Amore,
per un giorno
Rigirò
fra le mani il piccolo fiore delicato.
Era parecchio tempo che se ne stava seduta lì a
fissarlo, nemmeno lei sapeva dire da quanto. Voleva solo restare lì, a
guardare quei petali candidi e delicati ricordargli la giornata; il
perché del suo battito del cuore affrettato, la morsa al petto che la
assaliva continuamente ogni volta che ritornava col pensiero a lui, il rossore
sulle guance. La voglia matta che la costringeva a ridere
all’improvviso o a piangere subito dopo, sospirare, desiderare.
Non si era mai sentita così e non capiva cosa le stesse succedendo.
Sapeva di odiarlo, l’aveva odiato da subito ne era
certa. Eppure adesso era altrettanto sicura del
contrario. Ma perché improvvisamente provava
quelle strane emozioni?
Alzò per un istante lo sguardo verso il sole che
tramontava, ne ammirò il leggero tepore rosso
sul viso, assaporò l’aria che si faceva via via più fresca
e pulita. Una leggera brezza le scompigliò i capelli blu e dovette
ripararsi gli occhi contro la polvere alzata dal vento.
Tornò a rimirare la semplice margherita che le
sembrava in quel momento la cosa più bella di tutto il Mondo Emerso.
Era strano che lei, Nihal, solitamente scatenata e ribelle,
se ne stesse tranquillamente seduta a guardare un fiore di campo come se non ne avesse mai visto uno. Eppure al
contempo, quel fiore era unico e mai visto prima.
Si strinse le ginocchia al petto, pensierosa, e tornò
con la mente all’inizio di quella giornata primaverile.
*~*~*~*~*
Quando si
svegliò il sole era già abbastanza alto da farle capire quanto fosse tardi. Scese dal letto in fretta, si lavò
velocemente il viso e indossò i primi abiti che trovò.
Non era molto che viveva nella foresta, circa due settimane,
ma aveva imparato che Soana non ammetteva ritardi. E
lei era sempre in ritardo.
Di Sennar invece non c’era traccia.
Il giaciglio che si era improvvisato la sera
dell’arrivo di Nihal era in ordine, non pareva
nemmeno che l’avesse utilizzato. Sempre se aveva dormito quella notte.
Nihal aveva imparato a conoscere un po’ il ragazzo,
lei non faceva molte domande ma a lui piaceva parlare.
Dalla loro prima chiacchierata ne erano seguite molte
altre: era vero, parlava praticamente solo lui, ma a Nihal non dispiaceva stare
ad ascoltarlo.
Sennar passava molte ore della giornata
chino su dei libri, non voleva essere disturbato troppo e di conseguenza
lei aveva capito che quando c’era di mezzo un libro per Sennar non
esisteva altro. Era capace di starsene tutta la notte a studiare e il giorno
dopo essere pimpante e pieno di energia come se nulla
fosse. La ragazzina si chiedeva spesso come potesse essere possibile una cosa
del genere, persino lei aveva bisogno di dormire per riprendere le energie.
Sennar era intelligente, sveglio, ma soprattutto era un mago
formidabile questo Nihal doveva ammetterlo. Non a lui ma a se stessa
ovviamente. La storia del pugnale non le andava ancora giù, ma doveva
imparare a farsene una ragione. Quel ragazzo era stato il primo a sconfiggerla
nella sua vita e lei non l’avrebbe mai mandata
giù.
Doveva anche ammettere che Sennar era
sempre gentile e disponibile, nonostante lei pareva facesse di tutto per farsi
detestare. Tirando le somme, Nihal decise che avrebbe cercato
d’ora in avanti, di sembrare meno antipatica. Se doveva imparare
la magia avrebbe avuto bisogno anche dell’aiuto
di Sennar e non poteva permettersi d’inimicarselo, altrimenti la vendetta
non sarebbe mai arrivata.
Scese al piano di sotto e le arrivò alle narici un
invitante profumo di pane caldo. Le venne immediatamente fame.
Arrivò in cucina e trovò il ragazzo preso dai
fornelli.
