Il magnifico possesso

di Dk86
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IL MAGNIFICO POSSESSO


Si erano portati dietro anche Bielorussia, nonostante lei non fosse d’accordo con l’intera faccenda: speravano che la sua presenza potesse rendere Russia più propenso a venire loro incontro. Allo stesso modo, fu Ucraina a prendere la parola per il gruppo, dato che era risaputo come Ivan avesse un debole per la propria sorella maggiore.
“E-e-ecco, fratello…”. La ragazza era già sull’orlo delle lacrime, ma strinse i pugni e tenne duro. “Ci chiedevamo se…”.
Russia era seduto in poltrona, tutto preso a canticchiare il suo inno nazionale. “Sì, sorella? Che c’è?”.
Ucraina si voltò verso gli altri cercando sostegno: Bielorussia fissava la parete opposta con le braccia incrociate (anche se ogni tanto lanciava un’occhiata fuggevole a Russia) e Lettonia era ridotto a un cosino tremante dietro ai suoi fratelli. Estonia e Lituania, però, la incitarono a continuare. “Ci chiedevamo, ecco… Se potessi restituirci le nostre medaglie olimpiche”.
“No”, rispose lui, secco.
“E-e perché?”, intervenne Estonia.
“E ve lo chiedete?”. La voce di Ivan perse per qualche istante la sua inflessione infantile. “Sarebbe inutile. Tanto un giorno sarete di nuovo una cosa sola con me, o sbaglio?”.
I baltici, quel giorno, stabilirono un nuovo record di velocità nell’abbandonare lo studio di Russia.




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