter che chiudeva gli occhi
scuotendo la testa affranto. La bocca della giovane non poté non
piegarsi in un sorriso e subito dopo scoppiare a ridere tenendosi la
pancia. Quasi cadde a terra sconquassata da risate forti e profondamente sentite mentre le orecchie del povero
Ron divennero scarlatte.
«Non vedo cosa ci trovi di tanto divertente.» Borbottò il rosso, continuando a mangiare imperterrito.
La castana si asciugò le lacrime, mordicchiandosi appena il
labbro inferiore per non scoppiare nuovamente a ridere. Certo, Harry
non aveva un gran bel costume ma quello di Ron era... era decisamente...
«Patetico, Weasley, non ti puoi permettere un vestito
decente nemmeno a carnevale. Però, per fare il pagliaccio sei perfetto anche
senza costume a pensarci bene.»
Ecco appunto. Ronald per poco non gli si avventò contro ma fu
trattenuto dalla stretta di Lavanda Brown, vestita da oca (proprio da
oca) che lo trascinò lontano da occhi indiscreti in modo che
potessero... beh, meglio non approfondire questo discorso.
Potter invece alzò le sopracciglia, mentre un sorriso divertito
si dipingeva sulle sue labbra indicando il costume del biondastro
Serpeverde che aveva appena parlato. Malfoy si ergeva in tutta la
sua bellezza, portando un semplice pantalone di raso nero, la camicia
bianca sbottonata inizialmente, il papillon slacciato (un po' come se
l'avesse fatto apposta a pensarci bene) le scarpe che ticchettavano
insistentemente al suolo e i capelli ribelli senza la minima traccia di
gel o tocco magico. Hermione dovette ammettere a sé stessa che
se non fosse stato un bastardo, se non fosse stato un Serpeverde e un
idiota... beh, se non fosse stato Draco Malfoy, sarebbe stato un gran
bel partito. Gli occhi della Grifona corsero la longilinea figura del
Principe delle serpi, trovandosi terribilmente d'accordo con chi diceva
ch'era un bellissimo ragazzo, in grado da mozzare il fiato con uno
sguardo. Quello stesso sguardo che si posò su di lei in meno di
un nano secondo. Le iridi diamantine del Principe scorsero tutta la
figura snella della Grifoncina, accennando sempre più ad un
sorriso compiaciuto mentre si passava la lingua sul labbro superiore.
«Da quando, Granger, hai deciso di lasciare la divisa da vecchia
bisbetica in camera?» Domandò divertito facendo
arrossire di vergogna la castana. Era una specie di complimento quello del Serpeverde?
«Attento a come parli Malfoy, la vecchia bisbetica sa sempre
assestare pugni ai ragazzini arroganti come te come ha già fatto
in passato.» Rispose piccata, guadagnandosi in cambio
un'occhiataccia del rampollo dei Malfoy.
«Piuttosto, Malferret» S'intromise Potter, cercando di evitare
uno scontro frontale dei due ragazzi «non hai un costume. Penso
che Silente toglierà cinquanta punti alla tua casata appena
finirà la serata.» Concluse, con un sorrisetto sul volto
vagamente perfido.
Il biondo Serpeverde inarcò le sopracciglia, ghignando. Si aspettava quel genere di commento, pensò Hermione.
«Sono vestito da ballerino di tip tap ma è ovvio che
confondi un semplice abito cerimoniale con uno prettamente da
sala.» Disse, facendo battere a terra i tacchi delle scarpe.
Quelle erano decisamente delle scarpette da tip tap, ed Harry
preferì chiudere la bocca prima di venire zittito nuovamente.
Hermione alzò gli occhi al cielo... beh, almeno l'attenzione non
era più puntata su di lei e sul suo vestito, pensò.
Improvvisamente, come se la situazione non fosse già abbastanza
pesante, Silente si alzò dal tavolo dei professori battendo le
mani e facendo contemporaneamente spegnere la musica (e tutti, di questo
gesto gliene furono grati). Hermione e tutti gli altri smisero
improvvisamente di discutere per concentrarsi sulle parole del vecchio
Preside.
«Bene ragazzi, vedo che tutti voi avete fatto in modo di
presentarvi vestiti in modo adeguato... e altri hanno scatenato
l'attenzione di tutti, in questa sala.»
L'attenzione fu nuovamente puntata sulla castana Grifondoro e lei
promise a se stessa che prima o poi avrebbe avvelenato Silente con
qualche intruglio portentoso, almeno avrebbe smesso di torturare i
poveri studenti con feste odiose che già Hermione non sopportava quando lo era
bambina figurarsi s'era obbligata a parteciparvi per di più da adulta.
