-Fragolinoooo! Fragolino.
Dove scappi? Aspeeettami, non correre via!
Ichigo, senza voltarsi indietro, accelerò ulteriormente il
passo, i pugni saldamente infilati in tasca. Keigo incespicava dietro
di lui, invocando il suo nome a gran voce.
-Fragolinoh!
Dribblò quattro o cinque persone con agilità e
poi si
defilò velocemente dietro un angolo; trovò la
salvezza
dietro l'armadio delle scope.
Sospirò; ma non ebbe il tempo di tirare un respiro di
sollievo
che una presenza al suo fianco gli sfiorò appena il braccio,
e
un ghigno compiaciuto gli confermò che dietro quell'armadio
non
era solo.
Si voltò a guardare, un po' spaventato: all'inizio non vide
nulla. Ma poi, abbassando la visuale, focalizzò poco alla
volta
una testolina nera e un paio d'occhi blu che lo guardavano con un'aria
furbetta.
-E tu, che ci fai qui?!
-E tu, allora?
-Io sto cercando di sfuggire a Keigo.
-Perché...?
-Continua a chiedermi quanta cioccolata ho ricevuto, perché
vuole compararla con la sua.
-Cioccolata...?
Ichigo sospirò; non aveva voglia di lanciarsi nell'ennesima
spiegazione delle usanze terrestri. Ma fu salvato da un grido che
risuonò per tutto il corridoio.
-Mizuiro! Ehi! Vieni qui! E tu, quanta cioccolata hai ricevuto? Ehi, ehi,
me la fai vedere?
-Certamente!
Rukia e Ichigo, che avevano udito il dialogo poco distante da loro,
sentirono calare il silenzio. Poco dopo, la voce di Mizuiro si
avvicinò, e sentirono il rumore di qualcosa che veniva
trascinato per terra.
-Chado, non è che mi daresti una mano...? Sai, è
un po' pesante per me.
Davanti a loro sfilarono Mizuiro, che trascinava un enorme zaino
straripante di cioccolatini, e Chado, che accorreva in suo soccorso
afferrando lo zaino e portandoselo in spalla. Osservarono la scena
impietriti.
-Ti ringrazio, Chado! Accidenti. Sarà impossibile
nasconderlo ai
professori. Chissà che sgridata mi prenderò...!
E infine sfilò Keigo, lacrime agli occhi, che fissava la
scena
con la mascella spalancata, strascicando i piedi e mormorando qualcosa
del genere "non ci credo, non è possibile, non
può essere
vero".
Rukia alzò gli occhi verso Ichigo.
-Ma che sta succedendo? - chiese corrucciata.
-Bah - alzò le spalle - una stupida festa. Non ci badare.
-Come faccio a non badarci? Continuano a chiedermi se ti ho preparato
i cioccolatini. Perché dovrei prepararti dei
cioccolatini...? Ma
soprattutto: che cosa diamine sono, questi 'cioccolatini'?
-Uh - Ichigo si passò una mano sugli occhi - ma
perché
tocca sempre a me spiegarti queste cose...? Toh, guarda -
frugò
per un attimo in tasca, finché non trovò qualcosa
avvolto
in carta argentata - mangia.
-Che roba sarebbe?
-Un cioccolatino. Mangialo; è il modo migliore per capire
cosa sia.
Rukia lo fissò, alzando un sopracciglio. Sembrava scettica.
-Avanti, non è velenoso - sbuffò - anzi,
è buono,
se ti piacciono le cose dolci. Personalmente, è il cibo che
preferisco, assieme al pesce saltato con senape e peperoncino...
-Lo mangi assieme
alla cioccolata....?
-No, cretina, non assieme assieme.
Intendo, entrambe le cose. Separate. E ora mangia quel cioccolatino.
Allungò verso di lei la mano tesa; se non si sbrigava a
prenderlo, qualcuno li avrebbe visti con dei dolci in mano, e Ichigo
non voleva fornire un ulteriore pretesto per venire ripreso. Certo: se
avessero notato lui e non la carriola di cioccolatini di Mizuiro,
stavolta si sarebbe ribellato, oh sì. Era stufo di
discriminazioni...