- Cosa stai combinando?-
Sennar si voltò di scatto
spaventato, non l’aveva sentita arrivare. - Buongiorno... - si
voltò e riprese il suo lavoro. La ragazza gli si avvicinò.
- Che profumo... - il suo stomaco brontolò per
l’ennesima volta e Sennar la guardò fra il divertito e il
preoccupato. - Hai fame?-
Nihal alzò le spalle. - Un po’... - gli occhi le si posarono sulle pagnotte calde sotto di lei. Il mago
sospirò.
-
D’accordo, prendine una... ma le altre sono per Soana.-
Gliene mise una fra le mani e lei l’addentò
come se non mangiasse da giorni. Poi sembrò capire la frase di Sennar. - Dov’è Soana?-
- Oggi non si
sente bene.-
Lei lo guardò preoccupata e smise di mangiare. Il
ragazzo notò il suo sguardo e gli scappò un sorriso. - Sta tranquilla, si riprenderà subito.- le
appoggiò una mano sulla testa e le scompigliò i capelli con un
gesto quasi affettuoso. Poi prese un piccolo vassoio con le pagnotte e una
tazza dal contenuto fumante ed entrò nella camera della maga, ovviamente
dopo aver bussato.
Nihal si sedette su una sedia e sentì
dall’altra parte della porta esclamare qualcosa come “Oh, Sennar, che gentiluomo che sei.” seguito da una
risata imbarazzata di lui. Ormai Nihal ne era certa, i
suoi dubbi si erano dissolti: era ovvio che il mago fosse innamorato di Soana!
Già pregustava l’idea di stuzzicarlo ad ogni
occasione e dargli fastidio come meglio potesse. Rise
fra sé e ricominciò a mangiare soddisfatta.
Poco prima di
pranzo i due se ne stavano seduti ai capi del tavolo al piano di sotto. Sennar
concentrato su uno dei suoi noiosissimi libri, Nihal sfogliava senza impegno il
suo molto più semplice ed elementare. La stanza era immersa nel silenzio
tranne che per il continuo fruscio delle pagine. Era più di due ore che
se ne stavano lì così e sebbene Sennar fosse instancabile nello
studio, Nihal perdeva subito la pazienza, si annoiava e le ci voleva proprio un
momento di pausa. Soana non glielo concedeva mai, ma adesso la maga era chiusa
nella sua camera: Nihal era libera di uscire per un po’.
Si alzò dal tavolo senza dire una parola, prese la
spada che aveva avuto in prestito da Livon prima di partire e raggiunse la
porta d’ingresso.
- Dove pensi di andare?- la voce di Sennar la bloccò
prima che potesse aprirla.
Si voltò a guardarlo, lui non aveva
alzato gli occhi dal suo libro. - Ad allenarmi un po’, ho bisogno di
respirare.-
- Siediti, sai
che la mattina è dedicata ai testi e alla magia.-
Nihal s’irritò, che diritto aveva lui
d’impedirle di allenarsi? - Ma è una noia
mortale. E poi Soana non lo verrà mai a
sapere.-
Sennar alzò gli occhi azzurri e i due passarono
interminabili momenti a fissarsi con astio, almeno da parte della ragazzina.
Quello scambio di sguardi era un sfida, lo sapevano
entrambi, e a vincere fu Sennar, per l’ennesima volta. Il mago non
cambiò espressione e restò immobile a fissarla negli occhi viola,
tanto intensamente che a un certo punto lei si
sentì intimorita. Controvoglia tornò a sedersi al tavolo.
Il mago non trattenne un sorriso
compiaciuto, Nihal lo notò.
- Sia chiaro, io non prendo ordini da te!- disse lei in un tono che non ammetteva repliche.
Sennar sospirò e lasciò
perdere a quella provocazione, possibile che quella ragazzina lo odiasse
così tanto per uno stupido pugnale?
