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Sasuke Uchiha odiava San Valentino. Profondamente.
Tutto quel sentimentalismo, tutta quella ostentazione, tutto
quel romanticismo da romanzetti rosa assolutamente falso e ipocrita. Non capiva
perché il quattordici febbraio avrebbe dovuto essere un giorno particolarmente
propizio per fare dichiarazioni di cui si sapeva già la risposta.
Insomma per farsi mandare a quel paese un giorno valeva
l’altro no?
Per non parlare dei negozi che sfruttavano il conformismo di
un massa di deficienti per fare soldi a palate vendendo gadget assurdi e sfruttando
i loro sentimenti.
Inoltre pensava che due che innamorati per davvero potessero
dimostrarselo durante tutto il resto dell’anno senza aver bisogno di un giorno
stabilito.
Se possibile odiava ancora di più tale insulsa festa da
quando era tornato a Konoha. Veniva sommerso da ragazze che dichiaravano il
loro amore assoluto, disperato e sincero. Con dei cioccolatini.
DEI CIOCCOLATINI. Almeno, quando Sakura e le altre gli
correvano dietro, prima che se ne andasse, avevano la decenza di informarsi sui
gusti del loro “amore”. Il fatto che non sapessero nemmeno che il ragazzo che
dicevano di amare preferiva leccare un moccio Vileda (usato) piuttosto che
mangiare cioccolato esplicitava da solo la genuinità de loro sentimento.
Nemmeno il fatto che avesse tentato di distruggere più volte
la ridente cittadina in cui abitavano o che avesse attentato alla vita
dell’attuale Hokage, non che suo migliore amico, o che fosse stato riammesso al
villaggio nonostante tutto, le faceva demordere . Nelle loro menti contorte non
faceva altro che aumentare il suo fascino da
bello-e-dannato-ma-che-sotto-sotto-ha-un-cuore-d’oro .
A dire il vero, probabilmente, la cosa che lo irritava di
più era lo stuolo di ochette adoranti che vezzeggiavano il sopraccitato attuale
Hokage, Naruto Uzumachi. Insomma non che fosse geloso, solo che se erano così
sceme da accorgersi solo ora quanto fosse meraviglioso e assolutamente
avvenente, solare, fedele, forte, dolce, premuroso, dopo averlo avuto per anni sotto gli occhi,
non lo meritavano proprio e un Uchiha pretendeva SOLO il meglio per il suo
migliore amico.
Quello stupido idiota ci prendeva pure gusto a farsi
corteggiare, girava pomposo dando corda a qualsiasi tr.. ehm stupidina gli
ronzasse attorno, per godersi il suo momento di gloria, dopo un periodo in cui
non era stato molto considerato. Il solo vederlo flirtare così con noiose
ragazzette che non capivano nemmeno lontanamente su che tesoro aspiravano a
mettere le loro immeritevoli unghie laccate.
Proprio per questi motivi l’Uchiha in quel preciso istante era
impegnato a lanciare sguardi truci a una moretta che faceva la gattamorta con la
testa quadra che in tutta risposta gongolava con una smorfia ebete.
All’improvviso lo vide girarsi e sorridergli.
Il biondo si avvicinò felice mentre la sguarldinella se ne andava ancheggiando stizzita “Hey ciao!
Visto che ho dell’arrosto avanzato da ieri ti va di venire a cena a casa mia?”
“Invita una delle tue amichette..”
“Uff bastardo inacidito se non ti va puoi rispondere
normalmente. Insomma non sei un po’ carino nemmeno a San Valentino”
“Dio non ti facevo così patetico, la verità è che ti piace
questa festa solo perché il tuo ego è contento che tutte quelle sceme si
comportino con te come le api col miele. Che schifo! Io odio San Valentino
trovo penoso fare regali o dichiararsi questo giorno, penso che se un giorno lo
facesse con me qualcuno degno di nota non lo prenderei in considerazione solo
per il giorno in cui ha scelto di dichiararsi”
“Devo andare” sentenziò il biondo con gli occhi fissi sulle
sue scarpe.
Il moro rimase interdetto… Ma come? Niente risposte a tono? Niente
scazzottate? Niente di niente?
Non sapeva cosa avesse fatto, ma in ogni caso l’aveva fatta
davvero grossa.