-Mmh - Rukia interruppe i suoi pensieri; ritornò alla
realtà, e la vista gli si focalizzò su Rukia che
masticava assorta - strano, ma non male. Non come i dolcetti di riso
shiratama, ma affatto male!
-Già. Beato Mizuiro, che ne ha ricevuti così tanti.
Non me
ne frega niente che me li regalino, ma non mi dispiacerebbe una bella
scorta di cioccolata.
-A proposito, ma chi gli ha dato tutti quei cioccolatini...?
-Ah; sono state le compagne di scuola. E le sue varie amanti
più vecchie, suppongo.
-E perché oggi tutte quante gli hanno regalato della
cioccolata...?
-Perché è san Valentino; a san Valentino, le
ragazze
regalano cioccolata ai ragazzi che gli piacciono. Una vecchia
tradizione. Mah.
-Allora mizuiro è uno che piace alle ragazze.
-Tu che ne dici? - indicò con un cenno del capo la borsa che
cedeva in mezzo al corridoio, rivelando all'istituto una riserva di
chili e chili di cioccolata. Rukia, sconcertata, fissò la
scena.
-E tu, invece? A te li hanno regalati?
-Bah, sì - buttò lì, indifferente -
anche se il
mittente non si è palesato. In realtà non
è
difficile immaginare di chi possano essere.
Tirò fuori dallo zaino una scatolina rossa; aprì
il
coperchio e rivelò una serie di cioccolatini sformati, mezzi
sciolti, ricoperti di maionese e orsetti gommosi.
-Inoue - decretò Rukia. Ichigo annuì. Non
potevano essere
di nessun altro, considerati gli ingredienti. - Inoue ci tiene molto a
te - aggiunse lei.
-Dici? Se ci tenesse a me, non tenterebbe di farmi venire
un'indigestione, non credi?
-Credo che sia un po' confusa, ma vedo delle buone intenzioni dietro
questo... ehm... pensiero.
-Forse.
Rukia lo guardò incuriosita; lui guardava a terra,
pensieroso.
-Ehi, ma vuoi uomini che cosa fate, a San Valentino? Per le ragazze,
voglio dire.
-Io non
faccio proprio nulla.
Gli altri aspettano con ansia di ricevere una scatola di cioccolatini,
e poi, il quattordici Marzo, ricambiano comprando della cioccolata
bianca, mi sembra. O qualcos'altro. Sempre se la ragazza gl'interessa.
-Ma così sono le donne a mettersi in gioco per prime. Non
è corretto.
-Beh, di solito tocca a noi uomini fare la prima mossa,
perciò,
se per un giorno siete voi a farvela sotto, va bene così.
-Non ti ho mai visto fare la prima mossa con nessuno. Perfino Kon
è più intraprendente di te.
-Non sono il tipo da fare queste cose. Ho una reputazione, io.
-Avanti, Ichigo, se la pensi così dovrai aspettare ogni anno
il
quattordici febbraio per scoprire se interessi alla donna che ti piace.
-Se piacessi a qualcuna, potrebbe dirmelo quando vuole. Io sono qui -
s'infilò le mani in tasca e iniziò a dirigersi
verso
l'aula - e la cicocolata è la benvenuta in qualsiasi giorno
dell'anno.
-Ehi, aspettami...!
-Hai le gambe corte, Rukia.
-Parlane con Uraharasan, se la cosa ti crea problemi. Ma per il
momento, aspettami.
Ichigo si fermò e aspettò che lei gli fosse di
fianco,
seguendola con gli occhi passo per passo. Poi, fianco a fianco, si
incamminarono verso la porta.
-Hai visto Kurosakikun...? Eh, Inoue? Hai visto che ha passato tutto
l'intervallo con Kuchiki?
-Lasciala stare, Honsho! Non vedi che è già
abbastanza giù di morale?!
