Imagination and Reality

di The_Viking
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Un giorno come tanti altri.
Ti alzi dal letto ancora semiassonnato e, prima di rendertene conto, vieni assorbito da pensieri riguardanti i tuoi problemi e quello che dovrai fare quel giorno. Ti vesti e fai colazione, come fai sempre; sono gesti meccanici, che non devi nemmeno pianificare. Esci di casa, convinto che la vita sia là fuori ad aspettarti; pareva un giorno come tanti altri, eppure alla vita si sostituisce la morte.
Quel giorno, apparentemente identico a tutti gli altri, diviene invece il giorno finale della tua vita, ma perché? Tutto quello che eri prima, tutto quello che eri diventato in anni di crescita, non solo fisica ma anche psicologica, viene sradicato di colpo da una stupidaggine: un albero che ti cade in testa, un incidente con l'auto, una esplosione a seguito di una fuga di gas, una malattia incurabile... ci sono infinite cause di morte, una più sciocca dell'altra.
Sono tutte sciocche perché assolutamente ridicole in confronto a quello che è costato essere diventati delle persone. Hai impiegato anni per farti una cultura, per diventare responsabile, per imparare a vivere in mezzo agli altri, per sapere come comportarti, per distinguere le cose giuste da quelle sbagliate.
Basta un secondo, a volte anche meno, e tutto questo svanisce. Diventi un semplice ricettacolo di mosche, vermi e altri esseri schifosi; ti fanno un funerale, se sei fortunato qualcuno piange per te, poi quel che rimane del tuo corpo resta a marcire in una cassa di legno sottoterra, finché il tempo non lo dissolve. Sopravvivi solo nei ricordi altrui, se hai saputo farti ricordare.
La cosa più assurda è che ne abbiamo paura; eppure la morte mette fine ai nostri pensieri, alle nostre sofferenze, anche ai piaceri, certo, ma che bisogno di piaceri può esserci una volta che non li si può più provare né se ne sente la necessità?




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