Primo capitolo di una minific crack, ma che più crack
non si può. Dato che siamo in tema, i protagonisti sono san Valentino e san
Faustino xD E le ragazze, Giuliana e Cristina, sono, rispettivamente, san
Giuliana vergine e martire (13 Febbraio) e san Cristina (16 Febbraio). Quindi
c'è un perché, ve lo giuro xD Al momento tutti i vari warnings sono provvisori, così come il rating... Non so ancora bene come farla sviluppare, se mi viene in mente una lemon, dovrò per forza cambiare il rating... Per ora è giallo perché, dai, non succede niente xD Ma chissà...
Questa cosa fa parte della challenge di San Valentino di
FdP, quindi prendetevela con loro, al massimo *O*
Buona lettura xD
Non si può
continuare così.
Non ne può più della
musica leggera con testi sdolcinati, dell'odore di dolci a qualunque ora del
giorno e della notte, non ne può più di sentire quel suo maledetto canarino
cinguettare ogni minuto. Ma soprattutto, non ne può più di lui, della sua voce
squillante che segue la musica e del suo maledettissimo ottimismo.
Non lo sopporta come
vicino, non lo sopporta come uomo e non lo sopporta nemmeno come persona.
Faustino non è cinico.
E' solo realista.
E Valentino gli sta sulle palle in maniera
indicibile perché è sempre così fottutamente ottimista e... zuccheroso
da dargli la nausea.
Comincia seriamente pensare a un modo pratico e veloce con cui sbarazzarsene,
far sparire il corpo e non farsi dare la colpa.
Un po' di veleno in uno dei suoi dolcetti, un tragico e fatale incidente
col frullatore, un litigio con un impasto troppo liquido con conseguente
suicidio per mezzo di una caramella gommosa.
Aveva bisogno di un'idea entro poco tempo, o la sua sanità mentale se ne sarebbe
andata a farsi cuocere insieme a uno di quei dolci al cioccolato.
Feb. 1st, 2010 at 9:43 PM
Salve a tutti, gente in ascolto!
Qui
sono le vostre Cristina e Giuliana che vi parlano per annunciarvi un triste
evento. Le nostre bellissime attività si fermeranno per qualche settimana... e
sapete perché?
Ci
trasferiamo, gente!!! Andiamo a vivere in una casa più grande, più spaziosa e
soprattutto con meno gentaglia che gira!
Alzate le braccia e sperate, le vostre Combinappuntamenti preferite torneranno
presto!
Bacioni
Cris&Giul
La musica che proveniva dal fondo della strada era
assordante, sembrava che un intero esercito di mucche impazzite stesse venendo
verso la sua casa, magari con una serie di pentole da ventiquattro in acciaio
inox legata alle zampe. Il rumore era pressoché identico.
Quello che invece apparve all'orizzonte, come un
enorme cioccolatino incartato per san Valentino, fu un piccolo maggiolino
fucsia, di un colore talmente... brillante da essere paragonato solo
all'avvento delle stelle comete come illuminazione per i salotti. L'accozzaglia
di suoni e rumori che provenivano dall'abitacolo, era un po' difficile
considerarla musica o un qualunque suo surrogato, sembrava metal o qualcosa di
simile... non che lui se ne intendesse, per carità.
Non era stato certo un fan accanito dei Guns 'n
Roses, ai suoi tempi, figuriamoci.
Con sguardo vagamente cupo ma anche
semi-terrorizzato, fissò con occhio fisso la strana macchina fosforescente che
macinava metri su metri in direzione della sua casa.
E ciò era male.
Molto male.
Cominciò a sperare che stesse rallentando perché
stava fondendo il motore, che il passeggero stesse male, che una pioggia
elettromagnetica stesse distruggendo la loro radio... tutto, ma quando quella
specie di caramella glassata entrò nel vialetto del suo condominio, tutte le sue
speranze crollarono miseramente e, con orrore, cominciò a pensare che la sua
vita sarebbe implosa come una supernova.