-Non parlavo con te, Arisawa. Hai capito, Inoue? Quel Kurosaki non
è un uomo normale. Non gli interessa un seno così
prosperoso e morbido...! Ma io dico...
-Oh, Honsho...!
-MOLLA ORIHIME!
-Però, Tatsuki, Chizuru ha ragione... vedi? Ha uno sguardo
così tenero, quand'è con Kuchiki... sembra serio
come al
solito, ma se guardate i suoi occhi sono così... dolci.
-Ma dai, Hime, è una tua impressione. Ichigo non ha
assolutamente...
-E invece sì, e invece sì! Ormai è
storia vecchia,
quel Kurosaki. Permettimi di massaggiare il tuo cuoricino dolorante,
Inoue...
-GIU' LE MANI DA ORIHIME!
-Sto massaggiando il suo cuore...!
-Quello non
è il cuore,
pervertita!
-Ehi ehi ehi, voi due...! - furono raggiunti da Keigo - Sempre insieme,
eh?
-Nah, il nostro è un rapporto puramente professionale.
Rukia coprì con la mano l'accenno di un ghigno. Ma questo
non sfuggì a Keigo.
-Kuchiki ride...? Che cos'è, una vostra frase in codice? Eh?
Una battutina che potete capire solo voi due?
-La vuoi piantare? Finché ti comporterai così,
continuerai a non ricevere neanche un cioccolatino.
-Sei crudele, fragolino! E anche Mizuiro è crudele; solo
perché con voi gli dei sono stati generosi!
-Chissà se gli dei nella loro infinita saggezza e temperanza
hanno il tempo per occuparsi delle nostre vane questioni mortali -
cinguettò Rukia con un sorriso. Fu il turno di Ichigo di
ghignare.
Keigo li guardò entrambi, perplesso.
-Cos'è, un'altra battuta che potete capire solo voi
innamoratini? Ma comunque, perché questi dei allora l'hanno avuto il
tempo di donare a Mizuiro il fascino del bishonen...
e ad Ichigo quello del bel tenebroso?
-Ancora con questa storia del bel tenebroso - Ichigo
l'ignorò - ma perché cavolo continuate tutti a
dirmelo...?
-Perché, chi altro te l'ha detto, scusa?
-Suo padre - affermò Rukia - per la verità, anche
Inoue ripete spesso che...
-Conosci suo padre...? Cioè, siete già al livello
in cui
conoscete le reciproche famiglie? Accidenti! Questo sì che
è materiale interessante!
-Ma per favore - sbottò Ichigo.
-Voi ci nascondete la vostra relazione!
-Non c'è nessuna...
-Allora, Kuchiki? Gli hai regalato i cioccolatini...?
-Che palle. Andiamo via, Rukia. Questo mi sta rompendo.
Rukia salutò con un sorriso delizioso e sventolò
la mano
allontanandosi. Keigo li guardò allontanarsi, Ichigo a passo
di
marcia e Rukia che gli saltellava appresso.
-Che tipi, eh? - la voce di Mizuiro comparve alle sue spalle - Non hanno
una relazione; però lui non se ne va, se con lui non
c'è
Kuchiki.
-E lei l'ha seguito subito - sospirò Keigo - beh, se non
è una relazione questa, non so proprio che cosa lo sia.
-E senza neanche bisogno di scambiarsi cioccolatini. A proposito, ne
vuoi una scatola? Io non potrò mai mangiarne così
tanti.
-Non accetto la tua compassione, sappilo...!
-Allora prendilo come un gesto d'affetto, d'accordo?
Keigo alzò un sopracciglio; si allontanò, con una
smorfia disgustata.
-Non pensare male! Proprio come Ichigo non può stare senza
Kuchiki, io non posso stare senza il mio wingman,
no? Quindi lascia che ti offra questi cioccolatini. Per tutte le volte
in cui ti ho soffiato la ragazza e anche l'amica della ragazza da sotto
il naso.
-Una specie di tangente...?
-Vedilo come un risarcimento.
-Comunque voglia guardarlo, rimane comunque un atto di compassione.
