isda
Autore:
Nemeryal
Titolo:
Il
Sacrificio dell’Alfiere
Fandom: Star Trek The
Original Series (TOS)
Genere:
Drammatico
Avvertimenti:
One-Shot;
What if..?
Personaggi:
James
Tiberius Kirk – Spock
Numero
di parole: 1057
Note: Partecipa al 10 ° Contest
indetto dal Fan Fiction World Forum. Alekhine è il nome di un campione di scacchi.
Dedica:
A Silentsky e a Pimplemi_chan cui rompo sempre le scatole con i miei vaneggiamenti
su Star Trek.
Senza di loro, questa fic non sarebbe
mai stata scritta.
James T. Kirk, Capitano della USS
Enterprise, entrò trafelato nella stanza, asciugandosi la fronte con il dorso
della mano.
Il suo
Primo Ufficiale, il mezzo Vulcaniano Spock, era già lì ad attenderlo, con il
viso in parte nascosto dagli scacchi ordinatamente disposti sulla scacchiera,
le braccia lungo i fianchi e le mani nascoste sotto il tavolo, con ogni
probabilità poggiate sulle cosce.
-Mi perdoni il ritardo, signor Spock-
si scusò il Capitano con un sorriso -Ma il dottor McCoy non ne voleva sapere di
lasciarmi andare. Ho dovuto fare i salti mortali per venire fino a qui-
Il
Vulcaniano annuì appena, senza che sul suo viso trasparisse alcuna emozione.
-Il
dottor McCoy era logicamente preoccupato per il suo stato di salute dopo
l’attacco Klingon su Alekhine VII, Capitano-
Doveva
essere una missione semplice
Priva
di ogni rischio.
Rifornire
la base su Alekhine VII
E dare
qualche permesso all’equipaggio
In modo
che i suoi membri
potessero
distendere un po’ i nervi
E
rilassarsi.
Jim sorrise alla risposta del suo Primo Ufficiale e si avvicinò alla scacchiera
senza sedersi, ma passando una mano su uno dei pezzi disposti su di essa.
L’alfiere nero.
-Per mia fortuna, non ho ricevuto
alcuna ferita. Non troppo grave almeno- aggiunse, afferrando il pezzo e
girandolo fra le dita -Se non fosse stato per quell’uomo così coraggioso, sarei
morto-
Il
Vulcaniano alzò il sopracciglio.
-C’era
il 99.9% di possibilità che lei non sopravvivesse al colpo del Klingon,
Capitano- disse pacatamente, poggiandosi meglio sullo schienale -Poteva davvero
non essere qui, oggi-
Il Capitano annuì, passando il pollice
sul profilo dell’alfiere.
-Allora,
l’uomo si è salvato?- domandò Spock, incrociando le braccia al petto.
-Sì, è stato un miracolo- rispose Kirk
alzando lo sguardo -Non so come, ma è riuscito a salvarsi-
.
E poi
erano arrivati i Klingon.
Con le
loro armi, col loro rancore
E la
loro brama di conquista.
A nulla
erano servite le parole.
L’unico
dialogo che conoscevano
Era il secco
crepitare dei phaser.
Il
Primo Ufficiale piegò la testa di lato
-Mi
sembrava che quell’uomo fosse ferito quando è arrivato qui- sentenziò, il viso
del tutto inespressivo.
Il Capitano socchiuse gli occhi, la
fronte corrugata.
-Già- ammise -Ma erano ferite molto
superficiali. Nulla di troppo grave-
Spock
annuì, poggiando i gomiti sul tavolo e intrecciando le dita fra loro.
-Dunque-
chiese -E’ riuscito ad arrivare da solo al luogo per il teletrasporto?-
-Lui..- Kirk si interruppe, mentre un
ricordo sfrecciava come un lampo nella sua mente -No, ho dovuto aiutarlo. Non
si reggeva sulle proprie gambe..-
Il capo
dei Klingon gli era apparso davanti
All’improvviso.
Lui
aveva sgranato gli occhi,
Cercando
di difendersi
Ma il
Klingoniano con cui stava combattendo prima
E che
aveva allontanato con un calcio,
Aveva
usato la comparsa del suo superiore
A
proprio vantaggio
E lo
aveva attaccato.
E il
capo Klingon, con un ghigno,
Approfittando
della sua distrazione,
Aveva
fatto partire il colpo.