«Comunque, ora che ci siamo tutti, apro ufficialmente le danze!
Chiunque può ballare con chiunque l'importante è che vi
scateniate in pista!»
Lo scroscio di applausi che seguì, non comprese quello di
Hermione che cercò in tutti i modi di defilarsi senza farsi
vedere da nessuno. Aveva avuto la vaga impressione che molti dei
ragazzi presenti si fossero voltati verso di lei quando il Preside
aveva pronunciato la parola "ballare". Ma forse era solo
un'impressione...
Quando la musica (salsa?) riprese, decine di occhi maschili puntarono
al figura longilinea della Granger che si sentì percorrere da un
brivido freddo lungo tutta la colonna vertebrale. Per un secondo,
pensò di darsela a gambe seriamente anche se il risultato sarebbe stato farsi abbassare la
media ma almeno sarebbe stata al sicuro nella sua camera senza occhi maniaci che la fissavano quasi... affamati. La figura di qualcuno,
però, la fece desistere dal suo intento. Draco
Malfoy le si parò davanti con un ghigno dipinto sulle labbra
sottili e diafane.
Tutti i ragazzi che stavano per avvicinarsi alla Granger si bloccarono
seduta stante quando un'occhiata gelida di Malfoy ordinò
loro di togliere le tende... e, stranamente, obbedirono senza batter
ciglio. Il biondo Serpeverde si voltò nuovamente verso la
Grifondoro che gli
rivolse un'occhiata di fuoco. Draco ghignò, troppo divertito
per stuzzicarla. La musica si espandeva nell'aria, sensuale, ritmica,
maledettamente invitante. Malfoy alzò gli occhi verso un punto
imprecisato del soffitto, poi abbassò gli occhi pietrificando la
giovane con una sola occhiata di fuoco, ben in contrasto con il colore
diamantino dei suoi occhi.
«Balla con me, mezzosangue.»
La ragazza sgranò gli occhi per un secondo, sbattendo le
palpebre sorpresa. Draco Malfoy che chiedeva di ballare a lei? La sua
peggior nemica di sempre? La mezzosangue zannuta Grifondoro che aveva
insultato e preso in giro dal primo anno di scuola? Hermione
pensò seriamente che qualcuno avesse dato una botta in testa
all'algido Serpeverde perché altrimenti non si spiegava questo suo comportamento.
«Io ballare con te? Nemmeno se mi costringessi sotto imperius.» Rispose assottigliando gli occhi.
«Hai paura di me, Granger?» La provocò il biondo.
«Affatto, ma potrei contagiarti con il mio sanguesporco se tu mi
toccassi, non vorrei certo che le tue mani da pianista si
sporcassero.» Rispose, pungente e sarcastica, ricalcando tutto ciò che
il Serpeverde le aveva sempre detto.
Lui ghignò, circondandole la vita con un braccio,
possessivamente, mentre la Grifona si ritrovò a sussultare per
la vicinanza con il corpo statuario del giovane Malfoy.
«Per me non c'è problema, Granger. E se non ci sono problemi per me non ce ne devono essere nemmeno per te.»
La voce suadente del rampollo Malfoy trapanò il cervello della
ragazza, facendole sentire le gambe di gelatina tanto che fu costretta
ad aggrapparsi alle spalle possenti del biondo che sorrise,
soddisfatto. Il Serpeverde le prese una mano, trascinandola al centro
della pista, sotto gli occhi allibiti di tutta la sala grande.
Era una sfida. Se la Granger avesse rifiutato di ballare con lei,
Malfoy avrebbe avuto la scusante per prenderla in giro a vita anche
oltre le mura scolastiche... e lei non poteva permetterlo.
La salsa si spense improvvisamente, diventando rumba. Malfoy fece un
lieve inchino, invitandola ad esibirsi per prima e, anche se con un po'
di riluttanza iniziò a muoversi a ritmo di musica... decisamente
impacciata. Odiava ballare.
«Per essere una danzatrice del ventre sei una vera frana,
Granger.» Ghignò, Malfoy, muovendosi leggiadramente al
centro della pista.
La ragazza lo fulminò, fermandosi. Inspirò, scocciata, per poi scuotere la testa decisa.
E' carnevale. Devo impersonare una danzatrice del ventre, devo essere sensuale. Devo. Essere. Sensuale.
Spalancò gli occhi di colpo, mentre le ultime note della rumba
si spegnevano nell'aria e quelle dell'ennesima canzone iniziavano a
diffondersi nell'ambiente.
La Granger si piegò su una gamba, e allungò l'altra verso
l'esterno mentre entrambe le mani furono portate alla maschera.