-Lo sai che questi sono davvero buoni? Questi con la carta rossa.
-Oh, sì, sono di buona qualità. Pazienza. Dicono
che il
cicocolato sia il miglior rimedio per le delusioni d'amore.
Tatsuki, Orihime e Chizuru si avvicinarono, la prima scocciata, la
seconda afflitta, la terza pimpante.
-Non è che ne avanzerebbe uno anche per me, allora? - chiese
Orihime, con un sorriso malinconico.
-Ce n'è per tutti - rispose Mizuiro, gentile - cuore spezzato,
Inoue? Chi è il pazzo che ti ha rifiutata?
-Oh, sai - fu il vago sospiro in risposta - grazie, sembrano buoni.
Mmh. Certo, con un pizzico di senape credo sarebbero straordinari.
-Dì la verità - Keigo le si avvicinò,
aggrottando la fronte - è stato Fragolino, non è
vero?
-Insomma, volete lasciarla stare?!
-Per colpa di Fragolino
-
intervenne Chizuru con una smorfia - non riesco ad unire il mio cuore
con quello di Inoue. Ehi, dai un cioccolatino anche a me.
-Cosa vuoi saperne tu, d'amore
- brontolò Tatsuki - tsk.
-Aaah sììì? E tu, invece, che cosa ne
sai?
-Chiudi quel dannato becco.
-Piuttosto, Inoue - intervenne Mizuiro - però vedo che hai una
scatola di cioccolatini in mano. E sembrano proprio fatti a mano. Hai
fatto colpo su qualcuno?
-Oh, non lo so, sai? In ogni caso, anche se è stato gentile,
chiunque sia stato, per me non ha molta importanza.
-Non intendi rinunciare a Ichigo, eh?
La risposta fu uno dei sorrisi dolceamari di Orihime, quelli che ogni
volta stringevano il cuore a Tatsuki. La osservò mentre si
alzava stancamente, come se si portasse addosso un enorme peso.
-Beh, è meglio che vada al mio posto, tra poco inizia
lezione - li salutò, allontanandosi.
Tatsuki sospirò.
-Ehi - disse a Mizuiro - un cioccolatino anche per me, ti rimane?
-Funzionano - bofonchiò Keigo masticando con foga.
-Chissà chi avrà regalato i cioccolatini a Inoue
-
commentò Mizuiro - in ogni caso, è destinato ad
andare
incontro ad un muro di pietra.
-Ti rimangono dei cioccolatini per me, sì o no?!
-E con la cioccolata di Inoue che hai fatto, alla fine?
-L'ho data a Kon. Secondo lui, se l'ha fatta Inoue allora
sarà sicuramente deliziosa.
-Sei cosciente che potrà mangiarla soltanto quando ti
sostituirà nel tuo corpo, eh, Ichigo?
-Che vuoi dire?
-Beh, che sarai tu ad affrontare le conseguenze di ciò che
lui
fa mentre non ci sei. Non me ne intendo, ma maionese e orsetti gommosi
non mi sembrano un accostamento azzeccato.
-Tu pensavi che la cioccolata si mangiasse assieme al pesce saltato,
che vuoi?
Continuarono a camminare assieme; sempre più spesso
dimenticavano che avrebbero dovuto tornare per vie diverse, non far
scoprire agli altri che abitavano nella stessa casa. Ma più
passava il tempo, chissà perché, meno interessava
ad
entrambi di farsi scoprire. In qualche modo, sembrava più
importante incamminarsi assieme, aspettarsi al cancello e girare la
chiave nella serratura in compagnia.
Ma a Rukia, che non se la sentiva di parlare perché
conosceva poco le usanze terrestri, tutto questo iniziava a sembrare
pretestuoso.
Se tutto ciò che facevano quand'erano assieme sembrava sospetto, suonava sospetto, appariva sospetto,
non è che loro due erano sospetti davvero? E la gente
parlava così tanto di loro perché ciò
che facevano erano ciò che si faceva quando... no, iniziava a farsi complicato.