Casa Uzumachi 23:50
Sasuke camminava avanti e indietro davanti alla porta;
insomma era un Uchiha e gli Uchiha non si rimangiano mai la parola. Non poteva
di certo presentarsi a casa di Naruto dopo che l’aveva mandato praticamente a
fanculo. Non era dignitoso insomma, voleva dire ammettere di avere torto. Ma in
fondo non aveva mai detto che non sarebbe andato no? Sospirò e suono. Il biondo
gli aprì con sguardo furente.
“Cazzo Sasuke lo sai che ore sono” disse stizzito.
“Non riuscivo a dormire”
“Allora perché cazzo rompi a me?”
Il tono del biondo era molto più rabbioso di quello che si sarebbe aspettato.
Non era incavolato per l’ora, ma per qualcos’altro… Ma cosa?
“E poi ho pensato di portare a te questi.” Riprese a parlare
il moro indicando una montagna di cioccolatini “Me li hanno regalati.. Io non
so che farmene. Così ho pensato di darli a te”
“Da quando sono stato degradato a pattumiera?” ridacchiò
l’Uzumachi: si era addolcito. Bingo! I cioccolatini erano stati una mossa
geniale.
Il moro entrò in casa posò le scarpe, si diresse verso la
cucina e rimase gelato sul posto. Un odore delizioso e fragrante gli invase le
narici, zuppa di pomodoro. Un tavolinetto era apparecchiato in un angolo. Era
per due persone. C’erano la zuppa e il famoso arrosto.
Dio che scemo che era stato. Eppure era stato lampante, lo
strano nervosismo del biondo nei giorni precendenti, il suo continuo arrossire
e balbettare. L’invito. Evidentemente a forza di stare con gli idioti era
rimbambito anche lui.
“Hey mi ero dimenticato dell’arrosto” finse spudoratamente
“Visto che non hai mangiato lo assaggio volentieri” Sasuke parlava cercando di
sembrare indifferente ma non è semplice quando hai appena scoperto che i tuoi
sentimenti che credevi a senso unico sono ricambiati.
Si sedette sulla sedia e iniziò a mangiare la minestra in
silenzio, si sentiva solo i rumore ticchettante del
cucchiaio sul piatto di ceramica. Il silenzio non durò molto per fortuna la
voce di Naruto tornò a riempire la cucina: brontolava perché solo a lui
capitavano psicopatici ritardatari. Sasuke lo guardò di sottecchi: il biondo
non sembrava a disagio ed era bellissimo con quella camicia bianca leggermente
aperta sul petto muscoloso. Gli faceva venire voglia di metterci le mani
dentro.
Era troppo perso nei suoi pensieri per rendersi conto che
Naruto si era sporto verso di lui, lo realizzò solo quando lo stava baciando.
Il cucchiaio gli cadde dalla mano che subito andò ad affondare nel capelli
dell’altro tirandoli un poco. In risposta l’Uzumachi succhiò piano la sua
lingua . Il moro senti lo stomaco attorcigliarsi e le gambe farsi gelatina.
Cazzo se ci sapeva fare quella testa quadra e dire che sembrava un ingenuotto.
“E’ passata la mezzanotte” Ghignò il padrone di casa
staccandosi un po’. “eh?” la voce arrivava lontana in quella specie di limbo in
cui era la mente di Sasuke. “Sì insomma… Adesso è il quindici quindi sua
altezza reale, principino degli anticonformisti non dovrebbe avere problemi”.
Inutile dire che l’arrosto avanzò anche quella sera perché
non fu proprio toccato: i due erano occupati a soddisfare ben altri appetiti.
Inutile anche dire che Naruto da quell’anno non festeggiò
più San Valentino, non lo prendeva nemmeno in considerazione: il quindici
divenne per lui una ricorrenza molto più “succosa”.
TADA’!!!! CHE NE DITE?? Una shottina di S. Valentino fresca
fresca per voi!! Dio Sasuke mi somiglia molto in questa.. Peccato che non abbia
ancora trovato il mio Narutino che mi faccia cambiare idea. Dedicata a voi
tutte innamorate di questa bellissima coppia.
PS: LASCIATEMI UNA
RECENSIONE!!! U___U
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