«Mai sottovalutare una Grifondoro, Malfoy.»
Esattamente dopo queste parole, la musica si fece più
accelerata, Hermione si alzò in piedi sfilandosi la maschera di
colpo e muovendo i fianchi come una degna danzatrice del ventre.
Socchiuse gli occhi ma fece giusto in tempo a vedere gli occhi di
Malfoy allargarsi. E fu esattamente questo a spingerla ad avvicinarsi
al ragazzo e a volteggiargli attorno. Selvaggia e suadente come un'ape
regina. I fianchi della giovane Grifondoro si mossero a ritmo veloce,
anche se un po' impacciata, in fondo si stava divertendo. Il
rampollo dei Malfoy tremò sotto gli occhi inquisitori della
Granger che gli danzava intorno, cercando di non preoccuparsi degli
sguardi della gente. Ma, in quel preciso istante, l'unica persona di
cui si preoccupava era la leggiadra fanciulla che ballava davanti a
lui, e che aveva accolto la sua sfida senza alcuna riserva. Il biondo
vedeva i fianchi della ragazza muoversi, le braccia alzate verso il
cielo e i lunghi boccoli, sfuggiti dal chignon, le incorniciavano il
viso. Malfoy si ritrovò a deglutire mentre sentiva decisamente
più caldo del normale e, quel caldo strano, lo sentì
ancora di più quando con un'ultima giravolta, Hermione si
ritrovò a sfiorare il petto ampio del giovane Serpeverde. Fu a
quel punto che quest'ultimo perse il suo proverbiale controllo. Le
afferrò un braccio, improvvisamente, senza riuscire a
contenersi, mordendosi le labbra a disagio mentre le iridi color
dell'oro percorrevano la sua figura soffermandosi principalmente sui
suoi occhi diamantini. La musica cessò senza che i due si
allontanassero di un solo passo l'uno dall'altro. La Granger respirava
a fatica, cercando di riprendere fiato. Non aveva pensato di finire a
ballare intorno a Malfoy, quando era scesa dalle scale del suo
dormitorio, quello era decisamente l'ultima cosa che si aspettava. Ma,
la Grifondoro non si aspettava nemmeno che Draco Malfoy, il ghiaccio
fatto a persona, si chinasse su di lei, rubandole quel poco di respiro
che aveva recuperato. Un boato esplose nella sala, stordendo tutti i
presenti ma in quel momento, le uniche due persone che non si accorsero
di niente furono proprio la Grifona e la Serpe. Le labbra di Malfoy era
delicate, sottili e dolci, al sapore di zucchero e miele ma fredde come
la neve appena caduta. Quelle della Granger sapevano di fragola, fuoco puro, carnose e
sensuali. L'uno l'opposto dell'altra. Quando entrambi si allontanarono,
i loro sguardi rimasero incatenati... cioccolato e ghiaccio fuso. Oro e
argento.
«Maledetto bastardo, lasciala stare!»
La voce di Harry Potter non fu recepita né da Hermione né
da Draco che continuarono a fissarsi, nonostante Potter cercasse di
trascinare via la sua migliore amica, ancora con gli occhi sgranati e
la bocca dischiusa. Draco era nella medesima condizione, troppo
scioccato dal suo stesso gesto per reagire in qualunque modo. Hermione
sbatté le palpebre un paio di volte prima di portarsi una mano
alle labbra e distogliere gli occhi, troppo imbarazzata per fare altro.
Corse via, oltrepassando la porta della sala grande di corsa e
dirigendosi al suo dormitorio senza preoccuparsi di niente e di nessuno.
Draco Malfoy fece lo stesso cinque minuti dopo, ignorando tutte le domande di Blaise, tutti gli insulti della melanzana-Weasley e del paggetto-Potter.
Voleva solo stare solo a riflettere. A riflettere del perché
avesse baciato la Granger... e del perché gli fosse piaciuto
così tanto.
Quella sera, se qualcuno fosse stato più attento del solito,
avrebbe notato un gufo, provenire dal basso di Hogwarts, planare
prepotentemente verso la torre Grifondoro, una ragazza aprire la
finestra e sorridere ad una busta firmata con due iniziali che avrebbe
riconosciuto fra mille.
Sempre quel qualcuno avrebbe anche visto la stessa ragazza saltare alla
luce della luna nella sua camera da caposcuola, felice per
chissà quale avvenimento speciale che non scopriremo mai... o
sì?
Sai ballare
bene, Granger, mi hai sorpreso e ti assicuro che non capita molto
spesso. E quel bacio, beh, non mi è dispiaciuto affatto. Forse,
un giorno, ci sarà una replica. Di entrambi, spero. DM
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