Ichigo fece scattare la chiave e la porta si aprì; Yuzu
venne loro incontro, mestolo alla mano, con addosso un grembiule sporco.
-Rukiachan! Ichinii! Vi ho preparato un po' di girl chocolate, vi va?
-A me va - fece Ichigo; Rukia la fissava corrucciata, spiazzata dal
nuovo termine, quando Isshin spuntò da dietro di loro e
afferrò Rukia di spalle, stringendola in un abbraccio
poderoso.
-Piccola Rukia! Vero che hai preparato una scatola di cioccolatini per
il tuo papà? Eh?
-Certo; a forma di coniglio - mormorò Ichigo, con un ghigno,
dirigendosi verso la cucina.
-Coniglio? Cos'è, una battutina che potete capire solo voi
due fidanzatini, eh? Non escludere il tuo papà - concluse
Isshin, raggiungendo il sedere del filio con un poderoso calcio a
ghigliottina.
-Stronzo!
Rukia scosse la testa; quella della cioccolata era proprio un'usanza
sciocca.
Serviva, considerò, soltanto per quelli che non avevano il
coraggio di dimostrare coi gesti quel che provavano, sempre, giorno per
giorno, in quel modo pacato e sottile tipico dei sentimenti veri.
Ma la famiglia Kurosaki non rientrava tra questi.
Decise che si sarebbe fatta aiutare da Yuzu a fare i cioccolatini a
forma di coniglio per Isshinsan, e poi, magari, sarebbe andata di sopra
e avrebbe disegnato un po', o letto una rivista, mentre la presenza di
Ichigo nella coda del suo occhio la confortava, come ogni singolo
giorno, imponendosi dolcemente dentro di lei.
(Nda: non sapevo se aggiungere nelle note anche "shojo-ai",
perché l'accenno Tatsuki/Orihime è talmente
piccolo, ma talmente piccolo, e tanto più è amore
non corrisposto che ok prudenza, ma se mi fanno storie per questo siamo
proprio arrivati alla fine *_*'' suppongo non ci siano problemi.
Questione cioccolata a San Valentino: penso che quasi tutti sappiano
che in Giappone è considerata tradizione che le ragazze
regalino del cioccolato, fatto in casa o comunque di buona
qualità, al ragazzo che piace loro; questo, se ricambia, il
giorno 14 marzo regalerà a sua volta alla ragazza del
cioccolato bianco - il 14 marzo è infatti chiamato White Day - o
comunque un regalo abbastanza importante. Il girl chocolate
è del cioccolato non particolarmente costoso, e non fatto in
casa - in questo caso Yuzu costituisce un'eccezione - che si regala ad amici o colleghi, e che non ha alcuna
implicazione sentimentale.
Asano si preoccupa di essere scoperto con del cioccolato
perché, fino alle superiori, è proibito portarsi
dolci o merende a scuola. Ed è molto invidiato da Keigo
perché, com'è intuibile, chi riceve
più cioccolato risulta essere più popolare.
Infine: so che esiste anche Ishida ''XD e avrebbero potuto starci anche
spunti con Kon, ma la verità è che volevo
concentrarmi sui compagni di scuola e sui personaggi dei primi
numeri... quelli che stavano là a spiare Ichigo e Rukia per
dimostrare assolutamente che stavano assieme XD. Mi spiace solo che
Chad fosse poco presente ma lui è l'essere assolutamente
meno interessato all'amore e ai pettegolezzi che esista *_*'' quindi
non me ne facevo niente.
Spero che quest'esperimento di storiella senza pretese vi sia piaciuto :P)
EDIT: dopo la segnalazione di Sarugaki82, ho corretto la confusione di nomi ;) grazie!
EDIT[2]: In risposta a Eiden: In questa fic Tatsuki si rivolge a Chizuru chiamandola "Honsho". Sarebbe comunque scorretto dato che nel volume 2 (capitolo 14) e nel capitolo 408 si rivolge a lei e parla di lei con il nome "Chizuru".
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