Dopo due settimane ancora non si capacitava di questo astio nei suoi confronti. Lui si sentiva
la coscienza pulita, in quei giorni aveva fatto di tutto per cercare di
calmarla e instaurare un rapporto di reciproco rispetto. O
non considerazione, come aveva sperato di ottenere. Il detto “ Vivi e lascia vivere” Nihal non
l’aveva mai sentito? Lui la trattava gentilmente e lei lo fulminava con
lo sguardo, la aiutava a studiare e la risposta era sempre tagliente, le
parlava cordialmente e lei lo trattava con sufficienza.
- E poi lo so perché lo fai... -
Il ragazzo tornò a fissarla. -
Perché faccio, cosa?-
Nihal fece spallucce. - Tutto il ‘carino’...
questo tuo essere serio e giudizioso, aiutarmi, parlarmi con gentilezza... -
- E perché lo farei?- chiese lui interessato alzando un
sopracciglio.
La ragazzina puntò i gomiti sul tavolo con aria di
sfida. - Soana.-
- Eh?- Sennar
non capì.
- Mia zia, hai
presente?-
- So chi
è Soana, quello che non capisco è: cosa c’entra lei?-
Nihal ridacchiò divertita, gustandosi la sua
espressione smarrita. Ovviamente fingeva perché sapeva benissimo a cosa
lei alludesse, ma era ovvio che non poteva rivelarlo
così. - Ovvio, ti stai facendo bello ai suoi occhi, per questo mi tratti
bene. Perché sono sua nipote, e non potresti mai trattare male la
nipotina della donna di cui sei innamorato mio caro.- lo canzonò
alla fine.
Sennar restò immobile a fissarla, basito e incapace
di decidere se mettersi a ridere o piangere. Optò
per la prima. - Ma sei impazzita? Certo che voi
ragazzine ne avete di fantasia.-
Lei si sentì irritata. - Non ridere, è inutile
che cerchi di fingere. L’ho capito, sono furba.-
- Certo, come
no.-
Il mago sembrava non riuscire a smettere di ridere e Nihal
restò interdetta. Sembrava davvero divertito dalla sua affermazione,
eppure era così, non c’era altra spiegazione!
- Altrimenti perché lo faresti scusa?-
- Forse
perché mi va di farlo.- rispose lui smettendo di ridere. - Forse
perché dopotutto io non ti odio, come invece sembri fare tu. O forse è semplicemente perché sono fatto
così. Sono uno stupido mago, ma sono un gentiluomo. -
La ragazzina si stupì di quelle parole.
- Non sono
innamorato di Soana, forse mi consideri uno stupido ma
non lo sono così tanto da innamorarmi di una donna che non mi
guarderebbe mai. O forse sì.- restò in
silenzio per un istante. - E comunque, è ora di
pranzo.-
Appena finirono di mangiare e dopo
che Sennar portò il pranzo nella camera della maga, Nihal lo vide
prepararsi una borsa abbastanza grande con dentro un libro e una fiasca
d’acqua.
- Dove vai?-
Lui si girò a guardarla. - Devo andare a raccogliere
delle erbe mediche per Soana.-
Nihal annuì. - Capito.-
Si voltò per tornare sul suo libro già
annoiata al pensiero di passare l’intero pomeriggio
chiusa in casa a studiare, da sola. Sennar la vide sedersi scocciata e
sfogliare il libro senza davvero averne voglia. Le parole gli uscirono da sole.
- Vuoi venire con me?-
Nihal lo guardò più che stupita. - Davvero?-
- Bè,
tanto senza di me non riesci a combinare nulla sui libri.- il ragazzo
tentò di nascondere il rossore sul viso. Era gentile per natura, ma
alcune volte questa sua gentilezza lo imbarazzava come
non mai.
Lei si tirò su senza pensarci troppo. - Grazie,
Sennar.-
Il mago sorrise impacciato maledicendosi e
chiedendosi se quella ragazza fosse davvero così lunatica naturalmente o
lo facesse apposta per farlo impazzire. - Su su, muoviti adesso.-
Nemmeno il tempo di dirlo che Nihal
aveva già afferrato la sua spada ed era pronta al suo fianco sulla
porta.
