“Basta, Ronald! Lasciami in
pace!” urlò ferita e stizzita una voce femminile.
La ragazza a cui apparteneva varcò il ritratto della Signora
Grassa, richiudendolo dietro di se con un gesto carico di rabbia
repressa. “Ehi, ragazza, un po’ di
delicatezza!” la riprese la donna raffigurata nel quadro.
Hermione la fulminò con un occhiataccia e si
avviò a passo svelto verso il cortile interno.
Sì, aveva decisamente bisogno di un po’
d’aria fresca per schiarirsi le idee e per calmarsi. Si
asciugò la lacrima che insolente le era scesa dalle lunghe
ciglia, causata dalla frustrazione che Ron le faceva provare.
Arrivata alla soglia per entrare nel Cortile di Trasfigurazione, si
fermò, chiudendo gli occhi e godendosi il soffio del vento
fresco che aveva l’effetto di un balsamo sulla sua pelle
accaldata dall’arrabbiatura. Sospirò, facendo
sciogliere lentamente i muscoli della faccia e del corpo, irrigiditi
dall’irritazione che le provocava quello stupido ragazzo.
Aprì gli occhini dorati e si avvicinò alla
panchina, sedendosi. In quel momento l’odore acre e frizzante
del fumo aromatizzato alla menta che tanto amava il suo nemico per
eccellenza le arrivò al naso. Storse la bocca in una smorfia
scocciata e attese l’arrivo del Principe delle Serpi, con le
sue insopportabili sfrecciatine.
“Salve, Granger. Che ci fai qui tutta da sola?” le
chiese, arrivando davanti a lei, con un lieve e sarcastico inchino del
capo.
“Non è il momento, Malfoy.” rispose,
lei, in un ringhio sommesso. “Wow, Mezzosangue, non ti avevo
mai visto così arrabbiata.. Deve essere stato sicuramente
Lenticchia. Devo ricordarmi di fargli i miei complimenti.”
replicò, sarcastico il Serpeverde. Hermione parve spiazzata
per un secondo dall’affermazione del biondo. Come
diavolo…?
“Ti stai chiedendo come ho fatto a capirlo, non è
vero?” chiese Malfoy, come se le avesse letto nel pensiero.
“Potresti evitare di fare il padre eterno,
Furetto?” rispose lei, massaggiandosi le tempie con le dita.
“Calma i bollenti spiriti, Mezzosangue.” le disse
calmo e posato l’altro. “Dimmi che vuoi e
facciamola finita, finto biondo.” rispose Hermione, alzandosi
lentamente dalla panca di pietra. Il Serpeverde inarcò un
sopracciglio chiaro e la guardò scettico. “Ma non
è chiaro? Voglio portare la tua irritazione alle
stelle!” mormorò, con un lampo perfido negli occhi
di ghiaccio. “Basta, Malfoy! Mi hai stancato, sempre con le
tue battutine sarcastiche pronte per dar fastidio alle persone, sempre
con quell’aria da superiore! Tu non sei nessuno, sei solo
un’infida Serpe, solo la pallida imitazione di tuo padre. Vi
credete tanto potenti, tu e la tua stupidissima famiglia, vi credete
tanto puri, ma avete il sangue nero che vi scorre nelle vene, e non
solo perché parte della vostra famiglia fa di cognome Black.
Sono più pura io di te, il Mangiamorte che tu chiami padre e
la stupida di tua madre messi insieme!” esplose la
Grifondoro, sfogando tutta la sua rabbia repressa sul biondo che
infondo, almeno quella volta, non aveva fatto niente, se non
stuzzicarla un po’ come aveva sempre fatto.
Sospirò, riprendendo fiato e alzò i suoi occhi di
ambra su quelli d’argento del biondo e capì di
aver fatto un errore. Un espressione di calma inquietante aleggiava sul
volto diafano del Serpeverde.
Arretrò di un passo, leggermente spaventata. Il Principe
delle Serpi iniziò ad avanzare, finche la costrinse tra il
muro del cortile e il suo corpo.
“Ascoltami bene, lurida Mezzosangue”
iniziò, la voce che tremava di rabbia. “Non
provare mai più ad offendere mia madre o a rispondermi
così. Tu non sai niente della mia famiglia, niente! Non ti
permettere mai più. Tu dovresti baciare e dire tutto quello
che dico io, tutto quello che esce dalle mie labbra. E’
chiaro?” concluse, avvicinando il viso molto pericolosamente
al suo. Hermione cercò di indietreggiare, ma dietro di lei
il muro le impediva di fare anche un solo passo. Malfoy rise di una
risata fredda e perfida e si voltò, allontanandosi da
quell’infima Mezzosangue che presto l’avrebbe
conquistato.
Seduto al tavolo verde-argento il biondo ancora ribolliva di freddo e
implacabile odio verso le parole che la Granger aveva osato solamente
pensare.
Blaise guardò il suo migliore amico vagamente preoccupato.
Quell’espressione insofferente che gli leggeva sui lineamenti
delicati non prometteva niente di buono. Sapeva che stava nascondendo
qualcosa sotto la sua fredda maschera che usava normalmente. Infatti
nessun altro si era accorto dell’insolita
impassibilità del Serpeverde. Zabini sospirò e
attirò la sua attenzione scrollandogli un po’ la
spalla.
“Che è successo, Dray, per colpirti
così tanto?” gli chiese, con tono basso e
preoccupato.
“Niente, perché, Bla?” rispose
l’altro indifferente. “Puoi provarci, ma io non ci
casco. Sei come un libro aperto per me.” gli
comunicò il moro, tornando alla sua cena, ma osservando
quello che ormai era come un fratello per lui con la coda
dell’occhio. L’altro sbuffò e si arrese.
“La Granger mi ha detto le solite cose che mi dice anche
Potter: che mio Padre è solo un Mangiamorte, che mia madre
è una stupida e compagnia bella.” rispose,
cincischiando con il cibo che aveva nel piatto. Non aveva affatto fame.
“E?” lo incalzò Blaise. “E..
niente. Mi ha dato fastidio che me lo dicesse lei. Non si
può permettere di dire certe cose di una famiglia
purosangue. Solo perché è amica di San Potter non
può osare offendere la mia famiglia.” gli disse il
biondo.
‘Sicuro che sia per questo?’ pensò
Zabini, senza però dirglielo. “Vado a fumarmi una
sigaretta, Bla. Ci vediamo dopo in dormitorio.”
comunicò, uscendo da quella Sala troppo affollata.
My Space:
Che dite,
me lo lasciate un commentino? Prometto che presto posterò il
secondo capitolo.. Ma io sono curiosa di sapere cosa ne pensate!
Accontentate una povera adolescente che trova nello scrivere, la sua
migliore amica e il pc (Sì, devo ammetterlo
ù__ù) l'unica salvezza! *occhioni dolci e
imploranti*
Vabbè, vi lascio in pace u__u
Baci a tutti ^__^
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