C'era solo un appartamento vuoto, nel suo stabile.
E, purtroppo per lui, era quello sul pianerottolo
suo e di Valentino.
Faustino cominciò a pensare di aver fatto qualcosa
di tremendo, nella sua solitaria vita, per meritare una sequela di catastrofi di
così grosse dimensioni. Doveva per forza!
Potevano essere due teppisti, dei maleducati che
avrebbero fatto casino alle tre del mattino o... peggio ancora... potevano
essere una coppia di sposini e, ora che mancava poco a San Valentino, sarebbe
stata la tragedia.
Cercando di non farsi vedere si affacciò al
terrazzo per scoprire con che razza di persone avrebbe avuto a che fare, abitare
al secondo piano in quel caso era utile.
Tutto si sarebbe aspettato meno che due ragazze,
vestite tutto sommato normali, se si voleva fare eccezione per una lunga gonna
gialla della guidatrice a fantasie fucsia, probabilmente per fare
pendant con la macchina, con una serie infinita di pacchi e borse da
trasportare.
Erano anche molto carine e, visto che era
single... con uno sbuffo e uno scuotimento della testa, si levò certi pensieri
dalla mente. Con la fortuna che aveva, erano lesbiche.
Arrancando cariche come due muli da soma, si
diressero verso l'ascensore.
Faustino, dopo un ulteriore sospiro per la
giornatina tranquilla sfumata, si diresse alla porta d'ingresso raccattando le
chiavi di casa: quell'ascensore era rotto da qualche giorno e, per quanto
disilluso, non è che potesse ignorare delle ragazze che avevano bisogno solo
perché non ci avrebbe potuto provare.
Quando uscì all'aria aperta, vide le ragazze
fissare vagamente incazzate l'ascensore, che sembrava non avere nessuna voglia
di aprirsi.
-Giuls, ti assicuro che prenderlo a calci non ti
aiuterà ad aprirlo.-
Prima che la ragazza riducesse in rottami ciò che
il tecnico avrebbe dovuto riparare il giorno dopo, Faustino si schiarì la gola e
si fece avanti.
-Purtroppo non funziona, stiamo aspettando il
tecnico. Se volete, vi posso dare una mano.
Le due si girarono di scatto, praticamente
all'unisono, una facendo sventagliare i capelli, l'altra la gonna e tutta una
serie di oggettini che le tintinnarono addosso.
-E lei chi sarebbe?-
Gonna, collane, capelli corti, due tette enormi e
un carattere decisamente ostico.
Doveva tenerlo a mente.
-Sono Faustino, della 203. Voi dovete andare al
202, giusto? Siamo sullo stesso pianerottolo.
L'altra ragazza, lunghi capelli rossicci,
probabilmente tinti, piatta come una tavola da surf ma dal sorriso pronto, si
fece avanti, una mano tesa e l'altra occupata a non far cadere uno scatolone e
almeno tre borse di plastica.
-Salve, io sono Giuliana, quella è Cristina.
Grazie mille, io lo accetto volentieri, l'aiuto.
E senza farsi pregare gli scaricò gentilmente
quello che aveva in mano tra le braccia.
L'uomo barcollò leggermente, chiedendosi se in
quella scatola ci fossero dei sassi o degli utili e pratici lingotti di piombo.
Poi con passo incerto si diresse verso le scale, arrancando verso il secondo
piano.
Ci vollero almeno tre ore per svuotare interamente
quella macchinina che assomigliava tanto a una scatola di tonno di alta qualità,
Faustino si chiese dove diamine tenessero tutta quella roba. Magari era
la versione evoluta della borsa di Mary Poppins, il Maggiolone Fucsia.
Quando finalmente varcarono la porta di casa,
l'uomo pensò che fosse finalmente finita, la buona azione quotidiana e tutto il
resto, ma, proprio nell'esatto momento in cui sta per azzardare un passo
verso il suo appartamento, la porta di Valentino cominciò a cigolare e fare
strani rumori.