- Porti solo la
spada?-
Lei alzò le spalle. - C’è bisogno
d’altro?-
Sennar non rispose e si limitò ad uscire di casa seguito da lei. - Non lamentarti di avere fame o
sete però... -
- Ricevuto!-
La spada al
fianco, Nihal avanzava di un passo avanti a Sennar, decisa e orgogliosa.
Sennar la guardava chiedendosi cosa le passasse per la
testa, pareva dovesse scendere sul campo di battaglia da un momento
all’altro.
- Dov’è che siamo diretti?-
Lui sospirò. - E’ la terza volta che te lo dico... stiamo cercando delle erbe.-
- Sì, ma
dove sono queste erbe?-
- Non lo so, sono piante rare Nihal... -
Lei sbuffò e riprese a camminare senza nemmeno sapere
bene cosa cercare. Dopo alcuni passi, uno strano frusciare alle loro spalle li
costrinse a voltarsi di scatto. La mano di Nihal già pronta
sull’elsa della spada.
Dai cespugli videro apparire improvvisamente una palletta di
capelli colorati.
- Nihal!-
Il folletto raggiunse la ragazzina e le volteggiò intorno felice.
- Phos, ci hai spaventati.-
Nihal lasciò che il piccolo amico le
si posò sul palmo della mano. - Scusatemi, non
volevo.- si voltò verso il ragazzo. - Ciao Sennar.-
L’altro rispose al saluto. - Cosa ci
fai qui, Phos?-
- Vi ho visti e
ho pensato di venire a giocare un po’ con Nihal. Ci alleniamo?-
La ragazzina guardò il folletto, poi Sennar, poi
ancora il folletto. - Mi spiace, Phos. Ma adesso non posso giocare con te.-
Phos iniziò a volteggiarle davanti al viso. - Perché no?-
- Sto cercando
delle erbe con Sennar. Soana non sta bene e ne ha bisogno... -
Il folletto si voltò verso Sennar. -
Che erbe sono?-
Il mago tirò fuori il libro dalla borsa e lo
aprì alla pagina segnata. Phos analizzò le
immagini poi scattò felice davanti al naso del ragazzo. - Se ti
dico dove sono poi mi fai giocare con Nihal?-
Sennar annuì, felice di aver già trovato la
risoluzione a quel pomeriggio che vedeva interminabile. Si fece dire dal
folletto dove poteva trovare le tanto sospirate erbe,
dopodichè lo ringraziò e partì alla loro ricerca lasciando
lì Nihal.
- Sicuro che
non vuoi che venga con te?- gli aveva chiesto lei impensierita. Sennar aveva
annuito e si era allontanato senza dire altro.
Non era passata nemmeno un’ora che Nihal si sedette stanca sull’erba fresca. - Abbiamo già
finito l’allenamento, Nihal?- le chiese Phos volandole vicino.
Il piccolo folletto era preoccupato, solitamente era lui il
primo a stancarsi, Nihal sembrava sempre avere delle risorse infinite
quando si trattava di combattere. Ma adesso, di punto in bianco, si era
seduta a guardare il cielo pensierosa, sospirando ogni
tanto. Si voltò e gli sorrise. - Scusa Phos,
oggi sono un po’ fiacca.-
- Cosa c’è che non va?-
Il folletto conosceva bene l’amica, ma chiunque si sarebbe accorto del suo strano comportamento. - Bè...