Il
Vulcaniano non disse nulla, rimanendo immobile sulla propria sedia, la luce che
dalle lampade del soffitto si infrangeva sulla superficie della scacchiera e da
lì sul suo viso, come lame di coltelli.
-Aveva una brutta ferita al fianco-
mormorò Jim, senza smettere di carezzare l’alfiere -Il colpo del Klingoniano lo
ha raggiunto al posto mio-
-E’
morto, Capitano?-
-No. No, non è morto- scosse la testa,
mentre una strana sensazione gli si faceva strada nel petto. Un calore diffuso,
spiacevole -Era in fin di vita quando lo abbiamo portato qui, ma McCoy si è
subito adoperato per salvarlo-
-Logico-
fu l’unico commento da parte del Primo Ufficiale, che alzò lo sguardo verso su
di lui -E’ ancora vivo, dunque?-
Jim non rispose, le iridi quasi del
tutto nascoste dalle palpebre calate, immagini sovrapposte che turbinavano fra
loro, ricordi confusi che lampeggiavano nella sua mente.
Ricordava il Klingoniano, l’arma
puntata verso il proprio petto e poi un corpo che si frapponeva al suo, le
urla, il sangue che gli colava caldo sulle mani, la camminata faticosa verso il
teletrasporto, la nave, l’infermeria, il viso di McCoy imperlato di sudore, gli
occhi della signorina Chapel lucidi per lo sforzo di trattenere la lacrime.
E il cupo, tremante, “E’ morto, Jim”
del dottore, accompagnato da un fioco “Mi dispiace” che con la sua tragedia
aveva colmato l’intera stanza, stringendo, soffocando i presenti in un freddo
abbraccio privo di vita.
-Jim,
sta bene?- domandò Spock, senza distogliere lo sguardo.
-Si è sacrificato per me..- mormorò -Mi
ha fatto da scudo con il suo corpo. McCoy ha fatto ogni cosa per salvargli la
vita, ma era troppo tardi..-
Il
Vulcaniano rimase in silenzio, continuando a fissarlo.
-Mi chiedo perché lo abbia fatto..-
E poi..
Quel
sangue.
Quel
sangue che scorreva caldo fra le sue dita.
Che
strano colore che aveva..
-C’era
il 99.9% di possibilità che lei morisse, Jim- rispose tranquillo Spock -E lo
0.1 che si salvasse. Ecco il perché-
-Lo 0.1% di possibilità?- urlò
d’improvviso, stringendo talmente forte il pugno da sentire i bordi
dell’alfiere affondargli nei palmi -Questo sarebbe il motivo, per lei?-
Ancora
l’immagine del sangue, così scuro, troppo,
di una
tonalità insolita,
e le
lacrime che, bollenti,
minacciavano
si scorrere sul suo viso.
-Quell’uomo ha sacrificato la sua vita
per me, anche se c’era solo una debole speranza che io sopravvivessi! Lo trova
logico, lei, signor Spock? Le sembra un
comportamento razionale secondo la sua ferrea logica Vulcaniana? Lei lo avrebbe
fatto? Con lo 0.1% di possibilità che io potessi salvarmi, avrebbe fatto del
suo corpo uno scudo per proteggermi?-
Quel sangue..
Alzò lo
sguardo verso il proprio Primo Ufficiale, con l’assoluta convinzione di vedere
il suo sopracciglio talmente inarcato da sfiorargli l’attaccatura dei capelli
scuri e sulle labbra una fredda e vulcaniana constatazione di quando gli esseri
umani si facessero trasportare dalle emozioni, incapaci di pensare in modo
razionale in qualsiasi situazione si trovassero.
E
quello sguardo sempre caldo nonostante l’ostentata freddezza..
E
invece, gli occhi di Spock erano illuminati da una calda malinconia e sul suo viso
era apparso un sorriso umano, colmo di dolorosa dolcezza.
Gli
occhi scuri e pieni di calore erano divenuti vitrei
e
freddi col tempo di un sospiro gorgogliante.
-L’ho
già fatto Jim- rispose.
E c’era
quel sangue maledetto, del colore dello smeraldo,
di cui
si era intrisa la sua uniforme,
mentre
lo teneva fra le braccia, urlando..
-L’ho
appena fatto-
E l’Alfiere Nero cadde, sacrificatosi per il
proprio Re.
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