Akuma Karyudo - Cacciatrice di demoni

di Machiko
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Parlavano. Parlavano ma io non riuscivo a seguirli.

Discutevano su di me e su quello che mi è successo. Sulla mia capacità di vedere gli spiriti.

Sul fatto che io avessi un compito da assolvere.

Non capivo.

Non mi sforzavo neanche di capire. Non volevo.

Volevo solo svegliarmi nel mio letto e dire, tirando un sospiro di sollievo: “per fortuna era solo un sogno!”.

Ma non funzionava. Aprivo e chiudevo gli occhi, mi mordicchiavo il labbro fino a farlo sanguinare.

Ma ero ancora lì, in quella stanza  illuminata da lanterne di carta insieme a tutti quegli sconosciuti.

Il ragazzo che avevo visto per primo, quello che avevo “incontrato” in camera, mi fissava preoccupato.

Cercai di concentrarmi sulle porte di carta di riso, dove la luce tremolante delle candele proiettava sinistre figure.

La fiammella tremolava, indugiava, come avesse vita propria. Aveva una luce calda e rassicurante, in quella stanza buia…

- Yume Amai, giusto?

Mi voltai verso la voce che mi aveva chiamato.

Ora che si erano rivolti direttamente a me, trovai un buon motivo per concentrarmi su di loro. Non dovevano essere cattivi. In fondo mi avevano salvato, no?

Li osservai uno alla volta.

Un vecchio dall’aspetto autoritario.

Una donna bionda sulla ventina.

Un ragazzo con capelli e occhi neri.

Una bambina con i capelli rosa sui 7 anni.

Una ragazza castana con i capelli corti.

Un ragazzo dai capelli lunghi, candidi come neve.

E, infine, il ragazzo che continuava a scrutarmi. Era biondo e gli occhi erano azzurro ghiaccio.

Erano in sette. Bel numero.

Mi accorsi che la donna mi stava parlando.

-C..cosa?

Il vecchio sbuffo, scocciato.

-cara, come ti senti? – ripeté la bionda dolcemente.

-io… bene. Credo.

Non mi sentivo bene per niente. Volevo alzarmi e scappare gridando.

-ti chiami Yume, vero?

-sì…

Quella donna mi sembrava simpatica. Non che in quel momento mi importasse.

-“Yume” significa sogno, vero? Che bel nome… Io sono Hikari Tenshi, piacere. – si intromise il biondino prendendomi la mano.

-io invece mi chiamo Yuri Taiyo e loro sono Ryo-kun, Rima-chan, Riru-chan, Maruko-kun e Otoko-san.

Mi spiegò la signora, indicando in ordine il moro, la bambina, la ragazza, il presunto albino e il vecchio.

Già non ricordavo neanche un nome. Rassicurante.

-perché mi trovo qui? Dove sono? Chi siete? Che cosa…

-calma!

Perché? Io volevo spiegazioni.

-beh… Ryo-kun ti ha salvata da un demone che voleva ucciderti…

-Un…demone…?

Un demone. Perché non ho reagito? Perché non mi sono difesa? Cos’aveva quel demone di diverso dagli altri?

Fissavo il vuoto davanti a me, cercando una risposta nella mia memoria offuscata.

-un semplice “grazie” basterebbe. – borbottò il moro, che quindi doveva essere Ryo.

-grazie…

Mi stava già antipatico. Beh… era comunque grazie a lui che ero lì. Gli dovevo la vita.

-quel demone… - proseguì la donna – era uno shinigami. Un dio della morte. Credo che volesse ucciderti per divorarti o qualcosa del genere…

Ne parlava come se fosse stata una cosa normale. Normale. Per poco non ero morta!

Cercai di non pensarci.

Mi soffermai a fissare la bambina che era seduta davanti a me. Mi accorsi che mi fissava.

I suoi occhi rossi e penetranti mi scrutavano. Non aveva lo sguardo innocente e ingenuo di una ragazzina. Mi sembrava lo sguardo di un vecchio, quello. Faceva impressione.

Sentivo una sensazione sgradevole, come se mi stessero scavando dentro.  Era orribile, quasi doloroso.

Il biondo mi guardò per un istante, poi ordinò: -Rima!

Il malessere cessò. La bambina sorrise.

-ascolta. – disse la bionda, verso la quale mi voltai  – sai benissimo di avere delle capacità particolari.

Il fatto è che i demoni se ne accorgono e quelle come te li attraggono particolarmente.

D’ora in poi la tua vita sarà in pericolo…e non credo che i sigilli sacri ti potranno aiutare tanto in futuro.

Fino ad adesso non ti è successo nulla di grave ma… quello che è successo oggi ne è la prova.

Per questo Ryo ti ha portata qui.

Vedi… noi… siamo come te. Anche noi possiamo vedere gli spiriti e abbiamo tutti delle capacità particolari…

-cosa?

Non capivo. Loro erano come me. Come me.

-per cui – proseguì lei – vorremmo che tu imparassi ad esorcizzare i demoni e a distruggerli.

Vorremmo che tu diventassi, insieme a noi, una cacciatrice di demoni.

Non riposi.

Non potevo rispondere.

La mia vita era cambiata. Aveva avuto una svolta.

Avevo incontrato loro.

 

 

†L'ANGOLO DI LALLA†

 

chiedo nuovamente scusa per il ritardo ma non ho avuto tempo... infatti devo scappare!

kiss kiss

ciauuu





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