- Nihal faticò a trovare le parole giuste. -... è che non mi
piace l’idea di aver lasciato Sennar da solo.-
Phos era stupito. - E perché
mai? E’ grande ed è un bravo mago, e qui non c’è
alcun pericolo. E poi non lo odiavi? Dovresti essere
felice come al solito di essertene liberata... -
- Vedi Phos, non è che io odi Sennar... - evitò di guardare
il folletto direttamente. Era la prima volta che ammetteva di non odiare il
mago e non credeva di aver detto davvero quelle parole. -... è solo che
lui oggi è stato gentile con me.-
Phos sorrise. - Come tutti i giorni.-
- Appunto.-
Nihal s’accorse di essere leggermente arrossita per l’imbarazzo. - Ma oggi lo è stato di più, anche con mia zia
Soana che non si sentiva bene. Se l’ho accompagnato questo
pomeriggio è stato perché lui me l’ha chiesto sapendo che
mi sarei annoiata a morte a stare a casa a studiare.-
Il folletto non capiva dove la ragazzina volesse
arrivare. - E allora?-
- E allora... mi sento in colpa, ecco. Mi sembra di non essere
stata altrettanto cortese a mandarlo da solo.-
- Questa
è bella!- esclamò Phos volandole davanti al viso. - Tu non sei mai stata carina con lui, e te ne preoccupi adesso?-
Lei abbassò lo sguardo, si sentiva
davvero meschina. - Lo so, e vorrei rimediare
perché ho capito adesso... no, l’ho sempre saputo, che Sennar
è un bravo ragazzo. Solo, ero troppo orgogliosa per
ammetterlo. Secondo te cosa posso fare per cercare di sistemare le cose?
E’ troppo tardi, forse.-
- Non è
mai troppo tardi, Nihal. Raggiungilo e lui capirà senza che tu gli debba
spiegare nulla. Fidati di me!-
Detto questo la costrinse ad alzarsi e la spinse fino a che
lei non partì correndo per la foresta all’inseguimento del mago.
Correva e correva, non aveva più fiato, la spada le rimbalzava
sul fianco e la fronte era imperlata di un leggero sudore. Non si sarebbe
fermata prima di averlo trovato, avergli chiesto scusa e aver cercato di
recuperare un qualsiasi rapporto amichevole con il ragazzo.
Stanca per la corsa, le gambe doloranti, andò a
sbattere contro qualcosa. L’impatto la fece cadere
a terra dolorante e, quando sentì la voce familiare chiederle scusa e
chinarsi per aiutarla, alzò lo sguardo ritrovandosi davanti proprio
Sennar. Gli occhi azzurri del mago la osservarono confusi e sorpresi, la sua
mano si tese verso di lei per aiutarla ad alzarsi e la voce gentile si scusava
e le chiedeva cosa ci facesse lì. Nihal vide come se fosse una
spettatrice la scena, la sua mano accettare quella del ragazzo, i suoi occhi
viola fissare quelli di lui ancora più sorpresi.
Sennar era incredulo, Nihal aveva accettato il suo aiuto con
gentilezza per la prima volta da quando si
conoscevano.
Tra di loro calò il silenzio
interrotto solo dai rumori della foresta che li circondava.
- Allora, come mai sei qui?-
Nihal lo guardò di nuovo. - Phos aveva altro da fare
e mi ha piantata. Così sono venuta a
cercarti... -
- Ah ecco, non
ti andava di restare sola.-
La ragazzina capì a cosa alludesse
il ragazzo. - No, cioè... -
Sennar le sorrise. - Va bene Nihal, adesso
però io stavo tornando a casa. Ci vediamo più
tardi, va bene?-
- E le erbe?- chiese lei sperando che lui le rispondesse di
non averle ancora trovate.
- A posto, sono
nella borsa.-
Nihal sospirò evidentemente delusa e Sennar lo
intuì subito.
Possibile che finalmente si fosse decisa di provare a essergli amica? Che quello fosse un tentativo di essere gentile, Sennar non lo sapeva, ma sicuramente non
era una cosa da lei dati i risultati. Lei calciò un
sassolino annoiata e il mago capì che doveva trovare un modo per
spezzare quel suo guscio se voleva davvero essere suo amico. Inaspettatamente
gli venne un’idea, frugò nella borse per
un po’, poi si avvicinò a lei nascondendo qualcosa dietro la
schiena.
- Cosa nascondi, Sennar?-
Lui sorrise enigmatico. - Chiudi gli occhi, Nihal.-
La ragazzina sospirò e obbedì. Sentì la
mano di Sennar avvicinarsi al suo viso e posarle qualcosa sopra
l’orecchio, a sfiorarle la pelle e i capelli. Qualcosa di soffice e
profumato.
Istintivamente corse con la mano all’oggetto e ne
scoprì un piccolo fiore. Aprì gli occhi e se lo portò
davanti al viso assaporandone il profumo. Era una margherita, semplice e
bellissima.