Poi si aprì.
Valentino apparve sull'uscio di casa in tutto il
suo splendore.
Ciotola tra le braccia, frusta alla mano, capelli
tenuti indietro da una quantità inguardabile di forcine e il suo fidato
camice bianco macchiato in più punti ma con le maniche linde.
Valentino, pasticciere di professione, si esibì in
un sorriso cercando di mascherare la sorpresa con uno sguardo lusinghiero.
-Mi stavo domandando il perché di tutto questo
casino e quel che mi trovo davanti sono due splendide fanciulle... che grande
onore.- accennò un breve inchino, tornando poi a mescolare pigramente l'impasto
che aveva tra le mani.
Faustino sperò gli si smontasse o che non
lievitasse, mentre lo guardava con sguardo assottigliato e irritato.
Perché quando pensava che finalmente le
cose potessero essere calme appariva quello lì?!?
Le due ragazze ridacchiarono fissandolo
apertamente sfacciate.
Ovvio, con un ragazzo così carino, come dar loro
torto?
Era il classico ragazzo: biondo, occhi
verdi, denti bianchi, magro come un chiodo.
Ciò che tutte le ragazze sognano.
E infatti Valentino si godeva la vita, visto che
lo sentiva rientrare tutte le notti almeno alle quattro. Per quanto ci si
impegnasse riusciva SEMPRE a far cadere le chiavi almeno tre volte prima di
riuscire ad aprire la porta e lui era uno col sonno leggero.
La ragazza brusca, come prima, si rivolse al nuovo
arrivato con uno sguardo diffidente.
-E tu, invece, cosa sei? La pubblicità delle
brioches della Mulino Bianco? “Fatte come dal tuo vicino di casa”?
Valentino si limitò a ridacchiare, divertito dal
fatto che una donna, una delle poche, non gli fosse ancora caduta ai piedi.
-In realtà è una versione più semplice dei cupcake
alla vaniglia, sto cercando di semplificare al massimo alcune ricette da dare a
mia sorella, è una schiappa coi dolci. In compenso io faccio schifo con la
cucina tradizionale, quindi ci compensiamo bene. Comunque, visto che siete
appena arrivate, se volete stasera vi invito a bere una tazza di caffè con
questi dolcetti. Io sono Valentino, ovviamente della 201. Sentitevi libere di
chiamarmi per qualsiasi problema- e ci tenne a sottolineare il “qualsiasi” con
un sorriso malizioso.
Maledetto biondino dongiovanni.
Poi, con un sorrisetto appena accennato, tornò
dentro continuando a mescolare l'impasto dei dolci.
Faustino aveva appena ripreso a respirare, chissà
cosa sarebbe successo se avesse avuto il coraggio di invitarlo...
La porta si aprì di nuovo, uno sguardo obliquo di
Valentino che lo guardava di traverso.
-Ovviamente sei invitato anche tu, Faustino.
L'uomo rabbrividì. Certe volte quello
sapeva essere maledettamente inquietante. Ora gli sarebbero venute le fisime su
veleni e antidoti fino al dopo-cena!
-Grazie mille dell'aiuto, noi entriamo, adesso. Ci
vediamo stasera da Valentino, allora?
Faustino, ancora un po' intontito dallo shock di
dover andare a casa di quell'essere nel giro di un paio d'ore, annuì senza
accorgersene mentre le due ragazze entravano in casa borbottando tra loro.
Non era stata una buona giornata.
Non era stata affatto una buona giornata.
E si preannunciava una serata catastrofica.
Faustino, quel pomeriggio, pregò in tutte le
lingue che conosceva e tutti gli dei che gli venivano in mente che non
succedesse niente.
Una serata tranquilla, caffè e dolcetti...
Purtroppo, quando la sfiga ci si mette in mezzo,
non c'è niente da fare. E quando le braccia sono Giuliana e Cristina, c'è ben
poco da fare.
Sei. Già. Morto.
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