Nihal alzò lo sguardo su Sennar e lui non disse
niente, le sorrise e lei seppe che lui aveva capito. Poi il mago si
voltò e, come se nulla fosse accaduto, si allontanò diretto verso
casa lasciando Nihal incantata a guardarlo.
Quando si accorse che lui era
già scomparso tra gli alberi si rilassò rendendosi conto di aver
trattenuto il respiro fino a quel momento. Guardò ancora il fiore e non
s’accorse del fruscio dietro di lei.
- Allora, Nihal, com’è andata?-
Phos le volteggiò intorno allegro,
poi si soffermò sul suo viso. - Ehi, stai bene? Sei tutta rossa.-
Nihal si portò le mani sulle
guance, erano bollenti. La sua pelle era calda fino alla punta delle
orecchie. Il battito del cuore le aumentò vorticosamente non appena
avvicinò la margherita e ne sentì il profumo delicato. Quella era
stata la prima volta che qualcuno le regalava un fiore. Sapeva di non essere
una di quelle ragazzine tutte miele che ricevevano decine di fiori al giorno e aveva sempre saputo di non voler mai essere
così. Però, quel gesto, le aveva fatto
un infinito piacere.
E per la prima volta nei suoi
tredici anni, si rese conto di essere innamorata.
*~*~*~*~*
- Ehi, cosa fai qui da sola?-
Una voce familiare la portò via dai suoi ricordi.
Sennar le si avvicinò e senza dire altro si
sedette al suo fianco sul tronco secco davanti alla casa di Soana. Da quella angolazione si riusciva a vedere l’ampia steppa
su cui si ergeva la città torre, Salazar, imponente ancora di più
colorata dalle tinte rosso acceso del sole al tramonto. I due restarono in
silenzio, non sapendo come romperlo.
Sennar si chiedeva cosa potesse avere la ragazza, aveva
capito le sue intenzioni di provare a essergli amica e
di conseguenza lui aveva cercato di aiutarla, ma probabilmente era riuscito a
ottenere solo l’effetto opposto.
Nihal invece non riusciva a capacitarsi di ciò che si
agitava dentro di lei. Possibile che fosse andata fuori di
testa per un misero fiorellino? Bastava così poco per farla
cedere a tutte quelle sciocchezze romantiche di cui aveva sentito tanto parlare
dalle sue coetanee a Salazar? Più ci pensava meno ci capiva, quello di
cui era certa era che in quel momento tremava. Si sentiva la pelle scottare e
le mani le sudavano. Non riusciva a spiccicare parola e meno che mai a
guardarlo, cosa che invece a lui riusciva benissimo visti gli sguardi che le lanciava. Tutta la parte destra del corpo di Nihal, quella
vicina a Sennar, era completamente paralizzata.
Come poteva piacerle quel ragazzino così diverso da
lei, studioso, per niente agile e guerrigliero, e con quella zazzera rossa e
spettinata?
Tornò a guardare il fiore, per nulla appassito, e
Sennar fece la stessa cosa.
- Come mai lo hai ancora?- la sua voce ruppe finalmente quel silenzio
pesante.
Nihal non rispose, poi si voltò e disse. - Perché l’hai fatto Sennar?- gli chiese indicando la
margherita. Gli occhi azzurri si posarono su di lei,
fissi in quelli viola. Sorrise. - Perché avrei
dovuto non farlo, Nihal?-
Lei si accorse di essere arrossita ancora ed abbassò
lo sguardo. - P-Però... nessuno mi aveva mai offerto un
fiore prima di oggi... grazie. Ma perché me lo hai
regalato?- disse timidamente.
Poi, inaspettatamente, Sennar scoppiò a ridere
rompendo l’atmosfera. La ragazzina lo guardò fulminandolo. - Che diavolo c’è di così divertente?-
- E’ che,
sembri una ragazza come tutte le altre oggi! E’ strano... - dopo un momento interminabile, il mago smise
di ridere ma non di sorridere divertito. -... la margherita è un fiore
di campo, semplice. La si vede nei prati a primavera,
ed è forte, perché non ha bisogno che qualcuno gli bagni le
foglie con l’acqua, la ripari dal sole estivo. Lei cresce da sola con i
soli doni che le fa la Terra... per questo te l’ho data. Perché ti assomiglia, non trovi?-
Nihal era rimasta affascinata da quelle parole e non si rese subito conto del complimento fattole dal ragazzo.
Sentì una forte pressione al petto e una voglia di dirgli cosa provava
l’assalì. No, sarebbe sembrata stupida, non poteva essere
così incauta. Eppure sentiva il desiderio di
abbracciarlo e di farsi stringere, anche se non l’avrebbe mai ammesso con
nessuno. Sì, era innamorata di quel ragazzino, adesso ne
era certa.
Si voltò di scatto a guardarlo
fisso negli occhi azzurri, talmente chiari da far apparire l’iride
quasi trasparente. Amava quegli occhi, lo sapeva. Prese fiato, pronta a
dirglielo, fregandosene dell’essere cauta e orgogliosa per una volta.
Doveva e voleva solo liberarsi di quel peso.
Vide Sennar sorridere divertito e dire inaspettatamente una
frase che mai si sarebbe aspettata. - E va bene, non è solo per questo
motivo che te l’ho regalata... -
Il cuore di Nihal sembrò impazzito, che anche lui provasse i suoi stessi sentimenti? Lei trattenne il fiato
aspettando che lui finisse la sua frase. E la
finì. -... la verità è che
l’avevo colta per Soana, per farla rallegrare un po’. Ma poi, mi sono ricordato che odia le margherite, poi sei
passata tu e... - Sennar si voltò verso la ragazza e la guardò
negli occhi. - Nihal, va tutto bene?-
Una rabbia improvvisa mosse veloce la mano della ragazza
verso la guancia di Sennar.
Il sonoro ceffone riecheggiò per tutta la steppa.
Nihal si alzò e se ne andò
dentro casa sotto lo sguardo allibito del ragazzo. Poi uscì di nuovo e urlò. - Sei un’idiota Sennar! Ti
detesto!-
La porta si chiuse con un colpo secco lasciando il ragazzo
confuso e con la guancia rossa, inconsapevole di quanto si meritasse
davvero quello schiaffo.
Dall’altra parte, Nihal aveva
completamente cancellato i sentimenti provati solo pochi istanti prima, certa
che mai più avrebbe fatto lo stesso errore nella sua vita. Sicura che avrebbe odiato il mago per l’eternità.
Prese la margherita e la ficcò in un libro, chiuso come il suo cuore.
Chissà, forse se quel giorno Sennar si fosse tenuto
per sé quel segreto, la storia sarebbe stata ben diversa.
Forse.
Fine
******************************
Note
autrice: Ehilà
gente, ecco un’altra fic partorita su questa coppia. Devo dire che l’idea di partenza era stata diversa, molto
più bambinesca, ma poi l’ho trasformata in un qualcosa che ancora
non so bene definire, ma che mi piace abbastanza.
Devo soprattutto ringraziare la mia nee-chan, Seiko, per
tutto. Questa fic è anche merito tuo tesoro, quindi, anche se non la
leggerai, te la dedico, perchè sei speciale e perchè ti voglio un mondo di bene. Mi scolti, mi capisci, mi fai morire dal ridere e mi rendi anche triste perchè non siamo vicine e non posso vederti come vorrei. Spero che la vita ti porti tante cose belle ( me esclusa! ) te le meriti e ti faccio un pò di pubblicità xD Ti voglio bene tata! ^-^
Spero sia stata una lettura di vostro gradimento.
Ci terrei a ringraziare tutte quelle persone che hanno
recensito le mie ultime due fic postate su questo fandom :
“Rivelazioni” e “Com’è dura la vita del miglior
nemico!”.
Grazie, siete stati tutti davvero carinissimi *-* scusate se
non vi ringrazio singolarmente ma devo scappare a
dormire visto che è l’una passata ^^’
Alla prossima, ho altre due fic in mente per loro =3
Baci,
Selhin